Guerra del Peloponneso

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Dopo le guerre persiane
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Supremazia di Atene (sui mari) e di Sparta (su terraferma)
Le poleis del Peloponneso erano riunite nella Lega Peloponnesiaca,
il comando militare era affidato a Sparta
Nel 477 a.C. le poleis di ordinamento democratico dell’Attica, del
mare egeo e della costa ionica si alleano nella Lega Delio-attica,
con la preminenza di Atene, a scopo di difesa comune (in funzione
antipersiana). I principi su cui si basava l’alleanza:
La Lega era governata da un Consiglio che si riuniva annualmente
Ogni polis, a prescindere dall’importanza, aveva diritto di voto
Comunque Atene aveva il compito di rendere esecutive le delibere comuni e di
dirigere le operazioni militari
Il tesoro delle lega, costituito dai tributi versati dagli alleati, era custodito a Delo (da
qui il nome: LEGA DI DELO o DELIO-ATTICA)
Gli alleati erano tenuti a fornire contingenti navali oppure al pagamento di un tributo la
cui riscossione era affidata ad Atene, con il tempo il pagamento del tributo diventò
un’arma a doppio taglio nel senso che, delegando la difesa militare, le poleis alleate
divennero sempre più soggette al potere di Atene
Dopo le guerre persiane
478
461
431
404
Guerra del Peloponneso
Età di Pericle
Pentecontetia
La Pentecontetia (periodo di 50 anni dal termine delle
Guerre persiane all’inizio della Guerra del Peloponneso)
Tre periodi caratterizzati dalla politica di tre
autorevoli strateghi:
1) periodo di Temistocle (478-470)
2) periodo di Cimone (470-461)
3) periodo di Pericle (461-431)
Si afferma la supremazia di Atene
Periodo di Temistocle (478-470)
Prevede (cosa che poi si realizzerà) lo
scoppio delle ostilità con Sparta, per questo
convinse gli ateniesi ad un ingente sforzo
al fine di fortificare il Pireo e di dotarlo di un
grande arsenale, soprattutto, fece costruire
«Lunghe Mura» che unissero l’acropoli al
porto al fine di:
o permettere alla città di sostenere senza problemi un
lungo assedio (Sparta era superiore sulla terra)
o di poter sempre contare sulla vera risorsa di Atene: la
flotta
Temistocle fu ostracizzato nel 471 (per ironia della sorte il vincitore di
Salamina si rifugiò in Persia, dove morì – forse suicida – nel 461)
Periodo di Cimone (470-461)
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Con Cimone (figlio di Milziade) assume il potere ad Atene il
‘partito’
moderato
che
riprende
una
politica
collaborazionista con Sparta.
Cimone mira a far acquisire ad Atene l’egemonia nel mare
Egeo per questo riprende le ostilità contro i Persiani: lo
scontro avvenne per terra e per mare in Asia Minore presso la
foce del fiume Eurimedonte (468), la vittoria ateniese fu
schiacciante.
Anche Cimone fu ostracizzato (nel 461) in seguito al
fallimento dell’aiuto inviato a Sparta:
Nel 464 a.C. Sparta era stata colpita da un disastroso terremoto, ne approfittarono gli iloti
che si ribellarono e si arroccarono sul Monte Itome (Messenia). Gli Spartani chiesero
aiuto ad Atene e Cimone inviò delle truppe, ma le operazioni andarono per le lunghe e
non furono risolutive (in più si sospetta che gli Ateniesi simpatizzassero per gli insorti),
pertanto gli Spartani rimandarono indietro le truppe ateniesi.
Età di Pericle (461-431)
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Dominò la scena politica dal 460 al 429, ricoprì
ininterrottamente la carica di stratego dal 443 alla morte.
Pericle consolida l’ordinamento di Clistene per rendere
effettiva la partecipazione di tutti i cittadini alle magistrature:
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Trasferisce tutti i poteri all’Assemblea togliendoli all’Areopago (la cui
funzione è solo quella di giudicare i delitti di sangue), ma gli strateghi,
data l’importanza del ruolo che ricoprivano, continuano ad essere eletti e
scelti tra le classi più elevate.
I cittadini avevano pari diritto di parola nelle assemblee e nei tribunali
(isegorìa) e godevano di pari diritti giuridici (isonomia).
Retribuisce la partecipazione all’assemblea o al tribunale popolare
(mistoforìa: indennità giornaliera in denaro).
Punta sull’istruzione dei cittadini e permette a tutti di assistere alle
rappresentazioni teatrali: istituisce il theorikòn.
Età di Pericle: politica estera
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Pericle ha mire espansionistiche e guida la città verso
una politica egemonica sull’Egeo e verso l’imperialismo:
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Nel 454 a.C. il tesoro della Lega di Delo fu trasferito sull’acropoli di Atene.
Atene impose la dracma ateniese come moneta unica.
I tributi furono versati direttamente nelle casse ateniesi e servirono per finanziare
le grandi opere pubbliche.
Atene doma ogni tentativo di rivolta delle poleis più riottose (Megara, Eubea).
Pericle fonda nuove colonie, tra cui Turi in Italia e Anfipoli in
Tracia.
La politica estera di antipersiana e antispartana di Pericle
spinse Atene ad una serie di rischiose imprese militari.
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Il fallimento della spedizione in Egitto, a sostegno di una rivolta antipersiana,
spinge Pericle a stipulare con la Persia la pace di Callia (449 a.C.).
Dopo aver appoggiato Argo (tradizionale nemica di Sparta) e aver cercato di
indebolire Corinto, Atene rinuncia momentaneamente alle ostilità con Sparta
stipulando una pace trentennale nel 446 a.C.
Il rinnovamento di Atene
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Pericle introduce ad Atene un vero e proprio piano di politica
sociale: l’istruzione gratuita degli orfani, il pagamento di una pensione ai mutilati
di guerra e agli invalidi, una paga regolare e una razione di viveri giornaliera a soldati
e marinai, l’ingresso gratuito a teatro.
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Diede il via a grandiose opere pubbliche:
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Garantisce la supremazia culturale di Atene.
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Promulga una legge più restrittiva sulla cittadinanza (451)
ingrandisce il Pireo,
porta a termine la costruzione delle Lunghe Mura, ristruttura e abbellisce l’acropoli
(Partenone, Propilei, Eretteo, tempio di Atena Nike).
In questo periodo si
gettano le basi della cultura occidentale e Atene è il modello di ogni disciplina: teatro
(Eschilo, Sofocle, Euripide), storiografia (Tucidide), oratoria (Demostene), architettura
e scultura (Fidia), filosofia (Platone, Aristotele), medicina (Ippocrate), geografia
(Ecateo di Mileto).
La politica sociale e le splendide costruzioni monumentali sono molto onerose
per lo stato
Atene esige sempre più tributi dagli alleati, inoltre si sviluppa
la pratica della liturgia: i cittadini più facoltosi erano tenuti a finanziare attività
pubbliche (allestimento di triremi, organizzazione di giochi e spettacoli teatrali).
La guerra del Peloponneso
431- 404 a.C.
Le cause dello scoppio della guerra
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Nel conflitto tra Corinto (alleata di Sparta) e Corcira
(odierna Corfù), Atene era intervenuta a favore di
quest’ultima.
Atene aveva preteso che la città di Potidea, sua alleata,
ma colonia di Corinto, troncasse i rapporti con la
madrepatria.
Pericle, attraverso un decreto, aveva fatto escludere
Megara, alleata di Sparta, dai porti della lega Delio-attica.
Quando Sparta chiese ad Atene di ritirare il decreto, la
risposta fu un chiaro e decisivo rifiuto.
LO SCONTRO FU INEVITABILE
Le cause profonde
Studiare i brani (in fotocopia) tratti da La guerra del Peloponneso di Tucidide
Le cause profonde vanno ricercate:
 nell’intraprendenza
di una potenza marittima in
espansione qual era Atene, che si esprimeva in una
politica dinamica e incalzante;
 Nei timori di Sparta e dei suoi alleati, che da questa
politica espansionistica ed imperialistica si sentivano
minacciati.
Se la causa immediata risale alla reazione di Sparta e degli alleati
peloponnesiaci (da qui la denominazione adottata da Tucidide di ‘guerra
del Peloponneso’), la causa profonda fu la politica aggressiva di Atene.
Le forze in campo
Atene aveva 300 triremi, la sua flotta era
invincibile, ma aveva un esercito di appena
15.000 uomini.
Le truppe di terra di Sparta erano le più potenti
della Grecia; Sparta poteva contare su 40.000
uomini, ma aveva una flotta di appena 40 navi.
Prima fase 431 - 421
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Iniziano scontri: le due potenze cercano di colpirsi nei loro punti nevralgici.
Sparta, superiore nello scontro di terra, invade l’Attica e la devasta: la
popolazione si rifugia dentro le mura di Atene, inizia una fase di
logoramento.
Nel 430 a.C. un’epidemia (forse di peste) si diffonde ad Atene e il
contagio dilaga date le condizioni igieniche precarie e il
sovrappopolamento.
Nel 429 a.C. Pericle muore di peste e gli succede Cleone, che appartiene
allo stesso partito politico di Pericle, fautore della guerra ad oltranza.
Nel 425 a.C. gli Ateniesi occupano l’isola di Sfacteria (antistante la
Messenia) e catturano il contingente spartano che la presidiava. Sparta
reagisce inviando il suo miglior generale contro le colonie ateniesi della
Grecia settentrionale (raggiungibili via terra), riesce ad impadronirsene ma
muore nella battaglia di Anfipoli (422 a.C.), in cui cadde anche Cleone.
Pace di Nicia (421 a.C.): il moderato Nicia convinse
l’Ecclesia a votare per la pace, che prese il suo nome.
Seconda fase 421 - 412
Causa che fece riesplodere il conflitto: l’offensiva contro Melo
Nel 415 gli Ateniesi diedero un ultimatum all’isola di Melo che, pur essendo
colonia spartana, era rimasta neutrale: volevano si schierasse dalla loro parte;
al rifiuto dei Meli gli Ateniesi risposero in modo brutale: espugnarono l’isola,
massacrarono gli abitanti o li fecero schiavi.
Svolta imperialistica
La preparazione della spedizione in Sicilia
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Nel 416 l’astro nascente del partito democratico Alcibiade (nipote di
Pericle), aveva fatto approvare all’Assemblea l’allestimento della spedizione
in Sicilia: il pretesto fu la richiesta di aiuto da parte di Segesta (alleata di
Atene) in lotta contro Siracusa (alleata di Sparta).
Nel 415 salparono 130 navi con 7000 soldati al comando di tre strateghi:
Nicia, Lamaco, Alcibiade.
La spedizione aveva lo scopo di trovare nuove risorse per la guerra contro
Sparta nella ricca terra di Sicilia ma….
Seconda fase 421 - 413
La spedizione in Sicilia si rivelò un totale fallimento
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Alla vigilia della partenza avvenne la ‘mutilazione delle Erme’: le immagini
sacre al dio Ermes furono trovate mutilate per le vie di Atene, l’episodio
ebbe molto clamore ad Atene, gli avversari di Alcibiade decisero di sfruttarlo
a proprio vantaggio: fu data la colpa ad Alcibiade, con l’accusa di empietà
fu richiamato in patria.
Intuito il pericolo, Alcibiade si rifugia a Sparta, e la spinge ad allearsi con
Siracusa contro Atene.
Senza il suo più abile stratego la spedizione in Sicilia si risolse in un
disastro: i Siracusani riuscirono a bloccare dentro il porto la flotta
ateniese e a sconfiggerla, la ritirata via terra fu bloccata dai Siracusani
(413 a.C.), Nicia fu ucciso, mentre gli altri ateniesi furono imprigionati nelle
cave di pietra, le «Latomìe».
Terza fase (412-404)
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Grazie ai suggerimenti di Alcibiade, gli Spartani posero un presidio fisso a
Decelea, un punto chiave della pianura alle spalle di Atene: la presenza
spartana condizionò a tal punto le operazioni militari di questa fase del
conflitto tanto da definirla ‘guerra deceleica’.
Ancora su suggerimento di Alcibiade, Sparta fece un’altra mossa
vincente (impensabile solo pochi anni prima): si alleò con i Persiani per
tagliare all’avversario anche le comunicazioni via mare. La Persia finanziò
la flotta spartana, in cambio ebbe mano libera nei confronti della Ionia.
Molte città della Lega Delio-Attica defezionarono, ma Atene è decisa a
continuare la guerra.
Si decise di attingere ai 1000 talenti che Pericle aveva fatto depositare
nel Partenone come riserva per le emergenze e si allestisce una grande
flotta.
Terza fase (412-404): la fine del conflitto
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411 a.C.: colpo di stato dei conservatori ad Atene ed abolizione
della costituzione democratica. Il governo viene affidato a un
consiglio di 400 cittadini scelti, con pieni poteri (i cosiddetti
«Quattrocento»).
L’unica opposizione venne dai marinai della flotta stanziata nell’isola
di Samo con al comando Trasibulo; questi richiama in patria
Alcibiade al fine di sovvertire il governo antidemocratico; Alcibiade
fu acclamato comandante supremo e ripristinò la democrazia.
406 a.C.: battaglia delle Arginuse: vittoria degli Ateniesi che
sconfiggono la flotta spartana.
405 a.C.: Egospotami: vittoria degli Spartani, guidati dall’ammiraglio
Lisandro, e annientamento sia dell’esercito che della flotta ateniesi.
404 a.C.: abolizione della democrazia.
Tebani e Corinzi, da sempre nemici di Atene, avrebbero voluto la
distruzione della città di Atene, ma gli Spartani non permisero la
rovina della più splendida città greca.
Le conseguenze
Per Atene
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Abolizione della costituzione democratica. Governo oligarchico
filospartano, il regime dei Trenta Tiranni - rovesciati in seguito da
un’insurrezione popolare guidata da Trasibulo (403 a.C.)
Abbattimento delle Lunghe Mura
Riduzione della flotta a 12 triremi
Scioglimento della lega Delio attica
Atene è costretta ad entrare nella lega del Peloponneso
La Ionia torna alla Persia
Per Sparta
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Egemonia provvisoria e con il sostegno della Persia
Abbattimento dei governi democratici in molte poleis e instaurazione
di regimi oligarchici
Tebe alleata di Sparta impone sulla Beozia la sua supremazia
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