Il teatro a Roma
e nel mondo romano
Il Mediterraneo Romano nel II secolo d. C. e la diffusione dei teatri nelle province romane
Per quanto riguarda gli edifici teatrali romani, è necessario fare alcune premesse.
1.
Tutta l’attività dei grandi drammaturghi di Roma del III e II secolo a. C. si svolse in
teatri di legno di natura provvisoria, che venivano montati e smontati negli spazi aperti
destinati ai Ludi. Una serie di pregiudizi rese i governanti romani dell’epoca
repubblicana sospettosi nei confronti del teatro, e impedì la costruzione di edifici
stabili. Solo a partire dal I secolo a. C. a Roma fu costruito un teatro in pietra. Questo
tipo die difici però furono destinati a spettacoli di tipo diverso dalle opere della
tradizione teatrale dei due secoli precedenti, che non vennero più rappresentate.
2.
I romani incontrarono nelle colonie greche che man mano andavano conquistando, dei
teatri che riflettevano la forma del teatro ellenistico, Di questo tipo di edificio essi col
tempo si appropriarono, modificandolo in una forma mista greco-romana, che con un
lento processo di trasformazione si sviluppò in epoca imperiale in una forma nuova,
che definiamo “teatro romano”, e poi nel cosiddetto amfiteatro.
3.
Gli edifici teatrali si diffusero nelle province dominate dai Romani, raggiungendo grandi
risultati architettonici, ma anche in queste nuove sedi essi furono dedicati in genere
dedicati a forme di spettacolo non strettamente teatrali. Questo vale anche per la più
caratteristica struttura costruita dai Romani, e cioè l’amfiteatro.
4.
Di fatto, lo studio degli edifici “teatrali” romani esula dall’argomento di questo corso,
che si occupa dei drammaturghi del III-II secolo a. C. Se ne darà qui solo qualche
cenno di carattere generale.
Nel corso della loro espansione verso
il sud dell’Italia, tra IV e III secolo a.
C., i Romani incontrarono molte città
greche che avevano una intensa vita
teatrale ed edifici in pietra di
dimensioni considerevoli. La mappa
mostra i luoghi che possedevano
teatri a partire già dal IV secolo a. C.
Una parte di essi (cerchiati in rosso)
sono stati ritrovati dagli archeologi,
di altri (verde), come i due teatri di
Taranto, non si è ancora ritrovato
nulla.
Il teatro di Metaponto
La struttura visibile risale al III secolo a.C., ma il lavoro di costruzione del terrapieno che
sostiene la cavea è databile al IV secolo a.C.
Segesta
Il teatro di Segesta, come appare oggi. Situato presso la sommità del Monte Barbaro, in vista
della costa di Castellamare, risale nell’impianto originario alla metà circa del III secolo a. C.;
subì poi modifiche nel tempo. In questa immagine si nota la riduzione dello spazio orchestico,
ormai semicircolare.
In questa seconda immagine si nota l’avvicinamento degli edifici scenici alla cavea, con
considerevole riduzione dello spazio destinato alle eisodoi laterali. Le fondamenta degli edifici
rivelano la forma a parasceni della skene, cioè la presenza di due ali sporgenti alle due
estremità laterali.
Dei teatri dell’età di Ennio e Plauto non abbiamo praticamente alcuna documentazione
iconografica contemporanea, e neppure attendibili descrizioni di epoca più tarda. Si ritiene
che questi teatri provvisori riprendessero almeno in parte la forma dei palchi che vediamo
raffigurati su una serie di vasi provenienti per lo più dalla Campania e dalla Puglia e
daqtabili al IV secolo a.C. Si tratta per lo più di scene di commedia o secondo altri delle
cosiddette farse fliaciche, un genere sorto fra IV e III secolo nella Magna Grecia
New York. Metropolitan
Museum of Arts, coll.
Fleischmann F93
cratere a campana apulo,
400-380 a.C. circa
Scena di c ommedia o farsa
fliacica, nella quale è
evidente la presenza di un
palco rialzato, accessibile con
alcuni scalini e dotato di uno
sfondo con una porta che
rappresenta una casa
Berlin F 3044
Calice cratere di Assteas, probabilmente proveniente da Nola
•
•
•
•
Disegno ricavato dal lato A del vaso.
Scena di commedia. Un povero
vecchio, di nome Carino, è aggredito
da due ladri che vogliono portare
via il forziere su cui Carino si è
sdraiato. Il ladro a destra, di nome
Cosilo, afferra e strattona il
mantello su cui è steso il vecchio,
l’altro, di nome Gymnilos, afferra
Carino per i piedi. Sulla destra uno
schiavo imbelle di nome Carione
osserva terrorizzato senza
intervenire a favore del padrone.
La scena è decorata con evidenti
elementi teatrali, come le maschere
femminili visibili al centro, e il palco
sorretto da colonnine, con una porta
sullo sfondo che rappresenta
l’abitazione del vecchio Carino.
Le commedie di Plauto
presuppongono un palco e uno
sfondo sostanzialmente simile a
questo.
Pompei
Il teatro grande di Pompei, realizzato attorno all’80 a. C., è uno degli esempi più antichi dell’evoluzione della
forma greca del teatro verso quella romana. L’orchestra ha perso ulteriormente spazio, e una parte di essa è
stata occupata da quattro file di posti riservati a personaggi di prestigio (freccia blu). Gli edifici scenici si sono
ormai saldati con la cavea, riducendo le parodoi a corridoi coperti da una volta (freccia rossa)
Il Teatro greco di Siracusa
Questo bellissimo monumento antico ha ancor oggi una funzione importante, in quanto è sede dal 1914
delle rappresentazioni di teatro classico curate dall’I.N.D.A., che si alternano a convegni di studiosi del
teatro antico.Siracusa ebbe un teatro fin da epoca molto antica: al tempo di Eschilo il tiranno Ierone invitò
il drammaturgo ateniese e gli fece rappresentare i Persiani a Siracusa. L’edificio teatrale fu ricostruito
completamente nel III secolo a. C. da Ierone II, e successivamente trasformato in modo radicale per
dargli la forma del teatro romano (I-II secolo d.C.), con grandi edifici scenici addossati alla cavea.
Allo stesso processo di trasformazione da un teatro originario dell’epoca ellenistica ad una
rielaborazione romana è andato incontro il teatro greco di Taormina, che ha conservato
meglio di quello siracusano i resti degli edifici scenici in muratura, e in particolare il muro
della scena.
Il teatro di Pompeo
Il primo teatro di pietra
edificato a Roma fu il
teatro fatto costruire da
Pompeo nel 55 a. C. Del
teatro non resta nulla,
ma si è conservata una
pianta del tempo di
Settimio
Severo
(II
secolo d. C.), che ha
permesso di ricostruirne
l’ubicazione e la forma.
Qui vediamo, riportata
sulla pianta dell’attuale
città
di
Roma,
la
sagoma del teatro, che
rende anche l’idea delle
enormi dimensioni della
costruzione,
che
comprendeva, oltre al
teatro vero e proprio
(cerchiato
in
rosso)
anche una vasta piazza
cinta da portici e un
tempio
di
Venere
Vincitrice.
Ricostruzione virtuale del teatro di Pompeo. Si tratta di un teatro romano di forma compiuta, nel quale gli
edifici scenici si sono completamente saldati con le estremità della cavea, La cavea era inoltre realizzata in
modo che il cuneo centrale fosse una monumentale scalinata di accesso al tempio di Venus Victrix, indicato
dalla freccia. Si notino anche le dimensioni raggiunte dall’edificio scenico, dotato di più piani.
Il teatro di Minturnae
Un’altra importante innovazione che
si afferma in ambito romano è il
distacco dell’edificio teatrale dal
pendio naturale di una collina. Il
teatro di Minturnae, presso Latina,
offre un bell’esempio di cavea che si
regge su una struttura autonoma in
muratura ad archi (fornici). Si tratta
di un passaggio molto importante
che prelude alla costruzione degli
amfiteatri.
L’espansione dell’Impero Romano in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo fece
diffondere il teatro romano nella vastissima area dominata dai Romani, dalla Spagna
fino alle province Orientali. E proprio nelle provincie romane talora troviamo esemplari
molto ben conservati. Nell’immagine, il teatro romano di Arles, in Provenza.
Il teatroromano di Orange
Il teatro romano di Benevento
Il teatro di Efeso, in Turchia
L’amfiteatro
L’amfiteatro rappresenta una naturale evoluzione dello spazio teatrale una volta che le rappresentazioni
furono sostituite da altre forme di spettacolo che non richiedevano più una visione orientata. La cavea si
chiude a cerchio attorno all’arena, che ospita giochi di gladiatori, acrobati, combattimenti di animali ecc. Qui
vediamo l’esempio più antico di amfiteatro, quello di Pompei (70 a. C. circa)
L’amfiteatro di Pompei visto dall’esterno
Gli amfiteatri romani diventano monumenti imponenti, di grandiosa complessità architettonica. Qui
vediamo l’interno dell’amfiteatro di Arles, in Provenza.