Processi di innovazione culturale Laurea magistrale in Sociologia Prof. Carmen Leccardi a.a. 2015-16 1 • Di che cosa parleremo nel modulo: della centralità della vita quotidiana per la comprensione dei processi di innovazione sociale e culturale. • L’I. riguarda un mutamento della forma delle routine quotidiane - e del significato che a queste routine viene attribuito - da parte degli attori sociali. Questo mutamento comporta una ridefinizione delle rappresentazioni della realtà, delle identità, delle forme dell’agire. 2 • La capacità di un sistema sociale di produrre innovazione è dunque fortemente legata, dal nostro punto di vista, ad elementi culturali – ai modi di interpretare la realtà, di metterla a tema. • Una cultura dell’innovazione è anzitutto una cultura al cui interno il nuovo può essere valorizzato (relazione con la modernità); in secondo luogo, è una cultura capace di apprendere dal passato, capace di guardare all’esperienza e alla memoria come sorgenti di significato. 3 • Innovazione non è dunque sinonimo di mutamento – è piuttosto il processo attraverso il quale ad una determinata espressione/forma del mutamento viene attribuito significato da gruppi di attori sociali interessati. • Nell’innovazione sociale le dimensioni tecnologiche, istituzionali, politiche e culturali appaiono strettamente interconnesse. 4 • Particolare attenzione verrà data, nel modulo, a due dimensioni considerate potenziali sorgenti di innovazione sociale e culturale: 1. la società civile come insieme delle relazioni associative, economiche, culturali e sociali che intercorrono nelle società moderne tra i cittadini. Questo insieme si pone come un reticolo distinto e talvolta contrapposto allo Stato e alla società politica. 5 • 2. ai movimenti collettivi (i nuovi movimenti sociali di Melucci: qui giovani e donne). Per Melucci, i movimenti sono espressione di un conflitto sociale; l’azione collettiva che essi producono provoca una rottura dei limiti di compatibilità del sistema nel quale questa azione si situa. I ‘nuovi’ movimenti nascono dai particolari conflitti che caratterizzano le società contemporanee, fortemente centrati intorno al tema dell’identità e della conoscenza. 6 • L’I., così come viene qui intesa, è dunque un processo sociale, fortemente legato ai processi di interazione, comunicazione, interpretazione, al cui interno la componente cognitiva risulta centrale. • Verranno dunque analizzati, in via prioritaria, i modi e le forme delle conoscenza legati al nostro sapere quotidiano ( a partire dal concetto di senso comune). 7 • Successivamente l’attenzione si appunterà sulla ridefinizione del senso comune, e sulla creazione di nuovi significati, operata dai movimenti collettivi dei giovani e delle donne tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Ottanta del Novecento. 8 • Continua ad essere diffusa l’idea che l’I. si frutto di ‘saperi esperti’ (e, materialmente. di esperti). Il modulo intende invece mostrare come l’I. sia piuttosto il frutto di una costellazione di azioni non extraordinarie, ma ordinarie, legate appunto alla vita quotidiana. 9 • La differenza tra invenzione come creazione e innovazione come attribuzione di senso a questa creazione. • L’innovazione [I.] è l’insieme dei processi sociali, economici, politici e culturali che permettono all’invenzione di essere utlizzata. Centralità della dimensione del tempo (come durata del processo) e delle relazioni. 10 • Si parla di processi di innovazione culturale in ragione dell’interazione fra contesto socio-culturale e invenzione, e con specifico riferimento alla molteplicità di dimensioni che concorrono a dare forma a questa interazione. • Il ruolo dei fattori non previsti, oltre che delle forme di resistenza all’innovazione. 11 • Studiare l’innovazione fuori da schemi interpretativi deterministici. Innovazione come forma di esplorazione della complessità, esterna ad un sistema di regole rigide; non comprimibile né nel mondo del controllo tecnologico né in quello del calcolo economico (Rulllani) 12 Indice • Le premesse dell’innovazione • I vettori dell’innovazione culturale • Che cos’è l’innovazione: le diverse definizioni e la logica dell’innovazione • Innovazione e senso comune: la prospettiva della vita quotidiana • Creatività e innovazione 13 Indice • Meccanismi di costruzione della innovazione culturale • Il ruolo dei movimenti sociali nei processi di innovazione sociale e culturale. Il caso italiano degli anni Sessanta e Settanta del Novecento 14 * Le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi (il caso italiano) * Innovazione tecnologica e innovazione culturale: le ICTs e l’innovazione nei modi di costruzione della conoscenza. 15 1. Le premesse dell’innovazione Una precisazione introduttiva • ‘Innovazione’ e ‘invenzione’ non sono sinonimi. Mentre l’innovazione porta in sé la radice latina ‘novus’ – rinvia all’inedito, a ciò che si rinnova continuamente – l’invenzione ha a che fare con la scoperta (invenire = scoprire) (Nicola Cavalli) 16 • La prima dimensione rimanda alla novità (innovazione); la seconda alla scoperta (invenzione). La prima rinvia a processi sociali costruiti su dinamiche di interazione; la seconda ad aspetti tecnici e tecnologici. 17 Concentriamo ora l’attenzione sul background dell’innovazione. • Innovazione come ‘movimento verso il nuovo’ – mutamento continuo delle condizioni della vita sociale. Relazione fra modernità (‘tempo nuovo’, Neuzeit ) e innovazione sociale (politica, economica, culturale). 18 Una nuova tavola di valori; le differenze con il mondo della tradizione, anche sotto il profilo etico. Il significato positivo dell’innovazione e del mutamento → l’Occidente e il ruolo della scienza e della conoscenza (applicabilità del sapere scientifico all’ambiente circostante). 19 • La comunicabilità dell’esperienza alla base del progresso scientifico e tecnologico. • Innovazione e tecnologia legate a filo doppio come strumenti per risolvere problemi specifici. • Tecnologia come forza dinamica della trasformazione economica sociale e culturale della società. 20 • Nell’universo moderno, al cui interno il concetto di innovazione prende corpo, la capacità di conoscere e di fare è messa a tema come infinita. • Relazione fra innovazione e concezione del tempo lineare specifica dell’Occidente (rifiuto della ripetizione). 21 • Il nuovo è insieme necessario e buono. Innovazione come ‘dovere’. Le differenze con la cultura pre-moderna. L’’ossessione’ contemporanea per la novità • Accelerazione del mutamento e processi di innovazione: una riflessione sull’oggi. Elogio della discontinuità? 22 • • • • • Problemi aperti: La relazione fra innovazione e tradizione, fra passato e futuro, fra memoria e progetto. L’innovazione nella ‘società del rischio’ Innovazione e incertezza La questione della responsabilità: oltre il tempo lineare? Innovazione e crisi della politica 23 Post-scriptum Beck e la società del rischio e dell’incertezza • Oggi: incertezze incommensurabili e incognite prodotte (manufactured uncertainties). • Siamo separati dai possibili risultati finali delle nostre azioni da un abisso di ignoranza. Imprevedibilità delle conseguenze. • I rischi delle azioni contemporanee su scala globale non sono controllabili né da mercati più efficienti, da migliori tecnologie o migliori leggi. 24 • Modernizzazione riflessiva e pratiche di innovazione. • Innovazione e cultura dell’incertezza • In positivo: la percezione del rischio globale come possibilità per modellare il futuro globale. • Reintrodurre la possibilità del no all’innovazione (es: la clonazione umana) 25 Sulla relazione tra economia, tecnologie e innovazione (Rullani) • Innovazione come ‘collocazione di confine’, aperta al nuovo e all’inatteso. Superamento del noto senza conoscere che cosa potrà concretamente accadere. Contesto di complessità, carattere esplorativo e sperimentale dell’azione. Oltre il positivismo. • Carattere antideterministico dei processi di innovazione. Problema: economia e tecnologia potrebbero entrare in rotta di collisione con questo carattere (in ragione della loro propensione deterministica). 26 • Tecnologia come scienza del controllo. Cultura dell’autoreferenza tecnologica connessa all’atteggiamento scientista (svalutazione di tutte le forme di esperienza e di sapere esterne alla pratica scientifica stricto sensu: vedi il caso della genetista Barbara McClintock [1902-1992], premio Nobel per la Medicina nel 1983). 27 • Il mondo ‘pantecnico’ (Flichy, 1995): chiusura nei confini del calcolo e dell’immaginazione tecnica. La ‘logica di potenza’ della tecnologia (vedi Ellul). • Scelta deterministica anche per l’economia neoclassica (vedi Rollani, 2002). Centralità della razionalità strumentale e dell’efficienza dei mezzi. • Sia nel caso della tecnologia sia nel caso dell’economia neoclassica i fini sono svalutati. 28 • Studiare l’innovazione fuori da schemi interpretativi deterministici. Innovazione come forma di esplorazione della complessità, esterna ad un sistema di regole rigide; non comprimibile né nel mondo del controllo tecnologico né in quello del calcolo economico. 29 • Innovazione come ‘atto esplorativo’, che si contrappone alla conservazione dell’esistente. Forma di sperimentazione sociale. • Sulla relazione fra conservazione e innovazione: una relazione dalle molte facce. Partire dall’esistente per rielaborarlo e ridefinirlo in vista di un risultato da raggiungere (rapporto passato, presente, futuro). 30 • Innovazione come processo di apprendimento. Relazione con il sapere sociale; esplorazione dello spazio di possibilità del sociale attraverso una mobilitazione di più persone e più ruoli (Rullani). La ‘divisione del lavoro innovativa’ (Arora, Gambardella, Rullani) e la nuova cultura sociale dell’innovazione. 31 • Importanza del come del processo innovativo: da una razionalità calcolata a una razionalità sperimentale. • L’ex post di un processo di innovazione che è stato innescato può essere diverso da quel che si cercava ex ante. 32 • ICT e processi di innovazione • Decentramento delle capacità informatiche e comunicazione a distanza. Accesso congiunto ai saperi messi a disposizione dalla rete: ridefinizione del rapporto centro e periferia; ristrutturazione dello spazio e del tempo. 33 2. I vettori dell’innovazione • Sulla base della relazione fra modernità e innovazione discussa in precedenza possono essere individuati tre principali vettori di innovazione: • 1. istituzionali • 2. culturali • 3. tecnico-economici Più vettori; strette relazioni al loro interno. 34 1. I vettori istituzionali Sono di due tipi, politici e economici. I primi si concentrano intorno alla rappresentanza politica; i secondi intorno alla centralità del mercato. 35 2. I vettori culturali Valore positivo dell’agire nel mondo sulla base della convinzione di poter ‘fare la storia’ (vedi la visione weberiana dell’agire intramondano). Centralità dell’individuo da un lato; della dimensione del ‘disincanto’ dall’altro. 36 3. I vettori tecnico-economici • Importanza dell’economia capitalistica e dell’impresa. Relazione fra scienza, tecnologia e sviluppo economico. I processi di razionalizzazione costituiscono il trait d’union principale di questi tre vettori. La possibilità di ‘controllo’ sul futuro grazie al dominio sul mondo garantito dalla razionalità di scopo. 37 • Per promuovere una cultura dell’innovazione è anzitutto necessario comprendere a che cosa rimanda questo termine. Le molte facce della definizione del ‘nuovo’ (vedi slides precedenti). La relazione fra le diverse forme di razionalità e la costruzione di una cultura dell’innovazione. 38 L’innovazione rispetto ai fini piuttosto che rispetto ai mezzi (Donolo). La trasformazione delle istituzioni, il ruolo degli orientamenti di valore, e i movimenti sociali nella costruzione di processi di innovazione. La società civile come ambito in cui si generano nuovi orientamenti di valore. 39 3. Che cos’è l’innovazione Le definizioni (1) * Prima definizione generale (Gallino) Introduzione, in uno specifico contesto, di una nuova tecnica. * Seconda definizione generale Innovazione come processo di apprendimento (Donolo). Emergono nuovi stili di conoscenza, che consentono – più che la soluzione di precedenti problemi – la messa a tema di nuove questioni. 40 • In questa seconda definizione, centrale per il nostro approccio, l’attenzione va ai processi attraverso i quali vengono alla luce nuove forme di concettualizzazione. • Per questa via vengono rimesse in discussione le precedenti ‘regole del gioco’ e si aprono nuovi spazi per l’azione sociale. 41 * Terza definizione generale Espressione di un incremento di razionalità nelle forme dell’azione (Donolo e Fichera). L’incremento di razionalità e sia sociale sia politico. Il ruolo centrale della dimensione culturale (differenze tra riforma e innovazione). Centralità, nella visione di Donolo e Fichera (def. 2 e 3), del riconoscimento dell’innovazione; saper ‘vedere’ l’innovazione. 42 In tutte e tre queste accezioni generali l’innovazione prodotta può generare forme di resistenza e di conflitto. Dal che cosa dell’innovazione al ‘chi’ (i soggetti) dell’innovazione. 43 3. Che cos’è l’innovazione. Le definizioni (2) e la logica dell’innovazione Tassonomia delle innovazioni (Freeman, 1994; vedi anche Infante, 1997): • 1. innovazioni incrementali: migliorano la produzione e l’uso di beni già esistenti; • 2. innovazioni radicali: nuovi processi e prodotti che cambiano il modo di produrre e consumare alcuni beni. Si presentano spesso ‘a grappolo’ (interconnesse al loro interno) 44 • 3. mutamenti di sistema tecnologico. Innovazioni epocali. Riflessi sullo sviluppo di nuovi settori economici (primi due tipi di innovazione più innovazioni organizzative) • 4. mutamenti di paradigma tecnico-economico (rivoluzioni tecnologiche). Esempi: macchina a vapore, energia elettrica, computer, tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Interazione fra fattori tecnologici, economici e politici. 45 • I rapporti tra economia capitalistica e innovazione. Qual è il carattere specifico delle economie capitalistiche: attività razionale intesa a modificare il corso delle pratiche istituzionalizzate. Incremento di razionalità. Legame con l’innovazione tecnologica. 46 Il contributo fondamentale di Schumpeter (1942, Capitalismo, socialismo e democrazia, ed. it. 1955 ultimo scritto; primo scritto fondamentale, Teoria dello sviluppo economico, 1912). La distinzione più nota proposta da Schumpeter: la classificazione ternaria invenzione, innovazione e diffusione 47 Innovazione come processo di “distruzione creatrice” Differenza tra invenzione, innovazione e diffusione § Invenzione come contributo al mutamento tecnologico; idee e progetti per nuovi prodotti e procedimenti. 48 § Innovazione come introduzione nel sistema economico e sociale di un nuovo prodotto, procedimento o sistema. Il riferimento non è solo alle innovazioni tecnologiche, ma anche a quelle organizzative, gestionali, finanziarie e così via. § Diffusione: è la fase in cui l’innovazione originale viene adottata e imitata da altre imprese e da altri utilizzatori. Il processo innovativo si espande. 49 Per Schumpeter • L’innovazione è uno strumento di crescita economica – si tratta di una nuova e fortunata combinazione di risorse • Diverse forme di innovazione: * produzione di un nuovo bene * introduzione di un nuovo processo di produzione * accesso a un nuovo mercato * sfruttamento di una nuova fonte di materie prime * realizzazione di nuove strutture organizzative 50 • Centralità, nel processo di innovazione, dell’’atto imprenditoriale’. Il ruolo centrale dell’imprenditore. E’ l’imprenditore che sostiene i rischi del passaggio dall’invenzione all’innovazione. • Imprenditore come primo innovatore (in quanto leader: capacità di pensare il nuovo e di prevedere quel che accadrà). Figura eroica, fuori dal comune. 51 • Intreccio di dimensioni razionali ed extrarazionali dell’imprenditore → atto creativo, non solo razionalità funzionale. • Razionalità diversa da quella del calcolo per il proprio utile. 52 • Tre gruppi di motivazioni per la condotta dell’imprenditore: a. aspirazione a fondare una dinastia b. ricerca di prestigio sociale c. desiderio di potere e di indipendenza, ma anche di creazione; volontà di esprimere il proprio intuito. 53 Tra le critiche alla visione schumpeteriana dell’imprenditore: • L’imprenditore può non essere un singolo; • Importanza della relazione fra ruolo imprenditoriale e appartenenza di classe. 54 In sintesi • Modello lineare del processo di innovazione: fasi sequenziali (generazione di un’idea, invenzione, ricerca e sviluppo, applicazione e diffusione) • Innovazione e tecnologia legate a filo doppio come strumenti per risolvere problemi sociali specifici (il problem solving) 55 Altre definizioni di innovazione: § L’innovazione sociale come mutamento nel modo di provvedere ai bisogni (Gershuny, L’innovazione sociale. Tempo, produzione e consumi, 1993) 56 § Innovazione come esito della costruzione di una ‘comunità di pratiche’ in relazione all’uso delle tecnologie. • C’è innovazione quando cambiano le pratiche sociali (vedi internet). Centralità degli utenti. (vedi Tuomi, Networks of Innovation, 2002) 57 • Le nuove tecnologie sono oggetto di interpretazione e riappropriazione da parte degli attori nel contesto delle loro pratiche. • E’ l’utente che ‘inventa’ il prodotto. Dall’’inventore eroico’ all’’utente eroico’. • Innovazione come processo sociale attraverso il quale sono creati nuovi significati. 58 • Occorre tenere presente che, nei processi di innovazione sociale, elementi tecnologici, economici, politici, di organizzazione istituzionale e di cultura appaiono indissolubilmente connessi. 59