Fonti, metodi e strumenti per
l’analisi dei flussi turistici
A.A. 2012-2013
Prof.ssa Barbara Baldazzi
Corso di Laurea PROGEST
Facoltà di Lettere e Filosofia
Università di Tor Vergata
[email protected]
Chi sono i turisti?
Le persone che fanno turismo e sono al centro
dell’osservazione statistica:
1.
2.
Escono dai loro luoghi di origine e partono (formano i
flussi turistici)
Arrivano nei luoghi di destinazione
Domanda di turismo
Le persone che partono sono turisti che escono dal loro
ambiente abituale, si recano temporaneamente e
volontariamente altrove, per scopi diversi da quelli
geopolitici o di produzione reddito e per una durata
inferiore all’anno.
L’analisi statistica si fa sulle persone.
Es. Indagine campionaria sui viaggi e le vacanze: interviste ai
cittadini sui loro viaggi
Ricezione delle persone viaggianti
Le persone che sono partite, sono coloro che sono uscite dal
loro ambiente abituale, che si sono recate
temporaneamente e volontariamente altrove, per scopi
diversi da quelli geopolitici o di produzione reddito e per
una durata inferiore all’anno.
Hanno rilevanza statistica le persone che arrivano in visita e
soggiornano in un determinato luogo. Se la persona
soggiorna in vari luoghi quella persona viene contata più
volte.
Una sola persona-turista è contata in tutti i luoghi che visita.
Es. indagine sul movimento alberghiero (arrivi e presenze)
I turisti in uscita non sono gli stessi in entrata
Problematiche

I turisti in uscita non sono gli stessi in entrata
◦ Es. un turista giapponese che viene in Europa e visita Londra, Parigi,
Roma, Firenze e Venezia conta come 1 turista nel Regno Unito, 1
turista in Francia e 3 turisti in Italia. Da uno è diventato cinque!

Ciò può generare confusione se analizzo un periodo di
tempo e non un istante:
◦
◦
◦

n visitatori registrati in un periodo possono essere n persone
oppure t persone recatesi n volte
oppure una persona recatasi n volte.
Paradosso: le statistiche del turismo potranno dare come
risultato più turisti di quante sono le persone viventi sulla
terra
Cosa fanno i turisti?
Ovvero cosa studia la statistica del turismo?
Motivazioni: di piacere - di lavoro, professionali
Consumi: possono essere definiti in molti modi – vanno però
tutti a definire la spesa
Spesa turistica: l’ammontare totale delle spese di consumo
effettuate dai turisti o per conto dei turisti sostenute - Prima,
durante il viaggio, durante il soggiorno, dopo il rientro
La statistica
La statistica analizza, in termini quantitativi, i fenomeni
collettivi, ossia studia i fenomeni per i quali bisogna fare
delle osservazione su un insieme di comportamenti
individuali.
La statistica per le scienze sociali è un insieme di metodologie
per la raccolta e l’analisi dei dati, il cui utilizzo consente di
descrivere, valutare e prevedere i fenomeni sociali
Il fenomeno statistico è tutto ciò che può essere direttamente
o indirettamente osservato e riguarda una molteplicità di
unità statistiche
L’unità elementare su cui vengono osservati i caratteri si
chiama unità statistica. Un insieme di unità statistiche
omogenee a una o più caratteristiche costituisce un
collettivo statistico o popolazione.
La statistica
La conoscenza statistica passa attraverso 3 fasi
1. Fase del vedere: attività istintiva ed intuitiva –
una realtà cade sotto i nostri occhi
2. Fase del guardare: focalizzare l’attenzione su
particolari a scopo descrittivo - Ricostruzione
della realtà secondo le dimensioni rilevanti
per colui che guarda
3. Fase dell’osservare: la selezione dei
particolari è finalizzata ad uno scopo –
l’operazione dell’osservare seleziona le cose
da osservare in quanto non tutto ciò che è
osservabile è utile
Strategie statistiche di ricerca
Condizioni iniziali:
 le informazioni statistiche sono già disponibili
 le informazioni occorrenti non sono
disponibili
Se le informazioni statistiche sono già disponibili
si attingerà da fonti statistiche che mettono a
disposizione dati già elaborati o da elaborare.
In questo caso si parla di DATI SECONDARI
Se le informazioni statistiche non sono disponibili
si dovrà avviare una indagine ad hoc. In questo
caso si parla di DATI PRIMARI
Dai dati grezzi agli indicatori
Quale che sia la procedura di raccolta dati
(dati primari o dati secondari) le fasi
operative successive consistono nel
trasformare i dati grezzi in indici e
successivamente in indicatori
1.
2.
3.
Fase del vedere
Fase del guardare
Fase dell’osservare
Dati grezzi
Numeri indici
Indicatori
Dati grezzi
In generale il termine “dato” è definito come
una descrizione originaria non interpretata
degli eventi
Esempi: dati raccolti in un questionario sulla
soddisfazione di una visita ad un museo; dati
prelevati dall’indagine statistica sul
movimento alberghiero riguardanti gli arrivi
in un mese in una regione; dati prelevati
dall’indagine sulle presenze straniere in Italia
della Banca d’Italia; ecc..
Indici
Trasformare il dato grezzo in indice ossia in
una entità numerica.
Solitamente è una trasformazione meramente
matematica che mette in relazione due o più
dati grezzi creando però informazione e
conoscenza. L’indice ha una sua autonomia
rispetto alle grandezze messe in confronto
Esempio: indice di intensità turistica (Presenze
annuali di turisti diviso la popolazione residente nel
territorio). Esso misura l’importanza del turismo
nell’area considerata, ed evidenzia la pressione
relativa che la disponibilità ricettiva e i flussi
turistici esercitano sul territorio.
Indici
Esempio: permanenza media dei clienti negli
esercizi (numero di presenze negli esercizi in un
determinato periodo diviso gli arrivi). Esso misura la
durata della permanenza nell’area considerata,
ed evidenzia l’uso continuativo che la presenza
turistica ha sulla disponibilità ricettiva.
Indicatori
Un indice diventa indicatore quando a questo
attribuiamo uno stretto legame con un
referente concettuale che fa parte di un
modello di ricerca (a priori) o di uno schema
interpretativo (a posteriori).
Uno stesso indice assume significati diversi se
usato in contesti diversi di ricerca
Indicatori costitutivi
Una prima tipologizzazione degli indicatori prende in
considerazione il rapporto in cui l'indicatore sta col
fenomeno che intende misurare.

1) indicatori costitutivi
quando il fenomeno complesso è scindibile in una serie di
dimensioni che lo costituiscono (ad esempio la ricettività
turistica di una regione - fenomeno con più sfaccettature non
misurabile - è scindibile in numero di esercizi ricettivi,
disponibilità di risorse culturali, adeguata presenza di ristoranti,
ecc) e che sono fenomeni singolarmente misurabili, a loro
volta, mediante indicatori.
Indicatori concomitanti

2) indicatori concomitanti
quando il fenomeno complesso presenta un
comportamento concomitante con fenomeni
unidimensionali (ad esempio la permanenza di turisti in
zone sciistiche ha un andamento concomitante con la
percentuale di impianti sciistici aperti);
tale concomitanza può essere determinata da una
relazione di dipendenza (sotto l'ipotesi che l’apertura o
chiusura degli impianti sciistici influenza la permanenza o
meno dei turisti) ovvero entrambi i fenomeni possono
essere conseguenti ad una comune causa (l’innevamento
naturale o programmato e l’indotto turistico, esempio
presenza di attività di noleggio e/o deposito sci, di rifugi o
alberghi in quota, ecc, influenzano l’apertura degli impianti e
la permanenza dei turisti).
Indicatori descrittivi
Una seconda tipologizzazione tiene conto dello scopo
per cui vengono utilizzati gli indicatori.
1) indicatori descrittivi
tutti gli indici che sono rilevati per rendere esplicita una
realtà complessa (il turismo in Italia sarà descritto dal
numero di esercizi ricettivi, la loro tipologia, gli arrivi e le
presenze di turisti, la percentuale di turisti stranieri, la
presenza di attrazioni turistiche naturali, archeologiche, e
così via). Gli indicatori di tipo descrittivo non
presuppongono necessariamente un quadro concettuale
di riferimento nel quale siano definiti rapporti di natura
causale ma rispondono a finalità prevalentemente di
tipo ricognitivo. Gli indicatori descrittivi hanno scopo
essenzialmente comparativo e sono utilizzati per
effettuare confronti temporali o territoriali.

Indicatori normativi
2) indicatori normativi
costituiti da rapporti standard con i quali gli indici
empirici devono essere comparati e verso i quali
devono tendere. Questi indicatori sono costruiti
essenzialmente a fini di previsione e di
programmazione: servono per definire i fabbisogni,
per effettuare valutazioni di spesa, investimenti,
allocazione o redistribuzione di risorse.
Non tutti gli indicatori normativi sono definiti per
legge. Essi possono anche essere soltanto indicativi
di un obiettivo ritenuto auspicabile.
Esempio: le caratteristiche che deve avere un esercizio
ricettivo per definire la propria denominazione

Indicatori predittivi

3) indicatori predittivi
sono indici che contengono un'indicazione di
tendenza all'incremento o al decremento. Sono
tanto più utili nella loro funzione previsiva quanto
più sono sensibili ai mutamenti, spontanei o indotti,
di altri indicatori sociali. In tal caso possono essere
usati come “segnali rapidi di allarme...aventi per
scopo un controllo permanente del sistema sociale
nel quale il livello dell'indice e le sue variazioni
eventualmente anomale rispetto all'esperienza
trascorsa indicheranno che qualcosa di insolito è
accaduto nel sistema sociale e faranno volgere
l'attenzione su quel punto determinato per
analizzarlo ai fini di un eventuale intervento”
Indicatori di valutazione
 4)
indicatori di valutazione
sono indicatori in grado di verificare in che misura i
fenomeni e i processi sotto osservazione hanno
raggiunto livelli e obiettivi attesi e in che misura
producono soddisfazione nei soggetti coinvolti.
(es. le indagini di costumer satisfaction all’interno dei
musei producono indicatori di valutazione)
Indicatori oggettivi
Infine si può anche far riferimento ad
un'ulteriore classificazione se ci si pone
dal punto di vista di chi fornisce
l'informazione
1) indicatori oggettivi
cioè quelli che si basano su dati grezzi
direttamente rilevabili e statisticamente
misurabili relativi a fatti e fenomeni sociali
identificabili unitariamente (arrivi, presenze,
esercizi ricettivi, ecc.);

Indicatori soggettivi

2) indicatori soggettivi
cioè quelli per la costruzione dei quali i
singoli soggetti sono chiamati ad
esprimere le proprie percezioni, stati
d'animo, modi di sentire in relazione a se
stessi, al gruppo, alle istituzioni: essi
riguardano quindi giudizi, credenze,
sentimenti, atteggiamenti, desideri,
previsioni, motivazioni.
Che cos’è la statistica
La statistica analizza, in termini quantitativi, i fenomeni
collettivi, ossia studia i fenomeni per i quali bisogna fare
delle osservazione su un insieme di comportamenti
individuali.
L’unità elementare su cui vengono osservati i caratteri si
chiama unità statistica
Un insieme di unità statistiche omogenee a una o più
caratteristiche costituisce un collettivo statistico o
popolazione.
Caratteri
In corrispondenza di ogni unità statistica si possono
osservare dei caratteri.
Un carattere può assumere modalità differenti per le varie
unità (maschio e femmina; viaggio per lavoro, per vacanza,
per studio, ecc…)
I caratteri si distinguono in:
Qualitativi sconnessi (sesso, luogo di nascita, colore degli
occhi, luogo di destinazione di un viaggio,…)
Qualitativi ordinati (titolo di studio, grado di soddisfazione,
posizione in graduatoria, mese …)
Quantitativi (numero di figli, km percorsi, voto ad un esame,
numero di posti letto…)
Caratteri
Tipo di carattere
Operazioni che posso fare
Qualitativi sconnessi
=
Qualitativi ordinati
=, >, <
Quantitativi
=, >, <,
posso misurare di
quanto è minore o
maggiore
Dati assoluti
Sono il risultato di una operazione di enumerazione delle
unità. Forniscono l'ordine di grandezza della frequenza di
un fenomeno collettivo o dell'ammontare di un fenomeno
cumulabile
Es.
Numero di esercizi alberghieri nel Comune di Roma
Numero di arrivi nel mese di maggio nelle strutture ricettive
del Comune di Rimini
Individui residenti in Italia che hanno fatto almeno un viaggio
per lavoro
Rapporti statistici
Rapporti di composizione:
sono i risultati del confronto per rapporto tra i valori
assoluti di ciascuna delle parti di un fenomeno con la sua
totalità, quindi essi, moltiplicati per 100, esprimono la
composizione percentuale di un fenomeno
Es.
% di alberghi 5 stelle sul totale degli alberghi nel comune di
Rimini – ricavato dal numero di alberghi 5 stelle del
Comune di Rimini sul totale degli alberghi rilevati nel
Comune di Rimini)
% di individui che fanno viaggi di lavoro sul totale degli
individui che viaggiano
Rapporti statistici
Rapporti di coesistenza:
sono i risultati del confronto per rapporto fra due parti di
un tutto. Possono mettere in relazione le intensità di uno
stesso fenomeno in due luoghi diversi (es. arrivi in Italia su
arrivi in Francia), o le intensità di due diversi fenomeni in
uno stesso luogo (es. Numero di alberghi 5 stelle su
numero di alberghi 1-4 stelle in Italia)
Sono numeri puri ed esprimono quante volte il fenomeno
posto al numeratore sta a quello posto al denominatore
Es. in demografia tasso di mascolinità (Numero di maschi
nati in un anno diviso numero di femmine nate nello
stesso anno)
Rapporti statistici
Rapporti di derivazione:
sono i risultati del confronto di due fenomeni legati da un
rapporto causa effetto
Es. numero di viaggi (in un intervallo di tempo t) sul totale
della popolazione (media nell’intervallo di tempo t)
Es.
In demografia il tasso di natalità e di mortalità
Rapporti statistici*
Tassi di incremento o decremento:
sono i risultati del confronto per rapporto tra i valori assunti
da una grandezza in tempi successivi
Q al tempo (t+1) – Q al tempo (t)
------------------------------------------------ * 100 (incremento %)
Q al tempo (t)
Q al tempo (t+1)
------------------------ * 100
Q al tempo (t)
(fatto 100 Q al tempo (t) quanto vale Q a (t+1))
Indicatori di domanda turistica*
Propensione netta al viaggio: % della popolazione che
effettua almeno un viaggio turistico in un determinato
periodo di tempo, cioè esprime la partecipazione ai viaggi
di una determinata popolazione (è un rapporto di
composizione)
 L’esistenza di una parte della popolazione che non viaggia
(non domanda) fa si che questo valore non raggiunge mai
il 100%

Popolazione che fa almeno un viaggio nell’anno t
Popolazione di riferimento media all’anno t
Indicatori di domanda turistica*
Propensione lorda al viaggio: numero di viaggi rapportato
alla popolazione di riferimento. Misura il grado di diffusione
dei viaggi e non i viaggiatori. Più aumenta il numero di viaggi
per viaggiatore (le seconde e terze vacanze) più il valore
aumenta (è un rapporto di derivazione)
 Può raggiungere il 100% e anche superarlo

Numero di viaggi nell’anno t
Popolazione di riferimento media al tempo t
Indicatori di domanda turistica*



Frequenza di viaggio: rapporto tra la propensione lorda e
la propensione netta. Indica il numero medio di viaggi di
coloro che partecipano al turismo in un determinato
periodo di tempo
Equivale a dividere il numero di viaggi per il numero di
viaggiatori
In Italia nel 2007 la frequenza di viaggio era di 1,66
Propensione lorda
numero di viaggi
=
Propensione netta
numero di viaggiatori
Indicatori di domanda turistica



Capacità di un paese di generare viaggi: rapporto tra il
numero di viaggi generato dal paese (es. dall’Italia) sul
numero di viaggi totali nel mondo
Indice di generazione potenziale del paese: rapporto tra la
capacità di un paese di generare viaggi e la importanza
relativa di un paese calcolata rispetto alla sua popolazione
(ottenuta con il rapporto della popolazione de paese sulla
popolazione mondiale)
Viaggi dall’Italia / viaggi mondiali
Popolazione Italia / Popolazione mondiale
Se vale 1,0 indica una generazione di viaggi in media con la
popolazione, valori > 1,0 indicano più viaggi di quanto ci si
aspetterebbe da quella popolazione, un valore < 1,0 indica
meno viaggi di quanto ci si aspetterebbe
Indicatori di domanda turistica*
Dalle indagini solitamente definite come indagini sull’offerta
di turismo si desumono alcuni indicatori
 Statistiche sul volume: numero totale di arrivi in un paese e
il numero totale di partenze da un paese: riflettono il
numero dei viaggi ma non il numero dei viaggiatori
 Questi volumi sono in relazione tramite la seguente
formula
Numero di arrivi
=
numero di individui * numero medio di viaggi per individuo

Indicatori di domanda turistica*



Statistiche sul volume: per ora non si tiene conto della la
durata del soggiorno (molto utile invece per alcune finalità)
Una statistica di volume migliore è quella che tiene conto
delle “notti per turista” più semplicemente chiamate
presenze
Numero di presenze
=
numero di arrivi * durata media del soggiorno in notti
Permanenza media dei clienti negli
esercizi
La permanenza media (Pm) è il rapporto tra le presenze e
gli arrivi negli esercizi alberghieri. Indica la durata media
del soggiorno in notti
Presenze
Arrivi
Indice di utilizzazione lorda*
L’indicatore si ottiene rapportando le presenze registrate
in un periodo P per il numero di posti letto moltiplicati
per i giorni del periodo P.
Esso permette di avere informazioni sulla probabilità di
un posto letto di essere occupato da un turista
nel periodo di riferimento. Moltiplicato per 100
spiega quanta parte teoricamente utilizzabile è stata
sfruttata
Presenze nel periodo P
(posti letto*numero gg P)
Indice di utilizzazione netta
L’indicatore si ottiene rapportando le presenze registrate
in un periodo P per il numero di posti letto moltiplicati
per il numero di giorni effettivi di apertura della
struttura nel periodo P
Esso permette di avere informazioni sulla probabilità di
un posto letto di essere occupato da un turista
nell’effettivo periodo di riferimento. Moltiplicato
per 100 indica quanta parte della effettiva disponibilità
della struttura è stata sfruttata
Presenze periodo P
(posti letto*numero gg apertura)
Presenze medie per letto (o postoletto)*
è il rapporto tra le presenze in un periodo e i posto letto
disponibili in quel periodo. Indica il numero medio di
giorni di utilizzazione dei letti. È un indicatore di
utilizzazione degli esercizi ricettivi
Presenze
Letti
Indice di densità ricettiva*
L’indicatore si calcola dividendo il numero di posti letto
del Comune per la superficie amministrativa (in Km2).
Esso esprime il grado di potenzialità del turismo nel
territorio analizzato, ma anche la pressione che
esso esercita sul territorio stesso.
Posti letto
Km2
Indice di ricettività*
L’indicatore si calcola dividendo il numero di posti letto
del Comune per il numero di abitanti
Esso esprime la capacità potenziale di ospitare
turisti rispetto al numero di residenti. Il valore ideale
tra posti letto e residenti è pari ad 1, che indica che la
destinazione turistica è in grado al massimo di ospitare
un turista per ogni abitante al giorno.
Posti letto
Abitanti
Indice di intensità turistica*
L’indicatore si ottiene dividendo il numero di turisti presso
gli esercizi ricettivi per la popolazione residente nel
territorio.
Esso misura l’importanza del turismo nell’area
considerata, ed evidenzia la pressione relativa che
la disponibilità ricettiva e i flussi turistici
esercitano sul territorio.
Presenze annuali
abitanti