Le Fluttuazioni cicliche:
un’introduzione teorica
I cicli economici
• Il livello dell’attività economica fluttua di anno in anno.
• In generale la produzione di beni e servizi cresce nel tempo.
• Ad esempio, in media, negli ultimi 50 anni, la produzione negli
USA è cresciuta di circa il 3 per cento l’anno.
• In alcuni anni, però, la crescita normale non si verifica, e si
genererà così un rallentamento produttivo o una recessione.
• Secondo una definizione classica (anche se recentemente
mutata) dell’NBER, si ha recessione quando il livello
destagionalizzato del PIL trimestrale si riduce per due trimestri
consecutivi.
Le Fluttuazioni di breve periodo:
definizioni del ciclo
• Metodologia NBER: basata sul concetto di “classical
cycle”, si focalizza sulle fluttuazioni nel livello
assoluto dell’attività economica.
• «A recession is a significant decline in economic activity spread
across the economy, lasting more than a few months, normally
visible in real GDP, real income, employment, industrial
production, and wholesale-retail sales. A recession begins just
after the economy reaches a peak of activity and ends as the
economy reaches its trough. Between trough and peak, the
economy is in an expansion. Expansion is the normal state of
the economy; most recessions are brief and they have been rare
in recent decades.»
Le Fluttuazioni di breve periodo: fasi
del ciclo
1
RECESSIONE
O DEPRESSIONE
RIPRESA
• Una recessione è un periodo caratterizzato da redditi reali in
diminuzione e disoccupazione in aumento.
• Una depressione si ha in presenza di una severa recessione.
Le Fluttuazioni di breve periodo:
definizioni del ciclo
• Metodologia CEPR: si fonda sul concetto di “growth
cycle” che identifica il ciclo con le deviazioni
dell’attività economica dal trend di lungo periodo.
«€-coin
is a monthly estimate of the underlying growth rate of
the euro area GDP and provides a comprehensive and reliable
assessment of the euro area economic outlook.
• €-coin gives an early estimate of Euro area growth performance
in terms of quarter-on-quarter changes in GDP;
• It sheds light on the underlying trend in GDP, because it
removes short-run fluctuations and measurement errors (in this
respect is not only a forecast, but also a clearer indicator of the
true growth momentum in the Euro area).»
•
ge
nm 99
ag
-9
se 9
tge 99
nm 00
ag
-0
se 0
tge 00
nm 01
ag
-0
se 1
tge 01
nm 02
ag
-0
se 2
tge 02
nm 03
ag
-0
se 3
tge 03
nm 04
ag
-0
se 4
tge 04
nm 05
ag
-0
se 5
tge 05
nm 06
ag
-0
se 6
tge 06
nm 07
ag
-0
se 7
tge 07
n08
€-coin: l’evoluzione del ciclo in
Eurolandia (1999-2008)
1,20
1,00
0,80
0,60
0,40
0,20
0,00
TRE FATTI CHIAVE SULLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE
• Le fluttuazioni economiche sono irregolari e
imprevedibili.
• La maggior parte delle variabili
macroeconomiche fluttuano insieme.
• Quando la produzione scende (o meglio,
decelera sotto il livello di trend), la
disoccupazione sale (Legge di Okun).
Figura 1a. Uno sguardo alle fluttuazioni di breve
periodo negli USA
(a) GDP reale
Miliardi di
Dollari 1996
$10,000
9,000
Real GDP
8,000
7,000
6,000
5,000
4,000
3,000
2,000
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
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Figura 1b. La dinamica del PIL italiano in una
prospettiva secolare
20000
10000
8000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
1875
1900
1925
1950
1975
2000
Una digressione sull’uso dei
logaritmi (naturali)
• Si ricordi che una differenza logaritmica è
pressoché equivalente ad una variazione
percentuale. In effetti, data la relazione:
yt =yt-1 1+g t 
• Applicando i logaritmi avremo:
ln y t = ln y t-1  ln 1+g t   ln y t-1  g t
• da cui:
ln y t = g t
• c.v.d.
Una digressione sull’uso dei
logaritmi (naturali)
• Considerando un intervallo temporale più esteso
avremo:
t
y t = y0 1+g 
• Per cui, utilizzando ancora i logaritmi avremo:
• cosicché:
ln y t  ln y0  gt
ln y
g
t
• ovvero, in una scala logaritmica, la pendenza della
retta che unisce due punti nel piano rappresenta il tasso
di crescita medio del periodo.
Figura 1c. Le fluttuazioni del PIL italiano in
una prospettiva secolare
30
20
12
10
8
0
4
-10
0
-20
-4
-30
-8
1875
1900
1925
1950
1975
2000
Figura 1d. La dinamica recente del PIL
italiano in una prospettiva congiunturale
320000
300000
280000
260000
240000
220000
200000
180000
80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06
Figura 1e. Le fluttuazioni recenti del PIL
italiano in una prospettiva congiunturale
5
4
3
2
1
0
-1
-2
80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06
TRE FATTI CHIAVE SULLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE
• La maggior parte delle variabili
macroeconomiche fluttua insieme.
• Ciò accade per le variabili che misurano, o sono
correlate a, qualche tipo di reddito o produzione.
• Sebbene molte variabili macroeconomiche fluttuino
insieme, le loro fluttuazioni sono tuttavia di entità
differente. In particolare la fluttuazione degli
investimenti è molto più accentuata di quella del
reddito, mentre quella dei consumi è più ridotta.
Figura 1f. Uno sguardo alle fluttuazioni
economiche di breve periodo
(b) Spese per Investmento
Miliardi di
Dollari 1996
$1,800
1,600
1,400
Investment spending
1,200
1,000
800
600
400
200
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
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Figura 1g. Le fluttuazioni delle maggiori
componenti della AD in Italia
8
4
PIL
0
CF
-4
-8
-12
IFL
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
TRE FATTI CHIAVE SULLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE
• Quando la produzione scende (o meglio,
decelera sotto il livello di trend), la
disoccupazione cresce.
• Variazioni nel PIL reale sono inversamente correlate
a variazioni nel tasso di disoccupazione.
• Durante le recessioni, la disoccupazione può salire
in maniera anche sostanziale:
(legge di Okun: y-y*=k(u-u*); k<0).
Figura 1h. Uno sguardo alle fluttuazioni
economiche di breve periodo
(c) Tasso di disoccupazione
Percentuale della
Forza Lavoro
12
10
Unemployment rate
8
6
4
2
0
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
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LA SPIEGAZIONE DELLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE
• Il breve periodo differisce dal lungo periodo
• Molti economisti credono che la teoria neoclassica
descriva abbastanza bene il funzionamento del
mondo nel lungo periodo, ma non nel breve.
• Variazioni dell’offerta di moneta influenzano le variabili
nominali ma non quelle reali nel lungo periodo.
• L’ipotesi di neutralità monetaria non è però appropriata
nello studio delle fluttuazioni cicliche annuali (o
trimestrali) dei vari sistemi economici.
Il Modello Base delle Fluttuazioni Economiche
• Si tratta del modello della Domanda e
dell’Offerta Aggregata
• La maggior parte degli economisti utilizza tale
modello per spiegare le fluttuazioni di breve periodo
dell’attività economica attorno al suo trend di lungo
periodo.
Figura 2 Il Modello Base di Domanda e di Offerta
Aggregata ...
Livello
dei prezzi
Offerta
Aggregata
Prezzi di
equilibrio
Domanda
Aggregata
0
Output di
equilibrio
Quantità di
Output
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Traslazioni della Curva di Domanda Aggregata
• Traslazioni della AD derivano da cambiamenti
esogeni nel:
• Consumo (Aspettative, reddito, ricchezza,
tassazione)
• Investimento (Aspettative, politica monetaria)
• Spesa Pubblica
• Esportazioni nette (commercio mondiale,
competitività)
Interdipendenza ciclica e traslazioni della
Curva di Domanda Aggregata
• La sempre maggiore interdipendenza tra
nazioni è all’origine della trasmissione
internazionale delle perturbazioni.
• Le fonti principali di tale interdipendenza sono:
•
•
•
•
Commercio internazionale
Imprese multinazionali
Dinamica delle Borse Valori
Dinamica dei tassi di interesse (via PSTI) o dei tassi
di cambio
• Aspettative sulla crescita prospettica
L’interdipendenza ciclica tra grandi paesi e la
trasmissione internazionale delle perturbazioni
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
-2,0
-3,0
-4,0
-5,0
UE
USA
Giappone
20
08
20
06
20
04
20
02
20
00
19
98
19
96
19
94
19
92
19
90
19
88
19
86
19
84
19
82
19
80
19
78
19
76
19
74
-1,0
19
72
19
70
0,0
Traslazioni della Curva di Domanda
Aggregata
Livello
Prezzi
P1
D2
Domanda
Aggregata, D1
0
Y1
Y2
Quantità di
Output
LA CURVA DI OFFERTA
AGGREGATA
• Nel lungo periodo, l’offerta aggregata è
verticale, al livello di reddito naturale o
potenziale
• Nel breve periodo, la curva di offerta aggregata
(AS) è inclinata positivamente.
Figura 4 La Curva di offerta aggregata nel lungo
periodo
Livello dei
Prezzi
Offerta aggregata
di lungo periodo
P
P2
1. Una variazione
nel livello
dei prezzi . . .
0
2. . . . non influenza
la quantità di beni
e servizi offerta
nel lungo periodo.
Livello naturale
dell’output
Quantità di
Output
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Traslazioni nella curva di offerta aggregata di
lungo periodo
• Qualsiasi cambiamento nel sistema economico
che alteri il livello dell’output naturale o
potenziale fa traslare la funzione di offerta
aggregata verticale.
• Tali possibili fonti di cambiamento riguardano
le dotazioni di fattori e la loro combinazione:
•
•
•
•
Lavoro
Capitale
Risorse naturali
Progresso tecnico
L’equilibrio di lungo periodo
• Nel lungo periodo la AS si sposta continuamente verso destra
in seguito all’aumento delle dotazioni di fattori e al progresso
tecnologico.
• Allo stesso tempo la AD si sposta verso destra per l’aumento
di C (conseguente all’aumento di reddito e ricchezza), I
(profittabilità) e G, ma soprattutto per aumento dell’offerta di
moneta.
• In particolare, nel lungo periodo, vale la teoria quantitativa
della moneta, per cui, dall’equazione degli scambi di Fisher
MV=Py*, dinamicamente sarà:
ˆ ˆ ˆ ˆ
M+V=P+y*
• Ipotizzando la velocità di circolazione costante, se ne ricava
che nel lungo periodo l’inflazione è uguale alla differenza tra
la crescita dell’offerta di moneta e quella del PIL potenziale.
Figura 5 La crescita di lungo periodo e l’inflazione
di trend
2. . . . e la crescita della Offerta aggregata
offerta di moneta trasla
di lungo periodo
la domanda aggregata. . . ,
LRAS1980 LRAS1990 LRAS2000
Livello
Prezil
1. Nel lungo periodo,
il progresso tecnico
fa traslare
lla curva di offerta
aggregata. . .
P2000
4. . . . e persistenza
dell’inflazione.
P1990
Domanda
Aggreg., AD2000
P1980
AD1990
AD1980
0
Y1980
Y1990
Quantità di
Output
3. . . . determinando una
crescita dell’output . . .
Y2000
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Traslazioni della curva di offerta aggregata di
breve periodo
• La AS di breve periodo trasla in conseguenza di
cambiamenti riguardanti:
• La dotazione di lavoro e la sua remunerazione
• La dotazione di capitale e la sua profittabilità
• La dotazione di risorse naturali e il loro prezzo
(vedi petrolio).
• Il progresso tecnologico e la dinamica della
produttività.
• La tassazione indiretta.
• Le aspettative di prezzo.
Traslazioni della curva di offerta aggregata di
breve periodo
• Un aumento del prezzo del petrolio trasla la AS
verso l’alto; così pure un aumento dei salari
maggiore della produttività del lavoro o una
maggiore imposizione indiretta o un maggior
margine di profitto delle imprese (vedi effetto
changeover).
• Un aumento nel livello atteso dei prezzi sposta
anch’esso la AS verso l’alto; ogni revisione
delle attese di prezzo causa quindi uno
spostamento della AS.
Figura 7 L’Equilibrio di Lungo Periodo
Livello
Prezzi
Offerta
aggregata
di lungo
Prezzo di
equilibrio
Offerta
aggregata
di breve
A
Domanda
aggregata
0
Livello naturale
di output
Quantità di
Output
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DUE CAUSE DI FLUTTUAZIONI
ECONOMICHE
• Spostamenti della AD
• Nel breve periodo, traslazioni della AD causano
fluttuazioni nel livello di output del sistema
economico.
• Nel lungo periodo, però, spostamenti della AD
influenzano solo il livello generale dei prezzi, ma
non l’output reale.
• Il raggiungimento dell’equilibrio di lungo periodo
avviene tramite traslazioni della AS dovute a
variazioni dell’occupazione e revisioni delle attese.
• Più tali processi sono lenti più lunga sarà la durata
delle fluttuazioni.
Figura 8 Una Contrazione della Domanda Aggregata
2. . . . determina una caduta dell’output nel breve periodo. . .
Livello
Prezzi
Offerta
aggregata
di lungo
Offerta aggregata
di breve,AS
AS2
3. . . . ma col tempo
la curva di offerta
aggregata di breve
trasla verso il basso . . .
A
P
B
P2
P3
1. Una caduta della
domanda aggregata. . .
C
Domanda
aggreg., AD
AD2
0
Y2
Y
4. . . . e l’output ritorna
al suo livello naturale.
Quantità di
Output
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DUE CAUSE DI FLUTTUAZIONI
ECONOMICHE
• Variazioni della AD
• Quando si verifica uno shock negativo di domanda
aggregata, se le autorità di governo non fanno nulla,
il sistema tornerà gradualmente al livello di reddito
potenziale con un livello dei prezzi più basso.
• Se le autorità di governo, invece, pensano che i
meccanismi riequilibratori automatici siano troppo
deboli o lenti, possono effettuare politiche
anticicliche: la AD sarà allora riportata nella sua
posizione iniziale ed il sistema tornerà all’output
potenziale con lo stesso livello di prezzi antecedente
lo shock.
Figura 8b Una Contrazione della Domanda
Aggregata con una politica anticiclica
2. . . . determina una caduta dell’output nel breve periodo. . .
Livello
Prezzi
Offerta
aggregata
di lungo
Offerta aggregata di
breve, AS
3. Se le autorità di governo, però,
adottano politiche di stabilizzazione anticicliche, la curva AD
tornerà nella sua posizione
iniziale e il sistema ritornerà al
punto di equilibrio originario.
A
P
B
P2
1. Una caduta della
domanda aggregata. . .
Domanda
aggreg., AD
AD2
0
Y2
Y
Quantità di
Output
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DUE CAUSE DI FLUTTUAZIONI
ECONOMICHE
• Una traslazione avversa nella AS
• Uno shock avverso nelle determinanti dell’offerta
aggregata determinerà uno spostamento della AS
verso sinistra e verso l’alto. In tal caso:
• L’output cadrà al di sotto del livello naturale o potenziale.
• La disoccupazione salirà oltre il livello naturale (o
l’equivalente NAIRU).
• Il livello dei prezzi crescerà (in realtà l’inflazione
accelererà).
Figura 10 Uno shock avverso nell’Offerta Aggregata
1. Uno shock avverso trasla a sx
la curva AS di breve periodo. . .
Livello
Prezzi
Offerta
aggregata
di lungo
AS2
Offerta
aggregata di
breve, AS
B
P2
A
P
3. . . . e una
crescita del
livello dei prezzi.
Domanda Aggregata
0
Y2
Y
2. . . . determinando una caduta dell’output. . .
Quantità di
Output
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Gli effetti di uno shock avverso della AS
• Stagflazione
• Shock avversi della AS causano stagflazione—un
periodo in cui coesistono simultaneamente
recessione ed inflazione.
• L’output cade ed i prezzi salgono.
• I policymaker, che possono manovrare solo la domanda
aggregata, non possono contrastare entrambi questi
effetti negativi simultaneamente.
Gli effetti di uno shock avverso della AS
• Possibili risposte alla recessione
• I policymaker possono rispondere ad una recessione
in uno dei seguenti modi:
• Non fare nulla ed attendere che prezzi e salari si
aggiustino al livello necessario a riportare l’output al suo
valore potenziale.
• Intraprendere azioni per aumentare la domanda aggregata
usando la politica monetaria o fiscale (o entrambe).
Figura 10b Uno shock avverso di offerta aggregata
senza politiche accomodanti
1. Uno shock avverso trasla la
AS di breve verso sinistra . . .
Livello
Prezzi
Offerta
aggregata
di lungo
AS2
Offerta
aggregata di
breve, AS
B
P2
A
P
3. . . . e una
crescita del
livello dei prezzi.
0
Y2
Y
2. . . . determinando una caduta dell’output. . .
4… Se le autorità di governo non
fanno nulla, però, salari e prezzi
cadranno, la curva AS tornerà
indietro nella sua posizione originale
ed il sistema ritornerà al livello di
output potenziale con lo stesso
livello di prezzi antecedente lo
shock.
Aggregate demand
Quantità di
Output
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Figura 11 Uno shock avverso di offerta aggregata
con politiche accomodanti
1. Quando l’offerta aggregata
di breve si riduce. . .
Livello
Prezzi
Offerta
aggregata
di lungo
P3
C
P2
A
3. . . . ciò
P
determina un
ulteriore
innalzamento
dei prezzi . . .
0
4. . . . ma mantiene l’output
al suo livello naturale.
Livello naturale
dell’output
Offerta
aggregata di
breve, AS
AS2
2. . . . I policymaker possono
accomodare lo spostamento
espandendo la domanda
aggregata . . .
AD2
Domanda aggregata,AD
Quantità di
Output
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Problemi in presenza di shock di offerta con
politiche economiche accomodanti
• Se si lascia che il sistema economico si aggiusti da solo, i
lavoratori subiscono l’effetto della disoccupazione sui salari ed
il salario reale si riduce.
• Se le autorità usano politiche accomodanti, e per ipotesi non si
genera disoccupazione, c’è il rischio concreto che i lavoratori
vogliano difendere il salario reale pre-esistente: in tal modo, di
fronte alla crescita dei prezzi, chiederanno adeguamenti dei
salari monetari, che determineranno una nuova spinta della AS
verso l’alto, riproponendo un altro shock di offerta (da salari).
• In tal caso il persistere di politiche accomodanti potrebbe
generare una spirale prezzi-salari, innalzando permanentemente
il tasso di inflazione (AS e AD che si rincorrono verso l’alto).
UNA TEORIA ALTERNATIVE DELLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE: LA TEORIA
DEI CICLI REALI
• La teoria dominante attribuisce le fluttuazioni cicliche
a shock della domanda o dell’offerta aggregata che
persistono in presenza di rigidità nominali e/o
aspettative non razionali.
• Nei cicli le variazioni della produzione e della
disoccupazione sono indesiderate e quindi politiche di
stabilizzazione utili (a meno che vi siano ritardi
eccessivi di politica economica).
• Secondo una scuola di pensiero alternativa, i cicli sono
prodotti da shock tecnologici e costituiscono la
risposta ottimale degli agenti ai cambiamenti esogeni
ipotizzati. In tale contesto le politiche di
stabilizzazione sono inutili e comunque indesiderabili.
UNA TEORIA ALTERNATIVE DELLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE: LA TEORIA
DEI CICLI REALI
• Si supponga in particolare un regresso tecnologico. In
tal caso, in maniera opposta rispetto alle già viste
tendenze di lungo periodo, la funzione di offerta
aggregata verticale si sposterà verso sinistra.
• Inoltre, in presenza di una minore produttività del
lavoro, e quindi di un minore salario reale, gli agenti
ridurranno volontariamente l’occupazione, all’interno
di un processo di scelta intertemporale dei tempi di
lavoro.
• In tali condizioni la AS subirà un ulteriore spostamento
verso sinistra. Il reddito e l’occupazione diminuiranno
e si genererà una recessione di equilibrio.
UNA TEORIA ALTERNATIVE DELLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE: LA TEORIA
DEI CICLI REALI
P
AS’LP
ASLP
AS’
AS
AD
y
y**
y*
UNA TEORIA ALTERNATIVE DELLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE: LA TEORIA
DEI CICLI REALI
• In tale schema la domanda non gioca alcun ruolo.
Secondo i teorici del ciclo reale, semmai, la
correlazione tra moneta e reddito che si verifica
durante le fluttuazioni economiche è frutto
dell’endogeneità dell’offerta di moneta.
• Se ad es., quando y cala, anche M si riduce, perché la
domanda di moneta diminuisce, la AD si sposta
anch’essa verso il basso e l’equilibrio potrà essere
raggiunto allo stesso livello di reddito, ma con un più
basso livello dei prezzi. E viceversa nel caso di
espansioni, quando la AS si sposta verso destra, in
seguito ad una accelerazione del progresso tecnico.
UNA TEORIA ALTERNATIVE DELLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE: LA TEORIA
DEI CICLI REALI
• Nelle fluttuazioni cicliche le variazioni
dell’occupazione e della produzione sono il frutto delle
scelte volontarie degli agenti in un contesto di
massimizzazione intertemporale.
• L’aumento del tasso di disoccupazione che si verifica
nelle recessioni è dunque anch’esso di natura
volontaria, cioè un fenomeno di equilibrio.
• Poiché tali cambiamenti sono la risposta ottimale degli
agenti ad uno shock stocastico, le autorità non devono
fare nulla per contrastare le tendenze spontanee del
mercato; proprio come avverrebbe in agricoltura in
seguito ad un cattivo raccolto.
UNA TEORIA ALTERNATIVE DELLE
FLUTTUAZIONI ECONOMICHE: LA TEORIA
DEI CICLI REALI
• La teoria del ciclo reale è tuttavia oggetto di
controversia.
• Nelle recessioni la disoccupazione che si verifica è il
frutto di licenziamento dei lavoratori, piuttosto il
risultato di una scelta volontaria di lavorare meno oggi
in cambio di un maggiore impegno domani.
• Inoltre in caso di shock positivi il boom di reddito e
occupazione si accompagnerebbe ad una diminuzione
dei prezzi che è controfattuale, malgrado il ricorso alla
teoria dell’offerta di moneta endogena.
Sommario
• Tutti i sistemi economici sperimentano
fluttuazioni economiche di breve periodo
attorno ai trend di lungo termine.
• Queste fluttuazioni sono irregolari e largamente
imprevedibili.
• Quando si verifica una recessione, il PIL reale e
altre misure di reddito, spesa e produzione
scendono, e la disoccupazione sale.
Sommario
• La maggior parte degli economisti analizza le
fluttuazioni economiche di breve periodo
utilizzando il modello della domanda e
dell’offerta aggregata.
• Secondo tale modello, l’output di beni e servizi
e il livello generale dei prezzi si aggiustano nel
lungo periodo per uguagliare la domanda e
l’offerta aggregata al livello di reddito naturale
o potenziale.
Sommario
• La curva di domanda aggregata è decrescente
per tre ragioni: l’effetto ricchezza sui consumi
(effetto Pigou), l’effetto del tasso di interesse
sugli investimenti (effetto Keynes), e l’effetto
sul tasso di cambio reale (effetto competitività).
• Qualsiasi evento o politica in grado di
influenzare i consumi, gli investimenti, la spesa
pubblica (o le tasse), o le esportazioni nette ad
un dato livello dei prezzi determina uno
spostamento della AD.
Sommario
• La sempre maggiore interdipendenza tra
nazioni, reale e finanziaria, determina spesso
una trasmissione internazionale delle
perturbazioni tra grandi paesi.
• Ciò è particolarmente vero con riferimento a
quanto accade negli Stati Uniti, considerato il
loro consistente peso nell’economia mondiale
(circa 1/3).
• In prospettiva, peraltro, l’influenza degli Stati
Uniti tende ad essere affiancata da quella dei
paesi emergenti del Sud-Est asiatico.
Sommario
• Nel lungo periodo, la curva di offerta aggregata
è verticale.
• Nel breve periodo, invece, la AS è inclinata
positivamente.
• Ciò è dovuto soprattutto al fatto che nel breve
periodo prezzi e salari sono vischiosi e le attese
date.
• Se prezzi e salari fossero addirittura
completamente rigidi, la AS sarebbe orizzontale
nel breve periodo.
Sommario
• Avvenimenti che modificano la capacità di
produrre del sistema economico (crisi
petrolifere, shock alla produttività, shock
salariali, shock ai profitti, cambiamenti nella
tassazione indiretta) determinano traslazioni
della AS di breve periodo.
• Inoltre, la posizione della AS di breve periodo
dipende anche dal livello dei prezzi attesi.
Sommario
• Ci sono due possibili cause di fluttuazioni di breve
periodo: shock di domanda aggregata e shock di
offerta aggregata.
• Uno shock avverso di domanda aggregata determina
output e prezzi più bassi (in realtà minore inflazione).
• Se le autorità di governo non fanno nulla, al crescere
della disoccupazione, salari e prezzi scenderanno ed il
sistema tornerà alla fine al suo output potenziale con
un livello di prezzi più basso.
• Se le autorità di governo ritengono che questo
processo spontaneo sia troppo lungo, esse possono
implementare politiche anticicliche, espandendo la
AD; in tal modo il sistema potrà ritornare alla sua
posizione di equilibrio originale in maniera più rapida.
Sommario
• Una seconda possibile causa di fluttuazioni economiche è uno
shock di offerta aggregata.
• Uno shock avverso sulla AS determina un output più basso e
prezzi più alti, introducendo un dilemma di politica economica.
• Se le autorità di governo non fanno nulla, al crescere della
disoccupazione, salari e prezzi scenderanno ed il sistema tornerà
alla fine al suo output potenziale con lo stesso livello di prezzi
antecedente lo shock (in realtà inflazione).
• Se le autorità di governo ritengono che questo processo spontaneo
sia troppo lungo, esse possono implementare politiche
anticicliche, espandendo la AD; in tal modo il sistema potrà
ritornare alla sua posizione di equilibrio reale in maniera più
rapida: ma al costo di prezzi (forse inflazione) permanentemente
più alti.
• Questo è il motivo per cui shock di offerta aggregata sono più
difficili da trattare e curare.
Sommario
• Secondo i teorici del ciclo reale, invece, le fluttuazioni
economiche sono il risultato di shock tecnologici che fanno
variare la funzione di offerta aggregata verticale di lungo periodo.
• Le fluttuazioni sono amplificate da processi di sostituzione
intertemporale di lavoro e tempo libero degli agenti in un contesto
di massimizzazione intertemporale.
• Poiché le variazioni del reddito e dell’occupazione che si
verificano sono il risultato delle scelte ottimali degli agenti in un
contesto stocastico, le autorità devono astenersi dall’intervenire
nell’economia e contrastare le tendenze spontanee del mercato.
• Le conclusioni dei teorici del ciclo reale sono tuttavia oggetto di
controversia, soprattutto in seguito alla loro difficoltà di rendere
compatibile la spiegazione teorica con l’evidenza empirica
(licenziamenti, ruolo della domanda, dinamica pro-ciclica dei
prezzi).