Il Ciclo Economico (Business Cycle) I paesi industrializzati nel corso dei secoli hanno sperimentato una straordinaria crescita economica che ha trasformato le economie e migliorato il tenore di vita dei cittadini. Eppure periodicamente le espansioni sono state interrotte da episodi di marcata disoccupazione, forte contrazione nella produzione, reddito e consumo. Questa sequenza di espansioni e cali dell’attività economica è nota come ciclo economico. Negli USA la ricerca sul ciclo economico venne inaugurata dal National Bureau of Economic Research (NBER). La definizione di ciclo economico fa riferimento ai pionieristici lavori di Burns e Mitchell negli anni ’40. Secondo i due economisti “i cicli economici sono quel tipo di fluttuazioni che si verificano a livello aggregato nei sistemi economici fondati sul mercato. Un ciclo consiste di espansioni che si verificano quasi contemporaneamente in molti settori dell’economia, seguite da altrettanto generalizzate contrazioni, sino alla fase di espansione del ciclo successivo. Questa sequenza di mutamenti è ricorrente ma non periodica; in termini di durata i cicli economici variano da uno a dieci o dodici anni”. A livello aggregato. I business cycles sono fluttuazioni che coinvolgono l’attività economica aggregata e quindi interessano non una sola variabile come il PIL, ma contemporaneamente le principali variabili economiche quali occupazione, prezzi dei beni e servizi, investimenti, la velocità di circolazione della moneta, la produttività, consumi….Si parla di co-movimenti. Espansioni e contrazioni. La figura illustra un tipico ciclo economico. La linea tratteggiata descrive il sentiero di crescita potenziale dell’attività economica aggregata, mentre la linea continua evidenzia gli aumenti e le contrazioni dell’attività economica. Quando l’attività economica è decrescente siamo di fronte ad una contrazione o recessione. Se la recessione è particolarmente forte allora è chiamata depressione. Quando l’attività economica cresce si definisce espansione o boom. Il punto più alto raggiunto dall’espansione è chiamato picco (peak), il punto più basso della recessione è detto cavo o minimo (trough). L’intera sequenza di declini e riprese, misurata tra due picchi o fra due cavi costituisce tecnicamente il ciclo economico. Ricorrenti, ma non periodici. La caratteristica delle fluttuazioni del sistema economico è la ricorrenza, ma non la periodicità, nel senso che si sa che i massimi e i minimi si ripeteranno ma non si sa quando. Le fluttuazioni del ciclo sono inoltre persistenti, nel senso che una volta cominciata, una recessione o un’espansione tende a durare per un certo periodo di tempo. In relazione all’andamento del ciclo economico una variabile macroeconomica è detta: Pro-ciclica, quando si muove nella stessa direzione dell’attività economica, ossia aumenta in fasi di espansione del ciclo e diminuisce in fasi di contrazione. Es. il livello di produzione, i consumi, gli investimenti, l’occupazione sono variabili pro-cicliche. 2) Anti-ciclica, quando si muove nella direzione opposta dell’attività economica. Es. il tasso di disoccupazione. 3) Aciclica, quando non è sensibile alle fasi del ciclo. Es. il tasso di interesse reale. 1) Poiché gli effetti del ciclo economico sono così pervadenti e poiché le depressioni o le recessioni possono essere causa di gravi difficoltà, gli economisti hanno cercato di individuare le cause di questi fenomeni, al fine di predisporre misure concrete (le così dette politiche di stabilizzazione) per neutralizzarle. Uno dei modelli utilizzati per lo studio delle fluttuazioni è il “modello di domanda e offerta aggregata” o AD-AS (Aggregate Demand - Aggregate Supply), in cui figurano una curva di domanda aggregata e una curva di offerta aggregata. Secondo alcuni economisti l’origine delle fluttuazioni è dovuta ai continui shock di domanda e di offerta che colpiscono l’economia. Ciascuno shock tende ad allontanare l’economia dall’equilibrio di medio periodo. I meccanismi di aggiustamento tendono a riportare l’economia verso l’equilibrio di medio periodo.