TEORIA DELLE AREE VALUTARIE OTTIMALI Padre della teoria è

TEORIA DELLE AREE VALUTARIE OTTIMALI
Padre della teoria è Robert Mundell (1961), vincitore del Nobel per l’economia nel 2002.
Osservando l’Unione americana (USA) indica i criteri in base ai quali due paesi possono unirsi
creando una valuta diversa da quelle precedenti e avere buone possibilità di migliorare la loro
situazione (in termini di crescita, stabilità), cioè di raggiungere un buon grado di ottimalità.
Condizioni che devono pre-esistere per avere buone chances di successo:
1.
2.
3.
4.
5.
Forte interscambio commerciale (EXP, IMP)
Mobilità del fattore lavoro (N)
Mobilità del fattore capitale (K)
Mercati finanziari integrati (es. Titoli di Stato, azioni)
Coordinamento fiscale (anche solo sull’aliquota IVA; non necessariamente per tutto il
sistema tributario) (G, T)
6. Comunanza della cultura.
Se queste condizioni esistono, ha senso per i due paesi gettare via le loro monete (e le loro storie) e
adottare una moneta nuova; il cambio (ER=Pa/Pb) viene quindi “congelato” alla nascita della nuova
moneta ed è irreversibile.
I vantaggi dell’area valutaria sono che l’interscambio commerciale aumenta, grazie ai minori costi
di transazione e all’eliminazione del rischio di cambio, i sistemi finanziari si integrano sempre più,
se c’è coordinamento fiscale è poi possibile compensare gli squilibri che si possono generare nel
reddito e nella crescita.
Un’area valutaria è ottimale se è in grado di reagire ad uno shock asimmetrico, senza indurre la
recessione. Se non riesce a risolvere la recessione allora non è ottimale.
OFFERTA AGGREGATA AS= PIL+IMP
DOMANDA AGGREGATA AD=C+I+G+EXP
Graficamente lo shock asimmetrico colpisce il paese A ma non il B.
Nel paese A la curva di offerta aggregata (AS) va vs SX (AS’). Vi è disoccupazione e quindi
recessione; non si può utilizzare la spesa pubblica (vietato!) quindi si favorisce l’emigrazione vs
paese B dei lavoratori, in modo da permettere alla curva di offerta aggregata (AS) di A di tornare
nella sua posizione originaria. Il paese B non ha nessun effetto negativo, anzi dall’afflusso di forza
lavoro ottiene maggiore domanda aggregata, quindi più reddito.
P
P
AS’
AS
Paese A
AS
AD
AD
Y
Y
Paese B