Una storia o tante storie?
E’possibile una storia della biblioteca come istituto
creato dalla civiltà con determinati fini, primo fra tutti la
conservazione dei documenti depositati?
Oppure l’estrema varietà con cui questo istituto si
presenta nelle diverse società e periodi storici impedisce
ogni tentativo di identificare un percorso
comune?
Una storia o tante storie?
Il problema è particolarmente complesso perché
complessa è a monte la definizione dell’oggetto di cui
dovremmo ricostruire la storia, ovvero la biblioteca.
E’ dunque inevitabile porre un ulteriore interrogativo:
che cos’è la biblioteca?, come potremmo definirla?
Quando nasce la biblioteca?
La biblioteca nasce nel momento in cui si iniziano a
raccogliere oggetti particolari che costituiscono il
supporto fisico delle registrazioni di simboli,
registrazioni che vanno a sostituire o comunque ad
affiancare la comunicazione orale. Raccogliendo e
conservando questi oggetti in luoghi appositamente
predisposti l'umanità ha creato le condizioni del
proprio sviluppo, nonché i presupposti per scrivere
la propria storia. Alla memoria biologica che
appartiene alla specie e alla memoria celebrale che
è propria dell'individuo si è aggiunta la memoria
collettiva.
Biblioteche e archivi
La funzione di conservazione di questi oggetti,
ovvero i documenti viene svolta anche dagli
archivi. Anzi in un primo tempo le due
istituzioni in un certo senso coincidono, per poi
separarsi più avanti nel tempo, sulla base di
differenziazioni funzionali ben precise.
L’archivio si forma per stratificazioni
successive, per motivi di ordine pratico, che
esulano da ogni presupposto culturale.
Biblioteche e archivi
Esso è formato da documenti che si riferiscono
all'attività della persona o dell'ente che è il
promotore dell'archivio stesso.
Agli archivi fu affidato, dunque, il compito di
raccogliere e conservare le testimonianze
dirette di un'epoca, i documenti non elaborati, i
materiali grezzi tramandati perché le
generazioni future potessero ricavarne una
storia.
Biblioteche e archivi
La biblioteca invece si caratterizza come
raccolta di documenti mediati, come deposito
dei prodotti intellettuali e spirituali, ossia delle
espressioni letterarie, delle scoperte
scientifiche, delle riflessioni filosofiche, delle
narrazioni storiche.
La biblioteca, quindi, nasce in funzione del
libro, che non è solo un supporto fisico della
memoria, ma anche e soprattutto un mezzo di
comunicazione.
Che cos’è la biblioteca
Formulare una definizione soddisfacente della
biblioteca non è facile.
Quelle che possiamo rintracciare nelle
enciclopedie e/o nei dizionari partono sempre
da un elenco di caratteristiche esterne (raccolta
di libri, insieme ragionato di documenti
scrittorii), arricchito caso mai da una divisione
tipologica, costruita secondo criteri diversi:
Che cos’è la biblioteca
 di appartenenza (biblioteche statali, comunali,
etc.),
 di destinazione (nazionali, di pubblica lettura,
universitarie, etc.)
 oppure tenendo conto di una serie di parametri
incrociati (appartenza, finalità, utenza, raccolte,
procedure di mediazione).
Che cos’è la biblioteca
In realtà nessuna di queste definizioni ci aiuta a
capire che cosa sia veramente la biblioteca,
quali siano i suoi meccanismi di
funzionamento, il suo ruolo e come e perché
dalla mitica biblioteca di Alessandria siamo
arrivati alla biblioteca moderna.
La biblioteca è, infatti, un oggetto complesso,
che presenta molteplici aspetti difficilmente
condensabili in una definizione enciclopedica.
Che cos’è la biblioteca
La biblioteca non è semplicemente una “raccolta
organizzata di documenti”. Essa organizza anche le
notizie che riguardano i documenti posseduti, in
modo tale che sia possibile trovare i documenti noti
e conosciuti, ma anche reperire quelli che si
ignorano o che si presume ci possano essere utili.
Di conseguenza la biblioteca non ha solo il compito
di raccogliere e conservare i libri/documenti, ma
anche di offrire informazione su di essi.
La biblioteca svolge anche una funzione sociale,
connessa alle caratteristiche dell’oggetto libro.
Il libro e la biblioteca
Il libro poi ha una doppia natura:
è un manufatto, un prodotto tecnologico, che ha
avuto ed ha un costo più o meno elevato, a seconda
dei momenti;
 ma è anche un contenitore di segni, di simboli
che hanno valore di messaggio linguistico,
scientifico, artistico, etc., suscettibili di trasformasi,
in chi è in grado di riceverli, in linguaggio, in
notizie, in informazioni di varia natura.

La funzione sociale della biblioteca
Ogni qualvolta il costo dell'oggetto libro e la
quantità dei libri disponibili, e quindi da
conoscere e da utilizzare, diventano
incompatibili per le capacità economiche della
maggior parte degli uomini, si creano le
premesse per il sorgere e il prosperare delle
biblioteche.
La biblioteca
La biblioteca, quindi, può essere definita come
un'istituzione sociale incaricata di raccogliere
più libri di quanti abitualmente non possa
procurarsene un singolo individuo, e di renderli
accessibili per la ricerca, lo studio, ma anche
per la semplice lettura, o l'istruzione di base.
Funzioni della biblioteca
di archiviazione (raccolta e
di informazione,
conservazione)
ma anche funzioni scientifiche, letterarie,
educative
La collocazione della biblioteca
La biblioteca quindi si colloca, nello stesso
tempo, in più sfere: quella degli interessi
sociali, in quella culturale, in quella
comunicativa ed interagisce con molti altri
fenomeni e processi, con i meccanismi della
comunicazione umana, con i meccanismi logici
e gnoseologici (ad esempio il meccanismo della
lettura, quello dell'apprendimento, etc.), con i
meccanismi sociali.
Fare storia della biblioteca
Fare storia delle biblioteche non può dunque
prescindere da questo contesto.
Fare storia della biblioteche significa ricostruire
in modo chiaro e intelligibile i cambiamenti e
l'evoluzione della struttura biblioteca e dei suoi
meccanismi di funzionamento in rapporto a
quanto detto finora.
Fare storia della biblioteca
Non sarà dunque sufficiente tracciare un
panorama descrittivo delle principali raccolte
librarie che si sono formate nel corso del tempo.
Si dovrà anche indagare il mutamento di
rapporto fra esigenze sociali e servizio delle
biblioteche, chiarire e spiegare i meccanismi
con cui la biblioteca ha cercato di rispondere
alle richieste che le venivano avanzate.
Limiti di molti studi di storia delle
biblioteche
Non avere prestato attenzione ad una serie di aspetti:
- l’organizzazione del servizio nel corso del tempo;
- Il cambiamento degli strumenti di mediazione che la
biblioteca ha realizzato;
- Il rapporto fra un tipo di biblioteca e il contesto che
la circonda, ovvero le condizioni storiche,
economiche, sociali, etc. che caratterizzano il luogo
e il momento in cui una biblioteca nasce e si
sviluppa.
La storia della biblioteca
Il concetto di biblioteca in ogni epoca storica
investe una molteplicità di significati diversi ed
implica quindi modelli diversi. Se vogliamo
ricostruire davvero la storia di questa
istituzione, dovremo necessariamente procedere
su vari livelli, la struttura fisica, la funzione, la
ideologia che è sottesa a qualsiasi modello di
biblioteca, intesa come raccolta di libri, reale o
anche solo pensata, ma sostenuta da un
progetto che la disegna, la anticipa, la provoca.
Tendenze attuali nell’approccio alla
storia delle biblioteche
Approccio istituzionale
Vede la biblioteca come una delle possibili agenzie per
la circolazione della «comunicazione registrata»,
connotata come servizio pubblico all’interno di un
sistema sociale sostanzialmente coincidente con il
modello proposto dalle democrazie occidentali di
stampo liberale.
L’approccio «istituzionale» è stato applicato con
successo allea ricostruzione delle vicende della
biblioteca pubblica, nel senso della public library di
origine anglosassone.
Tendenze attuali nell’approccio alla
storia delle biblioteche
Questo costituisce anche un limite, perché tende a
ridurre la portata della storia della biblioteca da storia
capace di abbracciare l’intera fenomenologia delle
collezioni librarie a storia di un particolare tipo di
biblioteca temporalmente e geograficamente situato.
Tendenze attuali nell’approccio alla
storia delle biblioteche
Un altro limite sta nella difficoltà di coniugare l’ottica
della storia istituzionale della biblioteca, con l’ottica
dell’interrelazione sociale e delle dinamiche che
attorno alla biblioteca si creano,
sia verso l’esterno (la connessione con la storia della
lettura ma anche dell’educazione),
sia verso l’interno (l’analisi delle pratiche bibliotecarie,
ma anche delle questioni stratigrafiche
nell’accrescimento delle raccolte).
Tendenze attuali nell’approccio alla
storia delle biblioteche
Approccio bibliografico
Si attesta sulla concezione della biblioteca come
contenitore di “mappe del sapere” nonché della loro
organizzazione e gestione nel tempo e studia le
collezioni librarie nella loro formazione e in rapporto
alle strutture bibliografiche su cui si basano.
Alla storia della biblioteca si assegna quindi il compito
d’indagare le complesse relazioni tra le raccolte di
documenti scritti e il contesto bibliografico, sociale,
intellettuale, politico, storico
Tendenze attuali nell’approccio alla
storia delle biblioteche
L’approccio “interno”
E’ centrato sui processi relazionali e comunicativi che
interessano la biblioteca e anzi ne costituiscono la
missione primaria: processi che coinvolgono chi della
biblioteca fruisce (lettore/utente) e chi ne consente il
funzionamento (bibliotecario).
E’ possibile una sintesi?
Dopo anni di contrapposizioni dicotomiche tra dimensione
storica e biblioteconomica, o bibliografica e istituzionale,
sembra raggiunto un accordo in termini di integrazione tra
«storie» e prospettive diverse, tra competenze disciplinari
complementari che solo interagendo possano dar conto
della complessità della storia delle biblioteche
Se i vari approcci, singolarmente considerati, possono
presentare limiti, dobbiamo tenere conto della oggettiva
impossibilità, per un solo individuo, di abbracciare un
raggio d’azione tanto vasto e complesso quale la storia delle
biblioteche richiede.
Alcuni terreni di indagine
 Analisi dell’evoluzione dell’architettura
bibliotecaria, del modo cioè come la biblioteca
ha organizzato nel tempo il luogo della
conservazione e quello della lettura e della
consultazione.
 Ricostruzione, almeno a grandi linee, del
percorso tortuoso che porterà la biblioteca ad
acquisire il connotato peculiare della pubblicità.
Alcuni percorsi di indagine
La biblioteca è un sistema di raccolta,
organizzazione, trattamento, mediazione ed
utilizzo delle informazioni e dei documenti,
costituito da varie componenti che interagiscono
fra loro. Tale sistema è espressione di un contesto
culturale, di un sistema di circolazione della
conoscenza.
Le funzioni del sistema biblioteca possono essere
ricondotte a tre ordini di questioni:
Alcuni percorsi di indagine
1. selezione, sviluppo e conservazione delle
raccolte
2. l’organizzazione, il trattamento e la mediazione
dei documenti e dell’informazione
3. la diffusione dell’informazione, la lettura e la
consultazione dei documenti.
Alcuni percorsi di indagine
L’incontro tra documenti e utenti è il punto
nevralgico del sistema, potrebbe essere definito il
baricentro. Se questo è vero, l’organizzazione dello
spazio dove si esercitano le azioni della lettura e
della consultazione può quindi essere un'ulteriore
chiave di interpretazione delle vicende della
biblioteca, tenuto però conto che lettura e
consultazione sono state esercitate in modo diverso
nel tempo.
Alcuni percorsi di indagine
Un altro filo rosso interessante è costituito dalla
possibilità di ricostruire, almeno a grandi linee,
il percorso tortuoso che porterà la biblioteca ad
acquisire il connotato peculiare della pubblicità.
Il processo che porterà alla sostituzione del
modello di biblioteca privata con quello di
biblioteca pubblica è sicuramente un nodo
fondamentale nella storia delle biblioteche.
Alcuni percorsi di indagine
La biblioteca pubblica si fonda su valori e su
principi che tendono a dare applicazione e sostanza
ad un assioma etico, quello cioè che tutti gli uomini
hanno uguale diritto a progredire intellettualmente
e a coltivare i propri interessi culturali.
Una biblioteca può essere definita pubblica quando
nei suoi obiettivi e nella sua organizzazione cerca di
realizzare questa convinzione etica,
indipendentemente da chi ne sia il proprietario.
Alcuni percorsi di indagine
Una definizione del genere coglie però solo una
delle caratteristiche e delle implicazioni del
concetto di pubblicità, quella della funzione. Se
vogliamo prendere in considerazione anche i
risvolti giuridici, storici, politici, sociologici,
economici, etc. dobbiamo precisare meglio. Una
biblioteca può essere definita pubblica quando
in essa siano compresenti questi tre elementi:
Alcuni percorsi di indagine
 - accessibilità ampia e indiscriminata;
 proprietà di un titolare del potere pubblico;
 - finanziamento attraverso risorse pubbliche.
Nel mondo antico, solo in tarda età, e per un breve
periodo a Roma in età imperiale, l'umanità ha
conosciuto biblioteche che potevano essere definite
pubbliche, anche se erano organismi molto diversi
da quelli che noi concepiamo come biblioteche
pubbliche.
Biblioteca privata e biblioteca pubblica
La spinta a formare una biblioteca, se ne prendiamo
in considerazione le motivazioni profonde e i
risultati, non appare diversa, almeno non in modo
apprezzabile, se il soggetto, cioè colui che raduna ed
ordina i libri, è un privato o un ente pubblico.
Storicamente appartenenti ad epoche diverse, i due
modelli funzionano strutturalmente nello stesso
modo.
Biblioteca privata e biblioteca pubblica
Questo ci permette di ragionare sul fenomeno,
considerandolo un unicum, e di costruire un modello
interpretativo delle vicende storiche delle
biblioteche, sicuramente generale, ma utile prima di
tutto a intravedere i principi che regolano i
meccanismi interni della macchina-biblioteca, sia
essa pubblica che privata, qualunque sia il contesto,
purché ovviamente abbia fatto della scrittura, e
quindi del libro, il veicolo privilegiato della
comunicazione e della memoria sociale.
La genesi di una biblioteca
Per creare una biblioteca occorrono due condizioni:
un atto di volizione ed una operazione tecnica di
realizzazione.
Questo vale sempre, anche se a volte può sembrare
che molte biblioteche siano nate casualmente,
tramite stratificazioni successive.
La genesi di una biblioteca
La prima condizione, ossia l'atto di volontà, implica
scelte che potremmo definire politiche (o di politica
culturale). Se all'origine della nascita di una
biblioteca c'è un soggetto collettivo non è necessario
spendere molte parole per suffragare l'affermazione
appena fatta. Ma anche se è il soggetto è un privato,
l'azione di radunare libri e di ordinarli, quindi di
dare vita alla prima molecola di una biblioteca, non
può sottrarsi alle pressioni politiche che hanno
condizionato l'esperienza e la crescita dell'individuo.
La genesi di una biblioteca
La seconda condizione, ovvero l'operazione tecnica di
realizzazione si realizza nel momento in cui ad una
determinata raccolta libraria si applicano una serie di
procedure tecniche che ne garantiscano la durata,
l'integrità e la fruibilità, procedure che devono avere
caratteristiche elastiche, tali cioè da consentire
operazioni di adattamento (sistemi di ordinamento
fisico, tecniche di conservazione, inventari,
cataloghi).
La genesi di una biblioteca
La formazione di una biblioteca, pubblica o privata
che sia, è sicuramente condizionata dal contesto
sociale e culturale in cui si inserisce, ma una volta
formatasi può a sua volta condizionare il rapporto,
esercitando specifiche funzioni.
La genesi di una biblioteca
Una prima funzione della biblioteca è quella che
potremmo definire di cerniera fra l'individuo e il
relativo contesto sociale e culturale.
L'individuo isolato è un'astrazione: l'uomo è
integrato nella società in cui vive, ne riceve la lingua,
che è strumento e forma del suo pensiero. Ma
ipotizzando il ritiro, l'allontanamento o l'isolamento
forzato di un individuo, se egli possiede dei libri,
continua a partecipare del clima culturale della sua
comunità.
La genesi di una biblioteca
Al contesto socio-culturale esterno si collegano non
solo le caratteristiche delle biblioteche private che si
formano durante le epoche storiche in cui è prevalso
questo modello, ma anche la loro possibile
conservazione ed eventualmente la trasformazione
in biblioteche pubbliche (fenomeno molto diffuso nel
18. secolo).
La storia delle biblioteche private
I metodi con cui ci si avvicina a tali entità sono
prevalentemente di tipo bibliografico (ricostruire la
fisionomia della raccolta, e in ultima analisi del suo
possessore, attraverso il confronto col quadro
bibliografico disponibile al momento della sua
creazione, ma anche con l’identificazione delle
edizioni, l’individuazione di note di possesso sugli
esemplari) oppure di tipo storico-sociale (con
considerazione di collezioni affini in un contesto
territoriale o culturale).