HERPESVIRIDAE T O R C H TOXOPLASMA OTHERS ROSOLIA CMV HSV EBV, HBV, HCV, HIV, LISTERIA, VIRUS INFLUENZA, TREPONEMA PALLIDUM Caratteristiche della famiglia HERPESVIRIDAE (da Davis e Dulbecco) Dimensioni 100-200 nm Simmetria del capside icosaedrica Capsomeri 162, 9,5 x 12,5 A Envelope lipidico presente Sensibilità all’etere e cloroformio è inattivata l’infettività virale Biosintesi virale nucleo Acido nucleico DNA a doppio filamento Sede assemblaggio delle particelle virali nucleo Inclusioni intranucleari, eosinofile Antigeni comuni di famiglia nucleo Herpesvirus Tutti gli herpesviruses hanno una identica morfologia. Virus erpetico Nucleocapside Envelope Struttura dei virus erpetici DNA Virale Glicoproteine Envelope Tegumento Capside Spikes glicoproteiche sulla superficie dell’HSV Struttura del capside Proteina Gene MW Copie per Capside VP5 UL19 149,075 960 VP19c UL38 50,260 375 VP21 UL26 45,000 87 VP23 UL18 34,268 572 VP24 UL26.5 26,618 147 VP26 UL35 12,095 952 Pentone Esoni Il capside è costituito da 162 capsomeri (12 pentoni e 150 esoni) collegati in gruppi di tre da strutture trivalenti (in verde) e che sono costituite da VP19C and VP23 . VP5 costituisce la subunità strutturale dei capsomeri (esoni e pentoni). VP26 è localizzata sulla punta distale degli esoni. Organizzazione genomica dei virus erpetici VZV HSV-1 e HSV-2 EBV CMV HHV-6 Mappa genetica dell’HSV-1 Il genoma codifica per circa 80 proteine. La maggior parte dei geni sono localizzati nelle regioni uniche L ed S, e sono denominati in base alla loro posizione genomica. Es.: il gene US6 codifica per gD, una glicoproteina di membrana coinvolta nella penetrazione del virus. UL22 è un’altra glicoproteina (gH). UL30 codifica per una DNA polimerasi DNA dipendente. L’HSV-1 codifica per proteine coinvolte in diverse funzioni: . (1) Struttura del virus; (2) Replicazione del DNA; (3) Attivazione dell’espressione genica; (4) Soppressione della risposta immune; (5) Inibizione dell’espressione dei geni cellulari; (6) Impaccamento del genoma nel capside; (7) Latenza e riattivazione del virus; (8) Soppressione delle risposte cellulari all’infezione (es.: apoptosi) Replicazione dei virus erpetici Proteine a Proteine b Proteine g LATENZA CARATTERISTICA FONDAMENTALE DEGLI HERPESVIRUS. SUPERATA LA FASE ACUTA GLI HERPESVIRUS INSTAURANO UNO STATO DI LATENZA CHE DURA TUTTA LA VITA E CHE PUO’ DAR LUOGO A PERIODICHE RIATTIVAZIONI. VIRUS SEDE DI LATENZA HSV 1 - GANGLI DEL TRIGEMINO CMV - CELLULE EPITELIALI VARIE - MONOCITI EBV - LINFOCITI VZV - GANGLI DI NERVI SENSITIVI B CONF. GENOMA CIRCOLARE ? CIRCOLARE EPISOMICO ? HHV 6 ? ? HHV 7 ? ? HHV 8 ? ? Herpetos (greco) Rettile (natura strisciante) Replicazione del virus nelle cellule epiteliali a livello della sede di ingresso LATENZA Sito di latenza Neurone sensoriale Trasporto retrogrado Infezione dei neuroni sensoriali dei gangli Sito di latenza RIATTIVAZIONE Neurone sensoriale I virus percorrono al contrario la stessa via Stimoli appropriati riattivano il virus dallo stato di latenza Infezione ricorrente nello stesso sito dell’infezione primaria Infezione latente e attiva nell’ herpes labiale Sito dell’infezione latente Sito dell’infezione attiva Infezione primaria Latenza Infezione ricorrente Riattivazione Durante la fase di latenza, il genoma è conservato intatto nei neuroni sensoriali sede della latenza (a-herpesvirus), ma la caratteristica cascate dell’espressione genica e produzione di proteine è completamente assente. L’infezione latente può essere distinta in tre fasi: instaurazione, mantenimento riattivazione ALCUNE PROPRIETA’ DI VIRUS DELL’UOMO APPARTENENTI ALLA FAMIGLIA HERPESVIRIDAE Sottofamiglie membri spettro d’ospite a - herpesvirinae HSV-1, HSV-2, VZV b - herpesvirinae HCMV, HHV-6, HHV-7 g-herpesvirinae EBV, HHV-8 ampio fibroblasti umani linfociti latenza in vivo gangli sensitivi epiteli, endoteli, organi linfoidi organi linfoidi ciclo riproduttivo in vitro (ore) breve (8-14) prolungato (48-96) prolungato (3660) Genoma (Kb) 130-160 160-240 190 G + C% 45-75% 50-60% 60% gengivo-stomatite, herpes neonatale, h. genitale, varicella asintomatica, malattia neonatale, VI m., m.da inclusioni asintomatica, mononucleosi in vitro infezione primaria HSV-1 e HSV-2 • alphaherpesvirus • Virus con envelope, DNA a doppia elica (genoma di circa 150 kb) • Il genoma di HSV-1 e HSV-2 condividono il 50 - 70% omologia • Essi condividono anche diversi epitopi cross-reattivi. Esiste anche una crossreattività con VZV. • L’uomo è l’unico ospite naturale dell’HSV HSV1 e HSV2 50% di omologia • Trasmissione: contatto diretto (soprattutto saliva per HSV1 e secrezioni genitali per HSV2) • Lesioni mucocutanee localizzate al volto (HSV1) o alle zone genitali (HSV2) • Infezione primaria latenza recidive INFEZIONI DA HSV 1 e HSV 2 Infezioni Orofaringee (sono dovute soprattutto ad HSV1) Asintomatiche negli adulti. Nei bambini sintomatiche,sintomi :febbre lesioni ulcerose e vescicolose ,edema e gengivostomatite. Primaria: primi anni di vita: faringite e faringostomatite Recidiva: tutta la vita: herpes labiale Infezioni genitali ( sono dovute soprattutto a HSV2). Lesioni vescicolo-ulcerative apparato genitale. Primaria: inizio dell’ attività sessuale: sintomatica severa Recidiva: tutta la vita: sintomatologia meno severa Infezioni neonatali: rare (1-10/100.000 nati), ma gravi con localizzazioni muco-cutanee e viscerali causate da HSV2 e acquisite in utero,durante la nascita (passaggio attraverso il canale del parto), o dopo la nascita. Infezione materna primaria: 20-30% di rischio di trasmissione Infezione materna racidiva: 2-3% di trasmissione Lesioni da HSV-1 Lesioni erpetiche da contatto Eczema erpetico Decorso clinico dell’infezione primaria Disseminazione del virus Sintomi sistemici Sintomi locali Vesicole o Pustole Ulcere Croste Giorno -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 Contatto Apparizione lesioni Fine del dolore Immunità • Le recidive dell’infezione da HSV-1/HSV2 si realizzano in soggetti che hanno sviluppato una risposta immunitaria contro il virus,anche se tale risposta risulta incapace di prevenire totalmente la recidiva, ha comunque un ruolo importante nel contenere la gravità dell’infezione erpetica. Diagnosi • Esame microscopico diretto delle cellule prelevate dalla lesione(stirscio di Tzanck evidenzia corpi inclusi di Cowdry di tipo A). • Coltura cellulare (HSV produce CPE entro 1-3 giorni in cellule HeLa ,Hep2). • I test sierologici sono utili solo per la diagnosi di una infezione primaria da HSV, non sono utili per la diagnosi di malattie ricorrenti perché in genere queste non sono accompagnate da un significativo aumento del titolo anticorpale. Tutti I virus erpetici si replicano nel nucleo della cellula infetta. L’accumulo di proteine virali conduce alla formazioni delle caratteristiche inclusioni eosinofile intranucleari. U’altro effetto citopatico è rappresentato dalla formazione di sincizi Test di immunofluorescenza per gli antigeni di HSV in cellule epiteliali Effetto citopatico in cellule in coltura. Notare l’effetto di arrotondamento delle cellule Terapia Acyclovir – rappresenta attualmente il medicinale di scelta. E’ disponibile in una serie di formulazioni: • i.v. (infezioni gravi nei pazienti normali ed immunocompromessi) • orale (trattamento e soppressione a lungo termine delll’herpes mucocutaneo e profilassi nei pazienti immunocompromessi) • pomate (infezione della cute e delle mucose) • Formulazioni per uso oftalmico Famciclovir e valacyclovir – solo orale, più costoso dell’acyclovir. Varicella-Zoster virus • Appartiene alla sottofamiglia degli alphaherpesvirus • Dna a doppio filamento • Genoma di 125 kbp Epidemiologia •La varicella è una delle malattie classiche dell’infanzia, con la maggior prevalenza tra 4–10 anni •La maggior parte della popolazione viene infettata prima dell’età adulta, ma un 10% di giovani adulti rimane suscettibile. •L’herpes zoster, al contrario, è sporadico. Virus varicella-zoster Manifestazioni cliniche - manifestazione sistemica esantematica (varicella) (molto contagiosa) - manifestazione ricorrente (zoster) limitata al dermatomero corrispondente sede latenza Nei soggetti immunocompromessi la ricorrenza può assumere andamento generalizzato Incubazione circa 14 gg Comparsa ad ondate successive di lesioni maculopapulari che si trasformano in vascicole e successivamente in pustole Virus varicella-zoster VZV latentizza nei gangli spinali Varicella VZV si riattiva dopo molti anni Zoster INFEZIONI DA VZV Infezione primaria: Varicella Recidiva: Zoster Varicella:infezione esantematica infantile. Si contrae per via inalatoria Incubazione Macule Papulette cutanee Vescicole Pustole Croste e Latenza in gangli di nervi sensitivi Stimoli vari Riattivazione ZOSTER = vescicole cutanee nella zona di cute innervata da un nervo sensitivo Varicella Varicella VARICELLA 1/3 DEI CASI 1.5/3 DEI CASI 1-4 aa DECORSO BENIGNO 5-9 aa NEL BAMBINO IMMUNO-DEPRESSO RUSH EMORRAGICO DIFFUSO 20-30% POLMONITE 1/3 DEI CASI IN GIOVANI ZOSTER 2/3 IN ANZIANI COMPLICANZA COMUNE NPH NEVRALGIA POSTERPETICA NEGLI INDIVIDUI IMMUNO-DEPRESSI VESCICOLE EMORRAGICHE SPESSO DISSEMINATE Lesioni zosteriformi Multipla Trigemino L1 Thoracic 4th nerve(T4) Thoracic 10th nerve(T10) Diagnosi di laboratorio Le manifestazioni cliniche della varicella o dello zoster, sono così caratteristiche che raramente si richiede la conferma in laboratorio. La diagnosi di laboratorio può essere richiesta solo in caso di manifestazioni atipiche, particolarmente nel caso di pazienti immunocompromessi. • Isolamento virale – raramente effettuato (richiede 2-3 settimane) • Identificazione diretta – osservazione al microscopio elettronico del fluido delle vescicole (non può distinguere tra HSV e VZV). Immunofluorescenza • Sierologia – la presenza di VZV IgG è indicativa di passata infezione ed immunità. La presenza di IgM indica un’infezione primaria recente. Terapia • Acyclovir • Vaccino vivo attenuato • Immunizzazione passiva Citomegalovirus • Il citomegalovirus è un β-herpesvirus • E’ il più grande di tutti i virus erpetici dell’uomo, con un genoma di 235 Kb • La caratteristica istologica dell’infezione da CMV è la cellula citomegalica ovvero cellula ingrandita che contiene una grossa e voluminosa inclusione intranucleare, densa basofila a “occhio di gufo”. • Dopo l’infezione primaria (contratta nell’infanzia o nell’adolescenza) il virus permane in forma latente per tutta la vita. Citomegalovirus L’infezione è spesso asintomatica nell’individuo immunocompetente, sia nell’infezione primaria che in quelle ricorrente. Sindromi simil-mononucleosica: febbre, linfoadenopatia, faringite. Grave negli immunocompromessi. Coinvolgimento di molti organi: polmonite, epatite, nefrite, retinite, encefalite. La sede dell’infezione primaria è multipla: cellule epiteliali delle mucose e ghiandolari, cellule linfoidi. La sede della latenza: monociti Farmaci efficaci: Ganciclovir: inibitore della sintesi del DNA virale, come terminatore di catena Foscarnet: inibitore della sintesi del DNA virale, come inibitore non competitivo Trasmissione: secrezioni 1 sangue 2 organi 3 3 Diffusione mediante secrezioni Diffusione ematogena 2 fibroblasti, cell muscolari lisce sangue lumen 1 Trasfusione e trapianto d’organo • La riattivazione dell’infezione da CMV assume un’importanza clinica nei soggetti immunocompromessi e nei trapiantati d’organo. • La riattivazione dell’infezione latente nel paziente trasfuso e nei trapiantati d’organo può decorrere asintomatica ma può anche manifestarsi con forme sistemiche o a prevalente localizzazione polmonare (polmonite interstiziale), epatica, cerebrale ed oculare (corioretinite). • Nei soggetti portatori di trapianto d’organo, la riattivazione di un infezione citomegalica latente o la trasmissione dell’infezione con l’organo del donatore, possono essere legate a fenomeni di rigetto. INFEZIONI DA CMV Soggetti sani: 90% asintomatica 2-5% Mononucleosi 5-8% Febbre e rialzo delle transaminasi Soggetti immunocompromessi: Polmonite Epatite Esofagite Colite Febbre protratta Donne in gravidanza: possibile trasmissione al feto, malattia da inclusi citomagalici. TRASMISSIONE AL FETO: 20- 40% se infezione materna primaria 2-3% se infezione materna recidivante INFEZIONE MATERNA PRIMARIA (quasi sempre asintomatica) 40% TRASMISSIONE 10-15 % SINTOMATICI ALLA NASCITA 10% NESSUN ESITO 90% SEQUENZE TARDIVE 85-90 % ASINTOMATICI ALLA NASCITA 5-15 % SEQUENZE TARDIVE 85-95 % NESSUN ESITO 3/1000 NEONATI HANNO PROBLEMI CLINICI LEGATI A CMV CONGENITO CMV DIAGNOSI DI LABORATORIO ADULTI IMMUNOCOMPETENTI INFEZIONE LATENTE: RICERCA lgG ACUTA: RICERCA lgM ISOL. VIRUS URINA PTS IMMUNOCOMPROMESSI MALATTIA DA CMV QUANTIZZARE IL VIRUS NEL SANGUE DONNE IN GRAVIDANZA INFEZIONE PRIMARIA: NEONATI SIEROCONVERSIONE lgM lgG A BASSA AVIDITA’ INFEZIONE CONGENITA: ISOLAMENTO NEI PRIMI 10 GIORNI Epstein-Barr virus (EBV). 1958 Burkitt descrisse un tumore nei bambini africani nelle zone endemiche da Malaria 1964 Epstein scoprì un herpesvirus nelle colture delle cellule tumorali. 1966 alcuni ricercatori americani scoprirono l’associazione di questo virus con la mononucleosi, e il carcinoma naso-faringeo. Patogenesi I linfociti B normali in coltura muoiono rapidamente, mentre EBV aggiunto in coltura trasforma una parte in linfoblasti che contengono il genoma virale e continuano a dividersi all’infinito. Questo processo è noto come immortalizzazione e ha delle implicazioni per il potere oncogenico del virus. In vivo, una volta infettata una persona presenta nei linfociti B il genoma del virus EBV per tutta la vita. INFEZIONI DA EBV SINDROME GRUPPO DI ETA’ OSSERVAZIONI MONONUCLEOSI INFETTIVA ADOLESCENTI, ADULTI GIOVANI LINFOMA DI BURKITT BAMBINI 4-12 aa AFRICA SUBSAHARIANA E NUOVA GUINEA CARCINOMA NASOFARINGEO ADULTI 20-50 aa CINA LINFOMA A Linfociti B BAMBINI E ADULTI COSMOPOLITA IN ALCUNE IMMUNODEFICIENZE EBV PRIMARIA 60% asintomatica nell’infanzia ( o modesta faringite) TRASMISSIONE ORALE REPLICAZIONE OROFARINGE (EPITELIO) REPLICAZIONE DOTTI GHIANDOLE SALIVARI INFEZIONE LINFOCITI B ( INF. LATENTE) Proliferazione autolimitante CIRCOLO SANG UIGNO VIRUS NELLA SALIVA 40% MI STIMOLI RIATTIVAZIONE ASINTOMATICA • L’infezione è accompagnata da un aumento degli enzimi epatici e da linfocitosi. • I segni clinici della MI sono causati dalla massiva risposta immunitaria che coinvolge i linfociti T citotossici diretti contro le cellule B infette da EBV. • Le cellule T limitano la crescita delle cellule B e promuovono la latenza nelle cellule B stesse. Sono necessarie per il controllo dell’infezione.(Guerra civile tra cellule B infettate da EBV e cellule T ad azione protettiva). • L’ infezione litica porta alla produzione di proteine di EBV, compresi gli antigeni precoci, gli antigeni capside virale e le glicoproteine degli antigeni di membrana. Diagnosi La diagnosi si basa sui sintomi e sui dati di laboratorio che permettono di escludere malattie da altri agenti come Toxoplasma gondii, Adenovirus e Citomegalovirus. I test sierologici dosano le IgG e le IgM dirette contro le componenti virali. antigeni EBV (derivati da diversi componenti del virus) antigeni VCA (derivati dal capside virale) sono utilizzati per rilevare anticorpi prodotti nella fase acuta dell’infezione antigene EBNA-1 è usato per rilevare IgG prodotte nella fase di convalescenza. antigene precoce D (early antigen D o EA-D) gli anticorpi compaiono nella fase acuta e, in genere, si riducono a livelli non dosabili dopo 3 - 6 mesi Stadiazione dell’infezione nel 5-10% dei casi, IgM contro le proteine del capside virale possono persistere per diversi mesi dopo l‘infezione. Evoluzione degli anticorpi durante la MI da EBV Mononucleosi infettiva diagnosi sierologica Ig G VCA Ig M VCA <5 <10 <5 Si in atto 80-1280 <10 5-10 Si pregressa 40 - 640 <10 20 - 320 5 – 20 Linfoma B 320 - 2560 <10 80 - 1280 10 - 1280 Carcinoma SNF 640 - 5120 <10 160 - 2560 80 - 1280 NO Ig G EBNA Ig G EA <5 5- 160 HERPESVIRUS UMANI TIPO 6 e7 HHV-6 Isolato per la prima volta nel 1986 Sembra implicato in due diverse sindromi: Roseola infantum( forma febbrile similinfluenzale con rash cutaneo). Linfoadenopatia negli adulti. Diagnosi: Ricerca degli anticorpi IgG e IgM (presenti a basso titolo). HHV-7 Isolato da cellule mononucleari nel sangue di individui sani. Roseala Infantum HHV – 6 DIAGNOSI ISOLAMENTO IN COLTURE di PBL IN PRESENZA DI MITOGENI E FATTORI DI CRESCITA. PCR per GENOMA SIEROLOGIA IIF usando le linee di PBL infettate con HHV-6 HHV - 7 -ISOLATO NEL 1989 dai PBL ATTIVATI DI INDIVIDUO SANO. - NON E’ STATA PROVATA L’ASSOCIAZIONE CON MALATTIE DELL’UOMO. (ISOLATO DA BAMBINI CON SINDROMI FEBBRILI ACUTE) - OMOLOGIA CON HHV –6 CIRCA 30% -CROSS -REATTIVITA’ ANTIGENICA CON HHV sieroconversione per HHV -6 Ac 82 -93% della popolazione – 6: si alza anche ac anti HHV -7 -SIEROCONVERSIONE TRA IL 1° E IL 2° ANNO DI VITA -il virus si isola dal 75% delle salive di adulti sani LATENZA cellule T CD4 + -recettore CD4 come HIV quindi riattivazioni molto frequenti HHV-7 DIAGNOSI EFFETTO CPE sui PBL SIMILE A QUELLO DI HHV-6 PCR per GENOMA VIRALE Sono stati identificati primer molto specifici SIEROLOGIA : non significativa Herpesvirus umano 8 HHV-8 • 1872- Kaposi descrisse 5 casi di sarcoma idiopatico della pelle. • Successivamente vennero descritti casi di patologia analoga che si manifestavano in persone prevalentemente di età avanzata. • Negli anni ‘70 si evidenziò una notevole frequenza di casi di sarcoma di Kaposi in Africa centrale. • Negli anni ’80 si evidenziò un notevole incremento di casi di sarcoma di Kaposi negli immunodepressi, sia se sottoposti a terapie immunosoppressive per trapianto d’organo sia soggetti affetti da HIV. • Nel 1994 Chang e Moore dimostrarono che frammenti di genoma di un herpesvirus denominato HHV-8 era presente nella quasi totalità dei casi di Kaposi. -gennaio 97: virus isolato in vitro in colture di linfociti B 16/17 geni studiati omologia con gammaherpesvirus omologia con HVS gammaherpesvirus disordine linfoproliferativo policlonale T fulminante nelle scimmie HVS HHV8 EHV2 EBV HHV7 HHV6 alphaherpesvirus HSV1 HSV2 EHV1 PRV HCMV betaherpesvirus VZV HHV-8 • HHV-8 è un γ-herpesvirus e ha un genoma di 165 Kb oggi completamente sequenziato. • • Il DNA virale è rilevabile nella quasi totalità dei casi di sarcoma di Kaposi nella lesione neoplastica, mentre è rilevabile nel sangue periferico con PCR solo nel 50% dei soggetti infettati. Kaposi’s Sarcoma