FEDERICO II Imperatore medioevale o sovrano moderno? Federico II • Ha suscitato giudizi contrastanti sia tra i suoi contemporanei sia tra gli storici moderni • 35 anni di regno (1215-1250) • Re dei preti e martello della Chiesa • Sultano battezzato e difensore della cristianità • “Stupor mundi” • Carattere distintivo: volontà di esercitare con spirito pragmatico l’autorità regia • Consapevolezza di riunire sotto il suo scettro entità politiche diverse (Germania, Regno Italico, Regno di Sicilia) • Politica duttile • Ma in ultimo finì logorato dalla lotta contro i comuni La sua concezione politica • Essa ha tre componenti: Araba Romana Cristiana Componente araba • Sente l’influsso della cultura araba • Si circonda alla sua corte di musulmani • Prende dall’Islam il rifiuto del ceto sacerdotale • Imperatore è vero rappresentante di Dio, suprema autorità politica e religiosa • Qualunque sacerdozio è subordinato Componente romana • Si ritiene erede dei cesari • In quanto tale è “lex animata”, cioè legge vivente, detentore supremo del diritto di fare le leggi • Egli è cioè la fonte del diritto Componente cristiana • Condivide Agostino: lo stato è voluto da Dio per correggere i peccatori • Lo stato è però anche strumento di redenzione • A capo di esso l’imperatore è nuovo Adamo, senza peccato che non ha bisogno della disciplina delle leggi • Egli è il Cristo, il nuovo Messia Il conflitto col Papato • Scomparso Innocenzo III, mostrò subito ad Onorio III di voler unire Impero e Regno • Nel 17 non partì per la crociata (che peraltro si interruppe subito) • Nel 1220 riuscì a farsi incoronare dal Papa in cambio della promessa di partire per la Crociata e di un aiuto contro gli eretici Sicilia • In Sicilia riorganizzò l’amministrazione in senso assolutistico • Riaffermò l’autorità regia contro privilegi feudali e autonomie cittadine • Avrebbe dovuto diventare il centro di un impero mediterraneo • Nel 31 emanò le Costituzioni Melfitane, codice organico di leggi Regno italico • Tentò la carta dell’accentramento amministrativo ma si scontrò con i Comuni e il Papato • Tentò di riprendere diritti imperiali caduti in disuso • Nel 26 convocò una Dieta a Cremona, filoimperiale, per riaffermare autorità sulla Lombardia • La Lega Lombarda impedì la riunione Rapporti col Papato • Nel 27 fu eletto Papa Gregorio IX, apertamente ostile al sovrano svevo • Federico, tollerante nei confronti dell’Islam, nel 28 partì per la crociata ma concluse un accordo col Sultano d’Egitto e si proclamò sovrano di Gerusalemme • Così venne scomunicato e nel 30 perdonato Germania • Fece ampie concessioni ai principi, indebolendo la corona e accelerando il processo di disgregazione dello stato • Combattè per 15 anni suo figlio Enrico, che gli si era ribellato (lo rinchiuse in un castello in Puglia) • Nominò suo figlio Corrado “re dei romani” nel 1236 Contro i Comuni • Tornato in Italia, battè la Lega Lombarda a Cortenuova nel 1237 e molte città passarono dalla sua parte • Altre però (Milano, Brescia) preparavano la riscossa, protette dal Papa • Quando conferì al figlio Enzo il titolo di Re di Sardegna Gregorio IX lo scomunicò (1239) ma F. reagì con le armi ottenendo una vittoria navale all’Isola del Giglio (41) Epilogo • Il conflitto si fermò per la morte di Gregorio • Innocenzo IV al Concilio di Lione (1245) lo processò e condannò come spergiuro, nemico della Chiesa, sospetto di eresia • Lo depose dall’Impero • Le forze anti-imperiali rialzarono la testa: fu sconfitto a Parma (48) e a Fossalta (49), ove suo figlio Enzo venne fatto prigioniero • Per una grave peritonite morì in Puglia nel 1250, presso Foggia • Fu l’inizio del declino dell’Impero • I suoi figli lottarono tra loro per il potere e finirono per dividere il Regno dall’Impero La cultura • Padroneggiava perfettamente 6 0 7 lingue, tra cui il greco e l’arabo • Conosceva il diritto romano • Nel 1224 fondò l’Università di Napoli, anche per favorire lo studio del diritto stesso La cultura • Accolse a corte poeti e letterati (Scuola Siciliana) • Scrisse nel 1232 una lettera ai dottori dello Studio di Bologna ancora oggi commovente • Dante lo condanna all’Inferno perché miscredente, anche se ne condivide la linea politica (canto X, cerchio degli eretici)