Livelli di formulazione strategica di un’organizzazione Livello corporate: è il livello della gestione centrale dell’impresa. Qui il top management sviluppa la strategia complessiva dell’organizzazione (Procter&Gamble, J&J,…). Livello SBU: Strategic Business Unit (SBU) porzione autonoma dell’organizzazione che commercializza un insieme di prodotti affini destinati ad un gruppo definito di clienti. Gestiscono gruppi di prodotti facendo riferimento all’omogeneità dei bisogni soddisfatti. Livello funzionale: insieme delle funzioni ovvero dei gruppi di professionisti specializzati per funzione (marketing, produzione, finanza,…) che operano, ciascuno per il tramite delle proprie capacità, per il bene della SBU e della corporate. Pianificazione di un’organizzazione Livello corporate: (Top Management) definisce la pianificazione strategica e l’entità delle risorse da assegnare a ciascuna unità operativa Livello SBU: dati gli obiettivi strategici, la SBU si organizza in un piano di attività operative. Livello funzionale: i responsabili delle diverse funzioni ricevono le direttive, gli obiettivi da raggiungere e il budget a disposizione La pianificazione di un’organizzazione è alla base del Piano di Marketing Piano di Marketing E’ un documento che consiste nella descrizione dettagliata delle attività di marketing che si intendono realizzare nel corso di un determinato periodo di tempo Piano di Marketing a lungo termine (2-5anni): non ha un contenuto dettagliato e specifico, è redatto di solito dal top management e delinea gli indirizzi guida per i piani di marketing delle SBU (annuali) Piano di Marketing annuale: contiene gli obiettivi di marketing specifici e le strategie per un determinato prodotto, per una linea di prodotti o per tutta l’SBU Valutare un Piano di Marketing Piano di Marketing approccio finanziario: in questo caso la bontà del PM viene valutata confrontando i risultati ottenuti dalla SBU in rapporto alle risorse impegnate per lo sviluppo di tali attività. Piano di Marketing approccio di responsabilità sociale: la bontà del PM viene valutata in rapporto a temi quali l’etica, l’integrità la sicurezza e il benessere dei lavoratori , la tutela dell’ambiente. Il P.M. e il Business Plan • Il P.M. viene realizzato annualmente o all’avvio di una nuova attività; • Il P.M. è diverso da un Business Plan (strumento destinato principalmente ad azionisti e investitori) che presenta, tra l’altro, una validità tra i 2-5 anni; • Il P.M. può essere annuale o con una durata compresa tra i 5 e i 10 anni; • Il Business Plan approfondisce anche temi di produzione, investimenti, struttura finanziaria, di organizzazione I piani marketing di L’ORÉAL I piani marketing di L’ORÉAL L’Oréal: leader mondiale nel settore cosmetica; fatturato: oltre 19 miliardi di € nel 2010 con crescita dell’11,6% rispetto all’anno precedente. Gruppo costituito nel 1909, presente in 130 paesi con vasto portafoglio marche Divisioni L’Oréal: •Consumer products: generano il 49% del fatturato e comprendono i prodotti di largo consumo distribuiti prevalentemente in GDO (Garnier, L’Oréal Paris, Maybelline New York); •Luxury Products: linee premium e lusso, tipicamente distribuiti nelle profumerie. Pesano il 23% sul fatturato (Lancome, Biotherm, Helena Rubinstein, Yves Saint- Laurent e marche gestite in licenza come Armani o Diesel) • Professional Products: prodotti per professionisti; compongono il 14% del fatturato (L’Oréal Professional, Kerastase, RedKen, Matrix) • Active Cosmetics: generano il 7% del fatturato e includono linee di prodotto a forte contenuto “salutistico” e “medicale”, distribuito presso farmacia. (Vichy, La Roche Posay, Inneov, SkinCeuticals e Sanoflore). •The Body shop: marca inglese nata nel 1976 conosciuta per i prodotti a base di ingredienti naturali distribuita in boutique monomarca I piani marketing di L’ORÉAL La direzione di marca internazionale si occupa di: • Definire lo sviluppo e la realizzazione del portafoglio prodotti con visione pluriennale e, in alcuni casi rispettando le esigenze della popolazione delle diverse macro-aree geografiche del mondo • Definire la comunicazione sui prodotti (concept, visual, testimonial, claim,…) da utilizzare con i diversi media • Comunicare le linee guida generali alle singole SBU La direzione di marca in ogni Paese si occupa di : • Valutare il potenziale del portafoglio prodotti nel mercato e contesto di riferimento e curare le leve del marketing mix di riferimento • Organizzare la distribuzione nei canali caratteristiche del Paese di riferimento di riferimento secondo le • Realizzare una strategia di comunicazione coerente con il modello internazionale e adeguata alla realtà di contesto • Garantire una reportistica continuativa verso la direzione internazionale Pianificazione, implementazione e controllo Pianificazione: identificazione delle linee guida, degli obiettivi, dei compiti e dei budget; output previsto=piano marketing Implementazione: creazione del marketing mix (marketing operativo); è la fase pratica in cui è necessario definire le azioni reali da compiere; output previsto=report risultati ottenuti Controllo: è una fase di monitoraggio periodico necessario ad individuare l’effettivo o parziale raggiungimento degli obiettivi. output previsto=report dei controlli effettuati Pianificazione: • analisi situazionale • focalizzazione prodotto- mercato • definizione del programma di marketing (marketing mix) Pianificazione: • analisi situazionale Analisi esterna Analisi interna E’ un’analisi utile a fare il punto della situazione, studiando i fattori esterni ed interni all’impresa che possono influenzarne la pianificazione; uno strumento è l’analisi SWOT Punti di forza Punti di debolezza Elementi positivi individuabili attraverso l’analisi della catena del valore dell’impresa, delle sue risorse e del suo valore Elementi negativi individuabili attraverso l’analisi della catena del valore dell’impresa, delle sue risorse e del suo valore Opportunità Minacce Elementi positivi individuati attraverso l’analisi del macroambiente, del settore, della concorrenza allargata e del sistema del valore del proprio settore e di altri Elementi negativi individuati attraverso l’analisi del macroambiente, del settore, della concorrenza allargata e del sistema del valore del proprio settore e di altri Pianificazione: • analisi situazionale • focalizzazione prodotto- mercato Definizione degli obiettivi di marketing e di prodotto: quali prodotti per quali mercati? Quali marche usare? Cosa mi aspetto dalle azioni di marketing pianificate? Stabilire i mercati obiettivo: segmentare il mercato in base a cluster omogenei (stessi bisogni e simile risposta agli stimoli), diverse azioni di marketing per diversi mercati Individuare i punti di differenza: quali sono le caratteristiche che distinguono i nostri prodotti da quelli della concorrenza? Posizionare il prodotto: creare nel consumatore un costrutto logico mentale che assegna alla marca o al marchio una posizione nella mente del consumatore Pianificazione: • analisi situazionale • focalizzazione prodotto- mercato • definizione del programma di marketing (marketing mix) Marketing mix (4P): •Product (prodotto) •Price (prezzo) •Promotion (comunicazione) •Place (distribuzione) Programma di Marketing Implementazione: • avviare le attività previste nella fase di pianificazione • sviluppare nel dettaglio il marketing mix per singolo prodotto o per linea di prodotto • stabilire chi fa che cosa e il timing Implementazione: avviare le attività previste nella fase di pianificazione: Le strategie previste (ad esempio a livello corporate) vanno implementate a livello di ASA, con attenzione ai ruoli dei responsabili interni alle organizzazioni e alle difficoltà produttive e/o distributive del singolo prodotto o della linea di prodotti; sviluppare nel dettaglio il marketing mix per singolo prodotto o per linea di prodotto: si raccolgono i dati e si sviluppa nel dettaglio il marketing mix per singolo prodotto o per linea di prodotti, sviluppando la cosiddetta “tattica di marketing” stabilire chi fa che cosa e il timing: nell’ASA si stabiliscono tempi e metodi di lavoro per raggiungere i macro-obiettivi fissati nella strategia e gli obiettivi specifici della tattica di marketing. Ogni componente dei team di progetto avrà uno o più compiti da svolgere in tempi dati Implementazione e Controllo 5. Implementazione e Controllo 5.1 Implementazione del Piano 5.2 Organizzazione di Marketing 5.3 Piano di Emergenza Implementazione e Controllo 5 Implementazione e Controllo In questo step possono essere sintetizzate le argomentazioni sull'implementazione del piano, le procedure di controllo, la programmazione temporale. Potrebbe essere utile per l'analista rivedere il commento testuale delle sezioni precedenti. Tale step, sebbene alla fine di una serie articolata di analisi, nella sequenza di stampa precede le singole fasi. Potrebbe quindi essere opportuno in questo step descrivere la natura delle disamine che si intende effettuare, anche se, di fatto, tali analisi sono state già effettuate 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Implementazione e Controllo 5.1 Implementazione del Piano Le Pietre Miliari sono eventi essenziali nella programmazione; fissare mete precise rende il Piano di Marketing reale e realistico, con attività specifiche e misurabili, e non solo un mero documento. Questo è il cuore del Vs. Marketing Plan. Si includano tutti gli specifici programmi possibili; si dia a ciascun programma un nome, un responsabile, una data di termine e un budget. Implementazione e Controllo PROGRAMMAZIONE TEMPORALE ANNUALE Bilanciamento aree 30 100 Predisposizione supporti 30 Creazione team di vendita 40 Studio delle aree 28 Calcolo potenziali 24 Assegnazione 30 Fissazione budget 31 Verifica 34 Verifica successiva 35 Bilanciamento aree 60 Fase finale 1/1/03 20/2/03 11/4/03 31/5/03 20/7/03 8/9/03 28/10/03 17/12/03 5/2/04 Controllo E’ una delle fasi più importanti che ha come obiettivo la verifica del giusto sviluppo del piano e del programma di marketing Tra le tecniche di analisi c’è la microanalisi delle vendite: • caratteristiche del cliente:profilo demografico, peso sul fatturato, motivazione di acquisto e canale d’acquisto; • caratteristiche del prodotto: modello dimensioni della confezione e variante; • area geografica; • dimensioni dell’ordine; • …. Questo tipo di analisi è spesso usata per l’analisi della redditività (contributo dei canali e delle aree geografiche al fatturato dell’impresa); spesso tale analisi conferma la regola dell’80/20 (il 20% dei clienti determina l’80% dei ricavi e dei profitti) Key Performance Indicators •Town Center Health •Town Center Progress •Optional Town Specific Indicators Town Center Health •Retail Vacancy •Demand for Town Center Property •Retail Sales (fatturato) Town Center Progress •Visite al TCM •Parcheggio •Trasporto pubblico •Crimini, sicurezza e protezione •Varietà dell’offerta (in particolare per le attività e in genere “per ogni strada” del TCM) •Attrezzature pubbliche, manut.strade, attrez.per bisogni particolari Optional Town Specific Indicators •Attività del TCM (eventi di animazione, promozione, comunicazione in genere per un anno da raccogliere in pubblicazioni) •Turismo (flussi) •Economia “della notte” Non esiste un unico Piano di Marketing Differenziare per destinatari e obiettivi: • Un piano destinato all’interno dell’organizzazione sarà comunicato con un linguaggio specifico; • Un piano destinato all’esterno dell’organizzazione dovrà contenere le informazioni utili ai portatori di interesse esterni all’impresa. Differenziare per tipo di organizzazione e per livelli di complessità: • Il piano di una piccola impresa mira alla soddisfazione dei clienti di un mercato circoscritto; • Nel caso di una multinazionale è necessario sviluppare una gerarchia di piani: dal livello corporate, al livello ASA, al singolo prodotto. Problematiche e ostacoli alla pianificazione • • • • • Management dell’impresa approssimativo Mediocrità diffusa nell’impresa Sistemi impresa dipendenti dalla burocrazia, politicizzati o poco disponibili Assenza di cultura del cliente Limitata informazione interna Opposizione alla pianificazione formale • La mancanza di informazioni – Non abbiamo informazioni sufficienti per una previsione corretta – Non si riescono a (è impossibile) ottenere informazioni • L’inutilità della previsione – La realtà continua a cambiare quindi non serve pianificare • La rigidità del piano – Il piano marketing può aumentare la burocrazie e ridurre la flessibilità • La particolarità della situazione – La nostra è una situazione particolare, diversa dalle altre Domande frequenti dei destinatari esterni • L’idea presentata è valida? • Il bene/servizio proposto possiede qualche caratteristica unica o distintiva che lo possa distinguere dalla concorrenza e dai prodotti/servizi sostitutivi? • Esiste un mercato ben definito per tale bene/servizio? • Le proiezioni finanziarie sono realistiche e positive? • Il management e il personale tecnico sono validi? Hanno esperienza nel settore nel quale devono operare? • Nel piano viene descritto chiaramente il modo in cui il capitale ottenuto verrà restituito insieme ai frutti che avrà il prodotto? Elementi del Piano Marketing • • • • • • • • • • • • Riassunto Descrizione dell’azienda Piano strategico Analisi della situazione Descrizione del prodotto mercato Strategie e tattiche di marketing Proiezioni finanziarie Struttura dell’organizzazione Piano di implementazione Valutazione e controllo Appendice sulle figure chiave dell’azienda Dettagli su altri aspetti Consigli redazionali • Usare uno stile diretto senza cadere nel linguaggio gergale; • Esporre i concetti in modo positivo ma evitando di enfatizzare con “superlativi”; • Usare schemi, fotografie, grafici ed elenchi puntati per sintetizzare i concetti e favorire la comprensione; • Escluse le proiezioni finanziarie o le appendici, il piano può essere lungo circa 15-35 pagine; • Le dimensioni di stampa devono essere adeguate come anche i caratteri di scrittura devono essere leggibili.