Corso di Scienza Politica SPO Prof. Luciano M. Fasano Università degli Studi di Milano Dipartimento Studi Sociali Politici Autoritarismo “un sistema politico con pluralismo limitato e non responsabile, senza una elaborata ideologia guida, ma con mentalità caratteristiche, senza mobilitazione politica estesa o intensa, tranne che in alcuni momenti del suo sviluppo, e con un leader, o talora un piccolo gruppo, che esercita il potere entro limiti formalmente mal definiti, ma in realtà abbastanza prevedibili” (Linz, 1964) La mobilitazione politica è bassa non vi è autonomia né indipendenza della società civile nelle fasi di maggiore stabilità del regime autoritario si tende a tenere le diverse espressioni sociali fuori dalla politica quando esiste, si tratta di mobilitazione «dall’alto», con conseguente debolezza (o assenza) delle strutture di mobilitazione efficaci apparati di smobilitazione, nella maggior parte dei casi connessi alle strutture dei servizi di sicurezza Pluralismo limitato • l’esistenza di una coalizione dominante composta da più attori (istituzionali e/o sociali politicamente attivi, come esercito, burocrazia, l’eventuale partito unico, la Chiesa, gruppi industriali e/o finanziari, proprietari terrieri, sindacati o strutture economiche transnazionali) • sono attori che operano in assenza di competizione politica e che spesso acquistano un significato puramente simbolico, volto alla legittimazione “di facciata” del regime Coalizione dominante • uso sistematico degli apparati di repressione poliziesca • ricorso, con chiari intenti di legittimazione, alle mentalità caratteristiche • la coalizione dominante normalmente si mostra relativamente più coesa di una coalizione di governo di un regime democratico (soprattutto rispetto all’intesa finalizzata all’emarginazione di gruppi e attori concorrenti) • Sebbene la coalizione dominante possa, nel corso del tempo, subire dei mutamenti Mentalità caratteristiche • Mentalità caratteristiche sono atteggiamenti di stampo intellettuale orientati alla evocazione di alcuni valori, più o meno ambigui, sui quali si ritiene sia piuttosto facile ottenere il consenso di attori diversi. Valori quali dio, patria, famiglia, ordine, nazione • sono largamente accettabili anche da strati piuttosto ampi della popolazione, soprattutto in situazioni di crisi (come di solito sono quelle che precedono l’instaurazione autoritaria) Limiti del potere formalmente mal definiti • prevedibili,sebbene nei limiti di regole ambiguamente intese, permettono a chi governa di esercitare il proprio dominio con una certa discrezionalità • differentemente da quanto accade: a) nei regimi democratici, dove vige la certezza del diritto; b) nello stato totalitario, dove è il leader e le sue strutture ad imperversare con la massima arbitrarietà Le differenze con i regimi Totalitari • a)totale assenza di pluralismo: monismo politico, governo del partito unico, occupazione pervasiva delle strutture dello Stato da parte del partito • b)presenza di un’ideologia articolata e precisamente definita, finalizzata alla legittimazione del regime ed alla sua preservazione come unico orizzonte possibile per la società • c)mobilitazione«dall’alto»: ritualistica, a sostegno del regime stesso, del partito e del suo leader Le differenze con i regimi Totalitari • d)presenza di un leader o di un piccolo gruppo al vertice del partito unico (stretta identificazione fra leader e partito unico, tra partito unico e Stato) • b)assenza di limiti all’esercizio del potere da parte del leader (universo concentrazionario e terrore totalitario) Ideologia • “nucleo progettuale […] di trasformazione totale della realtà sociale” • «terrore totalitario»: individua “nemici potenziali”, “nemici oggettivi”, “autori possibili di delitti”, “traditori” • « universo concentrazionario»: elevata quantità di persone coinvolte; è una struttura politica di sradicamento del tessuto sociale (del resto, scopo dell’ideologia totalitaria è anche l’annullamento della società nella politica di regime) Imprevedibilità del potere • nel regime totalitario la sanzione del potere è del tutto imprevedibile • può colpire qualsiasi aspetto della vita sociale, anche quelli che direttamente non sembrano implicare considerazioni di ordine politico • ogni cosa può diventare oggetto di un giudizio politico e ogni cosa può essere intesa dal leader e dal partito unico come uno strumento di sedizione e sovvertimento del regime Mobilitazione politica • la mobilitazione politica è alta, contraddistinta da eventi ritualizzati ad elevato contenuto simbolico e finalizzati alla legittimazione (quasi sacrale) del regime • gli obiettivi della mobilitazione, inoltre, sono di profonda trasformazione rispetto alla realtà precedente, ed è proprio in tal senso che si può parlare di “istituzionalizzazione del disordine rivoluzionario” • l’instabilità permanente serve al regime per ribadire lo stato di rivoluzione che si invera nella vita sociale quotidiana Casi di Totalitarismo • il totalitarismo di sinistra dell’URSS stalinista e il totalitarismo di destra della Germania hitleriana • URSS: contraddistinto da una cultura politica di stampo internazionalista, con obiettivi di profonda trasformazione della società, caratterizzata da un ricorso mitologico e strumentale alla logica della “democrazia popolare” priva di connotazioni xenofobe e/o razziste Casi di Totalitarismo • TERZO REICH: contraddistinto da una cultura politica di stampo nazionalista, con obiettivi di limitata trasformazione sociale, pronta a sottolineare il ruolo carismatico del leader e dell’élite di regime, con forti connotazioni xenofobe e razziste, con un ruolo decisivo delle organizzazioni di stampo paramilitare a sostegno del regime Casi di Totalitarismo • Cina di Mao • Cuba di Fidel Castro • Vietnam del Nord • Romania di Ceausescu • Italia fascista:regime autoritario, con alcuni elementi tipicamente totalitari (gli storici la classificano come un regime totalitario che, al confronto con la Germania di Hitler, presenta caratteristiche che ne indeboliscono l’appartenenza a quel tipo ideale) Totalitarismo: origini di un concetto • metà degli anni ’20, in Italia, all’indomani dell’affermazione del regime fascista • si inizia a parlare di “totalitarismo” come nuova forma di stato contrapposta in chiave apprezzativa allo stato liberale moderno • L’espressione è presente nella voce «fascismo» dell’Enciclopedia Italiana (1932), sia nella parte scritta dal filosofo Gentile, sia in quella redatta personalmente da Mussolini • È definita come una forma di stato in cui “un partito governa totalitariamente una nazione” Letteratura sul Totalitarismo • l’espressione si è consolidata in riferimento a tutte le dittature monopartitiche, sia quelle di destra che quelle di sinistra • George H. Sabine (1934), nella voce «stato» dell’Encyclopaedia of the Social Science • Carlton H. Hayes (1940), in un simposio sullo «stato totalitario», nei Proceedings of American Philosophical Society • Sigmund Neumann (1942) nel volume The Permanent Revolution Sul Totalitarismo: Arendt • il “totalitarismo” è forma di dominio del tutto nuova, poiché non si limita a distruggere le capacità politiche dell’uomo, ma tende alla distruzione anche di gruppi e istituzioni intorno ai quali si realizza la sfera di vita privata dell’uomo stesso • il totalitarismo è una vera e propria trasformazione della natura personale umana, un fenomeno politico con il quale si genera un universo sociale e simbolico nuovo, un mondo fittizio logicamente coerente in sé, che tende a plasmare ogni sfera dell’agire, fino a quelle più direttamente connesse all’esperienza personale di stampo individuale Sul Totalitarismo: Arendt • il terrore totalitario si esprime nel partito unico, le cui diramazioni funzionali operano la sincronizzazione ideologica di gruppi e istituzioni sociali, con la conseguente politicizzazione anche delle aree più remote dalla politica (come sport e tempo libero) • la polizia segreta, utilizzando la pratica della delazione del prossimo, genera una situazione pervasiva di totale sorveglianza della popolazione • le strutture amministrative dello stato si moltiplicano, dando luogo ad un intrico contraddistinto da «assenza di struttura» (da cui l’imprevedibilità del potere) Sul Totalitarismo: Arendt • la volontà del capo è la sola fonte della legge, così come il capo è l’esclusivo depositario della promessa fondamentale del regime, cosa che trova corrispondenza nel fatto che soltanto lui può interpretare e modificare del tutto arbitrariamente i contenuti dell’ideologia • La stessa polizia segreta è completamente assoggettata alle volizioni del capo: forte è quindi, a fianco del terrore totalitario e dell’ideologia totalizzante, il ruolo giocato dalla personalizzazione del regime nella figura del dittatore Sul Totalitarismo: Friedrich e Brzezinski • 1) un’ideologia ufficiale, che pervade tutti gli aspetti della vita dell’uomo • 2) un partito unico di massa, sotto la guida di un capo, strutturato in modo gerarchico, in condizioni di commistione con gli apparati amministrativi dello stato • 3) un sistema di terrorismo poliziesco, nelle mani esclusive del capo, che appoggia e al tempo stesso controlla il partito, ed è diretto a colpire i nemici acquisiti del regime, ma anche gruppi e persone oggetto di persecuzione dal capo Sul Totalitarismo: Friedrich e Brzezinski • 4) un monopolio tendenzialmente assoluto dei mezzi di comunicazione di massa (stampa, radio, cinema, televisione) • 5) un monopolio tendenzialmente assoluto dell’uso della forza organizzata (passaggio dall’esercito al partito) • 6) una centralizzazione dell’economia con la coordinazione burocratica (e, talvolta, in chiave corporativa) di tutte le unità produttive, che perdono così la loro indipendenza