Diapositiva 1 - Tecnologie autonome nella didattica. Verso la

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Progettazione educativa
•B. Q. Borghi, L. Guerra, 2012, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
•C. Monaco, Zero Tre. Che cosa fanno i bambini al nido, Infantiae.org
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello individuale
• Per quanto attiene all'aspetto soggettivo o
individuale dell'educazione, cioè al processo
che fa di ogni soggetto un 'uomo', ovvero un
soggetto che ha acquisito i caratteri completi
della propria specie, è opportuno sottolineare
che esso ingloba (in forma dialettica) almeno
quattro momenti: 1. la crescita biologica,
2. l'inculturazione, 3. l'apprendimento,
4. la formazione.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
educazione
inculturazione
formazione
apprendimento
tempo
crescita biologica
crescita biologica
• La crescita biologica è relativa allo sviluppo
dell'organismo e delle sue potenzialità; segue tempi e
forme fissi e universali, in quanto biologici. È
regolata da leggi pressoché invarianti e costituisce la
base di ogni processo educativo: un punto di partenza
e un condizionamento in relazione all'azione
educativa. Essa riguarda sia il corpo sia la psiche, che
maturano secondo loro ritmi e modalità (di cui ci
informano la biologia umana, l'antropologia fisica, la
medicina) e che devono essere attentamente studiati
dalla pedagogia (biopedagogia e psicopedagogia).
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
inculturazione
• L'inculturazione è un processo sociale volto a favorire
la socializzazione dell'individuo attraverso
l'assimilazione di comportamenti, credenze, pratiche
di vita, […] che danno al soggetto una visione di sé,
della società, del mondo e, al contempo, una precisa e
determinata identità. Tale processo avviene attraverso
l'esempio e l'abitudine: si assorbono forme di vita
presenti nell'ambiente in cui il soggetto cresce e si
vengono a formare abiti mentali, strutture della
personalità di base, modelli interiorizzati.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
apprendimento
• Con l'apprendimento siamo invece al livello di assimilazione di
saperi e di tecniche, di linguaggi specifici, di codici determinati,
di conoscenze e pratiche formalizzate.
Si entra nel campo di un'educazione formale, definita e
programmata, che si impone nelle società complesse e che
occupa un suo preciso spazio sociale, la scuola, il quale si
organizza secondo proprie finalità e si fa sempre più un momento
cruciale dell'educazione, fino a divenire, nella società moderna e
contemporanea, la forma guida dei processi di educazione. Nella
scuola si apprendono saperi con lessici, regole, tecniche specifici,
allenandosi sia a distinguerli sia a intrecciarli, secondo una serie
di tappe che si fanno via via più ricche e complesse e
coinvolgono saperi sempre più specializzati e formalizzati.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
formazione
• La formazione si pone come punto di arrivo dell'inculturazione
e dell'apprendimento […]. Essa, in senso stretto, è la
maturazione culturale e umana dell'individuo che si compie
attraverso una sintesi organica (e funzionale) dei saperi, delle
tecniche ecc., e un'assimilazione libera (critica) della cultura di
un gruppo, di un popolo, di una società, rendendo così
l'individuo il protagonista attivo e responsabile, quindi anche
autoregolato, di tale processo. E’ presente il principio secondo
il quale ci si fa autenticamente e completamente uomini e
donne solo quando la cultura e i saperi sono rivissuti e
organizzati in una dimensione personale, che di questi
rappresenta un'interpretazione e una sintesi attiva e vitale.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
A livello sociale
• L'educazione è connotata a livello sociale da un insieme
di istituzioni che ne gestiscono i processi e ne
controllano la continuità storica, si fanno depositari delle
pratiche e dei saperi che regolano gli interventi rivolti alla
intercvulturazione, all'apprendimento e alla formazione,
in funzione della riproduzione di una società nel suo
complesso, con le sue pratiche, i suoi saperi, le sue
ideologie. L'aspetto sociale e istituzionale dell'educazione
è un po' la faccia complementare rispetto alla visione
individuale dell'educazione, che la completa.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
Educazione: quando[1]
• educazione nell’infanzia
– educazione nelle strutture destinate alla prima infanzia
(asili nido)
– educazione nelle strutture per la seconda infanzia (scuole
materne)
– educazione nelle strutture per la terza infanzia (primaria)
• educazione ………….
• educazione degli adulti
da http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione/
Educazione: quando[2]
• l’educazione degli adulti si propone
l’alfabetizzazione di quanti non hanno
raggiunto un adeguato livello di istruzione, il
completamento dell’educazione di base e di
quella formazione professionale necessaria a
un inserimento funzionale nel lavoro, la libera
fruizione della scienza e delle opere d’arte e di
quant’altro costituisce il patrimonio culturale
di una comunità.
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione/
Educazione: quando[]
• in modo contemporaneo rispetto all’età
tradizionalmente soggetta a educazione
intenzionale e istituzionale e anche a quella per
adulti, esistono percorsi di “sostegno e recupero”
(comunità per minori, istituti di pena, …)
• lungo tutta la vita, esistono anche dei percorsi
educativi non intenzionalmente predisposti,
collegati alla vita quotidiana (percorsi informali) e
l’educazione di ciascuno di noi è una sintesi fra
percorsi intenzionali e informali.
educazione
inculturazione
formazione
apprendimento
tempo
crescita biologica
………
tempo
nido
s. infanzia
crescita biologica
primaria
……
quindi
• a livello individuale:
– i quattro processi sopra esaminati sono tra
loro integrati e strutturano la nozione di
educazione, la quale vive dialetticamente fra
universalità e unicità;
– dialettica e bilanciamento fra valori di una
educazione uguale per tutti (universalità) e
una regolata da ritmi ed esigenze personali
(unicità)
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
nido
In particolare, la cultura pedagogica
•individua l’asilo nido come luogo di rispetto assoluto
della diversità dei propri utenti; deve essere il luogo della
massima valorizzazione delle specificità del singolo
bambino (originalità dei bisogni, motivazioni, percorsi di
apprendimento)
•ma deve assicurare a tutti l’accesso a quelle competenze
che possano garantire un altro principio fondamentale,
che si affianca a quello della diversità, quello
dell’uguaglianza
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
nido
Occorre saper mediare fra le due posizioni: quella
che predilige la ‘diversità’ e quella che predilige
l’’uguaglianza’.
Accettare la diversità può significare bloccare il
singolo all’interno delle sue specificità ed
originalità psico-fisiche, e può significare
rinunciare ad articolare un rapporto basato su
qualità di esperienze che possono essere proposte
dall’adulto, dall’ambiente, dagli oggetti che lo
circondano.
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
nido
Percorrere parallelamente e complementarmente le strade
della ‘diversità’ e dell’’uguaglianza’ significa garantire un:
1. diritto ad un percorso di uguaglianza che deve essere
fornito; il nido deve avere un proprio ‘percorso formativo’
che va progettato e che deve tendere a fornire a tutti una
“alfabetizzazione” per poter divenire un cittadino
nell’attuale società;
2. e un diritto ad un percorso personale (diversità); vuol dire
che il bambino deve poter maturare le proprie esperienze
in modo autonomo rispettando le sue specifiche curiosità,
i suoi ritmi, il suo stile cognitivo. Deve poter utilizzare le
proprie modalità di crescita.
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
mito della fabbricazione
• il fine dell’educazione non è mettere ordine e
ammaestrare secondo nostri criteri che non rispettino
quelli di coloro che stanno crescendo;
• dobbiamo dunque pensare l’educazione come pratica
di libertà e abbandonare il mito della fabbricazione
delle persone;
• un principio dovrebbe guidare l’azione educativa e
cioè: evitare di pensare che, per il bene dei ragazzi,
è bene che loro facciano quello che noi pensiamo
sia bene che loro facciano.
(*)http://www.emiroagesci.it/wp-content/uploads/2010/11/lucisano.doc; Lucisano P. (a cura), Didattica e conoscenza, Carocci, 2012 , pag. 17-19
quindi
• sullo sfondo di un approccio contrario
alla fabbricazione, rifiutando il tentativo
di omologare e rispettando le specificità
individuali, cercando, comunque, di
garantire il diritto all’uguaglianza,
occorre progettare itinerari che si basino
su un giusto equilibrio fra diversità e
bisogno di uguaglianza
nido
Sono saperi che guidano
•alla progettazione educativa
•alla progettazione didattica
Saperi dell’educazione al nido
• Rimandano a significati quali:
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
armonia
tranquillità
serenità
significatività
funzionalità
benessere
regole
sicurezza
sviluppo, evoluzione
inserimento
relazione
integrazione
raggruppare
comunicare
socializzare
…………….
“organizzare un ambiente
significativo, caldo,
accogliente, dove il
bambino possa vivere con
serenità […] e possa
esprimersi e svilupparsi
completamente”
(Lombardi, L’avventura di crescere insieme, junior)
nella progettazione in un nido, si possono
individuare due profili:
• profilo educativo (progettazione educativa)
cui spetta il compito di organizzare il contesto
educativo;
• profilo didattico (progettazione didattica) cui
è affidata la gestione dei ‘contenuti’ e la
conduzione dei percorsi formativi collegati ad
essi
progettazione educativa
In particolare
la progettazione educativa si interessa:
•di strutturare le sezioni,
•di organizzare gli spazi e i tempi,
•di dotare il nido (gli spazi) di strumenti/materiali,
•del rapporto con le famiglie e con il territorio,
•delle modalità di inserimento dei bambini,
•delle iniziative per la continuità verticale,
•dell’organizzazione funzionale del collettivo.
progettazione didattica
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
La progettazione didattica
rappresenta l’organizzazione dell’
“insieme dei momenti, degli strumenti e
delle attività utilizzate dagli [educatori]
per definire e gestire i percorsi
formativi intenzionalmente proposti ai
bambini.”
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
• non è una suddivisione rigida; sono due profili strettamente
connessi
educativa
didattica
• ad esempio lo sviluppo di attività (didattiche) implica
strutturare uno spazio in modo opportuno e con materiali
opportuni (non posso sviluppare una attività sul
galleggiamento se nel mio spazio di lavoro non ho una
bacinella con dell’acqua)
Le sezioni
Suddivisione in sezioni; in genere fra ‘lattanti’ ed
altri (semidivezzi, divezzi).
E’ condivisibile la necessità di individuare una
sezione esclusivamente per i lattanti (o comunque
bambini fino ai 12/14 mesi), tenendo presente:
•
la peculiarità dei ritmi veglia/riposo,
•
l’alimentazione, l’igiene,
•
la minore autonomia nella deambulazione
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
Le sezioni
Per gli altri bambini medi (semidivezzi, 2 anni circa) e
grandi (divezzi, 3 anni circa) le sezioni possono essere
organizzate in orizzontale, raggruppando i bambini in
base all’età oppure in verticale inserendo nella stessa
sezione semidivezzi e divezzi. La scelta dell’una o
dell’altra ha dei vantaggi:
le sezioni orizzontali presentano una maggiore
omogeneità di ‘competenze’ e quindi la pianificazione
didattica è indirizzata in modo omogeneo a tutta la
sezione;
le sezioni verticali possono valorizzare la dimensione
dell’emulazione tra ‘piccoli’ e ‘grandi’ e presentare una
più vasta gamma di esperienze; rimane l’esigenza di
prevedere momenti di attività specifiche per le diverse
età
Spazi
si individuano degli spazi di sezione e,
internamente a ciascuno di essi, spazi strutturati
(angoli con opportuni arredi e materiali)
angoli nei quali i gruppi di bambini possano
sviluppare le attività previste;
possono esistere ulteriori spazi dove i piccoli si
aggregano con autonoma scelta
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
Spazi
sezione
angolo
strutturato
angolo
strutturato
angolo
strutturato
spazi dedicati alle attività; ad
esempio: movimento,
comunicazione, conoscenza
della natura, ....
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido, Laterza
• perché esistono gli angoli?
• perché si strutturano in modo opportuno e
con materiali opportuni questi angoli?
• questi angoli sono coerenti con le varie
“facce” dello sviluppo del bambino che
sono delle aree dello sviluppo che le
educatrici scelgono di prediligere e/o
combinare
• una scelta abbastanza diffusa individua le
seguenti aree:
– motoria; comunicazione e linguaggi; cognitiva;
il sé e l’altro
• un’altra scelta è un percorso di continuità con la
scuola dell’infanzia, attraverso un piano di
intervento per campi di esperienza. Gli attuali
campi di esperienza nella scuola dell’infanzia
sono:
– il sé e l’altro; il corpo e il movimento;
immagini, suoni, colori; i discorsi e le parole;
la conoscenza del mondo
Spazi
Non esiste, necessariamente, una
sovrapposizione fra sezioni e spazi.
Nel nido possono esistere, ad esempio,
due sezioni e un unico grande spazio
dove esistono diversi angoli che
vengono utilizzati dai bambini delle
diverse sezioni
Tempi
l’organizzazione dei tempi generalmente prevede
alternanza fra tempi per le routine, tempi attività,
tempi per il gioco libero
le fasi per le routine prevedono: le routine
dell’ingresso
e dell’uscita, dell’alimentazione
(merenda e pranzo), dell’igiene, del riposo
le routine si riferiscono all’organizzazione della
giornata del bambino. L’individuazione di elementi
fissi (la giornata è scandita in modo uguale, il
‘sottostare’ a rituali riconoscibili [l’entrata, il gioco, le
attività, il pasto, il sonno, l’uscita]) rappresenta una
garanzia di stabilità e, in quanto tale, sicura
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
le routine
le routine acquisiscono importanza anche perché
rappresentano momenti specifici di rapporto anche
‘fisico’ fra adulto e bambino (interazioni del ‘fasciatoio’)
e con significati affettivi (la svestizione all’ingresso
come distacco dal genitore)
le routine si riferiscono anche alla ripetitività che
diviene regola nei vari appuntamenti della giornata; ad
esempio nel pranzo i bambini possono assumere,
secondo i propri tempi, le regole del pranzo:
•lo stare seduti
•l’aspettare il turno
•l’alzarsi
•il susseguirsi delle portate
•……………
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
inserimento e routine
•
•
inserimento:
– colloquio,
– inserimento
routine
– accoglienza,
– cambio,
– pasto,
– riposo,
– commiato.
giornata
inserimento
inserimento[1]
• “Riguarda la necessità di garantire
un’integrazione soffice (il più possibile serena
e progressiva) del bambino nel servizio, di
effettuare l’inserimento limitando al massimo
le inevitabili lacerazioni connesse con il
brusco cambiamento del contesto di vita, con
la separazione forzata dalle figure familiari
[…], con la convivenza quotidiana con nuove
figure di adulti e di coetanei”
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
inserimento
inserimento[2]
due possibilità:
• gradualità dell’inserimento: all’inizio poche ore, poi
metà giornata e soltanto quando il bambino si è
abituato alla nuova situazione viene inserito per
l’intera giornata; il percorso può durare alcune
settimane;
• far permanere nell’asilo nido un genitore (in genere la
mamma), secondo un calendario che ne prevede una
presenza calante
Tutte e due le soluzioni prevedono l’inserimento al nido
per gruppetti per evitare un affollamento (2° soluzione) e
per evitare un clima pesante (1° soluzione)
inserimento
inserimento[3]
è compito della progettazione educativa determinare
tempi e metodi dell’inserimento ed è necessario tener
presente alcune considerazioni:
• ricordare che l’inserimento riguarda anche il genitore;
potrebbe essere maggiormente un problema per i
genitori. La serenità del bambino può dipendere
anche da come il genitore vive l’inserimento; se è
stato rassicurato, informato sulla vita nel nido, come
elabora il distacco dal figlio. I tempi iniziali di
permanenza del genitore potrebbero essere più
funzionali alla serenità del genitore che a quella del
bambino;
inserimento
inserimento[ ]
• tener presente che l’inserimento non è solo
riferito al distacco e all’incontro con nuovi
coetanei e nuovi adulti, ma anche a nuove regole,
nuovi spazi, nuovi tempi. L’accettazione di
ciascuno di questi è un problema particolare
rispetto al problema complessivo dell’inserimento;
• l’inserimento necessità di progressività e
prudenza ma anche di chiarezza e di decisione;
non sono positive situazioni di integrazioni
‘dubitative’ (solo per provare) che spesso
nascondono un futuro ritiro del bambino
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
inserimento
preparazione all’inserimento[1]
il colloquio con i genitori prima dell’inserimento
• colloquio: l’inserimento è (è bene che sia)
accompagnato da un colloquio individuale con i
genitori del bambino. Il colloquio verte sulle
– abitudini familiari del bambino come il pasto,
il gioco, le prestazioni motorie,
– lo stato generale di salute, il sonno, la dieta;
….
• l’educatore informa i genitori dell’organizzazione
della giornata del bambino al nido
inserimento
preparazione all’inserimento[2]
il colloquio con i genitori prima dell’inserimento
quindi sono presenti due esigenze:
• la necessità dell’educatore di raccogliere informazioni
utili per un adeguato inserimento del bambino nel
servizio
• il bisogno del genitore di ricevere informazioni
sull’organizzazione dell’asilo nido e sul contesto nel
quale il proprio figlio sarà inserito;
• occorre stabilire un reciproco rapporto centrato sul dare
informazioni, materiali di documentazione, ..[dal nido ai
genitori] e ricevere informazioni, conoscenze pti di vista,
opinioni personali, desideri, preoccupazioni, .. [dai genitori
al nido]
fasi del colloquio
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
inserimento
preparazione all’inserimento[4]
il colloquio con i genitori prima dell’inserimento
Il colloquio si può sviluppare in tre fasi
1. fase di preparazione finalizzata a creare un clima di
fiducia; modi sicuri e rilassati per dare l’impressione di
educatori preparati; atteggiamento improntato all’ascolto
e al fornire informazioni sincere;
2. fase del colloquio; domande e risposte; seguire una
scaletta con una certa flessibilità, lasciando libero il
genitore di operare approfondimenti, di presentare propri
punti di vista, di fare digressioni liberamente;
3. fase finale: predisposizione di una registrazione in una
scheda compilata delle notizie più rilevanti
routine
accoglienza
•
•
•
•
accoglienza con il massimo di attenzione e affetto,
i genitori possono accompagnare nelle varie sezioni i
bambini dopo averli, in appositi spazi, svestiti e rivestiti
con la tutina del nido,
i bambini di norma cercano i propri amici o un pto di
riferimento in cui possano trovare sicurezza personale e
fiducia,
l’educatrice offre sicurezza e affetto al bambino facendo
capire che il distacco della mamma è sostituito da altre
persone sicure; occorre non vivere con routine questo
momento di routine.
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
routine
accoglienza
i genitori hanno diversi atteggiamenti:
• chi si avvicina all’educatrice,
• chi attende vicino alla porta e fa entrare il
bambino da solo,
• chi fa scegliere l’angolo al bambino
• l’educatrice tiene conto delle esigenze dei
genitori ed offre un sostegno: l’accoglienza è
anche per i genitori
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org
Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org
Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org
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routine
cambio
• i bambini vengono cambiati a orari
determinati dall’educatrice e tutte le altre
volte che si renda necessario
• il cambio viene effettuato in appositi locali
appositamente predisposti con fasciatoi,
vasche, docce, lavandini bassi; a
disposizione: sapone, latte detergente,
creme, asciugamani
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org
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routine
pasto
• i bambini vengono riuniti nella sala da pranzo e viene
somministrato loro il pranzo, tenendo conto delle diete
individuali anche in base a indicazioni pediatriche
• per quanto riguarda i bambini medi e grandi
(semidivezzi, divezzi) il pranzo in genere viene
consumato insieme
• l’educatrice pranza con i bambini
• durante il pasto i bambini sono invitati all’autonomia ma
si è pronti ad aiutarli all’occorrenza
Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org
routine
riposo
per i più grandi:
• dopo il pranzo un po’ di gioco ed il cambio; ogni bambino ha il
proprio letto;
• alcuni si addormentano da soli, altri hanno bisogno
dell’educatrice vicino;
• un’educatrice è con loro nella stanza per rassicurare chi si
sveglia;
• al risveglio possono vestirsi da soli, quelli medi sono aiutati;
• è importante predisporre nella camera da letto un pannello con
tasche dove ciascuno può deporre propri animali di peluche;
• per facilitare il sonno è bene fare ascoltare ninne nanne e brani
di musica.
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
routine
commiato
• momento del saluto serale, quando il
genitore viene per riportare a casa il
bambino. L’educatrice informa il genitore
di come i bambini e le bambine hanno
passato la giornata al nido.
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org
Camilla Monaco, Zero Tre, Infantiae.org
Esempio di giornata tipo [1]
G. Lombardi, L’avventura di crescere insieme, edizioni Junior
didò: http://depuriamo.blogspot.it/2010/05/come-preparare-il-dido-in-casa.html
Esempio di giornata tipo []
Esempio di giornata tipo
1
2
3
Atelier: L'atelier è il laboratorio, lo studio, il luogo dove
si crea.
Vale per gli artisti e anche per gli artigiani.
Pittori, scultori, ceramisti, falegnami, maniscalchi, sarti,
calzolai, ecc
Borghi, Guerra, Manuale di didattica per l’asilo nido
materiali
• i materiali presenti nel nido
dovrebbero rispondere ad alcuni
criteri dominanti; ad esempio la
dominanza percettiva, la dominanza
funzionale
• i materiali sono distribuiti nei vari
spazi di sezione in base alle
esigenze (attività previste)
materiali
dominanza percettiva
nella scelta dei materiali (arredi, oggetti di uso
quotidiano, giocattoli, ..) occorre prestare attenzione
alle esperienze che attraverso essi è possibile
offrire/realizzare
– vasta gamma di opportunità tattili
(rigidità/elasticità, durezza/friabilità,
consistenza/frammentarietà, ..);
– presenza di materiali indivisibili, di altri che
possono essere rimodellati, smontati e rimontati
in modalità diverse);
– varietà di colori
materiali
dominanza funzionale
la scelta del materiale deve avvenire sulla base di scopi
espliciti; materiali legati:
• all’organizzazione dei momenti di routine (rendere più
accogliente il momento dell’entrata, predisporre una
tavola da pranzo ‘accogliente’, ..);
• al gioco (favorire il gioco individuale, di gruppo; favorire
motricità, esplorazione, .. );
• alla comunicazione (favorire i rapporti comunicativi con
gli altri: un tappeto predisposto, uno spazio racchiuso da
arredi, …);
• …………..
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