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Capitolo 8
Classificazione e
nomenclatura dei
composti chimici
Copyright © 2008 Zanichelli editore
8.1 La nomenclatura dei composti
molecolari segue un sistema
8.2 Anche la nomenclatura dei composti
ionici segue un sistema
8.3 La classificazione dei composti chimici
The In 1757, Karl von Linnè proposed a binomial
nomenclature for plants which includes names
made by two parts, the first one for the Genus and
the second one for the Species. Since then the
same system has been employed for naming other
living beings and it is still used by modern
biologists..
8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
L’attribuzione di un nome a ogni sostanza chimica, sia elemento sia
composto, è una procedura molto importante perché permette di
distinguere, di classificare e quindi di sistematizzare l’innumerevole
quantità di sostanze diverse che nel corso della storia della chimica
sono state scoperte o sintetizzate in laboratorio. Anche nel caso della
nomenclatura, come in altri già visti (per esempio il Sistema
Internazionale delle unità di misura), occorrono delle convenzioni
internazionali che permettano agli scienziati di comunicare tra loro
senza ambiguità, usando simbologie e terminologie semplici e
facilmente memorizzabili.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
L’ente che sovrintende a queste regole è la IUPAC, International
Union of Pure and Applied Chemistry, che periodicamente, attraverso
convegni internazionali, stabilisce e aggiorna le convenzioni alla luce
delle nuove scoperte. A ogni composto chimico viene quindi collegata
in modo immediato e univoco la sua formula.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
I composti binari sono composti formati da due elementi diversi..
Per un composto molecolare binario dobbiamo indicare gli elementi e
il numero degli atomi presenti in una molecola della sostanza.
Al primo elemento che compare nella formula viene semplicemente
assegnato il proprio nome.
Nel caso di HCl, pertanto, il primo elemento è idrogeno, mentre per
PCl5 è fosforo. Per il secondo elemento della formula, la radice del
nome è seguita dal suffisso -uro (l’ossigeno è una eccezione: il
suffisso in questo caso è -ido).
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
Nello schema che segue sono riportati alcuni esempi.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
L’assegnazione del nome completo di un composto prevede di
utilizzare i nomi dei due elementi uno dopo l’altro, avendo
l’accortezza di invertirne l’ordine.
Il secondo elemento che compare nella formula (quello con il suffisso
-uro) è il primo a essere denominato ed è seguito dal nome del
primo elemento, preceduto dalla preposizione di.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
Il nome di PCl5, invece, deve anche specificare il numero di atomi di
cloro legati all’atomo di fosforo. Quando in un composto sono
presenti più atomi di un elemento, utilizziamo alcuni prefissi di
origine greca:
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
Il nome di PCl5 contiene pertanto il prefisso penta- davanti a
cloruro: pentacloruro di fosforo.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
Notiamo quanto sia semplice risalire dal nome del composto alla
formula.
Utilizziamo il prefisso mono- quando vogliamo evidenziare la
presenza di un solo atomo di un certo elemento in un composto; per
esempio, CO e CO2 sono, rispettivamente, monossido di carbonio e
diossido di carbonio (o biossido di carbonio).
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► L’IDROGENO FORMA COMPOSTI CON MOLTI NON-METALLI
I composti formati dai vari elementi con l’idrogeno sono chiamati idruri.
Questi composti ci consentono di capire come si utilizza la tavola
periodica per ricordare meglio certe informazioni.
Osserviamo che il numero di atomi di idrogeno combinati con l’atomo
del non metallo è sempre uguale al numero di caselle che contiamo
spostandoci verso destra per raggiungere i gas nobili.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► L’IDROGENO FORMA COMPOSTI CON MOLTI NON-METALLI
Nella tabella di sotto notiamo anche che le formule degli idruri sono
simili per i non-metalli che appartengono a uno stesso gruppo della
tavola periodica.
Nota la formula dell’idruro del primo elemento del gruppo, conosciamo
anche le formule degli idruri di tutti gli altri elementi dello stesso
gruppo.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► L’IDROGENO FORMA COMPOSTI CON MOLTI NON-METALLI
Il motivo di questo comportamento deriva dagli elettroni di valenza del
non-metallo legato all’idrogeno. Come sappiamo, gli elementi di uno
stesso gruppo hanno lo stesso numero di elettroni di valenza, pertanto
si potranno legare con lo stesso numero di atomi di idrogeno, da cui
deriva lo stesso tipo di formula dell’idruro.
Molte sostanze, scoperte prima che fosse sviluppato il metodo
sistematico per la loro denominazione, hanno nomi comuni che ancora
oggi sono ampiamente adoperati.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► L’IDROGENO FORMA COMPOSTI CON MOLTI NON-METALLI
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Per esempio, secondo lo schema descritto in precedenza, H2O
dovrebbe chiamarsi ossido di idrogeno (o addirittura monossido di
diidrogeno), ma il nome corrente «acqua» è così diffuso da essere
rimasto nell’uso.
Un altro esempio è rappresentato dall’ammoniaca, NH3 (triidruro di
azoto), una sostanza dall’inconfondibile odore utilizzata, in soluzione,
come sgrassante e lucidante.
Anche gli idruri degli altri non-metalli del Gruppo VA hanno un nome
corrente: i composti PH3, triidruro di fosforo, e AsH3, triidruro di
arsenico, sono chiamati, rispettivamente, fosfina e arsina.
Un’eccezione alla regola dei prefissi è rappresentata dai composti binari
dell’idrogeno con i non-metalli: H2S è il solfuro di idrogeno.
8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► FORMULE DEI COMPOSTI IONICI DERIVANO DAL
BILANCIAMENTO DELLE CARICHE ELETTRICHE
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Per esempio La tavola può essere convenientemente utilizzata anche
per ricordare gli ioni formati da molti elementi rappresentativi (gli
elementi dei Gruppi A della tavola periodica).
Per esempio, gli atomi neutri degli elementi del Gruppo IA, fatta
eccezione per l’idrogeno, quando reagiscono perdono sempre un
elettrone, trasformandosi in ioni con carica 1+.
Allo stesso modo, gli elementi del Gruppo IIA perdono sempre due
elettroni e generano ioni di carica 2+.
Nel Gruppo IIIA, l’unico ione positivo che dobbiamo considerare per la
sua importanza è quello derivato dall’alluminio, Al3+: un atomo di
alluminio, quando reagisce, perde tre elettroni.
8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► FORMULE DEI COMPOSTI IONICI DERIVANO DAL
BILANCIAMENTO DELLE CARICHE ELETTRICHE
Osserviamo che il numero di cariche positive di ogni catione è pari al
numero del gruppo Il sodio, del Gruppo IA, forma quindi un catione con
carica 1+; il bario (Ba) appartiene al Gruppo IIA e forma uno ione con
carica 2+; l’alluminio, del Gruppo IIIA, forma uno ione con carica 3+.
Sebbene questo principio non valga per tutti gli elementi metallici (per
esempio, non si applica ai metalli di transizione), ci aiuta a ricordare il
comportamento degli elementi dei Gruppi IA, IIA e dell’alluminio
durante le reazioni.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► FORMULE DEI COMPOSTI IONICI DERIVANO DAL
BILANCIAMENTO DELLE CARICHE ELETTRICHE
Anche per i non-metalli della parte destra della tavola periodica
esistono alcune utili regole di validità generale.
Quando gli alogeni (Gruppo VIIA) si combinano con i metalli, per
esempio, formano ioni con carica 1-, mentre i non-metalli del Gruppo
VIA formano ioni con carica 2-.
Notiamo che il numero di cariche negative di un anione è pari al
numero di spostamenti da compiere verso destra nella tavola periodica
per raggiungere il gruppo dei gas nobili.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► FORMULE DEI COMPOSTI IONICI DERIVANO DAL
BILANCIAMENTO DELLE CARICHE ELETTRICHE
Possiamo anche osservare che il numero di cariche negative di un
anione è pari al numero di atomi di idrogeno presenti nell’idruro nonmetallico dell’elemento.
Dobbiamo ricordare, inoltre, che tutti i composti chimici sono
elettricamente neutri; gli ioni di carica opposta in un composto ionico
devono pertanto essere sempre in un rapporto tale da determinare
uguali quantità di cariche positive e negative.
Questo spiega perché la formula del cloruro di sodio sia NaCl; il
rapporto 1 a 1 tra Na+ e Cl- garantisce la neutralità complessiva del
composto.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► REGOLE PER SCRIVERE LE FORMULE DEI COMPOSTI IONICI
BINARI
1. Lo ione positivo va sempre scritto per primo nella formula. (Questa
non è una necessità dettata dalla natura, ma semplicemente una
convenzione.)
2. Gli indici della formula permettono di ottenere un’unità formula
elettricamente neutra. (La natura richiede la neutralità della carica)
3. Gli indici devono essere numeri interi più piccoli possibile.
4. Le cariche degli ioni non sono indicate nella formula della sostanza.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► REGOLE PER SCRIVERE LE FORMULE DEI COMPOSTI IONICI
BINARI
Esiste anche un altro semplice sistema per ottenere le formule dei
composti. Si tratta di utilizzare la carica di ciascuno ione come indice
dell’altro. Per esempio, per gli ioni Al3+ e O2- scriviamo quanto segue
per ottenere la formula Al2O3:
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Seguire questo sistema, tuttavia, può portare all’errore se non si
pone la giusta attenzione. Nel cercare, per esempio, il composto
formato dagli ioni Ba2+ e S2-, arriveremmo a scrivere la formula
Ba2S2. Sappiamo, però, che per convenzione si deve sempre scegliere
il più piccolo rapporto intero tra gli ioni (regola 3). Sarà quindi
necessario correggere la formula semplificando gli indici, fino a
ottenere BaS.
8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► I METALLI DI TRANSIZIONE E DI POST-TRANSIZIONE
FORMANO PIÙ CATIONI
Quasi tutti i metalli di transizione sono assai meno reattivi rispetto ai
metalli dei Gruppi IA e IIA; quando reagiscono, tuttavia, cedono
anch’essi elettroni agli atomi di nonmetalli per formare composti ionici.
A differenza dei metalli alcalini o alcalino-terrosi, le cariche degli ioni
dei metalli di transizione non sono facilmente prevedibili. Una delle
caratteristiche principali di tali elementi è la loro capacità di formare più
di uno ione positivo.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► I METALLI DI TRANSIZIONE E DI POST-TRANSIZIONE
FORMANO PIÙ CATIONI
Il ferro, per esempio, può generare due ioni diversi, Fe2+ e Fe3+. Ciò
significa che può formare più di un composto con un non-metallo: con
lo ione cloruro, Cl-, il ferro dà origine a due composti, le cui formule
sono FeCl2 e FeCl3, mentre con l’ossigeno si formano FeO e Fe2O3. Le
formule indicano, come sempre, i rapporti tra ioni che determinano
la neutralità complessiva dei composti.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► I METALLI DI TRANSIZIONE E DI POST-TRANSIZIONE
FORMANO PIÙ CATIONI
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Osserviamo che uno degli ioni del mercurio è biatomico, Hg22+, essendo
costituito da due ioni Hg+ uniti tra loro con lo stesso tipo di legame che
troviamo nei composti molecolari. Il singolo ione Hg+, infatti, non
esiste.
I metalli di post-transizione sono quelli che nella tavola periodica
seguono i metalli di transizione, immediatamente sulla destra. I due più
noti e importanti sono lo stagno (Sn) e il piombo (Pb). I metalli di posttransizione sono diversi rispetto ai metalli alcalini o alcalino-terrosi.
La principale differenza sta nella loro capacità di formare due ioni
diversi e, quindi, due composti differenti con un dato non-metallo. Lo
stagno, per esempio, forma due ossidi, SnO e SnO2; anche il piombo dà
origine a due ossidi di formula simile, PbO e PbO2.
8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► MOLTI COMPOSTI CONTENGONO IONI FORMATI DA PIÙ DI
UN ELEMENTO
I composti abbiamo visto finora sono composti binari. Esistono però
molti altri composti ionici che contengono più di due elementi. Queste
sostanze sono costituite generalmente da ioni poliatomici.
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8.1 LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI MOLECOLARI SEGUE
UN SISTEMA
► MOLTI COMPOSTI CONTENGONO IONI FORMATI DA PIÙ DI
UN ELEMENTO
I Gli ioni poliatomici si trovano in moltissime sostanze. Tra queste
possiamo ricordare CaSO4 (solfato di calcio, presente nell’intonaco),
NaHCO3 (bicarbonato di sodio, utilizzato in cucina come agente
lievitante), NaOCl (ipoclorito di sodio, contenuto nella candeggina),
NaNO2 (nitrito di sodio, un conservante della carne), MgSO4 (solfato di
magnesio, noto anche come «sale inglese», un lassativo), NH4H2PO4
(diidrogenofosfato di ammonio, un fertilizzante).
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
Nei composti ionici, il nome dell’anione precede quello del catione;
all’anione derivato da un non-metallo, il nome viene assegnato
aggiungendo il suffisso -uro alla radice del nome del non-metallo
(-ido nel caso dell’ossigeno).
Se il metallo presente nel composto dà soltanto un catione, come
Na+ o Ca2+, quest’ultimo prende semplicemente il nome del metallo
ed è preceduto dalla preposizione di.
È importante sapere che il suffisso -uro è impiegato esclusivamente
per gli ioni monoatomici, con la sola eccezione dello ione cianuro
(CN-), biatomico.
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
Molti metalli, in particolare quelli di transizione e post-transizione,
possono formare più ioni con carica diversa.
Il ferro, per esempio, forma gli ioni Fe2+ e Fe3+. I composti che
contengono questi diversi ioni ferro hanno formula differente e
quindi è necessario specificare quale ione ferro è presente.
Il sistema attualmente preferito per assegnare il nome agli ioni
dello stesso metallo aventi carica diversa è il sistema Stock. In
pratica, il nome del metallo è fatto seguire, senza spazi, dal valore
numerico della carica dello ione, scritto tra parentesi in numeri
romani.
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
È importante ricordare che il numero romano corrisponde alla carica
positiva dello ione metallico; al contrario, non corrisponde
necessariamente all’indice della formula. Per esempio, il rame forma
due ossidi, uno con lo ione Cu+ e l’altro con lo ione Cu2+. Le loro
formule sono, rispettivamente, Cu2O e CuO e i nomi:
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
Il sistema di nomenclatura utilizzato può essere applicato con
facilità anche ai composti ionici che contengono ioni poliatomici. Per
esempio, Na2SO4 contiene lo ione solfato, SO42-, e prende il nome
di solfato di sodio.
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
Allo stesso modo, Cr(NO3)3 contiene lo ione nitrato, NO3 -. Il cromo
è un elemento di transizione; in questo composto deve avere una
carica 3+ per bilanciare le cariche negative di tre ioni NO3-.
Cr(NO3)3 prende quindi il nome di nitrato di cromo(III).
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
I sali idrati sono, in genere, composti ionici i cui cristalli contengono
un numero di molecole d’acqua in rapporto fisso.
Il numero di molecole d’acqua è specificato per mezzo dei prefissi
greci già studiati (mono-, di-, tri-, ecc.) che, in questo caso,
precedono il termine idrato.
Quindi, CuSO4 · 5H2O viene chiamato solfato di rame(II)
pentaidrato , mentre CaSO4 · 2H2O è solfato di calcio diidrato e
FeCl3 · 6H2O è cloruro di ferro(III) esaidrato.
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
►UN SISTEMA ALTERNATIVO PER ASSEGNARE IL NOME AI
COMPOSTI IONICI
Esiste tuttavia un sistema precedente che è ancora ampiamente
utilizzato.
Questo sistema prevede l’uso dei suffissi -oso per indicare lo ione con
carica minore e -ico per lo ione di carica maggiore, a seguire la radice
del nome dell’elemento, senza l’uso della preposizione di. Ecco alcuni
esempi:
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
►UN SISTEMA ALTERNATIVO PER ASSEGNARE IL NOME AI
COMPOSTI IONICI
Si fa uso di questo sistema, per esempio, nelle etichette dei reagenti
chimici e in letteratura scientifica, soprattutto quella meno recente. Un
buon suggerimento è quello di impararli entrambi.
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
►PER ASSEGNARE IL NOME A UN COMPOSTO DOBBIAMO
SCEGLIERE QUALI REGOLE APPLICARE
Le regole da seguire per assegnare il nome a un composto sono
leggermente diverse a seconda che abbiamo a che fare con molecole o
con composti ionici.
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
►I NUMERI DI OSSIDAZIONE SONO UTILI PER DETERMINARE
LA FORMULA E IL NOME DEI COMPOSTI
Precedentemente abbiamo visto che molti metalli possono formare
composti diversi con lo stesso elemento, per esempio il ferro e il cloro
possono formare sia FeCl2 sia FeCl3.
Dato che si tratta di due composti ionici, vediamo che nel primo caso
l’atomo di ferro assume la carica 2+, mentre nel secondo caso 3+.
Quindi, nel cloruro di ferro(II) il ferro è uno ione bivalente, mentre nel
cloruro di ferro(III) è uno ione trivalente. Per distinguere situazioni
analoghe e attribuire sia la formula sia il nome corretti, è utile ricorrere
al concetto di numero di ossidazione, che può essere applicato in ogni
situazione e in ogni tipologia di sostanza chimica.
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Si definisce numero di ossidazione (abbreviato n. ox.) la carica
elettrica virtuale che può essere attribuita a un atomo o a uno ione
impegnato in un legame chimico, immaginando di spostare tutti gli
elettroni del legame stesso sull’atomo più elettronegativo.
8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
►I NUMERI DI OSSIDAZIONE SONO UTILI PER DETERMINARE
LA FORMULA E IL NOME DEI COMPOSTI
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Nel caso di un legame ionico, la carica elettrica di ciascuno ione è reale,
quindi il n. ox. di uno ione coincide con la sua carica.
Nel legame covalente polare, invece, dobbiamo attribuire tutti gli
elettroni di legame all’atomo più elettronegativo, che quindi acquisterà
una carica virtuale negativa, mentre gli altri che si legano a esso
assumeranno di conseguenza una carica elettrica positiva.
Il numero di ossidazione di un elemento che fa parte di un composto
viene assegnato in base ad alcune regole. Nel caso dei semplici ioni
monoatomici di un composto come NaCl, i numeri di ossidazione
corrispondono alle cariche degli ioni; così, i numeri di ossidazione degli
ioni Na+ e Cl- sono, rispettivamente, +1 e -1. Il numero di ossidazione
spesso viene indicato come stato di ossidazione. Nel composto NaCl, il
sodio ha numero di ossidazione +1 che equivale allo stato di
ossidazione +1; il cloro ha numero di ossidazione -1 che equivale allo
stato di ossidazione -1.
8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
► REGOLE PER ASSEGNARE I NUMERI DI OSSIDAZIONE
Le regole per assegnare i numeri di ossidazione sono, in ordine di
priorità, le seguenti:
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1. Il numero di ossidazione di un elemento libero, cioè non combinato
chimicamente con altri elementi, è pari a zero, indipendentemente
dal grado di complessità delle sue molecole.
2. Il numero di ossidazione di uno ione monoatomico semplice (per
esempio Na+ o Cl-) è pari alla carica dello ione.
3. La somma di tutti i numeri di ossidazione degli atomi presenti in una
molecola o in uno ione poliatomico deve essere uguale alla carica
della particella.
4. Il fluoro, nei suoi composti, ha numero di ossidazione -1.
5. L’idrogeno, nei suoi composti, ha numero di ossidazione +1.
6. L’ossigeno, nei suoi composti, ha numero di ossidazione -2.
8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
► REGOLE PER ASSEGNARE I NUMERI DI OSSIDAZIONE
A volte due di queste regole possono entrare in conflitto: se ciò accade,
dobbiamo utilizzare la regola con la maggior priorità e ignorare l’altra.
Teniamo sempre presente la possibilità di sfruttare la tavola periodica e
alcune nozioni di chimica apprese nei capitoli precedenti per ricordare
le cariche di alcuni ioni. Per esempio, tutti i metalli del Gruppo IA
formano ioni di carica 1+ e quindi con numero di ossidazione +1,
mentre quelli del Gruppo IIA formano ioni di carica 2+ e quindi numero
di ossidazione +2. Nei composti binari con i metalli, il numero di
ossidazione del non-metallo è pari alla carica del suo anione .
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8.2 ANCHE LA NOMENCLATURA DEI COMPOSTI IONICI SEGUE
UN SISTEMA
► REGOLE PER ASSEGNARE I NUMERI DI OSSIDAZIONE
Molti composti contengono ioni poliatomici che abbiamo già incontrato,
come lo ione ammonio (NH4+), lo ione solfato (SO42-), lo ione nitrato
(NO3-) e lo ione acetato (C2H3O2-).
Le cariche di questi ioni rappresentano il numero di ossidazione
complessivo di tutti gli atomi che costituiscono lo ione.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► I COMPOSTI BINARI
I composti binari si suddividono, come sappiamo, in due categorie
fondamentali: i composti ionici e i composti molecolari.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEI SALI BINARI
I sali binari sono composti in cui sono presenti un metallo e un nonmetallo dei Gruppi VI e VII. I sali binari del Gruppo VII vengono
chiamati anche alogenuri.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEGLI OSSIDI BASICI
Gli ossidi basici cono composti binari in cui un elemento è l’ossigeno e
l’altro è un metallo.
Vengono detti basici perché, reagendo con l’acqua, danno origine agli
idrossidi o basi.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEGLI OSSIDI ACIDI
Gli ossidi acidi cono composti binari in cui un elemento è l’ossigeno e
l’altro è un non-metallo. Vengono detti basici perché, reagendo con
l’acqua, danno origine agli ossiacidi.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEI PEROSSIDI E DEI SUPEROSSIDI
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I perossidi sono composti binari in cui l’ossigeno, legato all’idrogeno o
a un metallo, ha numero di ossidazione -1; un esempio è il perossido di
idrogeno, H2O2, chiamato anche acqua ossigenata, utilizzato
comunemente per la disinfezione e lo sbiancamento di vari tipi di
materiali.
Nei superossidi l’ossigeno ha numero di ossidazione - 1/2 , un
esempio è dato dal superossido di potassio, KO2, che è stato utilizzato
come produttore di ossigeno molecolare nelle tute spaziali degli
astronauti.
La nomenclatura utilizza i termini perossido o superossido seguiti dal
nome del secondo elemento.
Come al solito, nel nome IUPAC di entrambi viene aggiunto il prefisso
numerico davanti all’elemento.
8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEGLI IDRURI DEI METALLI
Gli idruri metallici, detti anche idruri ionici, sono composti binari
dell’idrogeno in cui questo elemento assume il numero di ossidazione
-1, in quanto è l’elemento più elettronegativo.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEGLI IDRURI COVALENTI
Gli idruri covalenti sono composti dell’idrogeno con un non-metallo. Il
numero di ossidazione dell’idrogeno è quello comune, cioè +1. Sono
composti molecolari, che hanno nomi con i quali sono conosciuti anche
nell’uso comune.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEGLI IDRACIDI
Gli idracidi sono particolari idruri covalenti, in cui l’elemento nonmetallico appartiene al Gruppo VI o VII. In ambiente acquoso danno
luogo a soluzioni acide, da cui il nome.
Gli idracidi del Gruppo VII sono detti anche acidi alogenidrici.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► I COMPOSTI TERNARI
Nei composti ternari sono presenti almeno tre elementi diversi. Essi si
suddividono in due categorie fondamentali, i composti ternari ionici e i
composti ternari molecolari. La tabella seguente mostra la loro
classificazione ulteriore.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEGLI IDROSSIDI
Gli idrossidi sono composti ionici ternari in cui compare il gruppo
caratteristico -OH, detto gruppo ossidrile, legato a un metallo.
Se x è il n. ox. del metallo, la formula generale dell’idrossido è
Me(OH)x, dove Me è il simbolo generico che indica un metallo.
Gli idrossidi, sciolti in acqua, danno luogo a soluzioni basiche.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEGLI OSSIACIDI
Gli ossiacidi sono composti ternari in cui compaiono sempre l’idrogeno,
un non-metallo e l’ossigeno.
Si tratta di sostanze che in acqua danno luogo a soluzioni acide..
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► GLI ACIDI META-, PIRO-, ORTO- E POLI-
Gli ossiacidi si possono considerare formalmente derivati per reazione
tra una molecola di anidride e una molecola di acqua. Alcune anidridi
possono però mescolarsi con l’acqua in rapporti diversi. La
nomenclatura tradizionale utilizza i prefissi meta-, piro-,orto- e poli-.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DEI PRINCIPALI OSSIANIONI
Gli ossianioni sono ioni poliatomici ossigenati, in cui è presente un nonmetallo. In alcuni ossianioni è presente anche idrogeno, e in questo
caso si parla di ossianioni acidi. Gli ossianioni si possono ottenere
dalla ionizzazione degli ossiacidi corrispondenti; per gli ossianioni acidi
la ionizzazione è solo parziale.
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
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8.3 LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
► NOMENCLATURA DI ALCUNI SALI TERNARI
I sali ternari sono composti ionici derivati dalla combinazione di
ossianioni e di ioni metallici o ioni poliatomici positivi (come lo ione
ammonio NH4+). Le combinazioni possibili sono numerosissime, e per
ottenere le formule e i nomi occorre riferirsi alle regole che abbiamo
studiato.
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