Pascal Come gli altri filosofi del 600 anche pascal critica il principio

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Pascal
Come gli altri filosofi del 600 anche pascal critica il principio di autorità, cioè la credenza
dogmatica nelle scienze antiche (esempio: Aristotele diceva una cosa, e così doveva essere). E
critica anche il dogmatismo metafisico. Apprezza le teorie di Galileo, di bacone e Cartesio, e quindi
anche per pascal bisogna sempre procedere con metodi deduttivi, bisogna servirsi della geometria e
degli esperimenti. Ma non per questo pascal vuole che tutti i procedimenti deduttivi prendano il
posto, per quanto riguarda le spiegazioni, dei fatti e delle esperienze
Da ragione al sentimento e non alle scienze matematiche. La scienza è incapace di spiegare la
realtà; la sua filosofia è molto religiosa.
Le conversioni
Pascal ebbe una prima conversione tra gli anni 1642-1645, conversione al giansenismo (il
giansenismo è un movimento religioso fondato da giansenio il quale si propone di esporre le vere
idee di sant’agostino circa la natura della grazia, come diceva agostino dopo la caduta di adamo la
volontà dell’uomo è corrotta e solo la grazia divina può salvarci, quindi tutti gli uomini dopo il
peccato di adamo sono dannati ma dio, che è misericordioso, attraverso il sacrificio di suo figlio, il
cristo, ha deciso di salvarci), corrente religiosa che prevedeva grande severità dei costumi e
richiamava fortemente l’interiorità dell’uomo religioso (simile ai protestanti). Nel 1647 inizia il
periodo “mondano” durante il quale si affievolisce il sentimento religioso di pascal. Nel 1654 la
seconda conversione fu una vera e propria esperienza mistica che lo spinse ad avere un disgusto per
il mondo e a rifugiarsi in dio. sono questi gli anni in cui pascal scrive “I pensieri” dedicati al tema
del divertissement. Con questo termine, divertimento, pascal intende tutte le occupazioni
particolari in cui l’uomo si impegna con il solo scopo di nascondere a sé stesso quel senso di vuoto
e di nulla che ogni giorno ci colpisce. Ma dice pascal, se noi ci interroghiamo sul senso di questa
continua ricerca del divertimento ci rendiamo conto della condizione di reale miseria dell’uomo,
cioè gli uomini per essere felici hanno deciso di non pensare alla morte, al dolore e alla sofferenza.
Al contrario, pascal pensa che solo la meditazione della morte può far capire all’uomo il vero senso
dell’esistenza, cioè dio. Nel 1661, pascal, ormai gravemente malato, rompe con i giansenisti e inizia
per lui una vita all’insegna dell’isolamento. E in questi anni scriverà l’apologia del cristianesimo. In
questa apologia, a differenza della tradizionale apologia cristiana che si fondava sulle dimostrazioni
razionali circa l’esistenza di dio, pascal si dichiara fortemente contrario ai metodi dimostrativi in
ambito di fede religiosa, ereditando da Agostino l’idea che dio non è una convinzione razionale ma
un sentimento irrazionale, dice pascal: “il cuore, non la ragione, sente dio”. il dio di pascal quindi è
un dio nascosto e la ricerca di questo dio è per pascal un affare solo del cuore. Pascal oppone alle
dimostrazioni circa l’esistenza di dio, le prove storiche del cristianesimo cioè le profezie, i miracoli
e le sacre scritture. Nell’apologetica pascal ci parla della scommessa: visto che non abbiamo prove
razionali circa l’esistenza o non la esistenza di dio, ci conviene scommettere sulla sua esistenza.
Scommessa su dio: vince in entrambi i casi (moralmente)
1) mettiamo che dio esiste: vince la scommessa (beni materiali) e vince perché dio esiste
2) se dio non esiste perde solo i beni materiali (che per pascal sono nulla e quindi non perde
niente), e vince perché dio esiste, non può non esistere.
La scommessa è rivolta all’incredulo, a colui cioè che si trova in uno stato di incertezza (cioè non si
rivolge al fedele)
Il problema di pascal è l’uomo, non la natura ne le scienze, quindi esamina il senso della vita
dell’uomo. L’unica materia che si interessa di questo è il cristianesimo. Per non pensare al senso
della propria vita, l’uomo si da al divertimento, inteso non come piacere ma come un distrazione o
una fuga da questi pensieri.
Abbiamo la critica alla scienza. I problemi della scienza sono: i principi primi e l’esperimento:
1) i principi primi non sono dimostrabili
2) gli esperimenti non sono verità assolute
Lui oppone alla scienza il cuore
Spirito (esprit = lo spirito è un insieme di intuiti e discrezioni che permettono di individuare in ogni
circostanza ciò che conviene fare e permette di leggere nel cuore delle persone con le quali si entra
in contatto); ci sono due tipi di spiriti:
1) Spirito di finezza (ciò che riguarda l’uomo e il cuore, la morale e il sentimento) quelli che
giudicano in base a questo spirito, pretendono di capire tutto subito senza servirsi delle
definizioni e dei ragionamenti tipici dello spirito di geometria
2) Spirito di geometria (ciò che riguarda le scienze) procede per definizioni e ragionamenti.
Per pascal i due spiriti non sono in contraddizione tra loro ma semplicemente delineano due ambiti
di riflessione diversi. Il primo la morale, il secondo la scienza.
Critica tutti quelli che hanno voluto spiegare dio razionalmente, perché bisogna crederci per fede.
La filosofia quindi non è riuscita a dare spiegazioni né su dio né su l’uomo. L’uomo secondo lui ha
una posizione centrale, sta al centro tra dio e gli animali, e quindi è una figura molto complessa. Le
filosofie precedenti non sono riuscite a spiegare la dualità dell’uomo (grandezza perché vuole
arrivare a dio e miseria perché è vicino alle bestie) e non sono riuscite nemmeno a delineare una
morale assoluta. La morale per pascal può scaturire solo dalla fede.
Contraddizione di pascal
La contraddizione sta nel fatto che prima pascal esalta l’uomo e le sue opere, però essendo
giansenista credeva che la salvezza ci veniva data solo da dio, e che quindi le opere umane non
servivano a niente.
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