Zola (1): l’amputazione del vero
• Toutes les formules anciennes, la formule classique, la
formule romantique, sont basées sur l'arrangement et
sur l'amputation systématiques du vrai. On a posé en
principe que le vrai est indigne; et on essaye d'en tirer
une essence, une poésie, sous le prétexte qu'il faut
expurger et agrandir la nature. Jusqu'à présent, les
différentes écoles littéraires ne se sont battues que sur
la question de savoir de quel déguisement on devait
habiller la vérité, pour qu'elle n'eût pas l'air d'une
dévergondée en public. Les classiques avaient adopté le
peplum, les romantiques ont fait une révolution pour
imposer la cotte de maille et le pourpoint. Au fond, ce
changement de toilette importe peu, le carnaval de la
nature continue. Mais, aujourd'hui, les naturalistes
arrivent et déclarent que le vrai n'a pas besoin de
draperies; il doit marcher dans sa nudité. Là, je le répète,
est la querelle.
La separazione dei due mondi
• La morale qui se dégage de notre théâtre contemporain,
me cause toujours une bien grande surprise. Rien n'est
singulier comme la formation de ces deux mondes si
tranchés, le monde littéraire et le monde vivant; on dirait
deux pays où les lois, les moeurs, les sentiments, la
langue elle-même, offrent de radicales différences. Et la
tradition est telle que cela ne choque personne; au
contraire, on s'effare, on crie au mensonge et au
scandale, quand un homme ose s'apercevoir de cette
anomalie et affiche la prétention de vouloir qu'une même
philosophie sorte du mouvement social et du
mouvement littéraire.
Indigestione di morale
• J'ai dit un jour que notre théâtre se mourait
d'une indigestion de morale. Rien de plus
juste. Nos pièces sont petites, parce qu'au
lieu d'être humaines, elles ont la prétention
d'être honnêtes.
La tirannia del pubblico
• La théorie de la souveraineté du public est une
des plus bouffonnes que je connaisse. Elle
conduit droit à la condamnation de l'originalité et
des qualités rares. ..
• Pour moi, les écrivains révoltés, les novateurs,
sont nécessaires, précisément parce qu'ils
refusent de descendre et qu'ils relèvent le
niveau de l'art, que le goût perverti des
spectateurs tend toujours à abaisser.
La scenografia riproduzione di un
ambiente
• Comment ne sent-on pas tout l'intérêt
qu'un décor exact ajoute à l'action? Un
décor exact, un salon par exemple avec
ses meubles, ses jardinières, ses bibelots,
pose tout de suite une situation, dit le
monde où l'on est, raconte les habitudes
des personnages. Et comme les acteurs y
sont à l'aise, comme ils y vivent bien de la
vie qu'ils doivent vivre! C'est une intimité,
un coin naturel et charmant.
Verso l’uomo fisiologico
• La grande évolution naturaliste […] porte
tout entière sur la substitution lente de
l'homme physiologique à l'homme
métaphysique
Ambiente, scena, azione
• La vérité des costumes ne va pas sans la vérité
des décors, de la diction, des pièces ellesmêmes. Tout marche du même pas dans la voie
naturaliste. Lorsque le costume devient plus
exact, c'est que les décors le sont aussi, c'est
que les acteurs se dégagent de la déclamation
ampoulée, c'est enfin que les pièces étudient de
plus près la réalité et mettent à la scène des
personnages plus vrais. …
• Le milieu doit déterminer le personnage.
La battaglia contro le convenzioni
• Une oeuvre n'est qu'une bataille livrée
aux conventions, et l'oeuvre est d'autant
plus grande qu'elle sort plus victorieuse du
combat.
André Antoine
La terre al Theatre Libre
L’assommoir
En famille
Antoine: il teatro libero (1890)
• Man mano che si va verso l’auspicabile
emergere di una nuova generazione di
drammaturghi e di opere drammatiche, si
può affermare che questa rinascita porterà
necessariamente a nuovi mezzi
espressivi. Per opere che si basano tutte
sull’osservazione e sullo studio sono
necessari attori che sono spontanei e
autentici, in contatto autentico con la
realtà.
Queste nuove opere a lungo attese, concepite secondo
un’estetica più ampia e flessibile e non più limitanti per i
suoi personaggi – questo nuovo teatro, non più basato
come i suoi predecessori su cinque o sei tipi convenzionali
che sono sempre uguali, che compaiono ogni volta con
nomi diversi, in trame diverse, in diversi ambienti – non si
può dubitare che in questo nuovo teatro la molteplicità e la
complessità dei personaggi causerà la comparsa di una
nuova generazione di attori sufficientemente flessibili ad
assumere ogni tipo di ruolo. Ad esempio i giovani primattori
non saranno più fatti della stessa stoffa, ma saranno di
volta in volta buoni o malvagi, eleganti o ordinari, forti o
deboli, valorosi o codardi – in breve, diventeranno esseri
viventi, differenti e mutevoli.
Lo studio diretto della natura
• L’arte dell’attore, quindi, non dipenderà
più, come nei precedenti repertori, dalle
qualità fisiche o dalle doti naturali;
prenderà vita dalla verità,
dall’osservazione e dallo studio diretto
della natura.
Parlare vs declamare
• Dal momento che lo stile attorale di queste nuove opere
tende a restare vicina alla conversazione quotidiana,
l’attore non dovrà più “declamare” nel senso classico del
termine – dovrà parlare – il che senza dubbio non è
meno difficile.
• Quello che oggi intendiamo come “elocuzione” consiste
semplicemente nel dotare l’allievo di una articolazione
esagerata e nel costruirgli una voce: un organo
particolare e specializzato del tutto diverso da quello che
ha naturalmente. Per 60 anni tutti gli attori hanno parlato
costantemente con il naso, soltanto perché questo modo
di parlare è stato adottato per farsi sentire dal pubblico
dei nostri teatri, che sono o troppo grandi o hanno
un’acustica troppo scadente. Inoltre, perché tale voce
nasale resiste con il passare degli anni e non invecchia.
Le sfumature della natura
• Nel teatro odierno tutti i personaggi
gesticolano e si esprimono nello stesso
modo, che siano giovani o vecchi, sani o
malati. Tutti gli attori, volendo parlare
bene, rinunciano a quelle infinite
sfumature che gettano luce sul
personaggio e gli danno una vita più
marcata.
Liberare il movimento
• La stessa trasformazione deve avvenire negli
altri aspetti della vita drammatica; una volta che
la scenografia si ridurrà in scala alle dimensioni
proprie degli ambienti contemporanei, i
personaggi esprimeranno le loro emozioni in
scenari credibili, senza preoccuparsi
continuamente di assumere pose pittoriche o
formare composizioni plastiche. Il pubblico
godrà di un dramma più intimo, con movimenti
naturali e adeguati, con gesti non affettati e
movimenti propri dell’uomo moderno che viva la
nostra vita quotidiana
Muoversi vs posare
• Si modificheranno i movimenti che oggi
fanno parte della costruzione coreografica:
l’attore cesserà di uscire costantemente
dalla propria scena per mettersi in posa
dinanzi al pubblico; si muoverà tra i mobili
e gli oggetti di scena, e la sua recitazione
si arricchirà delle mille sfumature e dettagli
che sono oggi indispensabili per stabilire e
costruire logicamente un personaggio.
Semplificazione e intensificazione
• Spariranno i movimenti puramente meccanici e
gli effetti vocali, insieme con i gesti pomposi e
ridondanti, in seguito alla semplificazione
dell’azione scenica e il suo ritorno alla realtà; e
l’attore tornerà a gesti naturali, sostituendo gli
effetti resi esclusivamente con la voce con una
composizione di elementi; la sua espressione si
appoggerà a oggetti reali e famigliari, e una
matita impugnata a rovescio o una tazza versata
avranno un significato e un effetto non meno
intenso sul pubblico delle magniloquenti
esagerazioni del teatro romantico.