da Scesi et al., 2001

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STRATIGRAFIA E TETTONICA
ELEMENTI DI STRATIGRAFIA
STRATIGRAFIA: disciplina che studia le rocce sedimentarie
secondo l’ordine (cronologico) di deposizione, con ricostruzione
degli ambienti di sedimentazione originari.
Suddivisione della serie
sedimentaria in unità
litostratigrafiche di base
(“formazioni”), in alcuni
casi caratterizzate da un
unico litotipo (ad es.
calcare A), in altri
dall’alternanza regolare di
due o più litotipi (ad es.
argillite/arenaria B, o
marna/calcare, …).
[da Scesi et al., 2001]
Si chiama “unità geocronologica” l’intervallo di tempo durante il
quale si sono depositate le rocce.
Attenzione! Il limite fra due formazioni arealmente estese può
coincidere, oppure no, con un limite geocronologico
Zona 1
Zona 2
[da Scesi et al., 2001]
UNITA’ GEOCROLOGICHE E LORO SUDDIVISIONI
Suddivisione del tempo trascorso dalla nascita della Terra in una sequenza di
unità geocronologiche, denominate (in ordine di importanza decrescente):
ERE
PERIODI
EPOCHE
ETA’
Le suddivisioni (e la durata temporale delle singole unità) sono stabilite sulla base
delle associazioni faunistiche succedutesi nel corso dell’evoluzione, a partire
dagli organismi più antichi.
Le ERE sono convenzionalmente denominate (a partire dalla più recente):
QUATERNARIO
CENOZOICO (o TERZIARIO)
MESOZOICO (o SECONDARIO)
PALEOZOICO (o PRIMARIO)
ARCHEOZOICO
Suddivisioni geocronologiche (Quaternario e Terziario) e rispettiva età (in milioni
di anni dal presente)
Secondario o Mesozoico
[da Scesi et al., 2001]
Terziario o Cenozoico
Proterozoico
Archeozoico o Archeano
> 4000 --> 4700
[da Scesi et al., 2001]
ELEMENTI DI TETTONICA
TETTONICA: disciplina che studia (a scale diverse) l’assetto della
crosta terrestre, le dislocazioni che questa ha subito nel corso delle
diverse ere geologiche (“processi orogenetici”) e le deformazioni
delle rocce.
Le deformazioni delle rocce possono essere schematicamente divise
in due tipi:
• deformazioni di tipo fragile  formazione di fratture e faglie
• deformazioni di tipo duttile  formazione di pieghe
N.B. Per un dato litotipo, il passaggio da un comportamento di tipo
fragile ad un comportamento di tipo duttile è controllato dal
livello tensionale applicato, ad es. dalla profondità rispetto alla
superficie topografica
(=>)
FRATTURE - FAGLIE
Si definisce frattura s.l. o diaclasi una deformazione fragile, nella
quale non è osservabile uno spostamento relativo fra le due parti.
Si definisce faglia una deformazione fragile della crosta terrestre,
caratterizzata da uno spostamento relativo fra le due parti (rigetto).
Le faglie possono avere
estensione estremamente
variabile, da poche decine
o centinaia di metri, fino a
centinaia di chilometri.
(<=)
Esempio di faglia diretta, di modeste
dimensioni
[da Gonzalez de Vallejo, 2005]
s1
Faglie dirette (o normali):
derivano da un processo di
estensione, con
allungamento del settore
roccioso coinvolto (A)
s3
s3
Faglie inverse: derivano
da un processo di
compressione, con
accorciamento del settore
roccioso coinvolto (A)
s1
Faglie trascorrenti: faglie con rigetto prevalentemente orizzontale
s3
s1
[da Trevisan e Giglia, 1978, in Scesi et al., 2001]
Le faglie, dirette e inverse, sono generalmente associate in sistemi più
o meno complessi, come i sistemi distensivi a “Horst e Graben” (vedi
es. per Appennino occ.le).
[da Trevisan e Giglia, 1978,
in Scesi et al., 2001]
PIEGHE
Si definisce piega una struttura di deformazione duttile della crosta
terrestre, dovuta a fenomeni compressivi.
Questo tipo di deformazione si forma
soprattutto in rocce sedimentarie
stratificate e in rocce metamorfiche
scistose:
A)Piega in rocce quarzitiche;
B)Rocce argilloscistose fittamente
pieghettate.
[da Gonzalez de Vallejo, 2005]
Sovrascorrimenti
Derivano dall’ulteriore deformazione, per scorrimento lungo il piano
di faglia suborizzontale, di pieghe-faglia in ammassi rocciosi
costituiti da un’alternanza di litotipi a differente rigidezza (soprattutto
in rocce sedimentarie).
Questi fenomeni possono essere a scala variabile, dando luogo in
zone orogeniche attive alla formazione di vere e proprie falde di
ricoprimento.
[da Heim, in Scesi et al., 2001]
PARAMETRI DI GIACITURA degli strati e/o delle discontinuità
- Inclinazione a: angolo tra la retta di massima pendenza della discontinuità e la sua
proiezione verticale sul piano orizzontale;
- Direzione g: angolo fra il Nord e la traccia della discontinuità sul piano orizzontale;
- Immersione o azimut b: angolo fra la proiezione sul piano orizzontale della retta di massima
pendenza ed il Nord.
Rappresentazione della GIACITURA in carta
Con simboli semplificati come in tabella:
[da Cremonini, 1971,
in Scesi et al., 2005]
LIMITI STRATIGRAFICI
Stratificazione orizzontale: limite
parallelo alle isoipse (curve di livello
del terreno).
[da Cremonini, 1971,
in Scesi et al., 2005]
Stratificazione verticale: limite
rettilineo, ad andamento parallelo
alla direzione degli strati.
[da Cremonini, 1971,
in Scesi et al., 2005]
Stratificazione a
reggipoggio (immersione
opposta all’inclinazione del
pendio):
limite a reggipoggio
Limite secondo l’andamento delle isoipse, ma con la curvatura
addolcita.
[da Cremonini, 1971,
in Scesi et al., 2005]
Stratificazione a franapoggio
(con inclinazione maggiore
del pendio):
limite secondo l’andamento delle isoipse, ma
con inversione delle concavità in convessità
(e viceversa).
[da Cremonini, 1971,
in Scesi et al., 2005]
Stratificazione a franapoggio
(con inclinazione minore del
pendio):
limite secondo l’andamento delle isoipse, ma
con accentuazione delle concavità e delle
convessità.
[da Cremonini, 1971,
in Scesi et al., 2005]
LIMITI ETEROPICI
Corrispondono a passaggi graduali fra due diverse litologie.
Raramente (se non quasi mai) schematizzabili con una superficie piana.
Tracciabili mediante interpolazione fra affioramenti diversi, a prezzo di
approssimazioni.
[da Cremonini, 1971, in Scesi et al., 2005]
LIMITI TETTONICI
Valutazione dei parametri
geometrici della faglia (direzione,
immersione, inclinazione, rigetto),
valutando se si tratta di una faglia
diretta, oppure inversa.
(=>)
Tracciamento in
carta della linea di
faglia come un
limite, mediante il
confronto con
l’andamento delle
isoipse.
(=>)
[da Cremonini, 1971,
in Scesi et al., 2005]
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