Corso di Cultura e Metodo Scientifico - a.a. 2010 - 2011
I popoli antichi e l’Astronomia
Gli Anasazi in America del Nord
Maya e Aztechi, in Centro America
Gli Inca in America del Sud
I Sumeri
I Babilonesi
Gli Egizi
I Cinesi
Il mondo greco
Il pensiero di Carlo Bernardini
sull’idea di Scienza
I popoli antichi e l’Astronomia
Sovente, l’osservazione degli astri e la misura dei fenomeni ad essi
connessi rappresento’ il primo ’orologio’ universale, che segnava il
tempo, dal giorno, alla settimana, all’anno, fino ai cicli lunari.
La relazione tra l’osservazione, la misura e la rappresentazione
del moto degli astri fu un terreno fertile e prolifico sul quale si sviluppo’
la scienza, a partire dalla geometria e dalla matematica.
Ciclo giorno/notte
I cambiamenti stagionali
Le fasi della luna
I passaggi delle comete
Le ecclissi di sole e di luna
Le maree
Le stelle cadenti
I popoli antichi e l’Astronomia
Sovente, l’osservazione degli astri e la misura dei fenomeni ad essi
connessi rappresento’ il primo ’orologio’ universale, che segnava il
tempo, dal giorno, alla settimana, all’anno, fino ai cicli lunari.
La relazione tra l’osservazione, la misura e la rappresentazione
del moto degli astri fu un terreno fertile e prolifico sul quale si sviluppo’
la scienza, a partire dalla geometria e dalla matematica.
Lo sviluppo della geometria astronomica, della
matematica e dell’astronomia procedono
paralleli, seppur lentamente, con l’obiettivo di
capire, interpretare.
Le religioni, invece, si pongono davanti alle
osservazioni celesti cercando l’opportunita’ di
trovarsi al cospetto della divinita’.
Ciclo giorno/notte
I cambiamenti stagionali
Le fasi della luna
I passaggi delle comete
Le ecclissi di sole e di luna
Le maree
Le stelle cadenti
Il cielo, infatti, e’ sovente la sede degli dei, ed
il sole spesso il loro re.
Fenomeni periodici e fenomeni sporadici
==> Tentativi di fare previsioni
Fatti celesti e fatti terrestri
==> Ricerca di relazioni
I popoli antichi e l’Astronomia
gli Anasazi
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La regione della Mesa Verde (tavola verde,
montagna piatta e boscosa) era abitata dagli
Anasazi già dal 6° secolo. Questi primi abitanti di
cui non si conosce né l'origine né il nome con cui
essi si definivano, vivevano inizialmente in
abitazioni a pozzo (pit houses) formanti piccoli
villaggi. A partire dall'inizio del 12° secolo gli
Anasazi iniziarono a costruire i loro villaggi
all'interno di rientranza della roccia.
Mesa Verde National Park, Colorado
Casa Rinconada a Pueblo Bonito
La struttura è stata allineata in modo estremamente accurato.
L’asse N-S ha un asse azimutale di 359o56’, mentre la linea
che collega due nicchie 8 e 22, ha un azimut di 89o52’.
I popoli antichi e l’Astronomia
gli Anasazi
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La regione della Mesa Verde (tavola verde,
montagna piatta e boscosa) era abitata dagli
Anasazi già dal 6° secolo. Questi primi abitanti di
cui non si conosce né l'origine né il nome con cui
essi si definivano, vivevano inizialmente in
abitazioni a pozzo (pit houses) formanti piccoli
villaggi. A partire dall'inizio del 12° secolo gli
Anasazi iniziarono a costruire i loro villaggi
all'interno di rientranza della roccia.
Mesa Verde National Park, Colorado
Casa Rinconada a Pueblo Bonito
La struttura è stata allineata in modo estremamente accurato.
L’asse N-S ha un asse azimutale di 359o56’, mentre la linea
che collega due nicchie 8 e 22, ha un azimut di 89o52’.
Oltre alle 28 nicchie, ci sono
anche 6 cripte equispaziate.
Durante l’alba del solstizio
d’estate, un raggio di luce entra
da N-E attraverso una finestra
andando ad illuminare una di
queste cripte.
I popoli antichi e l’Astronomia
Maya e Aztechi
Le civiltà Centroamericane, ed in particolar modo Maya (e dopo gli Aztechi), hanno rivolto il loro sguardo al
cielo sia per motivi pratici, sia per motivi religiosi e rituali. Tutta l’astronomia dei popoli centroamericani è un
complesso meccanismo di riti e numeri, di astronomia osservativa e di astrologia.
Nei calendari Maya, estremamente
precisi, c’è traccia di un’eclissi di luna
datata 13.2.3379 a.c.
Essi valutarono in 365 giorni la durata
dell’anno, diviso in 18 mesi di 20
giorni, più un breve mese di 5.
pietra di Tenochtitlan
o piedra del Sol
I popoli antichi e l’Astronomia
Maya e Aztechi
Le civiltà Centroamericane, ed in particolar modo Maya (e dopo gli Aztechi), hanno rivolto il loro sguardo al
cielo sia per motivi pratici, sia per motivi religiosi e rituali. Tutta l’astronomia dei popoli centroamericani è un
complesso meccanismo di riti e numeri, di astronomia osservativa e di astrologia.
Nei calendari Maya, estremamente
precisi, c’è traccia di un’eclissi di luna
datata 13.2.3379 a.c.
Essi valutarono in 365 giorni la durata
dell’anno, diviso in 18 mesi di 20
giorni, più un breve mese di 5.
pietra di Tenochtitlan
o piedra del Sol
I Maya utilizzavano un sistema di numerazione a
base vigesimale (tipo di numerazione avente per
base il numero 20). Un punto "." rappresentava
l'unità, mentre una barretta "_" veniva utilizzata
per rappresentare il 5; al numero venti entrava in
campo lo zero. Il numero zero era concepito
come posizione vuota : 0. 1,2,3,5,6,12,15,20
I popoli antichi e l’Astronomia
gli Inca
A Machu Pichu è ancora presente il Toreon, al
quale gli Inca, nel solstizio d’inverno, 21 giugno,
legavano simbolicamente con una catena d’oro il
sole per impedirne la fuga verso il nord. C’era
anche il princpale osservatorio dell’impero Inca.
Anche il popolo Inca, in Perù,
aveva un anno di 365 giorni,
con 12 mesi di 30 giorni, più
un mese di 5.
Ma sorprendente è la misura
dei periodi sinodici dei
pianeti conosciuti (in giorni):
Mercurio, 115.8 (115.88)
Venere 584.8 (583.92)
Giove 398.1 (398.88)
I popoli antichi e l’Astronomia
gli Inca
A Machu Pichu è ancora presente il Toreon, al
quale gli Inca, nel solstizio d’inverno, 21 giugno,
legavano simbolicamente con una catena d’oro il
sole per impedirne la fuga verso il nord. C’era
anche il princpale osservatorio dell’impero Inca.
Anche il popolo Inca, in Perù,
aveva un anno di 365 giorni,
con 12 mesi di 30 giorni, più
un mese di 5.
Ma sorprendente è la misura
dei periodi sinodici dei
pianeti conosciuti (in giorni):
Mercurio, 115.8 (115.88)
Venere 584.8 (583.92)
Giove 398.1 (398.88)
Non sono rimaste prove dirette delle attività astronomiche degli Inca. Tuttavia alcune
testimonianze dei primi Conquistadores (prima che distruggessero quasi tutto della
civiltà Inca…) raccontano che le torri di Cuzco erano degli osservatori astronomici dai
quali si traguardava il sorgere del sole (Inti) nei giorni dei solstizi.
A Quito, sull’equatore, le ombre a mezzogiorno svaniscono e gli Inca immaginavano
che Inti (il sole) vi si fermasse sopra, e quindi ritenevano quei luoghi sacri.
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Sumeri
I Sumeri forse sono il popolo più antico del quale ci è pervenuta una storia documentata: già
dal 4.500 a.C. si hanno tracce. Anche se dalle prime popolazioni che abitavano l’antico Iraq
sud-orientale alle città-stato che fiorirono nel II millennio prima di Cristo ci sono profonde
differenze.
La scrittura, forse la prima che compare nella storia, è del tipo cuneiforme. Le città principali
Ur, Uruk, Eridu,
La mitologia sumera era strettamente legata ad
una cosmologia nella quale i protagonisti erano il
Sole e la Luna. All’inizio esisteva solo il mare
primordiale, Nammu, la dea madre che generò la
Montagna Cosmica, che comprendeva An, il Cielo,
Ki, la Terra, uniti ed indistinti. Essi generarono Enlil,
l’Aria, che separò la terra dal cielo.
Questa separazione portò ad un idea di cielo lontana e sede degli astri.
Da An nacque Zuen, la luna, incaricata di determinare il tempo.
Dalla Luna ebbero origine Venere ed il Sole, che chiamavano Inanna e Utu.
L’anno per i Sumeri cominciava con l’equinozio di primavera.
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Babilonesi
A partire dal II millennio si sviluppò il regno di Babilonia, dal nome
sumero che nella lingua accadica suonava Bab-iiu, che vuol dire la
Porta di Dio.
L’astronomia che si sviluppò a Babilonia fin dal II millennio a.C., fu
orientata allo studio della luna,che chiamavano Sin, (Zuen in lingua
sumera) del sole, del moto dei pianeti ed alla previsione delle eclissi.
Sorprende l’elevato livello di precisione che
avevano raggiunto gli astronomi babilonesi nel
misurare alcuni I periodo sinodici dei pianeti.
Porta di Ishtar
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Babilonesi
A partire dal II millennio si sviluppò il regno di Babilonia, dal nome
sumero che nella lingua accadica suonava Bab-iiu, che vuol dire la
Porta di Dio.
L’astronomia che si sviluppò a Babilonia fin dal II millennio a.C., fu
orientata allo studio della luna,che chiamavano Sin, (Zuen in lingua
sumera) del sole, del moto dei pianeti ed alla previsione delle eclissi.
Sorprende l’elevato livello di precisione che
avevano raggiunto gli astronomi babilonesi nel
misurare alcuni I periodo sinodici dei pianeti.
Ad esempio, il mese
sinodico lunare (il tempo
che intercorre tra due fasi
successive della luna)
era stato misurato in
29.530641 g.
La misura attuale è di
29.530589 g.
Porta di Ishtar
Tavolette di argilla con dati astronomici:
pianeta Venere (dati di 1000 anni prima), calendario 1100-800 a.c.
I popoli antichi e l’Astronomia:
gli Egizi
Gli Egizi basarono il loro calendario sul ciclo solare. Un anno di 365 giorni,
12 mesi di 30 giorni, più 5 giorni complementari (giorni epagomeni). L’anno
aveva inizio il giorno nel quale la stella Sirio sorgeva per la prima volta
nell’anno, e che capitava all’inizio dei periodici (e benefici) straripamenti del
Nilo.
I testi delle piramidi descrivono la sorte del Faraone che, dopo la morte,
saliva al cielo e diventava Osiride, la cui celeste forma rispondeva alla
costellazione di Sahu.
Due studiosi, Otto Neugebauer e R.A.Parker hanno scoperto che si tratta
della costellazione di Orione
C’è una notevole somiglianza
tra la posizione relativa delle
piramidi di Giza e le stelle della
cintura di Orione
I popoli antichi e l’Astronomia:
gli Egizi
Gli Egizi basarono il loro calendario sul ciclo solare. Un anno di 365 giorni,
12 mesi di 30 giorni, più 5 giorni complementari (giorni epagomeni). L’anno
aveva inizio il giorno nel quale la stella Sirio sorgeva per la prima volta
nell’anno, e che capitava all’inizio dei periodici (e benefici) straripamenti del
Nilo.
I testi delle piramidi descrivono la sorte del Faraone che, dopo la morte,
saliva al cielo e diventava Osiride, la cui celeste forma rispondeva alla
costellazione di Sahu.
Due studiosi, Otto Neugebauer e R.A.Parker hanno scoperto che si tratta
della costellazione di Orione
C’è una notevole somiglianza
tra la posizione relativa delle
piramidi di Giza e le stelle della
cintura di Orione
I lati della piramide di Cheope sono orientati verso i quattro
punti cardinali con una precisione di 0.1o. Sorprendente,
sapendo che per gli Egizi pi-greco era pari a 3.
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Cinesi
Classificazione di comete
L’interesse principale degli astronomi in Cina durante le dinastie più antiche (a
partire dal III millennio a.C.), fu in particolare l’osservazione delle stelle che
non tramontano mai durante l’anno (circumpolari) e l’annotazione di tutte le
eclissi di sole e di luna.
La storia dell’astronomia cinese dopo il 200 avanti Cristo appare, al contrario,
straordinariamente ben documentata, con fonti che continuano fino ai tempi
moderni.
A partire dalla dinastia Han, gli astronomi cinesi osservarono e
registrarono quasi tutti i fenomeni celesti visibili ad occhio nudo:
eclissi lunari e solari, comete, novae, congiunzioni di pianeti,
occultazioni di stelle e pianeti da parte della Luna, avvistamenti di
Venere di giorno, le aurore boreali e persino macchie solari.
La più antica annotazione di macchie solari è del 28 a.C.
«il giorno yi wei del 3° mese del primo anno del regno
di Ho Pin, il Sole compare giallo, ma al centro vi sono
delle macchie nere, grosse come monete»
I popoli antichi e l’Astronomia:
i Cinesi
Gli astronomi di corte cinesi riportarono nelle loro cronache di una “stella
ospite” nei pressi di z (zeta) Tauri il 4 luglio 1054. La stella brillò così luminosa
da poter essere osservata anche in pieno giorno per ben 23 giorni.
Al termine di tale periodo si legge: «dal 5° mese del primo anno del regno di
Zhi He, è apparsa da oriente una stella nuova non lontana dalla stella
Tianguan, questa nuova stella si è andata consumando sino ad oggi, tanto da
scomparire». L’esplosione di quella stella nova ha dato vita a M1 (NGC 1952)
Mappa stellare del 1092
(proiezione quasiMercatore)
(IV secolo avanti Cristo) Zhang Heng spiegava nel suo Hun tian
yi tu zhu:
«Il cielo è come un uovo di gallina, ed è rotondo come una
pallottola di balestra; la Terra è come il tuorlo e giace sola nel
suo centro. Il cielo è grande, la Terra è piccola. Nella parte
inferiore del cielo c’è l’acqua. Il cielo è sostenuto da Qi (vapore)
mentre la Terra galleggia in questa acque. D’estate il vapore
sale, e di conseguenza anche la Terra si innalza fluttuando, la
sua distanza dal Sole diventa minore, per cui la temperatura si
alza; d’inverno il vapore è piuttosto fluido, di conseguenza la
Terra si abbassa e la temperatura scende».
Sull’idea di Scienza
Il pensiero di Carlo Bernardini, fisico.
Nell’antichità, gli scienziati si facevano ad alta voce domande molto semplici mentre altre le lasciavano
nella mente o nei dialoghi appena sussurrati. La concorrenza delle “spiegazioni mitologiche”, come le
chiama il biologo François Jacob[ era troppo forte, perché le spiegazioni mitologiche sono risposte
complete ed esaustive (es.: “perché il mondo è fatto così?”, “perché Dio così lo ha creato”; ecc.) mentre
le “spiegazioni scientifiche” sono sempre parziali e cariche di dubbi e provvisorietà.
Questo dovrebbe essere così “ovvio” da potersi considerare come un assioma fondante
di ogni “filosofia della natura”; in questo senso, la pretesa di alcune filosofie di altro
genere, di produrre nella mente una rappresentazione dell’universo che prescinda
dall’osservazione, appare come uno scomposto delirio di onnipotenza.
Naturalmente, questa provvisorietà ha i suoi vantaggi, le sue conseguenze benefiche: la
spiegazione scientifica, in quanto scaturita dall’analisi di “casi particolari”, è “generalizzabile”,
quella mitologica no perché è già onnivalente e completa “per costruzione”.
Per intenderci, la comprensione del moto di caduta dei sassi vicino alla superficie terrestre (G:Galilei)
– per esempio - avrà come generalizzazione la comprensione e la prevedibilità, almeno entro
limiti eccellenti, del moto degli astri (J. Kepler, I.Newton, A. Einstein).
Dunque, l’osservazione di fenomeni e di relazioni di causa ed effetto in ambiti particolari
dell’universo delle condizioni iniziali non è affatto un’attività trascurabile se combinata con
l’intuito generalizzatore del pensiero che, così, diventa “motore scientifico della conoscenza”.
Evidentemente, l’osservazione passiva, tramutandosi in osservazione attiva allorché si esegue
un predeterminato esperimento, sta alla base di ogni scienza della natura.
Il mondo greco
Lo sviluppo dell’Astronomia nel mondo greco, non può essere distinto dal progresso
raggiunto in altre discipline, quali la Matematica, la Filosofia. Certamente non può
neanche essere visto separato dalle parallele conquiste fatte nel vicino mondo
mesopotamico, dove da due millenni l’osservazone del cielo era pratica consolidata.
Si possono individuare tre momenti nei quali
l’interesse per l’Astronomia ed i successi nella
conoscenza del mondo celeste hanno un
ruolo, una dimensione diversa.
Il mondo greco
Lo sviluppo dell’Astronomia nel mondo greco, non può essere distinto dal progresso
raggiunto in altre discipline, quali la Matematica, la Filosofia. Certamente non può
neanche essere visto separato dalle parallele conquiste fatte nel vicino mondo
mesopotamico, dove da due millenni l’osservazone del cielo era pratica consolidata.
Si possono individuare tre momenti nei quali
l’interesse per l’Astronomia ed i successi nella
conoscenza del mondo celeste hanno un
ruolo, una dimensione diversa.
1 - Il primo periodo, cosi detto dei presocratici, vede, oltre alla scuola di Pitagora, lo
sviluppo della Scuola Ionica; tuttavia, rimangono ben pochi testi, quando non
addirittura solo tradizione orale, e per lo più si risale al pensiero dei precursori
attraverso citazioni, spesso molto tarde, e quindi poco attendibili.
2 - Nel secondo periodo, Aristotele e Platone, con I loro seguaci, rappresentano lo splendore del pensiero
classico. Il sapere viene organizzato in una costruzione articolata, interconnessa, completa. Il mondo degli
astri si collega alle cose terrene. Ed anche per questo destinata a durare due millenni.
…e greco-ellenistico
3 - Forse il periodo più ricco di conoscenze, di sviluppi e di scoperte fu quello
ellenistico, che si fa risalire alla fondazione di Alessandria, in Egitto, (331 a.c.) da
parte di Alessandro Magno, pochi anni prima della sua morte avvenuta a Babilonia nel
323 a.c. La Scienza in generale, e quella astronomica in particolare, vede il suo
massimo sviluppo nel II secolo a.c.; dopo una veloce decadenza, si assiste alla
ripresa del I, II secolo d.c., per vedere quindi scomparire quasi ogni traccia di scienza.
La civiltà greca si diffonde in Oriente e
ne viene contaminata
La macchina di Antikyithera ne è un esempio
…e greco-ellenistico
3 - Forse il periodo più ricco di conoscenze, di sviluppi e di scoperte fu quello
ellenistico, che si fa risalire alla fondazione di Alessandria, in Egitto, (331 a.c.) da
parte di Alessandro Magno, pochi anni prima della sua morte avvenuta a Babilonia nel
323 a.c. La Scienza in generale, e quella astronomica in particolare, vede il suo
massimo sviluppo nel II secolo a.c.; dopo una veloce decadenza, si assiste alla
ripresa del I, II secolo d.c., per vedere quindi scomparire quasi ogni traccia di scienza.
La civiltà greca si diffonde in Oriente e
ne viene contaminata
La macchina di Antikyithera ne è un esempio
Da Wikipedia:
La macchina di Anticitera, nota anche come meccanismo di Antikythera, è il più antico
calcolatore meccanico conosciuto, databile intorno al 100 - 150 a.C.. Si tratta di un
sofisticato planetario, mosso da ruote dentate, che serviva per calcolare il sorgere del
sole, le fasi lunari, i movimenti dei 5 pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i mesi e i
giorni della settimana. Trae il nome dall'isola greca di Anticitera (Cerigotto) presso cui è
stata rinvenuta. È conservata presso il Museo archeologico nazionale di Atene.
Il mondo greco
Uno dei filosofi a cui si devono le prime indagini conoscitive sul mondo e
sull'astronomia è Talete di Mileto.(639 a.c. - 547 a.c.).
Egli stimò con buona approssimazione che i diametri apparenti del Sole e
della Luna sono la 720a parte del circolo percorso dal Sole; a lui è stata
attribuita anche la divisione dell'anno in quattro stagioni e 365 giorni,
nonché la previsione di solstizi ed equinozi, e di un’eclissi di Sole (28
maggio 585 a.C.). Gli viene attribuita la scoperta che alcune stelle fisse in
realtà si muovono (pianeti).
Talete di Mileto
Il mondo greco
Uno dei filosofi a cui si devono le prime indagini conoscitive sul mondo e
sull'astronomia è Talete di Mileto.(639 a.c. - 547 a.c.).
Egli stimò con buona approssimazione che i diametri apparenti del Sole e
della Luna sono la 720a parte del circolo percorso dal Sole; a lui è stata
attribuita anche la divisione dell'anno in quattro stagioni e 365 giorni,
nonché la previsione di solstizi ed equinozi, e di un’eclissi di Sole (28
maggio 585 a.C.). Gli viene attribuita la scoperta che alcune stelle fisse in
realtà si muovono (pianeti).
Talete di Mileto
Anassimandro (610 a.c. - 546 a.c.) fu l'inventore
dello gnomone, strumento usato per rilevare l'altezza
del Sole e della Luna e quindi l'inclinazione
dell'eclittica. Egli riteneva il mondo un cilindro
posto al centro dell'universo con i corpi celesti che
vi ruotano attorno, supponendo l'esistenza di mondi
infiniti in tutte le direzioni, e avendo così la prima
intuizione del principio cosmologico.
Agli inizi della storia greca la Terra era vista come un disco
nel cui centro si trovava l'Olimpo, circondato dall’Oceano.
Il mondo greco
Pitagora nacque a Samo nel 572 a.C., da ragazzo intelligente e
studioso, ebbe eccellenti maestri, i migliori del tempo: il musicista e
poeta Ermodame, suo concittadino, gli scienziati Talete ed
Anassimandro, entrambi di Mileto.
Nel 548 a.C., Pitagora riprese a viaggiare,
stavolta da solo, ininterrottamente per 12 anni
(come rappresentante di commercio del
padre). In Egitto, ebbe ad incontrare dei
sacerdoti egiziani, i quali lo misero a
conoscenza dei misteri della loro scienza.
Così Pitagora imparò l'egiziano, la geometria,
i pesi, le misure, il calcolo con l'abaco, le
qualità dei minerali.
Il mondo greco
Pitagora nacque a Samo nel 572 a.C., da ragazzo intelligente e
studioso, ebbe eccellenti maestri, i migliori del tempo: il musicista e
poeta Ermodame, suo concittadino, gli scienziati Talete ed
Anassimandro, entrambi di Mileto.
Si recò, poi, in Fenicia ed
in Siria, e nel 539 a.C. a
Babilonia. Qui i sacerdoti
caldei, anch'essi catturati
dalla sua generosità e
dalle sue conoscenze, gli
insegnarono l'astronomia
e la matematica.
Nel 548 a.C., Pitagora riprese a viaggiare,
stavolta da solo, ininterrottamente per 12 anni
(come rappresentante di commercio del
padre). In Egitto, ebbe ad incontrare dei
sacerdoti egiziani, i quali lo misero a
conoscenza dei misteri della loro scienza.
Così Pitagora imparò l'egiziano, la geometria,
i pesi, le misure, il calcolo con l'abaco, le
qualità dei minerali.
Pitagora, studiando la corda vibrante (monocordo) e
i rapporti fra le lunghezze della corda nei principali
accordi, scopre gli intervalli musicali.
Non tutti però, solo l’intervallo di ottava di quinta e
di quarta, ma non di terza. 1/2, 2/3, 3/4, ma non 4/5.
Fu Tolomeo nel II sec. d.C. che completò la scoperta degli
intervalli armonici, con l’intervallo di terza m.
Il mondo greco
Secondo la Scuola pitagorica "i numeri sono il principio di tutte le
cose" e "gli elementi dei numeri sono elementi di tutte le cose”.
Anche l'Universo è numero.
Poiché gli elementi dei numeri
sono elementi di tutte le cose,
" l'intero universo è armonia
e numero ": infatti ogni
fenomeno è generato
dall'opposizione tra il limite e
l'illimitato, tra il pari e il dispari
(armonia degli opposti).
Nell'universo al centro c’è un fuoco e la terra
ruota intorno ad esso insieme con gli altri astri,
dando luogo al giorno e alla notte.
Gli studi pitagorici di acustica confermarono la
teoria secondo cui i numeri sono il principio di
tutte le cose.
Il mondo greco
Secondo la Scuola pitagorica "i numeri sono il principio di tutte le
cose" e "gli elementi dei numeri sono elementi di tutte le cose”.
Anche l'Universo è numero.
Poiché gli elementi dei numeri
sono elementi di tutte le cose,
" l'intero universo è armonia
e numero ": infatti ogni
fenomeno è generato
dall'opposizione tra il limite e
l'illimitato, tra il pari e il dispari
(armonia degli opposti).
Nell'universo al centro c’è un fuoco e la terra
ruota intorno ad esso insieme con gli altri astri,
dando luogo al giorno e alla notte.
Gli studi pitagorici di acustica confermarono la
teoria secondo cui i numeri sono il principio di
tutte le cose.
La teoria cosmologica pitagorica concepì l'universo
come un cosmo, un insieme razionalmente
ordinato che rispondeva anche ad esigenze
mistiche religiose. I pianeti compiono movimenti
armonici secondo precisi rapporti matematici e
dunque generano un suono così sublime e
raffinato che l'orecchio umano non può percepirlo.
A ciò è legata la teoria dell'armonia delle sfere
celesti, formata da suoni prodotti dai corpi celesti
nella loro rotazione nello spazio, che in realtà
immaginava pieno di aria. Come lo stormire delle
fronde degli alberi: per ogni sfera vi è un tono
musicale , e l'ottava musicale è l'insieme di questi
toni.
Keplero che nel XVII sec. propose un modello di cosmo,
nell’Harmonices Mundi, si rifece alle idee pitagoriche. Non
trovando tuttavia una completa corrispondenza tra intervalli
e orbite dei pianeti, sostenne che questo modello era stato
perfetto solamente all’origine del mondo.