Presentazione di PowerPoint - Progetto e

DIRITTO PUBBLICO DELL’ECONOMIA
LEZIONE 3
Stato e mercato
nell’esperienza italiana:
dall’Unità alla seconda
guerra mondiale
prof. Anna Ciammariconi
La situazione all’Unità d’Italia (1861)
tasso di analfabetismo tra i più alti
del continente europeo
ceto borghese come classe di rentiers di
tendenze conservatrice
attività agricola indirizzata
essenzialmente al consumo locale
attività industriale minoritaria, con
struttura poco più che artigianale,
a base familiare
assetto prettamente
precapitalistico
L’epoca della «Destra storica» (1862 – 1876) (1)
assenza di una chiara visione ideologica nella classe dirigente
tendenziale interventismo
statale nell’economia
adesione al regime di
libero scambio internazionale
dirigismo statale
liberismo doganale
promozione dell’esportazione dei beni necessari a
consentire industrializzazione e modernizzazione
L’epoca della «Destra storica» (1862 – 1876) (2)
esigenza di dotarsi di apparati
paragonabili a quelli delle
principali potenze europee
spese militari
(campagne del 1866 e 1870)
la spesa pubblica resiste al 12% del
PIL, salendo al 18%
all’inizio degli anni ‘80
necessità di realizzare una rete
infrastrutturale adeguata
pareggio di bilancio raggiunto solo
alla fine del ciclo
forte indebitamento del
governo locale
coinvolto nella realizzazione
delle opere pubbliche e nel
riordino della pubblica
istruzione
L’epoca della «Destra storica» (1862 – 1876) (3)
politiche liberistiche
esportazioni
investimenti stranieri
(agrumi dal Sud Italia;
prodotti tessili dal Nord)
tuttavia…
il prodotto lordo cresce a poco più del 2% annuo fino alla fine degli anni ’70, con
una crescita media di quello pro capite pari allo 0,6%
Il passaggio alla fase della «Sinistra storica»
ritiro dello Stato dalla gestione diretta delle ferrovie
c.d. “rivoluzione parlamentare”
novembre 1876
l’avvento della diversa maggioranza costituita dalla
Sinistra storica guidata da Agostino De Pretis
La politica di Agostino De Pretis (1876 – 1887 ) (1)
crisi agraria continentale
misure daziarie di difesa
da Francia, Germania e
Austria
istanze dell’industria
settentrionale, del
movimento operaio e
degli agrari
chiusura protezionistica
nuova tariffa doganale (1887 – 1888)
risanamento urbano
(e.g. disciplina espropriativa per la
città di Napoli)
legislazione sulle opere pie
rafforzamento e integrazione
della codificazione
riordino dei tributi
La politica di Agostino De Pretis (1876 – 1887 ) (2)
t.u. 24 settembre 1882, n. 999
allargamento del suffragio
elevatissima
discrezionalità governativa
formazione di liste
trasversali
intreccio di interessi
tra politica
e mondo degli affari
malcostume trasformistico
non è tanto lo Stato a dirigere
l’economia quanto quest’ultima a
catturare lo Stato [Febvre, 1935]
La fine del XIX secolo (1)
Francesco Crispi
Antonio di Rudinì
(1887-1891 e 1893-1896)
(1891 e 1896-1898)
forte impronta centralistica
preferenza per gli strumenti amministrativi
rispetto all’attività parlamentare
La fine del XIX secolo (2)
l. 22 dicembre 1888 sulla sanità pubblica
l. 17 luglio 1890 n. 6972 sulle opere pie
legge 17 luglio 1898, n. 350, sulla
previdenza contro la vecchiaia
l. 15 giugno 1893, n. 279, sull’istituzione
del sistema pensionistico
l. 10 agosto 1893, n. 449, sul riordino del
sistema bancario
e l’istituzione della Banca d’Italia
1889, nuovo codice penale, che si ispira
a principi di liberalismo moderato,
con la ferma difesa della proprietà e del
contratto
L’età giolittiana (1900 – 1914) (1)
consapevolezza della
condizione
di arretratezza
del Paese
Giovanni Giolitti (1842-1928)
effettiva redistribuzione
della ricchezza grazie ad un
intervento pubblico
più efficace
e meno colluso con i grandi
interessi industriali
e bancari
L’età giolittiana (1900 – 1914) (2)
l. 19 giugno 1902, n. 242 + r.d. 10 novembre
1907, n. 818, recanti disposizioni di tutela per il
lavoro femminile e minorile
legge 29 marzo 1903, n. 103,
sui servizi pubblici locali
l. 7 luglio 1904, n. 489, sul lavoro festivo e il
riposo settimanale
intervento nel mezzogiorno con leggi speciali
l. 4 aprile 1912, n. 305, che istituisce
l’Istituto nazionale delle assicurazioni
l. 30 giugno 1912, n. 666,
sull’allargamento del suffragio
L’età giolittiana (1900 – 1914) (3)
incremento medio del PIL del 2,6% annuo
l’accumulazione di capitale triplica
in quindici anni
le esportazioni aumentano del 50%
i consumi privati aumentano del 35%,
mentre la pressione tributaria si attenua
La «Grande Guerra» (1914 – 1918)
forte incremento dell’intervento
pubblico nell’economia
misure amministrative di
governo dell’economia
è favorita la crescita di molti gruppi industriali, ma soprattutto si assiste
al consolidarsi di posizioni di oligopolio
espansione del debito pubblico, contratto prevalentemente con l’estero
e in valuta estera, che alla fine del 1920
tocca il 160% del prodotto lordo
Il primo dopo-guerra
incremento della disoccupazione
conflittualità sociale ai limiti della guerra civile
misure assistenziali e fiscali tipiche di uno Stato
che tende a rafforzare
i caratteri della socialità
progressività nell’imposizione sui redditi
riduzione ad otto ore della giornata lavorativa
assicurazione obbligatoria contro disoccupazione
misure previdenziali per la maternità
Il Fascismo
1° ciclo (1922 – 1926)
intervento pubblico in
forme ancora frammentarie
soprattutto,
operazioni di soccorso alle banche
legge bancaria del 1926
rinegoziazione del debito
bellico (cd. Piano Dawes)
«prestito del Littorio» (1926)
riduzione del debito pubblico del 75%
crescita del PIL del 4% annuo, in un contesto inflattivo intorno al 20%
Il Fascismo
2° ciclo (1927 – 1934) (1)
crisi mondiale (a basso
impatto, in Italia)
stagnazione dell’economia, con vere recessioni
negli anni 1927, 1930 e 1931, 1933
l’intervento pubblico assume caratteri maggiormente strutturati
obiettivo dell’ autosufficienza nazionale
cd. battaglia della lira
cd. “battaglia del grano”
Agip
d.l. 3-4-1926, n. 556
Il Fascismo
2° ciclo (1927 – 1934) (2)
gennaio 1933
Istituto di ricostruzione industriale (Iri)
assume la titolarità delle
partecipazioni delle banche
miste, controllando così il 42%
del capitale di tutte le SpA
politiche industriali a controllo statale diretto
regime corporativo
(l. 3 aprile 1926, n. 563; Carta del lavoro; l. 5 febbraio 1934, n. 163)
Il Fascismo
3° ciclo (1935 – 1940)
controllo sulle importazioni (1935)
guida statale dell’economia
sempre più invasiva e netta
«piano regolatore dell’economia italiana»
(1936)
cartellizzazione, per limitare la concorrenza
controllo dei prezzi (1935)
regime autorizzativo per gli investimenti
espansione annua del PIL del il 4%, con ripresa dell’inflazione prossima all’11%
raddoppiamento della spesa pubblica per impegni militari e coloniali
DIRITTO PUBBLICO DELL’ECONOMIA
LEZIONE 4
Stato e mercato
nell’esperienza italiana:
dal 1948 ad oggi
prof. Anna Ciammariconi
Le scelte della ricostruzione (1)
componente
laica (Einaudi etc.)
sinistra
comunista
cattolici
“interventisti”
(Mattei etc.)
cattolici
“di sinistra”
(La Pira, Dossetti etc.)
critiche
all’interventismo in
economia e al sistema
dei monopoli
moderatismo tattico à
la Togliatti
reintroduzione della
progressività
impositiva
misure redistributive
delle terre di uso civico
mantenimento di
alcune strutture tipiche
dell’interventismo di
anteguerra
riforma agraria
«politica della casa»
interventi nel Mezzogiorno
Le scelte della ricostruzione (2)
forte presenza pubblica nell’economia
fondamentale anche per il
piano di aiuti americani
ad es. il settore bancario resta fermo alla struttura della
legge del 1936, con l’unico correttivo della diffusione
delle banche locali, rurali e cooperative (cfr. art. 47,
Cost.: tutela del risparmio)
«Mediobanca»
(1946)
non si rimuovono (o forse sono consolidati) i dualismi tipici della società italiana di
quegli anni: dualismo territoriale, industriale, e del mercato del lavoro
Verso il “miracolo economico”…
alla fine degli anni ‘50, più del 22% degli investimenti
fissi lordi è effettuato direttamente dallo Stato
Ministero delle partecipazioni statali (1956)
nel settore bancario la componente pubblica supera il
70% del capitale e degli sportelli, con la Banca d’Italia
nel ruolo chiavo di direzione
nazionalizzazione
dell’energia elettrica
(1962)
proroga della Cassa per il
Mezzogiorno; industrializzazione del
Sud affidata tutta a soggetti pubblici
Il “miracolo economico” (1958 - 1963)
crescita annua del PIL tra il 4,5 e il 7%
aumento medio della produttività del 4,6% annuo
calo della disoccupazione: 3,9% nel 1963
incremento medio annuo del 5% dello stock di
capitale e del risparmio nazionale
(fino al 30% del PIL)
inflazione ferma al 3%
moderata crescita dei salari reali
attivo della bilancia dei pagamenti
L’avvento del «centro-sinistra» (1963)
nuovo corso di politica economica
nuovo orientamento programmatorio
bozza di programma quinquennale
(l. 27 luglio 1967, n. 685)
tra il 1968 e il 1970, avvio dell’attuazione del
Titolo V; i decreti 1-12/1972 trasferiscono le
funzioni amministrative alle Regioni (ordinarie)
Aldo Moro
Presidente del Consiglio nel 1963
(1° incarico)
Dagli anni ‘70 agli anni ’90 (1)
fallimento dell’idea di
programmazione (a causa
della mancanza dei
presupposti necessari)
primo shock petrolifero (1973)
crisi valutaria (1976)
sforzo di ristabilizzazione
completamento del trasferimento di funzioni amministrative
cd.
governi
di
solidarietà
nazionale
riforma della legge di contabilità dello Stato
legge Bucalossi (10/1977) sul regime dei suoli
legge sull’equo canone (392/1978)
legge di riforma sanitaria (833/1978)
Dagli anni ‘70 agli anni ’90 (2)
1975
legificazione sul punto di
contingenza
in ricezione dell’accordo tra le parti sociali, stipulato durante la
presidenza confindustriale di Giovanni Agnelli
pace sociale, a prezzo del trasferimento del peso
dell’inflazione sugli stipendi dei dipendenti pubblici e
privati
1982
Confindustria denuncia il patto, abrogato e sostituito da un protocollo di intesa (1983)
Dagli anni ‘70 agli anni ’90 (3)
PRIMI SEGNALI DI INVERSIONE
1982: creazione dell’Istituto per la vigilanza delle assicurazioni private
1985: creazione della Commissione nazionale per le società e la borsa
1990: istituzione dell’Autorità Garante per la Radiodiffusione e l’editoria
(l. 223/1990) e dell’Autorità antitrust (l. 287/1990)
1990: ammodernamento della Pubblica Amministrazione, con la legge
sul procedimento amministrativo (l. 241/1990) e quella sul riordino
dell’amministrazione locale (l. 142/1990)
Gli anni Novanta
massicce
privatizzazioni
l. 474/1994:
dismissione di imprese
a comando pubblico
problemi di natura sia
economica che giuridica:
criteri scelta acquirenti
(d.p.r.
533/1996);
giurisdizione ordinaria o
amm.va; golden share:
legittima?
separazione
gestione/ regolazione
dei servizi pubblici
creazione di una serie di
Autorità Amministrative
Indipendenti:
per
l’informatica (1993); per
la vigilanza sui lavori
pubblici (1994); per
l’energia elettrica e il gas
(1995); per la protezione
dei dati personali (1996);
per la garanzia nelle
comunicazioni (1997)
“snellimento”
burocratico
Testo Unico Bancario
(1993)
semplificazione delle
procedure (leggi c.d.
Bassanini, 1997)
flessibilità del
regime lavoristico
(pacchetto Treu, 1997)
definitivo
trasferimento
funzioni amm.ve
(d.lgs. 112/1998)
I primi anni 2000
2002
unificazione monetaria intorno all’Euro
trasformazione del quadro
regolatorio del mondo del lavoro
(c.d. legge Biagi, 2003)
mutamento della struttura
occupazionale (che si caratterizza
anche per la normalizzazione del
fenomeno dell’immigrazione)
interventi nei settori verticali del
mercato per raggiungere un
equilibrio tra efficienza e
concorrenza
interventi legislativi nel comparto
energetico (c.d. decreto Letta,
2000), nel settore elettrico
(Bersani, 1999; Marzano, 2004), e
nei servizi pubblici locali
Gli anni 2000 dopo la crisi del 2008
segnali della crisi mondiale avvertiti in ritardo ma con maggiore gravità
indirizzi contrastanti nella risposta legislativa
da un lato, si tentano misure di
sostegno ai settori industriali in
crisi, accompagnate da misure di
promozione dell’occupazione
dall’altro lato, ritocchi ai
meccanismi di intermediazione
finanziaria e misure volte a
garantire trasparenza