Corso di Economia Pubblica A.A. 2002 / 2003 Gli strumenti dell’Economia Pubblica I livelli istituzionali – regioni ed enti locali Il bilancio pubblico e le analisi di bilancio – Il bilancio dello Stato – Il bilancio delle regioni – Il bilancio degli enti territoriali Il sistema tributario Le questioni del debito pubblico – Il debito dello Stato centrale – Il debito degli enti territoriali 1 Gli strumenti dell’economia pubblica Il ruolo del settore pubblico viene individuato nel desiderio di garantire: – l’efficienza nella allocazione delle risorse – una socialmente approvata distribuzione della ricchezza e del reddito – la stabilità del reddito – lo sviluppo del reddito 2 L’efficiente allocazione delle risorse L’efficiente allocazione delle risorse determina la crescita del benessere della collettività Gli enti pubblici devono operare indirizzando e regolando l’attività economica dei membri della collettività o, sostituendosi ai privati, quando necessario 3 … l’efficiente allocazione ... (2) L’intervento pubblico è economicamente e socialmente vantaggioso quando il beneficio è maggiore del costo Criterio di Pareto: una soluzione è preferibile ad un’altra se almeno un soggetto trae vantaggio, senza che nessuno venga danneggiato In realtà, l’intervento pubblico se crea benefici ad un gruppo di persone, inevitabilmente ne arreca un costo ad altri 4 … l’efficiente allocazione ... (3) L’impossibilità di garantire l’efficiente allocazione delle risorse ci porta a considerare le cause del fallimento del mercato: non si realizza un’ottima allocazione delle risorse il mercato è preferibile all’intervento pubblico ? l’intervento pubblico è preferibile al mercato ? Il mercato ed il procedimento politico costituiscono due metodi alternativi per l’impiego delle risorse, fra i quali la scelta nel singolo caso dipende da numerose e imponderabili considerazioni di natura extra economica 5 La distribuzione della ricchezza L’efficiente allocazione delle risorse non garantisce necessariamente una equa distribuzione della ricchezza in tal caso si dovrà procedere ad una redistribuzione per garantire alla collettività il benessere sociale spetta al soggetto pubblico intervenire in tale direzione 6 … la redistribuzione (2) ... Si ottiene redistribuzione quando si producono beni pubblici la redistribuzione è verticale quando l’azione pubblica interviene su diverse classi di reddito o di patrimonio le redistribuzione è orizzontale quando opera su unità economiche della stessa classe di reddito o patrimonio 7 … l’uguaglianza e l’equità (3) ... Dalla redistribuzione si passa al concetto di uguaglianza, intesa come uguali opportunità offerte a tutti. Dalla uguaglianza si passa al concetto di equità, orizzontale (uguale trattamento di uguali) e verticale (diverso trattamento per individui diseguali) 8 La stabilità del reddito Garantire stabilità del reddito e della ricchezza significa definire gli interventi in funzione delle fasi cicliche dell’economia a periodi di espansione economica si susseguono periodi di depressione più o meno lunghi 9 Le politiche di stabilizzazione La stabilizzazione può spingere il soggetto pubblico ad agire con misure: – di carattere discrezionale – stabilite volta per volta In ogni caso, le misure anticicliche intervengono su: – variazioni nel saldo del bilancio – variazione nell’ammontare – variazioni nella composizione 10 … le variazioni nel saldo Si interviene sulla differenza tra le entrate e le uscite poiché le spese pubbliche costituiscono una espansione nella domanda e le entrate una contrazione, nel caso di depressione si potrebbe incrementare le spese finanziate in deficit, oppure ridurre le imposte 11 … le variazioni nell’ammontare In fase di depressione sarà possibile correggere l’andamento dell’economia pubblica producendo un uguale aumento delle spese pubbliche per la produzione di beni e servizi e delle entrate 12 … le variazioni nella composizione In questo ultimo caso si lasciano invariati il saldo e l’ammontare e si agisce sulla composizione delle spese e delle entrate il rischio di questa politica di intervento è rappresentata dai differenti tempi tecnici del verificarsi degli effetti desiderati 13 Lo sviluppo del reddito Le politiche di sviluppo presuppongono un intervento coerente con le istanze del territorio per creare economia endogena è necessario intervenire sui diversi livelli istituzionali, ai quali spettano nuove e diverse competenze e funzioni principio di sussidiarietà 14 La politica economica e monetaria a sostegno dell’Economia Pubblica Istituto Monetario Europeo (IME) Banca Centrale Europea (BCE) Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) 15 IME È stato istituito il 1° gennaio 1994 diretto e gestito da un Consiglio: – Presidente – Governatori delle Banche Centrali nazionali 16 Funzioni e obiettivi (art.109F) Rafforza la cooperazione tra le Banche Centrali degli Stati membri al fine di garantire una maggiore stabilità dei prezzi coordina le politiche monetarie nazionali sorveglia il funzionamento del Sistema Monetario Europeo (SME) agevola l’impiego della moneta unica può formulare pareri sull’orientamento della politica monetaria 17 Terza fase dell’Unione monetaria La terza fase iniziata il 1° gennaio 1999 prevede la creazione del SEBC e della BCE in quest’ottica l’IME prepara la fase di transizione 18 BCE Organi decisionali Consiglio direttivo: – membri del comitato esecutivo (sei) – Governatori delle Banche Centrali Nazionali Comitato esecutivo: – Presidente – Vice Presidente – 4 membri con elevata esperienza professionale nel settore monetario 19 Capitale della BCE Il Capitale è sottoscritto dalle Banche Centrali Nazionali Criteri e fattori di ponderazione: – popolazione degli Stati membri – Prodotto Interno Lordo 20 Funzioni della BCE gestione delle politiche monetarie nazionali e Europee emissione di EURO per le sue funzioni si avvale di un Comitato Monetario a carattere di organo consultivo 21 Compiti del Comitato Monetario seguire la situazione monetaria e finanziaria degli Stati membri e riferirne al Consiglio e alla Commissione formulare pareri esaminare la situazione riguardante i movimenti di capitali e la libertà dei pagamenti; il risultato di tale esame è trasmesso al Consiglio e alla Commissione 22 Il Comitato Economico Finanziario Dal 1° gennaio 1999 il Comitato Monetario è sostituito dal Comitato Economico Finanziario 23 Le funzioni del C.E.F. Formulare pareri seguire la situazione economica e finanziaria degli Stati membri contribuire alla preparazione dei lavori del Consiglio esaminare la situazione riguardante i movimenti di capitali e la libertà dei pagamenti 24 SEBC È composto dalla Banca Centrale Europea e dalle Banche Centrali Nazionali la gestione è demandata agli organi della BCE 25 Funzioni della SEBC Definire ed attuare la politica monetaria della Comunità svolgere le operazioni sui cambi gestire le riserve in valuta estera promuovere il funzionamento dei sistemi di pagamento 26 Vantaggi e costi dell’Unione Monetaria Vantaggi stabilità finanziaria risparmio dei costi di transazione legati alle operazioni in cambi (maggiore uniformità dei mercati) eliminazione del rischio di cambio (risparmio per le imprese) riduzione dei tassi di interesse e bassa inflazione Svantaggi perdita per il settore bancario viene meno il meccanismo di aggiustamento degli squilibri tra i diversi paesi 27 Eliminazione del rischio di cambio L’assenza del rischio di cambio, tra i diversi paesi-in, ha conseguenze positive in termini di aumento dei flussi commerciali internazionali, considerando che le decisioni di scambio con l’estero sono facilitate dalla certezza sui tassi di cambio 28 … i vantaggi L’Unione Monetaria azzera la svalutazione attesa, consentendo una convergenza dei tassi con il duplice vantaggio di: 1) riduzione degli oneri finanziari per il debito pubblico (miglioramento dei conti pubblici) 2) stimolo agli investimenti privati (crescita e occupazione) 29 … gli svantaggi La perdita della flessibilità dei cambi incide sui meccanismi di aggiustamento degli squilibri tra i diversi paesi: nel caso di un paese con elevata inflazione e bilancia commerciale in deficit, lo strumento della svalutazione rappresentava un valido strumento per restituire competitività al mercato. La mancanza di questa valvola di sfogo e l’assenza di altri meccanismi di aggiustamento (flessibilità dei prezzi e dei salari e l’assenza della mobilità del lavoro) possono comportare il protrarsi di situazioni di squilibrio (indebitamento con l’estero, riduzione delle riserve, disoccupazione, perdita di competitività) 30 Opportunità e problemi per le imprese Opportunità l’eliminazione del rischio di cambio rappresenta un’ottima opportunità per le imprese che operano nell’area Euro. Tuttavia si impone di non trascurare i divari tra i vari paesi, non essendoci più lo strumento della valutazione attraverso cui rendere più competitiva l’economia nazionale Problemi adattamenti necessari nei rapporti: - con le banche (depositi, finanziamenti, pagamenti) - con la clientela (indicazione dei prezzi, pagamenti) - con il mercato finanziario (emissione di titoli di debito) - con la Pubblica Amministrazione (contabilità in Euro; bilanci) 31 La conseguenze per il mercato finanziario e il mercato obbligazionario Per il mercato finanziario: • globalizzazione • diversificazione dei prodotti finanziari • grande liquidità e ampio ventaglio di strumenti di investimento Per il mercato obbligazionario: • • • • scompare il premio di rischio legato ai cambi rimane il rischio di credito e di liquidità il rating condiziona i tassi aumenta il peso dei titoli privati sul mercato 32