L’interazione tra il bambino e l’ambiente Obiettivo: Tramite l’utilizzo di teorie di riferimento tentare di cogliere quali aspetti risultano fondamentali per la vita del bambino in relazione con il mondo e quali possibilità predittive si possono ottenere in riferimento alla psicopatologia. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Il bambino è predisposto geneticamente a sviluppare un legame di attaccamento con chi si prende cura di lui alla ricerca di protezione, per un bisogno innato funzionale alla sopravvivenza. L’attaccamento costituisce uno dei sistemi di controllo del comportamento, che motiva il bambino ad avvicinarsi alla figura fornitrice di cure per mantenere un senso di sicurezza. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Dalla fine del primo anno di vita con la comparsa della simbolizzazione, attraverso il riferimento sociale e la comprensione della teoria della mente dell’altro (Camaioni, 1995), il bambino entra in una fase dell’attaccamento direzionato, comportandosi in modo intenzionale, pianifica le azioni in funzione di obiettivi prendendo in considerazione sentimenti, motivazioni e obiettivi dell’altro. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Proprio in questa fase emergono le differenze individuali, nel senso di diversa attivazione e predisposizione ad esprimere le emozioni, peculiarità del modello di regolazione cognitivo- affettiva che si è sviluppato tra caregiver e bambino. Le modalità interattive del prime esperienze di attaccamento determinano il modo in cui il bambino processa informazioni. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Modelli operativi interni: del sé e delle figure di attaccamento sono rappresentazioni mentali che hanno la funzione di veicolare la percezione e l’interpretazione degli eventi da parte dell’individuo, consentendogli di fare previsioni e crearsi delle aspettative sugli avvenimenti della propria vita relazionale. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Il MOI è costituito da: • Il modello operativo del Sé (immagine che il soggetto ha di sé); • Il concetto di quanto sia accettabile o meno agli occhi degli altri; • Il modello operativo del mondo (percezione circa la realtà esterna); • Le convinzioni su come funzionano le relazioni interpersonali. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Sulla base del MOI il bambino si crea aspettative sulle figure di attaccamento, sulla loro responsività e accessibilità, imparando così a prevedere e capire come ottenere la vicinanza e il sostegno degli altri e come muoversi nel mondo. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Per cui un bambino che è cresciuto con un caregiver sensibile e disponibile: • Sa esprimere i propri bisogni in modo adeguato; • Sviluppa autostima; • Ha fiducia negli altri; • Costruisce aspettative positive nei confronti delle relazioni interpersonali. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Al contrario un bambino che ha sperimentato figure di attaccamento spaventate, incerte, incostanti o inadeguate sviluppa: • Un’autostima limitata o discontinua; • Sfiducia negli altri; • Aspettative negative nei confronti delle relazioni interpersonali. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Attaccamento sicuro (B) La separazione è fonte di dispiacere anche con manifestazioni di protesta e pianto ma al momento della riunione il bambino cerca il contatto fisico, si consola velocemente e torna ad esplorare l’ambiente. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Attaccamento evitante (A) Al momento della separazione non protestano convogliando tutta l’attenzione sull’ambiente circostante e al ritorno della madre questi bambini mostrano disinteresse allontanandosi anche da questa. Evitare l’angoscia della separazione La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Attaccamento ambivalente (C) Piangono angosciati al momento della separazione e ricercano il contatto al momento della riunione. Tuttavia la loro angoscia è mescolata a rabbia, tanto che la ricerca del contatto è accompagnata al rifiuto della consolazione; sono difficili da calmare e impiegano molto tempo per riprendere l’esplorazione. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Attaccamento disorganizzato/disorientato (D) Mancanza di una strategia coerente per portare a termine un compito o una esplorazione. Stereotipie che indicano la perdita di una continuità organizzativa e comportamenti repentini caratterizzati da posture strane ed azioni brusche e repentine. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Tale modello permette di progettare interventi, mirati al modo in cui l’individuo processa l’informazione dato che, secondo questa prospettiva, i “bambini evitanti” sarebbero connotati da un processo cognitivo dell’informazione, mentre i bambini ambivalenti da quello affettivo. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) La novità della teoria dell’attaccamento è la possibilità di correlare la qualità dell’attaccamento dei figli con quello dei genitori, mettendo in relazione la Ssp (Strange Situation Procedure) e i dati ottenuti dall’AAI (Adult Attachment Interview) La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Mettendo in relazione i pattern di attaccamento dei bambini e dei loro genitori si è notata una correlazione positiva tra il MOI della madre e quello del bambino (70%), minore con il MOI del padre (40%). La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) I disturbi dell’attaccamento Diagnosticabili entro i primi cinque anni di vita del bambino, consistono in disturbi intraindividuali che possono emergere con la figura di attaccamento: • • • • • Disturbo da assenza di attaccamento; Disturbo da attaccamento indiscriminato; Disturbo da attaccamento inibito; Disturbo dell’attaccamento aggressivo; Disturbo da inversione di ruolo. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) • • • • • Disturbo da assenza di attaccamento Non dimostrano interesse, né attrazione per le figure di attaccamento; Non protestano alla separazione o lo fanno in maniera indiscriminata; Cercano consolazione da chiunque; Sono distaccati da tutti ed è difficile coinvolgerli nell’interazione. Bambini istituzionalizzati o che subito molteplici cambiamenti nelle figure di attaccamento. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Disturbo da Attaccamento indiscriminato Non fanno riferimento alla figura di attaccamento, si aggregano e danno la mano a chiunque anche in circostanze minaccianti e paurose. Fanno uso promiscuo e indiscriminato dell’altro, cercando conforto e protezione anche da persone estranee. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Disturbo da Attaccamento inibito • Difficilmente si allontanano dal caregiver per esplorare l’ambiente; • Evitano attivamente le relazioni con persone estranee; • Sono riluttanti a giocare in ambienti non familiari; • Attuano un controllo ipervigile sull’ambiente. Due sottotipi: - Bambini con dipendenza eccessiva; - Bambini caratterizzati da acquiescenza compulsiva. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Disturbo dell’Attaccamento aggressivo Caratterizzato dalla presenza di una figura di attaccamento preferenziale, con cui la relazione è costantemente aggressiva e piena di rabbia espressa sia contro l’altro che verso se stessi. Es. situazioni di violenza subita o assistita. La teoria dell’attaccamento (in riferimento alla psicopatologia) Disturbo da Inversione di ruolo Modalità relativamente frequente di attaccamento in presenza di genitori molto disturbati come tossicodipendenti, psicotici, gravi depressi, o trascuranti: il bambino per sopravvivere è costretto ad assumere egli stesso le funzioni genitoriali, attivando così un comportamento adultomorfo che gli impedirà di trovare cure e protezione anche al di fuori della famiglia.