La qualità della relazione è la
cura:
il processo del cambiamento
secondo
L’Approccio Centrato sulla
Persona di Carl Rogers
Gianluca Farfaneti, psicologo, psicoterapeuta docente IACP
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Carl Rogers ha fondato negli anni ‘40 la
Psicoterapia Centrata sul Cliente;
in seguito estende l’applicazione del
suo paradigma, sotto il nome di
Approccio Centrato sulla Persona, a
diversi
settori tra cui assistenza sociale,
scuola, medicina, management,
prevenzione e risoluzione dei conflitti
etc.
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L’Approccio Centrato sulla
Persona, fondato, si connota
fondamentalmente nell'essere
focalizzato sulla salute invece che
sulla malattia, sull’empowerment
piuttosto che sulla cura
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• Nel periodo in cui il campo delle psicoterapie era
ancora contraddistinto da visioni meccanicistico
riduzionista, Rogers è stato il primo psicologo a
formulare un paradigma olistico/sistemico
fondato su di una visione della natura umana in
cui l’uomo, al pari di tutti gli altri organismi
viventi, è dotato di un’innata tendenza
all’autoconsapevolezza, all’autoregolazione e alla
salute.
• Un paradigma eretto su ipotesi verificabili
empiricamente.
• Egli definisce la qualità della relazione come
aspetto fondamentale
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• Tutti gli esseri umani hanno innate
capacità di autoconsapevolezza e
autoregolazione (tendenza
attualizzante) promuovendo lo
sviluppo delle potenzialità degli
individui e dei gruppi attraverso un
processo di supporto e
responsabilizzazione,
• La relazione facilitante in questo
processo è contraddistinta da capacità
di contatto profondo,
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• Rogers abbandona infatti il
termine paziente per sostituirlo con quello
di cliente, ad indicare che non esiste un
"processo di guarigione", non esiste una mente
malata.
La salute mentale e' vista come un normale
proseguo della vita dell'uomo, mentre i
problemi che possono insorgere derivano da
una distorsione della "tendenza attualizzante".
.
• "non condivido il punto di vista tanto diffuso
secondo cui l'uomo e' un essere
fondamentalmente irrazionale i cui impulsi, se
non fossero controllati, condurrebbero alla
distruzione sua e degli altri.
Il comportamento dell'uomo e' invece
squisitamente razionale e si orienta, con una
complessita' sottile e ordinata, verso le mete
che l'organismo gli pone."
Carl Rogers
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• Il metodo terapeutico di Rogers viene detto anche "non
direttivo" o "centrato sul cliente".
Non direttivo in quanto il terapeuta rispetta la tendenza
ad autodeterminarsi del Cliente limitandosi a creare le
condizioni che possano facilitare la crescita, processo in
cui a "crescere" non e' in realta' solo il cliente ma anche
il terapeuta stesso.
Terapeuta e Cliente sono quindi in una situazione
paritaria e la terapia e' vista come un incontro tra 2
persone che fanno un percorso di crescita insieme.
• "Sulla base delle mie esperienze, ho notato che se posso
contribuire a creare un clima contrassegnato da
genuinita', apprezzamento e comprensione, allora
avvengono cose molto stimolanti.
Gruppi e persone si muovono, in un clima simile, dalla
rigidità verso la flessibilita', da un esistere statico a un
vivere dinamico, dalla dipendenza verso l'autonomia,
dalla difensivita' verso l'autoaccettazione, da un essere
ovvio e scontato verso una creativita' imprevedibile.
Diventano in tal modo una prova vivente di una
tendenza alla realizzazione".
Carl Rogers
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Le tre condizioni
• Accettazione positiva
incondizionata
• Comprensione Empatica
• Congruenza
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Accettazione positiva incondizionata
• L’accettazione o considerazione positiva, è una forma di
stima o accettazione incondizionata della persona, è la
capacità di non emettere giudizi, di separarsi
temporaneamente dal proprio mondo valoriale per
immergersi in quello dell’altro.
• È un concetto pluridimensionale che rispecchia
profondamente la filosofia e le nozioni teoriche di base
dell’approccio rogersiano, ed è pure un «modo di
essere» terapeutico, cioè il risultato di un’ottica
filosofica e di un atteggiamento psicologico ben
metabolizzato ed assimilato all’interno della persona,
che presenta una interconnessione strettissima con
l’autenticità e l’empatia.
• È la capacità necessaria al terapeuta di accettare, senza
giudicarlo, rispettandolo come persona, il Cliente, a
prescindere dai suoi comportamenti manifesti.
• Per considerazione positiva s’intende un atteggiamento
di “calore non possessivo”, di “cura” Quindi è un
atteggiamento affettivo del terapeuta nei confronti
dell’esperienza del cliente, che esprime
apprezzamento, interesse, accoglienza, fiducia nelle sue
potenzialità e coinvolgimento non possessivo.
• Il terapeuta dà valore al suo Cliente come persona.
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empatia
• Lo stato di empatia, dell’essere empatico, è il
percepire lo schema di riferimento interno di
un altro con accuratezza e con le componenti
emozionali e di significato ad esso pertinenti,
come se una sola fosse la persona, ma senza mai
perdere di vista questa condizione di “come se”.
Significa perciò sentire la ferita o il piacere di un
altro come lui lo sente, e di percepire le cause
come lui le percepisce, ma senza mai
dimenticarsi che è come se io fossi ferito o
provassi piacere, e così via. Se questa qualità di
“come se” manca, allora lo stato è quello
dell’identificazione». Rogers
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• Non la definirei più “uno stato di empatia”,
perché la ritengo più un processo che uno stato.
• […] Un modo empatico di essere con un’altra
persona ha molte sfaccettature: comporta una
sensibilità, istante dopo istante, verso i mutevoli
significati percepiti che fluiscono in quest’altra
persona, dalla paura al furore, alla tenerezza, o
confusione, o qualunque altra cosa essa stia
sperimentando. Significa vivere
temporaneamente nella vita di un altro,
muovendocisi delicatamente, senza emettere
giudizi; significa intuire i significati di cui l’altra
persona è scarsamente consapevole, senza però
svelare i sentimenti totalmente inconsci, perché
ciò sarebbe troppo minaccioso. Coinvolge la
comunicazione delle vostre percezioni del mondo dell’altro, del quale osservate con sguardo
sereno e nuovo quegli elementi che l’altro teme
di più».
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• non è un’operazione di tipo cognitivo, è un modo di
essere con l’altro che coinvolge il terapeuta
completamente.
• L’ascolto empatico permette alla persona che soffre,
che è in difficoltà, di guardare dentro se stessa, di
vedere con maggiore chiarezza quello che è lì,
appena sotto il livello della consapevolezza ma senza
che riesca ad uscire e diventare consapevole; il
rispecchiamento da parte del terapeuta fa emergere,
letteralmente venire a galla, sentimenti e pensieri
fino ad allora rifiutati perché portatori di dolore,
vergogna, sofferenza, paura.
• È il modo attraverso cui si rimanda all’altro il suo
diritto ad esistere e ad essere con tutto quello che
l’altro è. Il sentirsi riconosciuto ed in diritto di essere
ciò che si è abbassa naturalmente le difese (è per
questo che non si devono mai abbattere le difese, si
aspetta che il Cliente si senta tanto sicuro da poterlo
fare).
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Congruenza
•
•
•
la capacità del terapeuta di essere in contatto con se stesso,
consapevole di quello che si sta muovendo nella propria
coscienza per poterlo distinguere da quello che viene
comunicato, in modo verbale e non verbale dalla personaCliente e poterlo comunicare allo stesso se questo è
nell’interesse degli obiettivi terapeutici che la persona sta
perseguendo. Questa è la condizione che Rogers definisce
congruenza che deve essere accompagnata dalla capacità del
terapeuta di essere trasparente non solo a se stesso ma anche
all’altro.
«il terapeuta sia, nell’ambito della relazione, autentico e ben
integrato. Nella relazione, cioè, il terapeuta è liberamente e
profondamente se stesso e la sua esperienza reale è
fedelmente rappresentata nella coscienza. Non assume perciò
in nessun caso atteggiamenti di circostanza» (Rogers e
Kinget).
Essere se stessi, essere congruenti diventa sempre più difficile
man mano che aumenta il grado di disturbo dei singoli clienti:
perciò questa condizione è sicuramente la più difficile da
gestire, ma anche quella che apre il maggior numero di
soluzioni creative (anche in base allo “stile personale” del
terapeuta) all’interno della relazione.
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•
•
•
•
Il processo dell’altro è chiaro solo nel momento in
cui è chiaro a noi stessi.
Rogers afferma che lo strumento di lavoro più
importante è la nostra stessa persona. Perciò il
terapeuta rogersiano deve continuare ad affinare se
stesso, diventando sempre più capace di
congruenza.
Lietaer scrive:«Talvolta siamo noi a non permettere
all’espe-rienza dei nostri clienti di dispiegarsi
pienamente per quella che è, a causa delle nostre
difficoltà personali. Temi di vita con cui non siamo
ancora venuti a patti, bisogni individuali che
interferiscono con la terapia, le nostre vulnerabilità e
i nostri “punti ciechi” (blint spots), a volte ci fanno
sentire in pericolo ed incapaci di rispondere con
serenità a certi sentimenti del cliente...
Entrare nel mondo esperienziale di qualcuno che ha
valori totalmente differenti dai nostri, accogliere
sentimenti di sconforto e disperazione, empatizzare con
esperienze di massima felicità, rispondere in modo
non difensivo a forti sentimenti positivi o negativi
del cliente nei nostri confronti: non sono certo cose
facili da fare».
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• Quindi il terapeuta deve essere capace di
un buon accordo interno sia a livello
intrapersonale che a livello interpesonale;
ciò significa che egli si sente libero e
capace di far emergere nella propria
coscienza qualsiasi stato d’animo,
accettandolo come proprio (congruenza
intrapersonale), e che si senta libero di
comunicare al cliente i propri sentimenti
come espressione del proprio vissuto
interiore (congruenza interpersonale)
• Condizione fondamentale per essere
autentico nella relazione interpersonale è
quella di conoscere e accettare se stesso.
• Quando si parla delle tre condizioni
facilitanti il cambiamento, esse si
intendono applicate ed applicabili ai
sentimenti della persona e alla persona in
quanto tale, ma non a tutti i suoi
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comportamenti.
La diagnosi
• Un’altra caratteristica importante dell’Approccio
Centrato sulla Persona, che è strettamente legata
all’utilizzo dell’empatia, è l’assenza della diagnosi
per stabilire la modalità di lavoro con il Cliente.
• E’ l’empatia che determina il modo migliore per
rapportarsi non con una categoria diagnostica ma
con una persona, quella del Cliente che in quel
momento mi sta davanti.
• importante trattare ogni cliente come un unicum e
farsi guidare dall’empatia nell’essere “Centrati sul
Cliente”, nel dargli quello di cui ha bisogno in quel
preciso momento fidandosi del fatto che se si
sentirà non minacciato, ma compreso e accettato
completamente come persona, permetterà a se
stesso di entrare in contatto con tutte le parti di sé,
anche le più minacciose, per guardarle in
compagnia di un altro essere umano che gli dà il
tempo e il sostegno necessario per fare le proprie
scelte alla luce dei suoi reali desideri. È questo che
permette il recupero del vero Sé, unica possibilità
che abbiamo come esseri umani di vivere in
sintonia con noi stessi.
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Le ricerche
•
Michael Lambert afferma che: “I fattori che influenzano i risultati
del cliente in terapia possono essere suddivisi in quattro aree:
fattori extraterapeutici, effetti dell’aspettativa, specifiche tecniche
terapeutiche e fattori comuni. I fattori comuni come l’empatia, il
calore e la relazione terapeutica sono risultati più fortemente
correlati con gli esiti rispetto agli interventi specializzati di
trattamento. I fattori comuni più studiati sono le condizioni
facilitanti centrate sulla persona (empatia, calore, congruenza) e
l’alleanza terapeutica.” (Lambert e Barley, 2001).
•
La relazione terapeutica è definita da Gelso e Carter (1985;
1994) come “l’insieme di sentimenti e atteggiamenti che il
terapeuta e il cliente hanno nei confronti l’uno dell’altro ed il
modo in cui vengono espressi”.
•
John Norcross, presidente della Task Force 29 dell’American
Psychological Association, creata per identificare le relazioni
terapeutiche supportate empiricamente, afferma che: “..Abbiamo
concordato che le caratteristiche tradizionali della relazione
terapeutica – ad esempio l’alleanza nella terapia individuale e la
coesione nella terapia di gruppo - e le condizioni facilitanti
rogersiane - empatia, considerazione positiva e genuinità avrebbero costituito gli elementi centrali.” (Norcross, 2001).
L’ alleanza terapeutica è definita come “la qualità e la forza della
relazione collaborativa fra cliente e terapeuta” (Howath e
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Greenberg, 1986, 1994);
•
Punti centrali
• relazione
• rifiuto della dicotomia
mente-corpo,
• concetto di tendenza
attualizzante
• condizioni necessarie e
sufficienti come variabili di
natura relazionale.
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• Teoria generale dei sistemi
• Sociologia della conoscenza
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• La persona nella sua interezza è al centro
del trattamento: non solo i sintomi e le
disfunzioni di organi specifici ma i
sentimenti, le paure, le speranze
dell’utente e della sua famiglia sono presi
in considerazione.
• medicina centrata sulla persona, medicina
centrata sul paziente e l’accoglienza e la
comunicazione sono riconosciuti come
mezzo indispensabile per stabilire una
relazione che faciliti la fiducia la
collaborazione e la comprensione
reciproca. (Zucconi, 2004)
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