Giorno
della Memoria
27 gennaio 2010
Scuola sec. di I grado
“L. Chinaglia”
Montagnana
La paura
Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. È vietato morire!
Eva Picková, anni dodici (morta il 18 dicembre 1943)
SHOAH
Hanno camminato nel buio
sotto le stelle;
portavano un numero
scolpito a fuoco sulle braccia
implumi,
prima di finire in una baracca
ove odore bruciato di carne umana,
intossicava l’aria,
e faceva piangere di dolore e di paura.
Hanno camminato nel buio
per sentieri fangosi:
il ghiaccio massacrava i loro piedi,
stanchi e insanguinati;
e le lacrime colavano
sulle guance smunte e tribolate.
“Tu passerai per il camino!”:
così urlavano, impazziti aguzzini,
che avevano il cuore secco,
mutilato di amore e di pietà.
Poi il vento portò quei simulacri di umanità
alla luce
e tornò il sole.
Ma essi camminano ancora nello scuro
della notte
e hanno timore di udire
grida infernali di morte
che urlavano lugubri
nei lunghi giorni senza fine.
Dino Levorato
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una
lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in
volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei
sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso.
Mai.
Elie Wiesel
Coro dei superstiti
Noi superstiti
dalle nostre ossa la morte ha già intagliato i suoi flauti,
sui nostri tendini ha già passato il suo archetto I nostri corpi ancora si lamentano
col loro canto mozzato.
Noi superstiti
davanti a noi, nell'aria azzurra,
pendono ancora i lacci attorti per i nostri colli le clessidre si riempiono ancora con il nostro sangue.
Noi superstiti,
ancora divorati dai vermi dell'angoscia la nostra stella è sepolta nella polvere.
Noi superstiti
vi preghiamo:
mostrateci lentamente il vostro sole.
Guidateci piano di stella in stella.
Fateci di nuovo imparare la vita.
Altrimenti il canto di un uccello,
il secchio che si colma alla fontana
potrebbero far prorompere il dolore
a stento sigillato
e farci schiumare via Vi preghiamo:
non mostrateci ancora un cane che morde
potrebbe darsi, potrebbe darsi
che ci disfiamo in polvere
davanti ai vostri occhi.
Ma cosa tiene unita la nostra trama?
Noi, ormai senza respiro,
la nostra anima è volata a lui dalla mezzanotte
molto prima che il nostro corpo si salvasse
nell'arca dell'istante Noi superstiti,
stringiamo la vostra mano,
riconosciamo i vostri occhi ma solo l'addio ci tiene ancora uniti,
l'addio nella polvere
ci tiene uniti a voi Nelly Sachs
Istituto Comprensivo “Luigi Chinaglia”
di Montagnana (PD)
Scuola secondaria di I grado
Dirigente Scolastico: prof.ssa Maria Donata Degani