Il teorema dell’impulso • Consideriamo un punto materiale in moto rettilinio sotto l’azione di una forza F costante O • xo punto di partenza • x punto di arrivo x x xo F x x x o t t t o t 0 spostamento Tempo impiegato • L’accelerazione (costante) a x F m • Le equazioni del moto x x o vx ot 12 a xt 2 v x vx o a x t mv x mv x o ma x t p x f p x f Ft 0 px Ft G.M. - Edile A 2002/03 Generalizzazione del teorema dell’impulso • Dalla seconda legge della dinamica • Dove F è la risultante delle forze agenti sulla particella dp F dt dp F dt • Per ogni intervallo infinitesimo dt • Sommando su tutti gli intervalli infinitesimi (integrando tra zero r t) t t 0 0 dp Fdt t p Fdt 0 • Se la forza F è costante (modulo, direzione e verso) • La forza F media in t t p F dt Ft 0 t Fdt p Fm 0 t t G.M. - Edile A 2002/03 Lavoro ed energia cinetica: introduzione • Consideriamo un punto materiale che si muove di moto rettilineo sotto l’azione di una forza costante parallela alla traiettoria (per esempio moto di caduta di un grave) O x F F ma F ma x ax x x o vx ot 12 a xt 2 Eliminando il tempo: vx v xo ax x x o vxo vx v xo 1 v vxo 2 a x x ax a x Moto uniformemente accelerato 2vxo vx 2vxo vxo v 2x v2xo 2vxo vx v 2x v2xo x xo 2a x 2a x v x vx o a x t t F cos tan te m 2 v 2x v2x o a x x x o 2 2 1 1 2 2 mv x mv x o ma x x x o G.M. - Edile A 2002/03 2 2 Lavoro ed energia cinetica: introduzione 1 1 2 2 mv x mv x o ma x x x o 2 2 1 1 2 2 mv x mv xo Fx xo 2 2 • Si definisce • Energia cinetica della particella 1 2 1 2 K mv x mv 2 2 • Lavoro effettuato dalla forza costante sul percorso tra xo e x W Fx xo Le dimensioni W F L 2 K M v Nel SI: Nm=kgm2s-2=J (joule) Nel SI: kgm2s-2=J (joule) G.M. - Edile A 2002/03 Generalizzazione della definizione di lavoro • Nello studio del moto rettilineo uniformemente accelerato abbiamo ottenuto: – La variazione dell’energia cinetica dubita dal punto materiale quando si sposta tra xo e x risulta uguale al lavoro compiuto dalla forza lungo il percorso tra xo e x – Teorema delle forze vive. • Vediamo se è possibile generalizzare questo risultato al caso generale. – Se la traiettoria non è rettilinea o se la forza non è parallela allo spostamento, solo la componente tangenziale della forza è responsabile della variazione del modulo della velocità: dv Ft at dt m Occorre fare in modo, nella definizione di lavoro di una forza, che esso dipenda solo dalla componente tangenziale della forza. F Ft Fcos r G.M. - Edile A 2002/03 Il prodotto scalare tra vettori • Dati vettori F e r, si definisce prodotto scalare F Il risultato di un prodotto F r Fr cos scalare è uno scalare F r r F Commutativo r • Modulo del primo vettore per modulo del secondo vettore per il coseno dell’angolo compreso • Che può anche essere interpretato come – Il modulo del primo vettore per la proiezione del secondo vettore lungo il primo F r Fr cos F r cos r – Il modulo del secondo vettore per la proiezione del primo sul secondo F F cos F r rF cos r G.M. - Edile A 2002/03 Alcune proprietà del prodotto scalare • Vettori paralleli – Positivo Fr • Vettori antiparalleli – Negativo - Fr • Vettori ortogonali F r F r F – Uguale a zero r i i 1 j j 1 i j i k j k 0 k k 1 F Fx i Fy j Fzk r xi yj zk Il prodotto scalare di un vettore per sé stesso aa a 2 F r Fx x Fy y Fzz G.M. - Edile A 2002/03 Generalizzazione della definizione di lavoro • Lavoro fatto da una forza costante su un percorso rettilineo F W F r Frcos r Il lavoro è una grandezza scalare • Se la forza non è costante e/o il percorso non è rettilineo, possiamo sempre – dividere il percorso in tratti così piccoli (infinitesimi) da poter considerare • il tratto rettilineo e • la forza costante su quel tratto, – Calcolare il lavoro su ciascuno dei tratti – Sommare tutti i lavori calcolati sui singoli tratti W dW F dr f F dr i, f i G.M. - Edile A 2002/03 Generalizzazione della definizione di lavoro • Calcolo del lavoro utilizzando le componenti cartesiane F Fx i Fy j Fz k W dr dxi dyj dzk F dr F dx F dy F dz f f i, i, x y z • Calcolo del lavoro utilizzando i moduli della forza e dello spostamento dr ds modulo di dr W f f i, i, F dr Fdscos • I lavoro della risultante n R F i i i1 f WR R dr i, f F n n n F dr F dr W f i, i i1 i1 f i, i i i1 G.M. - Edile A 2002/03 • Una donna tira, a velocità costante, una slitta carica di massa m= 75 kg su una superficie orizzontale. Il coefficiente di attrito dinamico tra i pattini e Applicazi la neve è md=0.10, e l’angolo f è di 42°. one • Calcolare il lavoro effettuato dalla donna per spostare la slitta di 10 m. • Calcolare il lavoro fatto dalla risultante delle forze La forza applicata dalla donna è uguale alla tensione T (possiamo calcolare il lavoro della tensione T). Il lavoro effettuato dalla donna sarà: T f r W T r Trcos f Forza costante Spostamento rettilineo Bisogna calcolare il modulo di T. N Fg T fk ma x : T cos f fk ma x 0 y : N T sen f mg ma y 0 G.M. - Edile A 2002/03 x : T cosf md N 0 y : N T sen f mg 0 T cos f m d (mg T sen f) 0 T cos f m d senf m d mg N mg Tsenf T Applicazi one m dmg 90.8 N cos f m d sen f costante N mg T senf 75kg 9.81 m 2 91N sen 42 675 N s fk m d N 0.10 675 N 67.5 N Il lavoro effettuato dalla donna (dalla tensione): WT Trcos f md mg r cos f 90.8 N *10m * cos 42 675 J cos f m d sen f Wfk fk rcos 67.510 1 675J WN Nr cos 675 10 0 0J WFg Fg r cos 735.710 0 0J WR WFg WN WT Wfk 0 0 675 675 0J G.M. - Edile A 2002/03 Potenza • Data un forza esegue un lavoro W in un intervallo di tempo t • si definisce potenza media nell’intervallo t il rapporto : Pmedia W t • La Potenza sviluppata dalla forza all’istante t (potenza istantanea), si ottiene facendo il limite per t che tende a zero: dW F dr F vdt dW P dt dW F dr dr P F Fv dt dt dt Le dimensioni [P] = [ML2T-2][T-1] = [ML2T-3] Nel SI si misura in watt (W) Altre unità cavallo vapore (Cv) Kilovattora come unità di misura del lavoro 1kwattora=3.6MJ G.M. - Edile A 2002/03 Generalizzazione del teorema delle forze vive • Consideriamo il generico intervallo di tempo dt – La variazione dell’energia cinetica f F i 1 1 2 1 2 dK d mv m d v m dv v 2 2 2 1 1 m dv v v dv m2v dv mv adt vdt ma dr ma 2 2 dr ma dr R dWR • La relazione vale per tutti gli intervalli infinitesimi: quindi anche quando si somma su tutti gli intervalli. K W R • La variazione di energia cinetica è uguale al lavoro della risultante (la somma dei lavori fatto da tutte le forze agenti sul punto materiale) G.M. - Edile A 2002/03 • Un sollevatore di pesi solleva un manubrio di massa complessiva m=260kg per un dislivello di 2 m Applicazi • Determinare il lavoro fatto dalla forza peso durante il sollevamento one • Determinare il lavoro fatto dal sollevatore di peso. Fs • Se il sollevatore abbandona l’attrezzo mentre è in alto (h=2m) determinare la velocità con cui arriva sul pavimento. WP P r mgh cos180 260kg9.81ms 2m1 5200J 2 P Osserviamo che l’energia cinetica iniziale è nulla, ma anche quella finale. La variazione di energia cinetica è nulla. K K f Ki 0 Utilizzando il teorema delle forze vive: K WR WP WFs 0 WFs WP 5200J Per quanto riguarda l’ultima domanda: osserviamo che il moto avviene sotto l’azione della sola forza peso. Il lavoro fatto dalla forza peso in questo caso: WP P r mgh cos 0 260kg9.81ms 2m1 5200J 2 K K f Ki WR WP vf 2WP m 2mgh m 2gh 6.26 m s K f K i WP 1 2 mv f 2 0J G.M. - Edile A 2002/03 L’energia • È una grandezza che caratterizza il punto materiale – Dipende dal suo stato (posizione, velocità, temperatura, etc) – Esistono varia forme di energia – Per es. l’energia cinetica dipende dallo stato di moto del corpo • I corpi possono scambiarsi l’energia: – Il lavoro rappresenta un modo attraverso cui i corpi si scambiano energia. – Se la risultante delle forze esterne compie un lavoro positivo (forza motrice, concorde con il moto), allora l’energia cinetica del punto materiale aumenta. • Si dice che l’ambiente esterno ha compiuto un lavoro sul punto materiale • il punto materiale ha acquisito energia cinetica dall’ambiente esterno. – Se la risultante delle forze esterne compie un lavoro negativo (forza resistente, opposta al moto), allora la sua energia cinetica diminuisce. • si dice che il punto materiale ha effettuato del lavoro sull’ambiente esterno • a spese della sua energia cinetica • L’energia cinetica rappresenta la capacità di un corpo a compiere del lavoro – Trasferire cioè il movimento ad altri corpi. • La corrente del fiume che fa muovere le macine di un mulino G.M. - Edile A 2002/03 L’energia cinetica e i sistemi di riferimento • Il valore dell’energia cinetica, come quella di altre grandezze dipende dal sistema di riferimento usato. • Anche le distanze percorse dipendono dal sistema di riferimento usato y' y r O • Ma anche se i valori numerici cambiano, la eguaglianza tra il lavoro fatto dalla risultante e la variazione dell’energia cinetica risulta valida in tutti i sistemi di riferimento inerziali. z z r' O' xx' z' x x' vx O' t y y' z z' v x v' x' vx O' v y v' y' v z v' z' G.M. - Edile A 2002/03 • Un oggetto di massa m=10 kg viene portato in un treno dalla velocità nulla alla velocità di 2 m/s percorrendo (sul treno) un tratto di 5 m. Il treno si muove con una velocità di 20 m/s rispetto al marciapiede della stazione. Verificare il teorema delle forze vive rispetto al treno e rispetto al marciapiede. 2 2 y' y v' v' 4 m f i 2 2 a' 0.4 2 v' f v' i 2a' (x' f x' i ) 2(x' f x' i ) 2 5 s m R ma ' 10kg 0.4 2 4.0N t v' f v' i 2 5s s a' 0.4 1 1 1 m2 2 2 K' f K' i mv' f mv' i 10kg 4 2 20J 2 2 2 s r O z z 2 1 m v' i vo 2 z' r' O' xx' x x' vx O' t y y' W' Rx' 4.0N 5m 20J 1 2 1 2 1 K f Ki mv f mv i m v' f vo 2 2 2 1 1 2 2 K f Ki 1022 1020 420J 2 2 Applic azione 2 z z' v x v' x' vx O' v y v' y' v z v' z' W Rx Rxf x i Rx' f vo t x' i Rx' f x' i vo t W Rx' f x' i vo t 4(5 20 5) 4 105 420J G.M. - Edile A 2002/03 Le forze conservative • Una forza si dice conservativa se – il lavoro eseguito dalla forza sul punto materiale P mentre si sposta dalla posizione P1 alla posizione P2 dipende soltanto dalla posizione iniziale e dalla posizione finale – e non dal percorso effettuato, dalla traiettoria seguita per andare da P1 a P2, ne da alcun altro parametro come la velocità, il tempo impiegato, ecc. • Allora – esiste una funzione U della posizione del punto materiale P, U(P) = U(x,y,z), – tale che il lavoro fatto dalla forza conservativa quando il punto materiale si sposta tra due punti qualsiasi, P1 e P2, è dato dalla differenza tra i valori che la funzione U assume nel punto iniziale P1 meno quello che assume nel punto finale P2. P1 W F P2 f F dr i, U(P1) U(P2 ) U U= energia potenziale G.M. - Edile A 2002/03 y La forza peso B P1 • Verifichiamo che la forza peso è conservativa: – Dobbiamo far vedere che per qualunque percorso il lavoro fatto dalla forza per andare da P1 a P2 è sempre lo stesso indipendente dal percorso. WP1AP2 WP1 A WAP2 – Prendiamo il percorso P1A P2. WP1A P d mg P1A cos 0 mg P1A P1A P2 A y1 y2 WP1A mg y1 y2 mgy 1 mgy 2 WP1AP2 WP1 A mgy 1 mgy 2 WAP2 P d mg AP2 cos 0 2 – Prendiamo ora il percorso P1B P2. WP1BP 2 WP1B WBP2 WBP 2 WP1A mgy 1 mgy 2 G.M. - Edile A 2002/03 y La forza peso P – Prendiamo un qualsiasi percorso tra P1 e P2. W W P2 P dr P mg j A P1, dr dxi dyj dzk P2 P2 P1, Pxdx Pydy Pz dz P1, B P1 dr P2 P2 mgdy mg dy P1, W mg yy 2 mgy 2 mgy 1 y 1 • L’energia potenziale potrebbe essere U mgy W U(P1 ) U(P2 ) mgy 1 mgy 2 G.M. - Edile A 2002/03 La forza elastica x2 x1 • Valutiamo il lavoro fatto dalla forza elastica per spostare il corpo dalla posizione x1 a x2. – Lo spostamento è rettilineo – ma la forza non è costante • Utilizziamo la definizione più generale P2 F W W el P1, x2 x1 , dr Felxdx Felydy Felz dz x2 x 1 2 1 2 W k kx 2 kx1 2 2 2 x1 2 Fel kxi dr dxi dyj dzk x2 x1, x2 kxdx k xdx x1 , Il lavoro dipende solo dai punti iniziali e finali: la forza 1 2 elastica è conservativa! U kx La sua energia potenziale: G.M. - Edile A 2002/03 2 L’energia potenziale • E’ un’altra forma di energia, legata la posizione di un corpo – È possibile cambiare l’energia potenziale di un corpo eseguendo del lavoro (per esempio sollevare un peso U=mgy) • le forze conservative – Forza peso Ux, y, z mgy mgh – Forza elastica U(x, y,z) 1 2 kx 2 Ux, y, z – Forza di gravitazione universale – Forza di Coulomb h = quota Ux, y, z GmM r 1 q1q 2 4 o r • La funzione energia potenziale è determinata a meno di una costante arbitraria U1x,y,z Ux,y,z cos tan te G.M. - Edile A 2002/03 Determinazione dell’energia potenziale dall’espressione della forza • Utilizzando la definizione di energia potenziale: WP1P2 U U(P1 ) U(P2 ) P • Che può essere riscritta, considerando i punti Po, iniziale, e P, il generico punto dello spazio: WPo P U U(Po ) U(P) • Da cui: Po P U(P ) U(Po ) WPo P U(Po ) F dr Non è necessario specificare la Po traiettoria • Per derivare la funzione energia potenziale occorre: – Fissare arbitrariamente un punto dello spazio Po. – Assegnare un valore arbitrario all’energia potenziale del punto Po. – Calcolare il lavoro effettuato dalla forza da Po al generico punto P lungo una qualsiasi traiettoria che connetta Po con P. G.M. - Edile A 2002/03 L’energia potenziale • le forze conservative – Forza peso • Il punto di riferimento Po è un punto del piano xz, con y=0 (quota nulla) • Ai punti del piano orizzontale y=0 si assegna energia potenziale nulla Ux, y, z mgy mgh – Forza elastica h = quota • Il punto di riferimento Po è la posizione dell’estremo libero della molla in condizioni di molla non deformata, x=0. • Quando la molla non è deformata, x=0, si assegna energia potenziale nulla U(x, y,z) 1 2 kx 2 – Forza di gravitazione universale – Forza di Coulomb • Il punto di riferimento Po è il punto all’infinto. • Al punto all’infinito, si assegna energia potenziale nulla GmM Ux, y, z r 1 q1q 2 Ux, y, z 4 o r G.M. - Edile A 2002/03 Il lavoro effettuato da una forza conservativa su un percorso chiuso è nullo • Consideriamo un percorso chiuso W P2 P1 F dr F dr F dr P2 , 1 P1 , 2 • Le forze conservative dipendono dalla posizione. 1 P1 F 1 P1 F P2 2 P2 dWA F dr Fdscos dWR F dr Fdscos dWA dWR P2 P1 F dr F dr P1 , 1 P 2 , 1 W P2 P2 P1 , 2 P1 , 1 F dr F dr F dr 0 G.M. - Edile A 2002/03 Lavoro della forza di attrito • La forza di attrito statico fa lavoro nullo: – Nel caso di attrito statico, non c’è spostamento: quindi il lavoro è nullo – Se il piano di appoggio si sposta rispetto al SdR utilizzato, si osservi che: • il piano e l’oggetto poggiato su di esso subiscono lo stesso spostamento • Le forze di attrito sono uguali ed opposte (azione e reazione) • Il lavoro complessivo è nullo a • La forza di attrito dinamico fa, sempre, un lavoro negativo: – Consideriamo un oggetto che viene spostato su di un piano orizzontale scabro. G.M. - Edile A 2002/03 Lavoro della forza di attrito dinamico • Consideriamo un punto materiale che si muove su un piano orizzontale sulla traiettoria tra P1 e P2. Fa • Il modulo della forza di attrito dinamico è Fad m d N m d mg costante P1 P2 • Il lavoro effettuato dalla forza di attrito dinamico WP1P2 P1P 2 P2 F ad dr P1, 1 P2 Fadds cos P1, 1 P2 P2 m mgds m mg ds d P1 , 1 d P1 , 1 md mg P1P 2 è la lunghezza del tratto di traiettoria percorso • il lavoro della forza di attrito dinamico non dipende solo dal punto iniziale e da quello finale, ma anche dalla lunghezza della traiettoria scelta • Su un percorso chiuso il lavoro è diverso da zero • La forza di attrito dinamico non è conservativa G.M. - Edile A 2002/03 L’energia potenziale in presenza di più forze conservative • Il lavoro effettuato da tutte le forze conservative è dato da: n W n W U U k k 1 n U n k 1 Uk k k 1 k 1 ki U k f n n U U ki k 1 kf k 1 L’energia potenziale totale è la somma delle energia potenziali delle singole forze W Ui Uf G.M. - Edile A 2002/03 La conservazione dell’energia • Supponiamo di avere un punto materiale che si muove sotto l’azione di forze conservative. • Il teorema delle forze vive ci dice che il lavoro della risultante è uguale alla variazione dell’energia cinetica: WR K K f Ki • Poiché tutte le forze sono conservative, il lavoro della risultante può essere messo in relazione con la variazione di energia potenziale WR U Ui Uf U U k • Combinando le due relazioni si ottiene: K U K U 0 K U K f Ki U f Ui K f Uf Ki Ui Ef Ei 0 E KU energia meccanica totale Solo forze conservative: l’energia meccanica totale si conserva! G.M. - Edile A 2002/03 Relazione lavoro energia • Se non tutte le forze sono conservative – Il lavoro della risultante sarà la somma del lavoro effettuato • Dalle forze conservative Wc • Dalle forze non conservative Wnc WR Wc Wn c WR K K U Wnc K U Wnc K U Wnc Wc U E Wnc • La variazione dell’energia meccanica totale è uguale al lavoro effettuato dalle forze non conservative. • Questa relazione contiene come caso particolare anche la conservazione dell’energia – infatti quando non ci sono forze non conservative Wnc=0 G.M. - Edile A 2002/03 L’energia meccanica totale • In presenza di forze non conservative l’energia meccanica totale non si conserva – La sua variazione è proprio uguale al lavoro delle forze non conservative • In realtà non bisogna pensare che dell’energia sia andata distrutta o si sia creata dal nulla, semplicemente c’è stato uno scambio con altre forme di energia. – Nel caso di forze dissipative, attrito dinamico, resistenza passiva, il lavoro (negativo) di queste forze è accompagnato da un aumento della temperatura dei corpi interessati • L’energia meccanica totale diminuisce mentre aumenta l’energia interna dei corpi (aumento di temperatura) – Nel caso in cui si ha un aumento dell’energia meccanica totale (per esempio nelle esplosioni), l’energia interna contenuta nell’esplosivo è stata trasformata in energia meccanica • L’esplosivo ha subito una trasformazione chimica. G.M. - Edile A 2002/03 Un corpo di massa m=1kg è appeso mediante una fune ideale di lunghezza L=3 m al soffitto del Laboratorio. Determinare il periodo del pendolo nell’ipotesi che esso venga abbandonato da fermo quando l’angolo formato dalla fune con la verticale è di 5°. Si supponga che l’ampiezza delle oscillazioni possa essere considerata piccola. Determinare inoltre il valore della tensione nella fune quando passa per la posizione verticale. Poniamoci nel sistema di riferimento del Laboratorio (inerziale) per poter applicare le leggi di Newton. Determiniamo le forze agenti sull’automobile • La forza peso • La Tensione della fune La posizione del pendolo può essere individuata specificando la seconda legge di Newton vale: Applica zione T P Il diagramma del corpo libero P T ma v Preliminarmente ricordiamo che in un moto circolare antiorario: v r dv dr d at r r dt dt dt G.M. - Edile A 2002/03 N.B.Per evitare complicazioni limitiamoci a considerare la parte di moto antiorario del pendolo. Applica zione Troviamo le tre equazioni scalari corrispondenti all’equazione vettoriale. Utilizziamo le direzioni ut ed un mostrate in figura, ed uz perpendicolare ai primi due. un T mg cos ma n ut mg sen ma t uz 0 ma z Forza di richiamo, opposta a un T P Poiché az=0 è la velocità iniziale è nulla, possiamo concludere che il moto del pendolo avviene nel piano della figura. dove è Riscrivendo l’accelerazione tangenziale in a L t l' accelerazione angolare termini di accelerazione angolare si ottiene: mg sen ma L gsen d 2 dt 2 g L sen se è piccolo sen = ut d2 2 dt d 2 g 2 dt L L’accelerazione è proporzionale all’opposto della posizione: il moto è armonico! G.M. - Edile A 2002/03 d 2 g Equazione differenziale del moto armonico con pulsazione angolare p data da: dt 2 L p Applica zione g L La legge oraria è del tipo: t Acos p t (t) T d A p sen p t dt ut P In cui le costanti A e vanno determinati sulla base delle condizioni inizali. Miraccomando a non confondere la velocità angolare con cui si muove il pendolo con la pulsazione angolare. Pur avendo le stesse unità di misura sono completamente diverse: • • un La pulsazione angolare è una costante p La velocità angolare varia sinusoidalmente. Il pendolo si ferma, =0, agli estremi dell’oscillazione ed è massima per =0. g L G.M. - Edile A 2002/03 Determiniamo le costanti A e : Ricordiamo le condizioni iniziali: t 0s 5 (t 0s) 0 Quindi: 5 A cos 0 A p sen Applica zione sen 0 0 La scelta =0, da una soluzione positiva dell’ampiezza: La legge oraria diventa dunque: g 9.81 5 * t cos t 0.087cos t 0.087cos 1.81 t rad 180 L 3 un T ut P rad (t) .157sen1.81 t s Abbiamo già verificato che la legge oraria del moto armonico è periodica con periodo T= T 2 2 3.14 3.47s p 1.81 G.M. - Edile A 2002/03 Per il calcolo della Tensione riprendiamo l’equazione secondo un: T mg cos ma n Dove an è uguale a: Applica zione v2 an 2L L Per = 0 la velocità angolare è massima: pari alla sua ampiezza. Pertanto T mg cos m 2L per0 mg m 2p A2 L mg m g 2 A L mg (1 A2 ) L Confrontiamo questa tensione con quella che si ottiene quando il pendolo è fermo in condizioni di equilibrio: P T 0 T P In condizioni di equilibrio T=mg ed è verticale: il filo si dispone lungo la verticale (filo a piombo). Per =0 la tensione nel caso dinamico è più grande che in quello statico perché essa oltre ad equilibrare il peso deve fornire la forza centripeta necessaria per far percorrere al pendolo una traiettoria circolare!! un T ut P G.M. - Edile A 2002/03