Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE La religione La religione è parte della società, ne riflette le caratteristiche, viene influenzata dalle sue dinamiche e, a sua volta, le influenza. 1 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La religione è una credenza, o un insieme di credenze, relativa all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e sovrannaturale. In forme elementari o complesse, è un fenomeno pressoché universale nelle società umane Giudizio sulla realtà (su una qualsiasi realtà) che si fonda su un atto di fede Le credenze religiose postulano l’esistenza di una sfera (del sacro) della realtà trascendente rispetto alla sfera della realtà percepibile Vs conoscenze… Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 2 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione E’ stato Durkheim a evidenziare che una caratteristica comune a tutte le religioni è l’opposizione tra il sacro e il profano: le varie forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con cui tale opposizione si articola. Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo rispetto. Possiede qualità straordinarie, soprannaturali e spesso pericolose e generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un certo rituale. Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo comune e non di quello soprannaturale e che in quanto tale abbia il potere di indebolire, di rendere impuro, di corrompere. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 3 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Durkheim: determinante è stato il suo influsso nella ricerca della storia delle religioni: individuò infatti negli elementi del religioso l'espressione della volontà sociale, che si concretizza nel concetto di sacro (inteso come "separato" dalla realtà che gli si oppone, il profano). Analizza la religione ne “Les Formes élémentaires de la vie religieuse” (Le forme elementari della vita religiosa, 1912), in cui la religione viene descritta come "cosa eminentemente sociale". Quando un certo numero di cose sacre sono in rapporti di coordinazione e subordinazione per costituire un’unità, il sistema di riti e credenze costituisce una religione. Definisce la religione come "un sistema solidale di credenze e di pratiche relative a cose sacre, cioè separate e interdette, le quali uniscono in un'unica comunità morale, chiamata Chiesa, tutti quelli che vi aderiscono." Essendo l’idea di religione inseparabile dall’idea di chiesa, Durkheim ne deduce che la religione deve essere una cosa eminentemente 4 Prof. Sergio Severino collettiva. Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione I fenomeni religiosi si collocano in due categorie fondamentali: le credenze e i riti: le prime sono stati d'opinione e consistono di rappresentazioni, i secondi costituiscono tipi determinati di azione (modi di agire che sorgono in mezzo a gruppi costituiti e sono destinati a suscitare, a mantenere o a riprodurre certi stati mentali di questi gruppi): il rito è l’azione sacra per eccellenza. Il rito esprime la divisione, opposizione e non contrapposizione del sacro dal profano, soprattutto in spazio e tempo. I riti sono anzitutto i mezzi con cui il gruppo sociale si riafferma periodicamente; la società usa i miti per formarsi. L'aspetto caratteristico del fenomeno religioso è il fatto che esso Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 5 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La magia è costituita anch'essa da credenze e da riti. Come la religione, essa ha i suoi miti e le sue credenze; ha le sue cerimonie, i suoi sacrifici, le sue preghiere, i suoi canti e le sue danze. Gli esseri che invoca il mago, le forze che egli mette in opera, non soltanto hanno la stessa natura delle forze e degli esseri a cui fa appello la religione, ma spesso sono del tutto identici. La magia è però in opposizione o in lotta con la chiesa, essendo per sua natura una pratica privata e quasi segreta, la magia non può essere paragonata alla religione, che è un fenomeno sociale e prettamente 6 collettivo. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La religione, nelle sue varie forme, deriva da due esperienze tipiche della condizione umana: - l’esperienza del limite - l’esperienza del caso Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 7 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione esperienza del limite Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine, un limite. Se da un lato vi è il mondo delle cose mortali, deve esistere dall’altro lato un mondo delle cose immortali, al quale appartengono le anime, gli spiriti e gli dei. esperienza del caso L ’ uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre spiegazioni rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l ’ infinita varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva. La consapevolezza del limite, posto alla capacità di conoscere, rende possibile concepire l’idea di un ente che non sia sottoposto a tali limitazioni, al quale ricondurre in modo unitario l’ordine delle cose naturali 8 e umane. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni: 1. la natura delle credenze 2. la promessa e il premio riservato ai fedeli 3. il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 9 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 1. La natura delle credenze Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta, l’antenato comune che ha dato origine al clan Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che intervengono attivamente, influenzandone il comportamento; prima forma di credenza spirituale che viene riscontrata in oggetti o luoghi. Enoteismo: monoteismo rudimentale sorto durante la preistoria della coscienza e precedente al "monoteismo evoluto" e al politeismo. Nel suo significato storico-religioso, "enoteismo" occorre ad indicare quella forma di culto per cui una divinità viene, durante il rito, momentaneamente isolata e privilegiata rispetto alle altre, assurgendo così a divinità principale. Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello divino, ci sono analogie e corrispondenze Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di tutte le cose Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza della divinità Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia universale ultraterrena Deismo: indica un gruppo che (si opponeva agli "ateisti”), pur credendo in un Dio unico e creatore rigettavano la fede in Gesù Cristo. Panteismo: letteralmente significa "tutto 10 è Dio”, che abbraccia ogni cosa, ovvero Dio che compenetra ogni aspetto e luogo dell'universo rendendo così sacro ogni aspetto dell'esistente, anche quello naturale. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 2. La promessa e il premio riservato ai fedeli •Religioni, come nell’induismo, che promettono il raggiungimento di uno stato di beatitudine e di pienezza durante la vita •Religioni della redenzione che promettono il riscatto e la redenzione dalle pene terrene soltanto nell’aldilà Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 11 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 3. Metodica del comportamento Religioni che prescrivono pratiche contemplative di distacco dal mondo mistiche e Religioni che prescrivono una condotta ascetica di vita extramondana: l’uomo si fa contenitore della volontà di Dio Religioni che prescrivono una condotta ascetica e operosa nel mondo stesso: l ’ uomo si fa strumento della volontà di Dio Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 12 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Il Cristianesimo è una religione monoteista a carattere universalistico, originatasi dal Giudaismo nel I secolo, fondata sull’insegnamento di Gesù, presentato nella letteratura neo-testamentaria. I suoi “pilastri” sono: bontà, carità, misericordia, perdono illimitato, umiltà, castità. Le tre divisioni principali della Cristianità sono il Cattolicesimo, l’Ortodossia orientale e le varie denominazioni del Protestantesimo. La Fede Cattolica è espressa nei Dieci Comandamenti, in aggiunta all’osservanza dei suoi Sacramenti (battesimo, riconciliazione o confessione, eucaristia o comunione, confermazione o cresima, unzione degli infermi, ordine sacro, matrimonio). Alla norme di pratica vissuta dell’Antico Testamento sancite dai Dieci Comandamenti, l’avvento del Nuovo Testamento, ha apportato la cancellazione “formale” dei divieti e delle procedure riparatorie nella condotta di vita in virtù di un ideale altruistico e caritatevole riassumibile nella formula “Ama il prossimo tuo come te stesso”, principio, valevole anche come idealtipo etico di tipo generico 13 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La Fede della Chiesa Ortodossa è individuata della seguente dottrina fideistica: La Trinità, La Salvezza, La Tradizione, La Bibbia, Il Peccato e Redenzione, L’Incarnazione, La Theotókos (Madre di Dio), La comprensione del termine Mistero, La Resurrezione. A queste si aggiungono i sacramenti di iniziazione (battesimo, cresima ed eucaristia), di confessione, il matrimonio, la Consacrazione, l’Euchelaion (estrema unzione). Per quanto riguarda la fede della Chiesa Ortodossa si deve notare che esse tendono a considerare, in linea di massima, “eretica” la Chiesa Cattolica sia per la dottrina, sia per alcuni dogmi proclamati nel corso dei secoli, come quello dell'infallibilità papale, definito dal Concilio Ecumenico Vaticano I nel 1870, e quello dell'Immacolata Concezione. La Chiesa Cattolica, invece, considera le Chiese Ortodosse come scismatiche (ossia, per così dire, disobbedienti), più che eretiche, a differenza di quanto avviene per esempio nei confronti delle Chiese Protestanti. Di contro, le chiese ortodosse ritengono la Chiesa cattolica romana “scismatica” rispetto all'Ortodossia solo limitatamente alle giurisdizioni più 14 “ecumeniste”. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Nel Protestantesimo viene ridiscussa la natura dei sacramenti, e generalmente vengono considerati tali solo quelli in cui il Nuovo Testamento riporta un prescrizione esplicita da parte di Gesù, cioè il Battesimo, l’Eucarestia (come banchetto comunitario) e parzialmente la Confessione. Gli altri segni sono considerati riti ecclesiastici. La religione Islamica è monoteista, è basato su cinque principi (arkan), che il musulmano ha comunque il diritto-dovere di assolvere come jihād, indicato letteralmente come “sforzo” o “impegno sulla Strada di Dio”, nella speranza di un Aldilà beatificante nel suo nome. La forma idealtipica della seguente dottrina fideistica è la seguente: La testimonianza di fede (shahada), La preghiera (salat), L’imposta coranica (zakat), Il digiuno del mese di Ramadan, Il pellegrinaggio alla Mecca (hajj). Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 15 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Nell’Ebraismo, altra religione monoteistica, la credenza è l’evoluzione della dottrina biblica, infatti insieme al Cristianesimo e all’Islam, l’Ebraismo viene classificato come religione abramitica, in quanto Abraham rappresenta, per i fedeli delle tre confessioni, un comune patriarca. La forma idealtipica è la seguente: Non abbandonare la fede in Dio e non commettere l’idolatria, Non uccidere, né suicidarsi, Non rubare o rapire, Non compiere relazioni sessuali illecite, Non bestemmiare, Non mangiare parti del corpo di animali ancora vivi, Istituire tribunali giusti. Il Buddhismo è una religione che comprende una varietà di tradizioni, credenze e pratiche, in gran parte basata sugli insegnamenti attribuiti a Siddhārtha Gautama, vissuto in India intorno al VI secolo a.C., comunemente appellato come il Buddha, ossia "il Risvegliato”. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 16 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione I precetti fondamentali del Buddismo sono individuati in Virtù morali e Regole di vita, quest’ultime sono divise in tre gruppi: i cinque divieti, gli otto comandamenti e le dieci condotte morali. In pratica si tratta degli stessi comandamenti, cui ogni volta se ne aggiungono altri. I cinque divieti sono: Non uccidere alcun essere vivente, Non prendere l’altrui proprietà, Non toccare la donna altrui, Non dire menzogne, Non bere bevande inebrianti. Gli otto comandamenti includono i suddetti cinque divieti, cui si aggiungono: Non mangiare cibo nei tempi non dovuti, Astenersi dal canto, dalla danza, dalla musica e da ogni spettacolo indecente, Non ornare la persona, Non usare sedili alti e lussuosi. Inoltre, gli ultimi due precetti morali sono: Non adoperare letti grandi e confortevoli, Non commerciare coseni metallo prezioso. Quanto alle virtù morali che deve seguire il buddista, esse in sostanza si riducono a quattro: Compassione (percepire dentro di sé la gioia e il dolore dell'altro), Compassione e amorevolezza verso tutti gli esseri viventi, Letizia e considerazione del lato positivo delle cose, Imparzialità nel considerare la realtà. 17 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione I Testimoni di Geova sono un movimento religioso teocratico, millenarista, restaurazionista, sebbene le comunità cristiane non riconoscano la loro dottrina come tale. I loro adepti, chiamati servitori di Geova non adorano nessun altro, innalzano preghiere a Geova nel nome di Cristo, seguendo il modello lasciato da Gesù durante la sua vita terrena. I loro idealtipi si racchiudono in: Nessuna adorazione alle immagini, Nessun uso di armi neppure per difesa personale, Ritenersi separati dal mondo malvagio, Rispettano la santità del sangue rifiutando tutte le trasfusioni di sangue, Ubbidiscono alle leggi bibliche sulla morale, Si considerano tutti fratelli per cui non vi sono gerarchie, Il battesimo per immersione completa simboleggia la dedicazione della propria vita a Geova, Credono nella creazione direttamente per opera di Geova. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 18 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione L’Induismo si annovera tra le principali religioni del mondo, con origini antichissime: più che una singola religione in senso stretto, può essere considerata una serie di correnti religiose, devozionali e/o metafisiche e/o teologico-speculative, modi di comportarsi, abitudini spesso dissimili, aventi un centro collettivo di valori e credenze religiose, ma poste in diversità in base all’interpretazione della letteratura religiosa, ed all’oggetto di focalizzazione per le singole credenze. Il Dharma è la raccolta di norme religiose per tutti gli induisti che si esprime soprattutto per mezzo di alcune importanti dottrine tra queste l’ahisā (assenza del desiderio di uccidere) e la Satya (sincerità, veridicità). I principi idealtipici sono: Artha – ricchezza materiale, successo, benessere, potere, anche politico, Kāma –piacere, soddisfazione dei desideri, anche sessuali, Dharma – giustizia, etica, ordine, valori, anche religiosi, Moka –la libertà assoluta, ovvero il fine ultimo di ogni esistenza che consiste nella liberazione dalle catene creaturali del nascere-morire. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 19 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee per diventare socialmente operanti hanno bisogno di uomini che agiscono nell’ambito di gruppi più o meno organizzati, più o meno istituzionalizzati. Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono: - i movimenti religiosi - le chiese - gli ordini monastici - le sette - le denominazioni Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 20 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione I MOVIMENTI RELIGIOSI Il movimento religioso è la forma più fluida di organizzazione religiosa e compare quando maturano le condizioni per una rottura delle credenze religiose tradizionali. All’origine del movimento vi è una profezia e un profeta, che rivela agli uomini la parola e la volontà di dio. I membri di un movimento religioso passano attraverso l’esperienza della conversione. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 21 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione LE CHIESE Il movimento si trasforma in chiesa attraverso un processo di istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose. Le credenze vanno sistematizzate in un corpo organico di dottrina e codificate in un testo scritto. Le pratiche religiose assumono un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale presiede un corpo di specialisti organizzato gerarchicamente. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 22 gruppo religioso (non necessariamente cristiano) istituzionalizzato. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione GLI ORDINI MONASTICI Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa; a essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale di perfezione di vita religiosa. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 23 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione LA SETTA La setta è una comunità religiosa tendenzialmente chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami assai forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto sociale formato da appartenenti ad altre religioni o confessioni. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 24 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione LE DENOMINAZIONI Anche le sette passano attraverso un processo di istituzionalizzazione e si trasformano in denominazioni. Mentre però le chiese tendono a essere le organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di singole società, le denominazioni rispecchiano una situazione di pluralismo religioso. Il caso più tipico è negli USA, dove un numero assai elevato di chiese e di denominazioni convivono accanto, in un rapporto di moderata concorrenza e in un clima di generale tolleranza. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 25 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La secolarizzazione è il processo attraverso il quale la religione declina e perde la sua influenza nelle diverse sfere della vita sociale. Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica, che in passato ne erano fortemente influenzati, vengono oggi a emanciparsi dalla sua influenza. La scienza ha senza dubbio svolto un ruolo decisivo in questo processo, nel sedimentare credenze e convinzioni fondate sulla ragione e sul metodo sperimentale. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 26 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologiche della religione: - interpretazione evoluzionista interpretazione marxista interpretazione funzionalistica religione come fattore di mutamento concezione fenomenologica della religione Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 27 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Interpretazione evoluzionistica Secondo Comte e Spencer, la religione è espressione di uno stadio primitivo del processo evolutivo delle società umane. Nella modernità, invece, essa occupa uno spazio sempre più marginale ed è sostanzialmente destinata a essere sostituita dalla scienza, come criterio fondamentale di orientamento delle azioni e delle società umane. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 28 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Interpretazione marxista Per il materialismo dialettico di Marx, la storia è storia di lotta di classe e la religione ostacola il processo, mediante il quale gli oppressi prendono coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali sono vittime. Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e come uno strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra le classi. In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della classe dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre una giustificazione alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 29 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Interpretazione funzionalistica La religione svolge la fondamentale funzione di integrazione sociale. La società va pensata come un’unità, in cui le varie parti sono tenute insieme da una credenza comune. Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale, cerimonia, diventa l’occasione per ribadire e rafforzare l’identità collettiva e il sentimento di appartenenza. Se nelle società moderne la religione sembra in declino, è perché altre forme hanno preso il suo posto e svolgono la sua funzione. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 30 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Religione come fattore di mutamento Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano conservatrici e sostengano lo status quo. In realtà è innegabile che la religione sia stata anche un potente fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della tradizione. Come dimostra Weber, le idee religiose sono state storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 31 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Interpretazione fenomenologica Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa pone quindi l ’ accento sulla relazione tra il soggetto credente e l’oggetto di venerazione, che si colloca su un piano trascendente rispetto alla realtà terrena. Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienza religiosa: il sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero, l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro. Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE 32 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 33 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 34