Diapositiva 1 - Università Kore di ENNA

Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo X. La religione
Prof. Sergio Severino
Università degli Studi di Enna - KORE
La religione
La religione è parte della società, ne
riflette le caratteristiche, viene
influenzata dalle sue dinamiche e, a
sua volta, le influenza.
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Capitolo X. La religione
La religione è una credenza, o un insieme di credenze,
relativa all’esistenza di una realtà ultrasensibile,
ultraterrena e sovrannaturale. In forme elementari o
complesse, è un fenomeno pressoché universale nelle
società umane
Giudizio sulla realtà
(su una qualsiasi realtà)
che si fonda su un atto di fede
Le credenze religiose postulano
l’esistenza di una sfera (del sacro) della
realtà trascendente rispetto
alla sfera della realtà percepibile
Vs conoscenze…
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E’ stato Durkheim a evidenziare che una caratteristica
comune a tutte le religioni è l’opposizione tra il sacro e il
profano: le varie forme di religione si differenziano tra loro
a seconda del modo con cui tale opposizione si articola.
 Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e
profondo rispetto. Possiede qualità straordinarie,
soprannaturali e spesso pericolose e generalmente ci si
accosta a esso solo attraverso un certo rituale.
 Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del
mondo comune e non di quello soprannaturale e che in
quanto tale abbia il potere di indebolire, di rendere
impuro, di corrompere.
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Durkheim: determinante è stato il suo influsso nella ricerca della
storia delle religioni: individuò infatti negli elementi del religioso
l'espressione della volontà sociale, che si concretizza nel concetto di
sacro (inteso come "separato" dalla realtà che gli si oppone, il
profano).
Analizza la religione ne “Les Formes élémentaires de la vie religieuse”
(Le forme elementari della vita religiosa, 1912), in cui la religione
viene descritta come "cosa eminentemente sociale".
Quando un certo numero di cose sacre sono in rapporti di
coordinazione e subordinazione per costituire un’unità, il sistema di
riti e credenze costituisce una religione.
Definisce la religione come "un sistema solidale di credenze e di
pratiche relative a cose sacre, cioè separate e interdette, le quali
uniscono in un'unica comunità morale, chiamata Chiesa, tutti quelli
che vi aderiscono."
Essendo l’idea di religione inseparabile dall’idea di chiesa, Durkheim
ne deduce che la religione deve essere una cosa eminentemente
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collettiva.
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I fenomeni religiosi si collocano in due categorie fondamentali: le
credenze e i riti: le prime sono stati d'opinione e consistono di
rappresentazioni, i secondi costituiscono tipi determinati di azione
(modi di agire che sorgono in mezzo a gruppi costituiti e sono
destinati a suscitare, a mantenere o a riprodurre certi stati mentali di
questi gruppi): il rito è l’azione sacra per eccellenza. Il rito esprime la
divisione, opposizione e non contrapposizione del sacro dal profano,
soprattutto in spazio e tempo. I riti sono anzitutto i mezzi con cui il
gruppo sociale si riafferma periodicamente; la società usa i miti
per formarsi.
L'aspetto caratteristico del fenomeno religioso è il fatto che esso
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La magia è costituita anch'essa da
credenze e da riti.
Come la religione, essa ha i suoi miti e
le sue credenze; ha le sue cerimonie, i
suoi sacrifici, le sue preghiere, i suoi
canti e le sue danze.
Gli esseri che invoca il mago, le forze
che egli mette in opera, non soltanto
hanno la stessa natura delle forze e
degli esseri a cui fa appello la
religione, ma spesso sono del tutto
identici.
La magia è però in opposizione o in
lotta con la chiesa, essendo per sua
natura una pratica privata e quasi
segreta, la magia non può essere
paragonata alla religione, che è un
fenomeno sociale e prettamente
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collettivo.
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La religione, nelle sue varie forme, deriva da due
esperienze tipiche della condizione umana:
- l’esperienza del limite
- l’esperienza del caso
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esperienza del limite
Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra
specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono
nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine,
un limite.
Se da un lato vi è il mondo delle cose mortali, deve esistere
dall’altro lato un mondo delle cose immortali, al quale
appartengono le anime, gli spiriti e gli dei.
esperienza del caso
L ’ uomo si confronta costantemente con il limite della sua
capacità di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e
individuali che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre
spiegazioni rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo
in grado di risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre
l ’ infinita varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed
esaustiva. La consapevolezza del limite, posto alla capacità di
conoscere, rende possibile concepire l’idea di un ente che non
sia sottoposto a tali limitazioni, al quale ricondurre in modo
unitario l’ordine delle cose naturali
8 e umane.
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Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le
religioni:
1. la natura delle credenze
2. la promessa e il premio riservato ai fedeli
3. il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza
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1. La natura delle credenze
Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta,
l’antenato comune che ha dato origine al clan
Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che
intervengono attivamente, influenzandone il comportamento; prima forma di
credenza spirituale che viene riscontrata in oggetti o luoghi.
Enoteismo: monoteismo rudimentale sorto durante la preistoria della
coscienza e precedente al "monoteismo evoluto" e al politeismo. Nel suo
significato storico-religioso, "enoteismo" occorre ad indicare quella forma di
culto per cui una divinità viene, durante il rito, momentaneamente isolata e
privilegiata rispetto alle altre, assurgendo così a divinità principale.
Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti
sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello
divino, ci sono analogie e corrispondenze
Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e
umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine
di tutte le cose
Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza
della divinità
Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia
universale ultraterrena
Deismo: indica un gruppo che (si opponeva agli "ateisti”), pur credendo in un
Dio unico e creatore rigettavano la fede in Gesù Cristo.
Panteismo: letteralmente significa "tutto
10 è Dio”, che abbraccia ogni cosa,
ovvero Dio che compenetra ogni aspetto e luogo dell'universo rendendo così
sacro ogni aspetto dell'esistente, anche quello naturale.
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2. La promessa e il premio riservato ai fedeli
•Religioni,
come
nell’induismo,
che
promettono il raggiungimento di uno stato di
beatitudine e di pienezza durante la vita
•Religioni della redenzione che promettono il
riscatto e la redenzione dalle pene terrene
soltanto nell’aldilà
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3. Metodica del comportamento
 Religioni
che
prescrivono
pratiche
contemplative di distacco dal mondo
mistiche
e
 Religioni che prescrivono una condotta ascetica di vita
extramondana: l’uomo si fa contenitore della volontà di
Dio
 Religioni che prescrivono una condotta ascetica e
operosa nel mondo stesso: l ’ uomo si fa strumento
della volontà di Dio
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Il Cristianesimo è una religione monoteista a carattere universalistico,
originatasi dal Giudaismo nel I secolo, fondata sull’insegnamento di
Gesù, presentato nella letteratura neo-testamentaria. I suoi “pilastri”
sono: bontà, carità, misericordia, perdono illimitato, umiltà, castità.
Le tre divisioni principali della Cristianità sono il Cattolicesimo,
l’Ortodossia orientale e le varie denominazioni del Protestantesimo.
La Fede Cattolica è espressa nei Dieci Comandamenti, in aggiunta
all’osservanza dei suoi Sacramenti (battesimo, riconciliazione o
confessione, eucaristia o comunione, confermazione o cresima,
unzione degli infermi, ordine sacro, matrimonio). Alla norme di
pratica
vissuta
dell’Antico
Testamento
sancite
dai
Dieci
Comandamenti, l’avvento del Nuovo Testamento, ha apportato la
cancellazione “formale” dei divieti e delle procedure riparatorie nella
condotta di vita in virtù di un ideale altruistico e caritatevole
riassumibile nella formula “Ama il prossimo tuo come te stesso”,
principio, valevole anche come idealtipo etico di tipo generico
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La Fede della Chiesa Ortodossa è individuata della seguente dottrina
fideistica: La Trinità, La Salvezza, La Tradizione, La Bibbia, Il Peccato
e Redenzione, L’Incarnazione, La Theotókos (Madre di Dio), La
comprensione del termine Mistero, La Resurrezione.
A queste si aggiungono i sacramenti di iniziazione (battesimo,
cresima ed eucaristia), di confessione, il matrimonio, la
Consacrazione, l’Euchelaion (estrema unzione).
Per quanto riguarda la fede della Chiesa Ortodossa si deve notare che
esse tendono a considerare, in linea di massima, “eretica” la Chiesa
Cattolica sia per la dottrina, sia per alcuni dogmi proclamati nel corso
dei secoli, come quello dell'infallibilità papale, definito dal Concilio
Ecumenico Vaticano I nel 1870, e quello dell'Immacolata Concezione.
La Chiesa Cattolica, invece, considera le Chiese Ortodosse come
scismatiche (ossia, per così dire, disobbedienti), più che eretiche, a
differenza di quanto avviene per esempio nei confronti delle Chiese
Protestanti. Di contro, le chiese ortodosse ritengono la Chiesa
cattolica
romana
“scismatica”
rispetto
all'Ortodossia
solo
limitatamente alle giurisdizioni più 14
“ecumeniste”.
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Nel Protestantesimo viene ridiscussa la natura dei sacramenti, e
generalmente vengono considerati tali solo quelli in cui il Nuovo
Testamento riporta un prescrizione esplicita da parte di Gesù, cioè il
Battesimo, l’Eucarestia (come banchetto comunitario) e parzialmente
la Confessione. Gli altri segni sono considerati riti ecclesiastici.
La religione Islamica è monoteista, è basato su cinque principi
(arkan), che il musulmano ha comunque il diritto-dovere di assolvere
come jihād, indicato letteralmente come “sforzo” o “impegno sulla
Strada di Dio”, nella speranza di un Aldilà beatificante nel suo nome.
La forma idealtipica della seguente dottrina fideistica è la seguente:
La testimonianza di fede (shahada), La preghiera (salat), L’imposta
coranica (zakat), Il digiuno del mese di Ramadan, Il pellegrinaggio
alla Mecca (hajj).
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Nell’Ebraismo, altra religione monoteistica, la credenza è l’evoluzione
della dottrina biblica, infatti insieme al Cristianesimo e all’Islam,
l’Ebraismo viene classificato come religione abramitica, in quanto
Abraham rappresenta, per i fedeli delle tre confessioni, un comune
patriarca.
La forma idealtipica è la seguente: Non abbandonare la fede in Dio e
non commettere l’idolatria, Non uccidere, né suicidarsi, Non rubare o
rapire, Non compiere relazioni sessuali illecite, Non bestemmiare,
Non mangiare parti del corpo di animali ancora vivi, Istituire tribunali
giusti.
Il Buddhismo è una religione che comprende una varietà di tradizioni,
credenze e pratiche, in gran parte basata sugli insegnamenti attribuiti
a Siddhārtha Gautama, vissuto in India intorno al VI secolo a.C.,
comunemente appellato come il Buddha, ossia "il Risvegliato”.
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I precetti fondamentali del Buddismo sono individuati in Virtù morali
e Regole di vita, quest’ultime sono divise in tre gruppi: i cinque
divieti, gli otto comandamenti e le dieci condotte morali.
In pratica si tratta degli stessi comandamenti, cui ogni volta se ne
aggiungono altri. I cinque divieti sono: Non uccidere alcun essere
vivente, Non prendere l’altrui proprietà, Non toccare la donna altrui,
Non dire menzogne, Non bere bevande inebrianti. Gli otto
comandamenti includono i suddetti cinque divieti, cui si aggiungono:
Non mangiare cibo nei tempi non dovuti, Astenersi dal canto, dalla
danza, dalla musica e da ogni spettacolo indecente, Non ornare la
persona, Non usare sedili alti e lussuosi. Inoltre, gli ultimi due
precetti morali sono: Non adoperare letti grandi e confortevoli, Non
commerciare coseni metallo prezioso. Quanto alle virtù morali che
deve seguire il buddista, esse in sostanza si riducono a quattro:
Compassione (percepire dentro di sé la gioia e il dolore dell'altro),
Compassione e amorevolezza verso tutti gli esseri viventi, Letizia e
considerazione del lato positivo delle cose, Imparzialità nel
considerare la realtà.
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I Testimoni di Geova sono un movimento religioso teocratico,
millenarista, restaurazionista, sebbene le comunità cristiane non
riconoscano la loro dottrina come tale.
I loro adepti, chiamati
servitori di Geova non adorano nessun altro, innalzano preghiere a
Geova nel nome di Cristo, seguendo il modello lasciato da Gesù
durante la sua vita terrena. I loro idealtipi si racchiudono in: Nessuna
adorazione alle immagini, Nessun uso di armi neppure per difesa
personale, Ritenersi separati dal mondo malvagio, Rispettano la
santità del sangue rifiutando tutte le trasfusioni di sangue,
Ubbidiscono alle leggi bibliche sulla morale, Si considerano tutti
fratelli per cui non vi sono gerarchie, Il battesimo per immersione
completa simboleggia la dedicazione della propria vita a Geova,
Credono nella creazione direttamente per opera di Geova.
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L’Induismo si annovera tra le principali religioni del mondo, con
origini antichissime: più che una singola religione in senso stretto,
può essere considerata una serie di correnti religiose, devozionali e/o
metafisiche e/o teologico-speculative, modi di comportarsi, abitudini
spesso dissimili, aventi un centro collettivo di valori e credenze
religiose, ma poste in diversità in base all’interpretazione della
letteratura religiosa, ed all’oggetto di focalizzazione per le singole
credenze. Il Dharma è la raccolta di norme religiose per tutti gli
induisti che si esprime soprattutto per mezzo di alcune importanti
dottrine tra queste l’ahisā (assenza del desiderio di uccidere) e la
Satya (sincerità, veridicità). I principi idealtipici sono: Artha –
ricchezza materiale, successo, benessere, potere, anche politico,
Kāma –piacere, soddisfazione dei desideri, anche sessuali, Dharma –
giustizia, etica, ordine, valori, anche religiosi, Moka –la libertà
assoluta, ovvero il fine ultimo di ogni esistenza che consiste nella
liberazione dalle catene creaturali del nascere-morire.
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Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee per
diventare socialmente operanti hanno bisogno di uomini
che agiscono nell’ambito di gruppi più o meno organizzati,
più o meno istituzionalizzati.
Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno
nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono:
- i movimenti religiosi
- le chiese
- gli ordini monastici
- le sette
- le denominazioni
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I MOVIMENTI RELIGIOSI
Il movimento religioso è la forma più fluida di
organizzazione religiosa e compare quando maturano
le condizioni per una rottura delle credenze religiose
tradizionali. All’origine del movimento vi è una
profezia e un profeta, che rivela agli uomini la parola e
la volontà di dio. I membri di un movimento religioso
passano attraverso l’esperienza della conversione.
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LE CHIESE
Il movimento si trasforma in chiesa attraverso un
processo di istituzionalizzazione delle credenze e
delle pratiche religiose.
Le credenze vanno sistematizzate in un corpo
organico di dottrina e codificate in un testo scritto.
Le pratiche religiose assumono un carattere di
universalità, stabilità e astrattezza e nel loro
insieme vengono a costituire una liturgia alla
quale presiede un corpo di specialisti organizzato
gerarchicamente.
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gruppo religioso
(non
necessariamente
cristiano)
istituzionalizzato.
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GLI ORDINI MONASTICI
Gli ordini monastici rappresentano un tipo di
comunità religiosa separata dalla massa dei
fedeli di una chiesa; a essi si appartiene per
scelta di dedizione a un ideale di perfezione di
vita religiosa.
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LA SETTA
La setta è una comunità religiosa
tendenzialmente chiusa, tra i cui membri si
stabiliscono legami assai forti di fratellanza e di
fiducia e che vive in un contesto sociale formato
da appartenenti ad altre religioni o confessioni.
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LE DENOMINAZIONI
Anche le sette passano attraverso un processo di
istituzionalizzazione e si trasformano in
denominazioni.
Mentre però le chiese tendono a essere le
organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di
singole società, le denominazioni rispecchiano una
situazione di pluralismo religioso.
Il caso più tipico è negli USA, dove un numero assai
elevato di chiese e di denominazioni convivono
accanto, in un rapporto di moderata concorrenza e in
un clima di generale tolleranza.
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La secolarizzazione è il processo attraverso il quale la
religione declina e perde la sua influenza nelle diverse
sfere della vita sociale.
Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica,
che in passato ne erano fortemente influenzati,
vengono oggi a emanciparsi dalla sua influenza.
La scienza ha senza dubbio svolto un ruolo decisivo in
questo processo, nel sedimentare credenze e
convinzioni fondate sulla ragione e sul metodo
sperimentale.
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Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologiche
della religione:
-
interpretazione evoluzionista
interpretazione marxista
interpretazione funzionalistica
religione come fattore di mutamento
concezione fenomenologica della religione
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Interpretazione evoluzionistica
Secondo Comte e Spencer, la religione è
espressione di uno stadio primitivo del
processo evolutivo delle società umane. Nella
modernità, invece, essa occupa uno spazio
sempre più marginale ed è sostanzialmente
destinata a essere sostituita dalla scienza,
come criterio fondamentale di orientamento
delle azioni e delle società umane.
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Interpretazione marxista
Per il materialismo dialettico di Marx, la storia è storia di lotta di
classe e la religione ostacola il processo, mediante il quale gli
oppressi prendono coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali
sono vittime.
Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e
come uno strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra
le classi.
In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della
classe dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre
una giustificazione alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale.
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Interpretazione funzionalistica
La religione svolge la fondamentale funzione di
integrazione sociale.
La società va pensata come un’unità, in cui le varie
parti sono tenute insieme da una credenza comune.
Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale,
cerimonia, diventa l’occasione per ribadire e
rafforzare l’identità collettiva e il sentimento di
appartenenza. Se nelle società moderne la religione
sembra in declino, è perché altre forme hanno
preso il suo posto e svolgono la sua funzione.
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Religione come fattore di mutamento
Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose
siano conservatrici e sostengano lo status quo. In
realtà è innegabile che la religione sia stata anche
un potente fattore di mutamento sociale, un fattore
di rottura della tradizione.
Come dimostra Weber, le idee religiose sono state
storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci
di indurre profonde trasformazioni negli assetti
sociali e culturali.
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Interpretazione fenomenologica
Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e
universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa
pone quindi l ’ accento sulla relazione tra il soggetto
credente e l’oggetto di venerazione, che si colloca su un
piano trascendente rispetto alla realtà terrena.
Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienza religiosa:
il sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero,
l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro.
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