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LA VIOLENZA DI GENERE
VIOLENZA DI GENERE – VIOLENZA
SULLE DONNE
Il dibattitto contemporaneo sulla «violenza di genere»,
contiene molti riferimenti al rapporto dialettico tra i sessi
maschile e femminile.
In molti casi l’espressione «violenza di genere» sta ad
indicare il problema della violenza sulle donne e della
subordinazione di queste rispetto agli uomini.
Quando si tratta di violenza, il termine genere perde
pertanto quelle caratteristiche di malleabilità e di
contrapposizione all’identità sessuale.
IL GENERE: DA QUESTIONE
IDEOLOGICA A QUESTIONE
SOCIOLOGICA
Sul piano sociologico, il concetto di «genere» può
assumere rilevanza non come costruzione operata a
prescindere dal sesso, ma come costruzione operata sul
sesso.
Essere uomini e donne nelle diverse epoche e nei diversi
contesti sociali e culturali ha conseguenze rilevanti
sull’identità della persona e sulle conseguenze giuridiche
ad essa collegate.
Si evidenziano allora i ruoli sociali legati all’identità
sessuale, che vanno a costituire un’identità di genere che
non è ad essa contrapposta.
VISIONE ESSENZIALISTA DELLA
SOGGETTIVITA’ VIOLENTA
Secondo
questa
impostazione,
si
nasce
inequivocabilmente uomini e donne e l’identità sessuale
influenza il comportamento umano.
Nella versione più radicale, la prospettiva essenzialista
della soggettività violenta ritiene che l’identità sessuale
determini alcuni comportamenti, tra cui la violenza degli
uomini sulle donne (Brownmiller).
Tale prospettiva rischia di perpetuare degli stereotipi sul
rapporto tra uomini e donne.
VIOLENZA MASCHILE
Per la visione essenzialista, la violenza maschile sarebbe il
frutto di una natura aggressiva, che viene sopita dal
progresso e dalla civilizzazione, ma riemerge nelle
occasioni di regresso culturale e di perdita dei freni
inibitori, come avviene ad esempio nel caso delle guerre.
LA MATERNITA’ COME
FONDAMENTO DELLA
SUBORDINAZIONE FEMMINILE
La radice della subordinazione femminile rispetto agli
uomini è individuata dagli essenzialisti nella funzionalità
riproduttiva del corpo della donna.
Matrimonio e procreazione sono visti come ambiti della vita
umana che portano alla subordinazione delle donne (De
Beauvoir).
La diffusione di anticoncezionali e le rivendicazioni riguardo
il diritto all’aborto e alla libertà sessuale divengono così
aspetti di una più generale mobilitazione a favore
dell’emancipazione delle donne (Firestone).
CRITICA ALLA VISIONE
ESSENZIALISTA DELLA
SOGGETTIVITA’ VIOLENTA
Pur ammettendo che il fenomeno della violenza sulle
donne sia frequente e diffuso nelle diverse epoche e nelle
diverse culture, la visione della mascolinità come
naturalmente violenta pone problemi sotto il profilo
antropologico e giuridico.
Criticabile il collegamento quasi deterministico tra
identità sessuale maschile e comportamento violento.
La naturale propensione alla violenza dei maschi sarebbe
indice di pericolosità sociale, da un lato, mentre dall’altro
metterebbe in discussione la responsabilità giuridica.
L’unica soluzione sarebbe la separazione tra i sessi.
VISIONE COSTRUTTIVISTA DELLA
SOGGETTIVITA’ SESSUATA
La possibilità di manipolare la natura e piegarla alle proprie
esigenze sposta l’attenzione sulle dinamiche sociali e
culturali che favoriscono la subordinazione femminile.
Culture e tradizioni modellano così l’identità di genere,
assegnando un ruolo dominante all’identità maschile
attraverso strutture «patriarcali» che propongono una visione
della donna come di un soggetto fragile e sottomesso.
Il «patriarcato» vede nel padre di famiglia il soggetto
autenticamente titolare di una pienezza di diritti e doveri.
VIOLENZA DOMESTICA E
PATRIARCATO
Nella società patriarcale la violenza è tollerata come forma
di correzione e controllo nei confronti di soggetti (le
donne ed i minori) incapaci di provvedere autonomamente
ai propri interessi.
La violenza domestica è frutto dell’abuso di un potere di
controllo e protezione da parte degli uomini della famiglia.
Al tramonto del paternalismo nella società occidentale,
tuttavia, non ha corrisposto una diminuzione della
violenza sulle donne.
Essa non è più tollerata a livello sociale e culturale, ma
permane sul piano individuale, sotto forma di ossessione e
gelosia.
SUPERAMENTO DELLA
DIFFERENZA SESSUALE
Per evitare il conflitto tra i sessi, alcuni propongono di
superare la differenza sessuale, rendendo negoziabile la
struttura delle relazioni tra i generi (Giddens).
Questo condurrebbe alla messa in sicurezza dei rapporti
tra uomini e donne, non più influenzati dalle costruzioni
sociali e culturali operate sul sesso.
La difficoltà dovuta alla sfumatura dell’identità sessuale
sarebbe compensata dall’acquisizione della piena parità
tra i generi.
UNA POSSIBILE SINTESI
Tra l’impostazione essenzialista della soggettività violenta,
che vede nella differenza sessuale l’irriducibile causa della
violenza di genere, e la posizione costruttivista, che vede
nel superamento di tale differenza la soluzione per la
pacificazione dei rapporti tra uomini e donne, vi possono
essere altre ipotesi.
Si parla di «complementarietà» e «supplementarietà» per
indicare il valore aggiunto dato dalla differenza sessuale in
termini generativi, educativi e sociali, che nella famiglia
trova la sua espressione più riconoscibile (D’Agostino).
VIOLENZA E FAMIGLIA
La famiglia (e con essa la coniugalità, la genitorialità, la
filialità, la fraternità etc.) rappresenta una dimensione
costitutiva dell’essere umano e non deriva da convenzioni
o soprusi.
Come ogni relazione di prossimità e dipendenza, la
famiglia può divenire luogo di violenza, ma tale conflitto è
causato dai limiti dell’essere umano e non costituisce il
fondamento del vincolo familiare.
VIOLENZA E RESPONSABILITA’
PERSONALE
La condotta violenta, seppur influenzata dal contesto
sociale, per essere sanzionata deve essere imputabile ad un
soggetto libero.
La configurazione del comportamento violento come
conseguenza di un istinto naturale o di un
condizionamento ambientale impedisce la pensabilità
della responsabilità giuridica personale.
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