La società feudale

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MICHELE NARDIELLO
&
PAZIENZA STEFANO
Presentano…
1. La curtis medievale
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Grandi proprietà terriere;
Servi della gleba e schiavi;
Un’economia di sussistenza;
2. Il feudalesimo: origine e caratteri
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I rapporti vassallatici;
Privilegi e immunità;
La definizione di feudalesimo;
3. Le signorie locali e l’incastellamento
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Le signorie locali;
L’incastellamento;
I cavalieri;
Le guerre e la “tregua di Dio”;
4. La mentalita’ medievale
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La Chiesa nella società feudale;
Un’Europa cristiana;
Campane ed Ave Maria.
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Durante l’Alto Medioevo, la terra veniva divisa in possedimenti chiamati curtis o
villa. Questa aveva diverse dimensioni: vi erano curtes (al plurale) enormi ma
anche medie e piccole. Le curtes appartenevano a un dominus, cioè padrone, che
poteva essere il re, la Chiesa o un signore locale. Si calcola che Carlo Magno
possedesse alcune centinaia di curtes, poste prevalentemente nella Francia Nord
Orientale. Ogni curtis era a sua volta divisa in due parti: la pars dominica e la pars
massaricia. La pars dominica comprendeva la residenza del signore, gli alloggi dei
servi, il mulino, il forno, il frantoio, i laboratori per la costruzione e la riparazione
di strumenti e oggetti. L’altra parte del territorio, la pars massaricia, era suddivisa
in mansi. Questo termine inizialmente significava “i luoghi dove i contadini
abitano”, poi, più in generale, passò ad indicare “la terra necessaria al
sostentamento di una famiglia”. I mansi erano dunque dei piccoli appezzamenti di
terreno con al centro la casa dei contadini. Essi potevano essere di due tipi, ovvero:
i mansi ingenuili e i mansi servili. In cambio del terreno, i servi e i contadini liberi
erano tenuti a:
- versare al loro signore parte della raccolto;
- lavorare i terreni della pars dominica;
- pagare diversi tributi.
Il termine servo significa, in latino, schiavo. Con il tempo, però, la parola servo non
indicò più un bene che si poteva vendere e comprare come un qualsiasi oggetto, ma il
contadino legato alla terra. Da qui l’espressione servi della gleba.
L’economia curtense era sostanzialmente un’economia chiusa in cui gli scambi
commerciali erano rari. Per questo viene anche definita dagli economisti economia di
sussistenza: infatti il suo scopo era la semplice sopravvivenza della popolazione, non il
suo arricchimento, possibile solo con il commercio. Ad ostacolare il commercio
concorrevano diversi fattori:
•Le pessime condizioni delle strade infestate dai briganti;
•I tributi che i vari signori locali imponevano per consentire il passaggio delle merci sul
loro territorio;
•La scarsa disponibilità di denaro che costringeva molte persone ad usare il baratto.
Le curtes orientavano la loro produzione verso la policoltura. Il mondo rurale era quindi
dominato da un’unica grande ossessione, la fame. Proprio a causa di questo problema
che nacque il CANNIBALISMO.
CANNIBALISMO
ECCO LA PROVA REALE DEL
CANNIBALISMO NEL
MEDIOEVO, TRA IL 793 E IL
1033. SICURAMENTE E’
STATO IL PERIODO PIU’
BRUTTO DI TUTTA
L’UMANITA’.
Il mondo medievale era pieno di pericoli e lo Stato non garantiva nessuna protezione.
Vi era inoltre la necessità di difendersi dai predoni e dagli attacchi dei signori rivali. Ciò
spinse molti omini liberi alla ricerca di protezione presso qualcuno più potente di loro.
Il debole si raccomandava al forte che diventava il suo signore, e a lui giurava fedeltà e
obbedienza. Il forte in cambio aveva molti sottomessi che diventavano militari in caso
di guerra. Il signore col passare degli anni, cominciò a premiare i suoi militari, chiamati
poi cavalieri, a questi poi venivano rese parti delle terre del signore, chiamati feudi e
quindi i cavalieri divenivano vassalli. Per diventare completamente “amici” del signore,
si doveva compiere un giuramento ufficiale in ginocchio, davanti al signore che li
nominava feudatari. Questi ultimi, a loro volta dividevano donavano parti delle loro
terre a valvassori che poteva fare la stessa cosa e creare così dei valvassini. Tutti questi
gradi andavano a formare una specie di piramide feudale.
Il vassallo riceveva insieme con il feudo anche alcuni privilegi, chiamati immunità:
•Il diritto di governare il territorio a lui assegnato con tutti i suoi abitanti;
•Il diritto di riscuotere le tasse;
•Il diritto di amministrare la giustizia.
L’aiuto militare che il vassallo dava al suo signore era comunque presente perché:
•Bisognava abbandonare le proprie terre per tutto il tempo della guerra;
•Si combatteva a cavallo, da qui deriva la definizione di cavalieri, ed era necessario
sostenere l’elevato costo del cavallo, delle armi e dell’armatura.
Chi non rispettava anche un solo punto, si macchiava di una colpa indelebile, e veniva
chiamato fellone, cioè vassallo traditore, veniva privato di ogni bene appartenente al
signore e veniva combattuto come un nemico.
Questo complesso sistema di rapporti vassallatici, non ebbe rapida diffusione, anzi
cominciò effettivamente nel X secolo, avendo massima diffusione nel XII e XIII secolo,
quando sorsero le monarchie feudali. Il primo ad usare questo metodo fu Carlo Magno,
perché lo Stato era molto debole e dividerlo sembrava l’unica soluzione, così era più
facile da gestire. La parola feudo è di origine germanica e deriva da fehu, = bestiame, e
da ôd, = possesso, quindi possesso di bestiame. Con feudalesimo si intende
l’organizzazione sociale e politica, tipica dell’età medievale, fondata sullo scambio che
intercorreva tra il signore e il suo vassallo(protezione in cambio di servizi).
Teoricamente, il periodo dei feudi è finito nel XIV secolo, invece giuridicamente e
socialmente, e legato rispettivamente alla Rivoluzione francese (1789) e alla
Rivoluzione industriale (1700-1800).
A partire dal IX secolo, con l’assenza di una figura forte a capo dei feudi,si formarono
le signorie locali, normalmente non accettate perché desiderose di avere un potere tutto
loro e abitualmente combattute dai conti e dai marchesi. Nello stesso tempo, questi
ultimi, imitavano le signorie locali perché anch’essi volevano salire al potere, quindi si
crearono due poli opposti con un unico scopo, il potere. Queste signorie locali, sono
nate dall’evoluzione delle curtes che faceva nascere nuove ambizioni ai leggittimi
proprietari.
Col nascere di queste signorie locali, nacque il bisogno di avere una protezione, così si
crearono gli incastellamenti, cioè un castello fortificato, con un piccolo paese intorno
che veniva protetto dal signore locale in caso di guerre. Questo signore locale
approfittava delle poveri genti, facendosi pagare tasse, pedaggi e dazi prelevati dalla sua
“polizia”, suoi seguaci. La giustizia signorile veniva amministrata attraverso i placiti: si
trattava di riunioni dei seguaci del signore locale presiedute dal signore stesso o da un
suo rappresentante.
INCASTELLAMENTO
INCASTELLAMENTO
I signori locali, per essere veramente forti ed essere rispettati, avevano bisogno di un
forte esercito, e a quei tempi, l’arma migliore era la cavalleria, assai migliorata rispetto
all’epoca dei Romani. Di solito, una contea poteva fornire dai 150 ai 200 cavalieri che
dovevano essere equipaggiati al meglio con armature di buona qualità che costavano
cinque volte il prezzo di un bue. I cavalieri erano in possesso di: una sella e una staffa
che servivano molto nel combattimento per avere maggiore equilibrio, una
cotta(l’armatura), un elmo, uno scudo a punta, una spada, un giavellotto e una lancia.
Le guerre del medioevo, fra le signorie, non erano vere e proprie guerre, bensì degli
scontri fra circa 2000 guerrieri, tra cui cavalieri e fanti. I fanti erano quei guerrieri non
armati come i cavalieri, ma più alla leggera. Lo scopo delle battaglie erano la conquista
di nuovi territori o la repressione di qualche rivolta. Certe volte, quando non si riusciva
a vincere, si imprigionavano i cavalieri avversari, per poi riconsegnarli dopo aver avuto
un’abbondane riscatto. Quando non c’erano queste guerre, non si deve pensare alla pace
eterna, perché c’erano i cavalieri erranti, cioè i figli di cavalieri non inclusi nell’eredità
del padre. Questi giravano di signoria in signoria, rubando o servendo la signoria locale.
Quando la situazione raggiunse il massimo livello di violenza, morte e distruzione,
intervenne la Chiesa che introdusse una specie di stop alla violenza, chiamata “la pace
di Dio”. Chi usava le armi contro gli inermi, veniva scomunicato dalla Chiesa. Più tardi
, anche chi faceva le guerre in un periodo determinato aveva la scomunica, però in
questo periodo che ci fu questo divieto, il nome cambiò e si ebbe così la “tregua di
Dio”. Con questi divieti, non cambio molto, però furono indispensabili per la nascita
dell’ideale cavalleresco, cioè il cavaliere aveva sentimenti, e combatteva per un vero
motivo con lealtà e onore.
Ormai la Chiesa era entrata a far parte delle signorie locali, infatti c’erano molte chiese
rurali e nelle signorie che non potevano far altro che bene al signore, perché:
•La presenza di una chiesa sul territorio del signore feudale era per quest’ultimo motivo
di prestigio;
•I signori locali avevano il potere di insediare i sacerdoti, e quindi attraverso di loro,
potevano influenzare la popolazione;
•I signori locali erano molto attenti al patrimonio delle chiese rurali: ne controllavano le
rendite, incamerandone una parte, e avevano diritto ad una quota delle eredità lasciate
dai fedeli.
In poche parole, i signori, consideravano le chiese rurali, un loro investimento.
Durante il feudalesimo, in Europa, quasi tutti erano cristiani, tranne gli ebrei e i pagani,
però tutti avevano una visione del mondo diviso in due parti, il bene e il male,
rappresentati da Dio e da Satana. Satana era più sentito un po’ da tutti, perché ha mille
forme e mille modi per ingannare noi umani.
Nel medioevo, tutti gli uomini avevano una grande immaginazione e confondevano il
credibile con l’incredibile, bastava una guarigione e subito si pensava al miracolo.
Come il miracolo veniva e viene attribuito al sacro, anche il tempo aveva una
dimensione sacra, infatti si crearono delle campane di bronzo, che derivano da
Campania, perché qui c’erano grandi industrie di bronzo, che venivano poste su dei
campanili, che al loro suono, facevano cominciare le preghiere. Con questo gesto, tutti
erano sincronizzati, se si può dire così. Un altro strumento per misurare il tempo, era la
meridiana che funzionava grazie al sole, infatti se era nuvoloso, o notte, non si sapeva
l’ora. Poi c’erano le candele, la clessidra, ed anche le preghiere per misurare il tempo,
questi modi però, non erano molto efficaci. Le preghiere usate di più per misurare il
tempo erano il Padre Nostro e l’Ave Maria, inventata unendo il saluto di Elisabetta alla
Madonna e le parole dell’angelo Gabriele.
The
End
P.S. Si prega il gentile lettore di
valutare al meglio quest’opera.
GRAZIE
(I produttori)
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