1. La curtis medievale • • • grandi proprietà terriere; servi della gleba e schiavi; economia di sussistenza; 2. Il feudalesimo: origine e caratteri • • • rapporti vassallatici; privilegi e immunità; definizione di feudalesimo; 3. Le signorie locali e l’incastellamento • • • • signorie locali; incastellamento; cavalieri; guerre e la ‘tregua di Dio’; 4. La mentalità medievale • • • la Chiesa nella società feudale; Un’Europa cristiana; Campane ed Ave Maria. Durante l’Alto Medioevo, la terra veniva divisa in possedimenti curtis o villa di diverse dimensioni. Vi erano curtes (plur.) enormi ma anche medie e piccole. Le curtes appartenevano a un dominus, cioè padrone, che poteva essere il re, la Chiesa o un signore locale. Pare Carlo Magno possedesse alcune centinaia di curtes, nella Francia n/e Ogni curtis era a sua volta divisa in due parti: pars dominica e pars massaricia. La pars dominica comprendeva la residenza del signore, gli alloggi dei servi, il mulino, il forno, il frantoio, i laboratori per la costruzione e la riparazione di strumenti e oggetti. La pars massaricia, era suddivisa in mansi, intesi inizialmente come ‘luoghi dove i contadini abitano’, poi, più in generale, ‘la terra necessaria al sostentamento di una famiglia’. I mansi erano dunque piccoli appezzamenti di terreno con al centro la casa dei contadini. Potevano essere di due tipi, ovvero: i mansi ingenuili e i mansi servili. In cambio del terreno, servi e contadini liberi erano tenuti a: - versare signore parte del raccolto; - lavorare i terreni della pars dominica; - pagare diversi tributi. L’economia curtense L’economia curtense era sostanzialmente chiusa , gli scambi commerciali erano rari. Per questo viene anche definita dagli economisti economia di sussistenza: il suo scopo era la semplice sopravvivenza della popolazione, non il suo arricchimento, possibile solo con il commercio. Ad ostacolare il commercio concorrevano diversi fattori: • pessime condizioni delle strade, infestate dai briganti; •tributi che i vari signori locali imponevano per consentire il passaggio delle merci sul loro territorio; • scarsa disponibilità di denaro che costringeva molte persone ad usare il baratto. Le curtes orientavano la loro produzione verso la policoltura. Lo sviluppo dell’agricoltura Dalla curtis alla ripresa della città Il termine servo significa, in latino, schiavo. Con il tempo, però, la parola servo non indicò più un bene che si poteva vendere e comprare come un qualsiasi oggetto, ma il contadino legato alla terra. Da qui l’espressione servi della gleba. La popolazione cresce L’incastellamento Il mondo medievale era pieno di pericoli e lo Stato non garantiva nessuna protezione. Vi era inoltre la necessità di difendersi dai predoni e dagli attacchi dei signori rivali. Ciò spinse molti uomini liberi alla ricerca di protezione presso i potente locali. Il debole si raccomandava al forte che diventava il suo signore, e a lui giurava fedeltà e obbedienza. Il forte in cambio aveva molti sottomessi che diventavano militari in caso di guerra. Il signore col passare degli anni, cominciò a premiare i suoi militari, chiamati poi cavalieri, a questi poi venivano rese parti delle terre del signore, chiamati feudi e quindi i cavalieri divenivano vassalli. Per diventare completamente ‘amici’ del signore, si doveva compiere un giuramento ufficiale in ginocchio, davanti al signore che li nominava feudatari. Questi ultimi, a loro volta donavano parti delle loro terre ai valvassori che potevano fare la stessa cosa e creare così dei valvassini. Tutti questi gradi andavano a formare una piramide feudale. Il vassallo riceveva insieme con il feudo anche alcuni privilegi, chiamati immunità: • diritto di governare il territorio a lui assegnato con tutti i suoi abitanti • diritto di riscuotere le tasse •diritto di amministrare la giustizia L’aiuto militare che il vassallo dava al suo signore era comunque presente perché: • bisognava abbandonare le proprie terre per tutto il tempo della guerra • si combatteva a cavallo, da qui deriva la definizione di cavalieri, ed era necessario sostenere l’elevato costo del cavallo, delle armi e dell’armatura. Chi non rispettava anche un solo punto, si macchiava di una colpa indelebile, e veniva chiamato fellone, cioè vassallo traditore, veniva privato di ogni bene appartenente al signore e veniva combattuto come un nemico. Questo complesso sistema di rapporti vassallatici, non ebbe rapida diffusione, anzi cominciò effettivamente nel X secolo, avendo massima diffusione nel XII e XIII secolo, quando sorsero le monarchie feudali. Il primo ad usare questo metodo fu Carlo Magno, perché lo Stato era molto debole e dividerlo sembrava l’unica soluzione, così era più facile da gestire. La parola feudo è di origine germanica e deriva da fehu, = bestiame, e da ôd, = possesso, quindi possesso di bestiame. Con feudalesimo si intende l’organizzazione sociale e politica, tipica dell’età medievale, fondata sullo scambio che intercorreva tra il signore e il suo vassallo(protezione in cambio di servizi). Teoricamente, il periodo dei feudi è finito nel XIV secolo, invece giuridicamente e socialmente, e legato rispettivamente alla Rivoluzione francese (1789) e alla Rivoluzione industriale (1700-1800). A partire dal IX secolo, con l’assenza di una figura forte a capo dei feudi,si formarono le signorie locali, normalmente non accettate perché desiderose di avere un potere tutto loro e abitualmente combattute dai conti e dai marchesi. Nello stesso tempo, questi ultimi, imitavano le signorie locali perché anch’essi volevano salire al potere, quindi si crearono due poli opposti con un unico scopo, il potere. Queste signorie locali, sono nate dall’evoluzione delle curtes che faceva nascere nuove ambizioni ai legittimi proprietari. Col nascere di queste signorie locali, nacque il bisogno di avere una protezione, così si crearono gli incastellamenti, cioè un castello fortificato, con un piccolo paese intorno che veniva protetto dal signore locale in caso di guerre. Questo signore locale approfittava delle poveri genti, facendosi pagare tasse, pedaggi e dazi prelevati dalla sua ‘polizia’, formata da suoi seguaci. La giustizia signorile veniva amministrata attraverso i placiti: si trattava di riunioni dei seguaci del signore locale presiedute dal signore stesso o da un suo rappresentante. I signori locali, per essere veramente forti ed essere rispettati, avevano bisogno di un forte esercito, e a quei tempi, l’arma migliore era la cavalleria, assai migliorata rispetto all’epoca dei Romani. Di solito, una contea poteva fornire dai 150 ai 200 cavalieri che dovevano essere equipaggiati al meglio con armature di buona qualità che costavano cinque volte il prezzo di un bue. I cavalieri erano in possesso di: una sella e una staffa che servivano molto nel combattimento per avere maggiore equilibrio, una cotta (l’armatura), un elmo, uno scudo a punta, una spada, un giavellotto e una lancia. Le guerre del medioevo, fra le signorie, non erano vere e proprie guerre, ma scontri fra circa 2000 guerrieri, tra cui cavalieri e fanti. I fanti erano guerrieri non armati come i cavalieri, ma più alla leggera. Scopo delle battaglie erano la conquista di nuovi territori o la repressione di qualche rivolta. Quando non si riusciva a vincere, si imprigionavano i cavalieri avversari, per poi riconsegnarli dopo aver avuto un abbondane riscatto. Quando non erano presenti guerre, non si deve pensare alla pace eterna, perché c’erano i cavalieri erranti, cioè i figli di cavalieri non inclusi nell’eredità del padre. Questi giravano di signoria in signoria, rubando o servendo la signoria locale. Quando la situazione raggiunse il massimo livello di violenza, morte e distruzione, intervenne la Chiesa che introdusse una specie di stop alla violenza, chiamata la pace di Dio. Chi usava le armi contro gli inermi, veniva scomunicato dalla Chiesa. Più tardi , anche chi faceva le guerre in un periodo determinato aveva la scomunica, tregua di Dio”. Con questi divieti, furono indispensabili per la nascita dell’ideale cavalleresco, secondo il quale il cavaliere aveva sentimenti, e combatteva per un vero motivo con lealtà e onore. Ormai la Chiesa era entrata a far parte delle signorie locali. Infatti c’erano molte chiese rurali e nelle signorie che non potevano far altro che bene al signore, perché: •la presenza di una chiesa sul territorio del signore feudale era motivo di prestigio • i signori locali avevano il potere di insediare i sacerdoti, e quindi influenzare il popolo • i signori locali erano molto attenti al patrimonio delle chiese rurali: ne controllavano le rendite, incamerandone una parte, e avevano diritto ad una quota delle eredità lasciate dai fedeli. In poche parole, i signori, consideravano le chiese rurali un loro investimento. Durante il feudalesimo, in Europa, quasi tutti erano cristiani, tranne gli ebrei e i pagani, però tutti avevano una visione del mondo diviso in due parti, il bene e il male, rappresentati da Dio e da Satana. Satana era più sentito un po’ da tutti, perché ha mille forme e mille modi per ingannare noi umani. Nel medioevo, tutti gli uomini avevano una grande immaginazione e confondevano il credibile con l’incredibile. Bastava una guarigione e subito si pensava al miracolo. Come il miracolo veniva e viene attribuito al sacro, anche il tempo aveva una dimensione sacra, infatti si crearono delle campane di bronzo, che venivano poste su dei campanili, che al loro suono, facevano cominciare le preghiere. Con questo gesto, tutti erano sincronizzati, se si può dire così. Un altro strumento per misurare il tempo, era la meridiana che funzionava grazie al sole, infatti se era nuvoloso, o notte, non si sapeva l’ora. Poi c’erano le candele, la clessidra, ed anche le preghiere per misurare il tempo, questi modi però, non erano molto efficaci. Le preghiere usate di più per misurare il tempo erano il Padre Nostro e l’Ave Maria, inventata unendo il saluto di Elisabetta alla Madonna e le parole dell’angelo Gabriele. La giostra L’investitura ll feudo Gli ordini Il vassallaggio