Meccanica 15 19 aprile 2011 Fluidi. Viscosita`. Pressione Fluidostatica. Leggi di Stevino, Pascal, Archimede Fluidodinamica. Moto stazionario. Tubo di flusso. Portata Legge di Leonardo Legge di Bernoulli Fluidi • Comprendono i liquidi e i gas • I fluidi possono fluire o scorrere, e quindi, a differenza dei solidi, non riescono a sostenere staticamente uno sforzo di taglio • I liquidi, a differenza dei gas, sono essenzialmente incomprimibili, quindi la loro densità si può considerare (approssimativamente) costante • La meccanica dei fluidi si divide in – Statica – Dinamica • Lo studio concerne non solo i fluidi, ma anche i corpi immersi in essi o le pareti che li contengono 2 Fluidi • Riguarderemo i fluidi come sistemi continui, caratterizzati da densità r e composti di elementi di massa dm e volume dV: dm rdV • In realtà la materia di cui sono fatti i fluidi ha struttura discreta, cioè è costituita di atomi e molecole • Considerarli sistemi continui è un’utile approssimazione • I fluidi possono trasmettere sforzi: – Nei liquidi grazie alle forze intermolecolari a corto raggio d’azione – Nei gas grazie alle collisioni tra le molecole che li costituiscono 3 Viscosità • In un fluido in moto lo sforzo può trasmettersi anche perpendicolarmente alla direzione lungo cui è applicata la sollecitazione • Questo è possibile grazie ad una grandezza fisica propria dei fluidi detta viscosità (e indicata con ) • Quando c’è scorrimento relativo tra due elementi di fluido, compaiono sull’area di contatto forze tangenziali d’attrito interno • I due elementi esercitano l’uno sull’altro due forze uguali e contarie (3° principio) 4 Viscosità • In un fluido in equilibrio statico non ci sono forze viscose, quindi le condizioni di equilibrio sono le stesse per fluidi viscosi e non viscosi • Non esiste il corrispondente dell’attrito statico: in assenza di moto (v=0) non c’è attrito viscoso • Per semplicità si considera spesso il caso ideale in cui la viscosità sia nulla e la densità sia uniforme (fluido ideale) 5 Pressione • In un intorno di un punto P qualunque di una superficie a contatto con un fluido, consideriamo una superficie infinitesima di area dA • Su di essa il fluido agisce con una forza dF • Definiamo (in termini differenziali) la pressione come forza per unità di superficie: dF p dA • La forza dF, e quindi la pressione, possono variare da punto a punto della superficie, perciò abbiamo usato la definizione differenziale 6 Pressione • TH: la forza esercitata da un fluido in equilibrio statico su una superficie è perpendicolare alla stessa, punto per punto • DIM: se esistesse una componente parallela, il fluido scorrerebbe e non sarebbe in condizioni statiche 7 Pressione • In un fluido in equilibrio statico la pressione non dipende dalla giacitura della superficie su cui agisce • Consideriamo un volume di fluido a forma di prisma, le cui sezioni con i piani verticali xz siano un triangolo rettangolo z y z y x x 8 Pressione • Consideriamo la sezione contenente il CM del prisma (per simmetria è quella mediana) • Le risultanti delle forze di pressione sulle facce, F1, F2, F3, siano applicate ai punti P1, P2 , P3 F1 • Il fluido è in equilibrio, usiamo la 1a eq. cardinale F1 F3 sin F2 F3 cos W F3 P3 z P1 CM W x P2 F2 9 Pressione • In termini di pressione: p1 A1 p3 A3 sin p2 A2 p3 A3 cos rVg F1 F3 P3 z P1 CM W x P2 F2 • Esprimendo le aree in funzione dei lati p1zy p3ly sin 1 p2xy p3ly cos rxyzg 2 • E semplificando p1P1 p3 P3 1 p2 P2 p3 P3 zrg 2 10 Pressione • Le pressioni sono calcolate nei punti Pi F1 • Esprimiamole come sviluppo in serie al 1° ordine rispetto al CM F3 P3 z P1 CM W x P2 F2 p p p p p1 rCM 1 x1 1 z1 p3 rCM 3 x3 3 z3 x CM z CM x CM z CM p2 p2 p2 rCM x2 z 2 x CM z CM 1 p p p3 rCM 3 x3 3 z3 zr rCM g 2 x CM z CM 11 Pressione • Se facciamo tendere le dimensioni del prisma a zero, mantenendo fisso il CM: p1rCM p3 rCM p2 rCM p3 rCM • E quindi la pressione non dipende dalla giacitura della superficie su cui agisce p1 p2 p3 12 Legge di Stevino • TH: in un fluido in equilibrio statico nel campo di gravità la pressione aumenta linearmente con la profondità p(z1) • DIM: sia dato un elemento cilindrico di fluido di volume V, base A e altezza z2-z1 • L’equilibrio statico impone che la forza W risultante sia nulla • Nel piano xy questo è dovuto alla p(z2) simmetria z 13 Legge di Stevino • Lungo z le forze di pressione e la forza peso devono bilanciarsi pz1A W pz2 A • Detta r la densità del fluido W V pz2 pz1 pz1 r g pz1 rz2 z1g A A • Se le quote differiscono per un infinitesimo pz dz pz dp rgdz • Abbiamo cioè la versione differenziale della legge dp rg dz 14 Legge di Stevino • Se avessimo scelto il verso opposto sull’asse z, avremmo pz2 r z2 z1 g pz1 • ovvero W pz2 pz1 rz2 z1g • Ovviamente bisogna introdurre un segno meno anche nella versione diferenziale p(z2) p(z1) z dp rg dz 15 Legge di Pascal • Orientiamo z verso il basso e poniamo come origine (z=0) la superficie limite del liquido, sia p0 la pressione esterna agente su tale superficie, abbiamo pz p0 rgz • Ogni variazione della pressione esterna comporta un uguale cambiamento della pressione in ciascun punto delfluido pz p0 16 Pressa idraulica • E` un’applicazione della legge di Pascal • E` formata da due contenitori idraulici a tenuta C1 e C2 , collegati da un condotto e dotati di due pistoni scorrevoli di area A1 e A2 • Applicando una forza F1 sul pistone 1, la pressione in ogni punto del fluido aumenta di p F1 A1 • Sul pistone 2 questo aumento di pressione si traduce F2 pA2 F1 A2 A1 in una forza F2 F1 A2 A1 C2 C1 17 Vasi comunicanti • L’altezza raggiunta da un liquido in vasi comunicanti e` uguale in tutti i vasi: h1=h2 • Il principio si dimostra con la legge di Stevino: la pressione sulla superficie libera è uguale per i diversi vasi, così come quella alla base • Ne segue che la differenza di pressione è uguale per i diversi vasi, il che si traduce in un’uguale altezza delle colonne di fluido p1 rgh1 p2 rgh2 h1 h2 18 Paradosso idrostatico • La pressione dipende solo dall’altezza del fluido sovrastante e non dalla sua massa • Quindi nei tre contenitori in figura, la pressione sul fondo e` la stessa, nonostante la massa del fluido sia diversa nei tre casi • Ciò è dovuto al fatto che le pareti contribuiscono con una forza che si compone col peso del fluido Pressione all’interno del contenitore 19 Barometro di Torricelli • E` costituito da un tubo di vetro aperto ad un’estremita` e riempito di mercurio e da una vaschetta contenente mercurio in cui capovolgere il tubo • Esso servì a dimostrare per la prima volta che l’atmosfera ha un peso ed è usato ancor oggi per misurare la pressione atmosferica (barometro di Fortin) • La pressione esercitata dalla colonna di mercurio di altezza h e` bilanciata dalla pressione atmosferica agente sulla h p superficie libera del mercurio nella vaschetta rgh p 20 Manometro a liquido • E` costituito da un tubo a ”U” riempito da un liquido di densita` nota r • Serve per misurare una differenza di pressione (o pressione differenziale) p p0 rgh 21 Superfici isobariche pz p0 rgz • Dalla legge di Stevino • Vediamo che per z=costante la pressione è costante • Ma z=costante rappresenta un piano orizzontale • Superfici di questo tipo per cui la pressione è costante si dicono isobare 22 Forza di Archimede • Sia dato un corpo di peso W e densità r immerso in un fluido di densità rf • Esiste una forza, detta di Archimede, che agisce sul corpo, uguale al peso del volume di fluido occupato dal corpo e diretta in direzione opposta al suo peso • Il corpo sia delimitato da una superficie S • Immaginiamo un secondo corpo, fluido, delimitato dalla stessa superficie S e costituito dello stesso fluido in cui è immerso S 23 Forza di Archimede • Poiché il fluido è in equilibrio, il corpo fluido è pure in equilibrio, questo significa che il suo peso Wf è bilanciato dalla forza risultante A dovuta all’azione della pressione del fluido esterno sulla superficie S, quindi A W f M f g Vr f g • Ove V è il volume comune dei due corpi e Mf è la massa del corpo fluido • Ma la forza A dipende solo dalla superficie S e non da quello che essa contiene • Ne segue che A agisce anche sul primo corpo A W2 A W1 24 Forza di Archimede • La forza risultante è infine W A Mg M f g V r r f g • E ha verso uguale al peso (il corpo tenderà a scendere nel fluido) o opposto (tenderà a salire) a seconda del segno della differenza delle densità 25 Forza di Archimede • Abbiamo visto che la forza di Archimede, bilanciando il peso del corpo fluido, è applicata nel suo CM • Se soltanto una parte del corpo è immersa, la forza di Archimede è relativa a questa parte soltanto • Poiché il primo corpo può avere il CM in un punto diverso dal corpo fluido (corpo non omogeneo, ad esempio una barca), avremo in generale anche un momento risultante A A W Situazione di non equilibrio W 26 Galleggiamento • Iceberg in equilibrio statico W A A G B W • Ovvero riVi g raVa g • Da cui troviamo il volume immerso Va r i Vi r a 27 Galleggiamento di una barca • • • • G: centro di gravita` della barca B: centro di spinta di Archimede M: metacentro f: angolo di inclinazione f 28 Misura di densita` di un liquido: Densimetro • Sia m la massa del densimetro, A sia la sezione dello stelo su cui e` incisa una scala che permette di leggere la lunghezza immersa h dello stelo • Sia V0 il volume del bulbo WA • All’equilibrio mg rVim g r V0 Ah g • Da cui la densita` del liquido m r V0 Ah 29 Misura di densita` di un corpo sommerso • Mediante un dinamometro si eseguono due misure, la prima con il corpo in aria e la seconda con il corpo immerso in un liquido di densita` nota rL T W rVg T T W A T r LVg T’ ' T T V rL g ' T T r rL ' Vg T T A W W 30 Moto di un fluido • La descrizione del moto di un fluido è, in generale, molto complessa • Adotteremo la descrizione euleriana del moto: fissiamo l’attenzione su di un punto P(x,y,z) dello spazio e sulla velocità v(x,y,z,t) di un elemento fluido che passa per tale punto • Scopo della dinamica dei fluidi è determinare la funzione v, in base ai principi della meccanica, per tutti i punti in cui si trova il fluido, e per tutti i valori di t 31 Moto stazionario • Per semplicità studieremo solo fluidi ideali e il moto in regime stazionario, caratterizzato dal fatto che v dipenda solo dalle coordinate spaziali, ma sia costante nel tempo: v=v(x,y,z) • Linee di corrente o di flusso: sono linee (traiettorie) percorse da ciascun elemento ideale di volume • In ogni punto hanno la direzione e il verso della velocità v, ne segue che due linee di flusso non possono intersecarsi • Sperimentalmente si possono visualizzare, almeno approssimativamente, iniettando nel fluido polveri particolari che vengano trasportate dalla corrente del fluido 32 Tubo di flusso • Tutte le linee di corrente che passano attraverso una generica superficie attraversata dal fluido, individuano un tubo di flusso • Un condotto chiuso, se riempito completamente di fluido, è un esempio di tubo di flusso, in cui la superficie in questione è una generica sezione del condotto • Per un tubo finito, possiamo definire una superficie laterale e due superfici di base • In situazione stazionaria le linee di flusso non possono intersecare la superficie laterale 33 Portata • Consideriamo un tubo di flusso di sezione dS (e area dA) perpendicolare alle linee di corrente • Il volume di fluido che attraversa dS nel tempo dt è pari al volume del solido di base dS e altezza vdt dV dAvdt vdt v dA 34 Portata • Il volume di fluido passato nell’unità di tempo prende il nome di portata dV dq dt vdA • Se la sezione è finita, la portata relativa è data dall’integrale esteso a tutta la sezione dV q dt • La portata ha dimensioni • E l’unità dimisura è il m3/s vdA S q L3T1 35 Portata, flusso, corrente • Il concetto di portata in idrodinamica e` analogo al concetto di flusso e di corrente in altri ambiti • Portata volumica dV Supposta la velocita` q dt vA uniforme sulla superficie • Flusso di massa dm dV rm r m vA J m A dt dt • Corrente elettrica dQ d r eV dV i re r e vA J e A dt dt dt • Ove J rv e` la densita` di corrente 36 Equazione di continuita` • Supponiamo che il tubo di flusso cambi sezione • Siano dS1 e dS2 le sezioni diverse del tubo e consideriamo il volume di fluido contenuto nel tubo tra queste sezioni • In condizioni stazionarie il fluido può soltanto entrare da dS1 e uscire da dS2 ma non dalla superficie laterale del tubo di flusso • La massa entrante da dS1 e quella uscente da dS2 sono dm1 r1dV1 r1v1dA1dt dm2 r2 dV2 r2v2 dA2 dt dS1 v1dt dA1 v1 dS2 v2dt dA2 v2 37 Equazione di continuita` • Poiche’ la massa si conserva, esse devono essere uguali dm1 dm2 r1v1dA1 r2v2 dA2 • ovvero dV • Stesse considerazioni per dm r vdA r const. dt dt dS • Per una superficie finita S dovremo integrare i contributi infinitesimi su tutta la superficie dm dV const. rvdA r S r1v1dA1 S r 2 v2 dA2 dt S dt S S • La costanza del flusso di massa prende il nome di equazione di continuita` 1 2 38 Conservazione della portata • Se la densita` e` uniforme, la si puo` eliminare dalle eqq., ottenendo q1 v1dA1 v2 dA2 q2 S1 S2 dV dV qS const. vdA S dt dt S S • Cioe`, se il fluido è incompressibile, in un dato intervallo di tempo, tanto volume entra da S1 quanto ne esce da S2, in quanto non è possibile che il volume tra le due sezioni vari riducendosi o espandendosi • Ne segue che la portata attraverso le due sezioni è uguale 39 Legge di Leonardo • Usando il valore medio della velocità sulla sezione, la portata può scriversi q vdA v A S • E su sezioni di area diversa, il teorema precedente diviene v1 A1 v2 A2 • Ovvero area e velocità sono inversamente proporzionali 40 Densita` delle linee di flusso • Siano N le linee di flusso contenute in un tubo di flusso, la loro densita` superficiale sulle due basi e` n1 N A1 n2 N A2 • Tali densita` sono quindi inversamente proporzionali all’area della sezione attraversata e, per la legge di Leonardo, direttamente proporzionali alla velocita` del fluido nelle sezioni v1 n1 A2 n2 A1 v2 41 Legge di Bernoulli • Consideriamo un tubo di flusso e due sezioni perpendicolari S1, S2 • Supponiamo che la velocità del fluido su ciascuna sezione abbia un valore uniforme v1, v2 • Nell’intervallo dt la sezione S1 si trasformerà nella sezione S’1 e la S1 S’1 sezione S2 nella sezione S’2 e la massa di fluido che al tempo t si ds1=v1dt trova tra S1 e S2, al tempo t+dt si troverà tra S’1 e S’2 ds2=v2dt z1 S2 z2 S’2 42 Legge di Bernoulli • Il volume di fluido contenuto tra le sezioni S1 e S’1 e quello contenuto tra S2 e S’2 è dV A1ds1 A1v1dt dV A2ds2 A2v 2dt S1 S’1 ds1=v1dt • Per la legge di Leonardo, i volumi sono uguali; le corrispondenti masse sono pure uguali dm1 dm rdV rA1v1dt dm2 dm rdV rA2v 2 dt ds2=v2dt z1 S2 z2 S’2 43 Legge di Bernoulli • Applichiamo la conservazione dell’energia meccanica alla massa di fluido che al tempo t si trova tra S1 e S2 e al tempo t+dt si trova tra S’1 e S’2 S1 S’1 ds1=v1dt • Poiché siamo in regime stazionario, il fluido compreso tra le sezioni S’1 e S2 non cambia il suo stato di moto • Un cambiamento avviene per le masse contenute tra le sezioni S1, S’1 e S2, S’2 ds2=v2dt z1 S2 z2 S’2 44 Legge di Bernoulli • Basterà quindi applicare la conservazione dell’energia alle due masse dm1, dm2 • Il lavoro delle forze di pressione e di gravità dev’essere uguale alla variazione di energia cinetica • Lavoro della forze di gravità p1 S1 dWg dmgz1 z2 S’1 ds1=v1dt • Le forze di pressione agiscono sulle sezioni S1, S2, e sulle pareti laterali del tubo ds2=v2dt z1 S2 z2 S’2 p2 45 Legge di Bernoulli • Queste ultime compiono lavoro nullo, in quanto in assenza di viscosità la forza è perpendicolare alla superficie laterale e quindi al moto del fluido • Il lavoro delle forze agenti sulle sezioni è p1 dW p p1dV1 p2dV2 p1 p2 dV S1 S’1 ds1=v1dt • La variazione di energia cinetica è 1 1 1 2 2 dK dm2v 2 dm1v1 dmv 22 v12 2 2 2 ds2=v2dt z1 S2 z2 S’2 p2 46 Legge di Bernoulli • Abbiamo dunque dW g dW p dK 1 dmgz1 z2 p1 p2 dV dmv 22 v12 2 • E dividendoper il volume 1 rgz1 z2 p1 p2 rv 22 v12 2 S1 S’1 • Ovvero, vista l’arbitrarietà delle sezioni 1 2 1 2 rgz1 rv1 p1 rgz2 rv 2 p2 const. ds1=v1dt 2 2 ds2=v2dt z1 S2 z2 S’2 47 Legge di Bernoulli • I risultati calcolati con questa legge sono casi limite, poiché in un fluido reale bisogna sempre spendere lavoro contro gli attriti • Quindi c.p. la variazione di velocità del fluido sarà minore di quanto calcolato 48 Tubo di Venturi 2 1 • Serve per misurare la velocita` e la portata di un fluido in un condotto M • E` dotato di un manometro differenziale M per la misura della pressione • Applichiamo la legge di Bernoulli alle sezioni 1 e 2, entrambe alla stessa quota media z 1 2 1 2 rv1 p1 rv2 p2 2 2 2 2 2 v2 v1 p1 p2 r Tubo di Venturi 2 1 M • Usando l’eq. di continuita`, possiamo esprimere la velocita` in 2 in termini della velocita` in 1 A1v1 A2 v2 • Per la velocita` otteniamo A1 v2 v1 A2 A22 p1 p2 2 2 v1 r A1 A2 2 50 Tubo di Pitot 1 2 • Serve per misurare la velocita` di un fluido, anch’esso e` dotato di un manometro differenziale • Applichiamo la legge di Bernoulli, notando che la velocita `del fluido nel punto 1 e` nulla p1 e` anche detta pressione 1 2 1 2 totale e p2 pressione statica, rv1 p1 rv2 p2 mentre il termine 1/2rv2 e` 2 2 detto pressione dinamica • Ne segue v2 2 r p 1 p2 51 Legge di Torricelli • Descrive la velocita` di efflusso di un bacino • Applichiamo Bernoulli notando che la pressione nei punti 1 e 2 e` uguale a quella atmosferica 1 2 1 2 rgz1 rv1 p1 rgz 2 rv2 p2 2 2 • Quindi 1 2 1 2 gz1 v1 gz 2 v2 2 2 1 2 • Applichiamo la conservazione della portata alle sezioni 1 e 2 A1v1 A2 v2 52 Legge di Torricelli • Se A1>> A2 , la velocita` v1 e` trascurabile e otteniamo v2 v1 2 g z1 z2 2 g z1 z2 2 • Che e` uguale alla velocita` di caduta libera dalla medesima altezza 53