15 GEOSFERA E GEOCHIMICA 15.1. INTRODUZIONE La geosfera, o Terra solida, è quella parte della Terra sulla quale gli uomini vivono e dalla quale estraggono i minerali, i combustibili e la maggior parte del loro cibo. Una volta si riteneva che la geosfera avesse una capacità quasi illimitata nel tamponare le perturbazioni introdotte dall'uomo; oggi si sa che essa è molto vulnerabile e soggetta a riscaldamento dovuto alle attività antropiche. Per esempio milioni di tonnellate di materiali, ogni anno, vengono estratti dalla Terra o vengono alterati durante i processi estrattivi di minerali e carbone. Due fenomeni atmosferici - aumento di biossido di carbonio e piogge acide (vedi Capitolo 14) - sono i maggiori responsabili dei cambiamenti nella geosfera. L'aumento di biossido di carbonio nell'atmosfera può causare un riscaldamento globale ("effetto serra"), che può alterare significativamente la distribuzione delle piogge e trasformare aree della Terra solitamente produttive in regioni desertiche. Le piogge acide, la cui caratteristica è quella di avere un basso valore di pH, provocano drastici cambiamenti nella solubilità e nella velocità di ossido-riduzione dei minerali. Ogni anno l'erosione, favorita dalla coltivazione intensiva di terreni, porta via grandi quantità dello strato superficiale del suolo di zone agricole fertili. In alcune aree di paesi industrializzati la geosfera è stata il luogo di scarico di sostanze chimiche tossiche (vedi nei Capitoli 18-20 la discussione dei rifiuti pericolosi). Ultimamente, la geosfera deve fare i conti con le numerose aree adibite a deposito di scorie nucleari, prodotte da più di 400 reattori nucleari attualmente operanti nel mondo. Si può facilmente comprendere come la preservazione della geosfera, compatibilmente alle esigenze umane, sia una delle più grandi sfide che la collettività mondiale deve affrontare. L'interfaccia tra geosfera e atmosfera alla superficie della Terra riveste una notevole importanza per l'ambiente. Le attività umane sulla superficie terrestre possono influenzare il clima più direttamente attraverso il cambiamento dell'albedo. definito come la percentuale di radiazioni solari incidenti riflessa dalla terra o dalla superficie dell'acqua. Ad esempio, se il sole irradia 100 unità di energia al minuto al limite superiore dell'atmosfera e la superficie terrestre riceve 60 unità al minuto, e poi riflette 30 unità verso l'alto, l’albedo è il 50%. Alcuni valori tipici di albedo per aree differenti sulla superficie terrestre sono: foreste sempreverdi, 7-15%; terreni arati e asciutti, 10-15%; deserti, 25-35%; neve fresca, 85-90%; asfalto, 8%. In alcune aree molto sviluppate, il calore emesso da attività antropiche è comparabile a quello solare incidente. Il rilascio di energia antropogenica sui 60 chilometri quadrati dell'isola di Manhattan è circa 4 volte maggiore dell'energia solare incidente; sui 3500 Km2 di Los Angeles l'emissione di energia antropogenica è circa il 13% di quella solare. Una delle più grandi influenze dell'uomo sulla geosfera è la creazione di zone desertiche, dovuta allo sfruttamento di terre caratterizzate da una scarsa quantità di pioggia. Questo processo, chiamato desertificazione, si manifesta con la diminuzione della superficie freatica, l'aumento della salinità della superficie del suolo e dell'acqua, la diminuzione delle acque di superficie, l'erosione innaturale della superficie terrestre e la scomparsa della vegetazione originaria. Il problema è grave in alcune parti del mondo, particolarmente nel Sahel in Africa, dove il Sahara è avanzato sul lato sud ad una velocità molto elevata durante il periodo 1968-1973, contribuendo alla diffusione della fame in Africa durante gli anni '80. Le vaste superfici aride ad ovest negli U.S.A. stanno subendo, come risultato delle attività umane, fenomeni di desertificazione accompagnati da gravi siccità. Poiché aumentano le popolazioni degli Stati dell'Ovest, uno dei principali problemi che gli abitanti devono affrontare è il prevenire una ulteriore conversione di terra in deserto. La parte più importante della geosfera per la vita sulla Terra è il suolo. Esso è il mezzo sul quale crescono le piante e da cui praticamente tutti gli organismi terrestri dipendono per la loro esistenza. La produttività del suolo è fortemente influenzata dalle condizioni ambientali e dall'utilizzo dei pesticidi. Proprio per l'importanza del suolo, l'intero Capitolo 16 è dedicato alla chimica del suo ambiente. Con l'aumento della popolazione e della industrializzazione, uno dei più importanti aspetti dell'uso che l'uomo fa della geosfera riguarda la salvaguardia delle sorgenti d'acqua. Le miniere, l'agricoltura, la chimica, le scorie radioattive, tutto potenzialmente può contaminare sia l'acqua di superficie, sia le falde sotterranee. Il fango da acque di rifiuto cosparso sul terreno può inquinare l'acqua, rilasciando nitrati e metalli pesanti. Le discariche interrate possono, nello stesso modo, essere fonte di contaminazione. I lisciviati scaricati dalle miniere a cielo aperto e le lagune contenenti liquidi o fanghi pericolosi possono inquinare l'acqua potabile. D'altra parte, si può notare che molti suoli hanno la capacità di assimilare e neutralizzare gli inquinanti. Molti fenomeni chimici e biochimici nel suolo riescono a ridurre la natura dannosa degli inquinanti. Questi fenomeni comprendono processi di ossido-riduzione, idrolisi, reazioni acido-base, precipitazioni, adsorbimento e degradazione biochimica. Alcuni prodotti organici pericolosi possono essere degradati nel suolo a prodotti non nocivi ed i metalli pesanti possono essere adsorbiti da esso. In generale, comunque, dovrebbe essere rivolta estrema attenzione alla dislocazione di prodotti chimici, fanghi ed altri materiali potenzialmente pericolosi sul suolo, particolarmente dove esiste la possibilità di contaminare l'acqua. 15.2. LA NATURA DEI SOLIDI NELLA GEOSFERA La Terra si divide in strati: il nucleo più interno, solido e ricco di ferro, la parte esterna del nucleo, fusa, il mantello e la crosta. La chimica dell'ambiente riguarda maggiormente la litosfera, che comprende la parte più esterna del mantello e la crosta. Quest'ultima è lo strato superficiale della Terra accessibile all'uomo. Essa è estremamente sottile in confronto al diametro della terra e va da 5 a 40 Km di spessore. La maggior parte della crosta terrestre solida è formata da rocce. Le rocce sono composte da minerali, che sono definiti come solidi inorganici con una determinata struttura cristallina ed una composizione chimica caratteristica. Una roccia è una massa solida costituita da un minerale puro o da un aggregato di più minerali. Struttura e proprietà dei minerali Ogni minerale è caratterizzato da una particolare combinazione di due proprietà. Queste proprietà sono: una composizione chimica definita, come espresso dalla formula chimica del minerale, ed una struttura cristallina specifica. La struttura cristallina di un minerale riguarda il modo in cui gli atomi sono disposti uno rispetto all'altro. Essa non può essere determinata dalla forma cristallina visibile del minerale, ma richiede metodi strutturali come la determinazione della struttura con i raggi X. Minerali differenti possono avere la stessa composizione chimica o la stessa struttura cristallina, ma non entrambe le caratteristiche identiche. Le proprietà fisiche dei minerali possono essere usate per la loro classificazione. La forma cristallina rappresenta la forma esterna caratteristica di un minerale cristallino puro. A causa della costrizione dello spazio nelle direzioni di crescita dei minerali, la forma di un cristallo puro spesso non è espressa. Il colore è una caratteristica evidente dei minerali, ma può variare ampiamente se sono presenti impurezze. La lucentezza indica come appare la superficie di un minerale sotto la luce e come la riflette. I minerali, in relazione alla loro lucentezza, possono sembrare metallici, parzialmente metallici (o submetallici), vetrosi, opachi, terrosi, resinosi o perlacei. Il colore di un minerale polverizzato, che si può osservare quando il minerale viene strofinato su di un piatto di porcellana opaca, è noto come colore di sfregamento. La durezza è espressa dalla scala Mohs, in un intervallo che varia da 1 a 10 e che fa riferimento a 10 minerali dal talco, durezza 1, al diamante, durezza 10. La sfaldatura denota il modo in cui il minerale si spacca lungo i piani e lungo gli angoli di intersezione di questi piani. Ad esempio la mica si sfalda e forma fogli sottili. Molti minerali si fratturano irregolarmente, sebbene alcuni si fratturino lungo superfici lisce e ondulate o lungo le fibre o le fenditure. Il peso specifico, densità relativa riferita all'acqua, è un'altra importante caratteristica fisica dei minerali. Tipi di minerali Sono conosciuti più di duemila minerali diversi, ma solo circa 25 sono i minerali formanti le rocce che costituiscono la maggior parte della crosta terrestre. La natura di questi minerali può essere meglio compresa con la conoscenza della composizione elementare della crosta. L'ossigeno e il silicio costituiscono, rispettivamente, il 49,5% e il 25,7% della massa della crosta terrestre, perciò i minerali maggiori sono i silicati come quarzo, SiO2, o ortoclasio, KAlSi3O8. Gli altri elementi della crosta terrestre, in ordine decrescente di abbondanza, sono: alluminio (7,4%), ferro (4,7%), calcio (3.6%), sodio (2,8%), potassio (2,6%), magnesio (2,1%) e altri (1,6%). In Tabella 15.1 sono riportati i tipi di minerali presenti in quantità maggiori nella crosta terrestre. Tabella 15.1. Maggiori gruppi di minerali presenti nella crosta terrestre Gruppo Minerale Silicati Ossidi Carbonati Solfuri Solfati Alogenuri Elementi nativi Esempi Quarzo Olivina Fedelspato di potassio Corindone Magnetite Calcite Dolomite Pirite Galena Gesso Salgemma Fluorite Rame Zolfo Formula SiO2 (Mg,Fe)2SiO4 KAISi3O8 AI2O3 Fe3O4 CaCO3 CaCO3 • MgCO3 FeS2 PbS CaSO4 - 2H2O NaCI CaF2 Cu S I minerali secondari sono formati da alterazioni dei minerali genitori. Le argille, minerali silicati contenenti solitamente alluminio, costituiscono una delle più importanti classi di minerali secondari. Olivina, augite, orneblenda, feldspato sono tutti minerali che formano argille. Le argille sono trattate in dettaglio nel Paragrafo 15.4. Le evaporiti Le evaporiti sono sali solubili che precipitano da soluzioni in particolari condizioni di aridità, solitamente come risultato dell'evaporazione dell'acqua marina. L'evaporite più comune è il salgemma, NaCl. Altri minerali semplici evaporiti sono la silvite (KCl), la tenardite (Na2SO4), e l'anidrite (CaSO4). Molte evaporiti sono idrati: biscofite (MgCl2·6H2O), gesso (CaSO4·2H2O), kieserite (MgSO4·H2O) e epsomite (sale amaro) (MgSO4·7H2O). Tra le evaporiti sono molto comuni i sali doppi come carnallite (KMgCl3·6H2O), kainite (KMgClSO4·11/4H2O), arcanite (K3Na(SO4)2), polialite (K2MgCa2(SO4)4·2H;O) e loeweite (Na12Mg7(SO4)13·15H2O). La precipitazione di evaporiti da fonti marine e salmastre dipende da una serie di fattori, principalmente le concentrazioni degli ioni in acqua e i prodotti di solubilità dei sali. La presenza di uno ione a comune fa diminuire la solubilità: ad esempio CaSO4 precipita più facilmente da un'acqua salmastra contenente Na2SO4 piuttosto che da una soluzione che non contiene nessun altro solfato. La presenza di altri sali che non hanno ioni a comune aumenta la solubilità, in quanto causa la diminuzione dei coefficienti di attività. Variazioni di temperatura comportano significative variazioni di solubilità. I depositi di nitrati in regioni calde ed estremamente secche nel nord del Cile sono chimicamente unici a causa della singolare stabilità dei sali nitrati altamente ossidati. Il sale principale, che viene estratto per il suo alto contenuto di nitrati utilizzati in esplosivi e fertilizzanti, è il salnitro del Cile, NaNO3. In questi depositi si trovano anche tracce di CaCrO4 e Ca(ClO4)2 altamente ossidati e in alcune zone si trova sufficiente Ca(IO3)2 da essere utilizzato come fonte commerciale di iodio. Sublimati vulcanici Un gran numero di sostanze minerali sono gassose alla temperatura del magma dei vulcani e vengono emesse insieme ai gas vulcanici. Queste sostanze condensano vicino alla bocca delle fumarole vulcaniche e sono chiamate sublimati. Lo zolfo elementare è un comune sublimato. Alcuni ossidi, in particolare gli ossidi di ferro e silicio, si depositano come sublimati. Molti altri sono sali di cloruri e solfati. I cationi più comunemente coinvolti sono: cationi monovalenti (ammonio, sodio, potassio), magnesio, calcio, alluminio e ferro. I sublimati di fluoruri e cloruri danno origine a HF e HCl, formati da reazioni con acqua ad alta temperatura, come la seguente: 2H2O + SiF4 ⇒ 4HF + SiO2 (15.2.1) Rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche A temperatura elevata, in profondità, al disotto della superficie della Terra, le rocce e il materiale minerale fondono e formano una sostanza fusa chiamata magma. Raffreddamento e solidificazione del magma producono le rocce ignee. Le rocce ignee più comuni sono: il granito, il basalto, il quarzo (SiO2), il pirosseno ((Mg,Fe)SiO3), il feldspato ((Ca,Na,K)AlSi3O8), l'olivina ((Mg,Fe)2SiO4) e la magnetite (Fe3O4). Le rocce ignee si formano in condizioni anidre, chimicamente riducenti, ad alta temperatura ed alta pressione, ma una volta esposte all'aria trovano condizioni ossidanti, umidità, bassa temperatura e bassa pressione. Poiché alcune condizioni sono diverse dalle condizioni in cui si sono formate, quando le rocce ignee vengono in superficie non si trovano in equilibrio chimico con l'ambiente circostante. Come risultato alcune rocce si sgretolano attraverso un processo chiamato "weathering", alterazione superficiale da agenti atmosferici. Tale processo è lento perché le rocce ignee sono spesso dure, non porose e poco reattive. L'erosione del vento, dell'acqua o del ghiaccio porta via dalle rocce il materiale alterato, depositandolo come sedimento o suolo. Un processo chiamato litificazione rappresenta la conversione dei sedimenti in rocce sedimentarie. Contrariamente alle rocce ignee che li hanno generati, i sedimenti e le rocce sedimentarie sono porosi, teneri e chimicamente reattivi. Il riscaldamento e l'aumento di pressione trasformano le rocce sedimentarie in rocce metamorfiche. Rocce sedimentarie possono essere le rocce detritiche costituite da particelle solide erose da rocce ignee a causa dell'alterazione superficiale dovuta a fattori climatici; il quarzo tollera meglio gli agenti atmosferici erosivi e rimane chimicamente intatto anche quando viene allontanato dalla sua locazione originale. Un secondo tipo di rocce sedimentarie è rappresentato dalle rocce sedimentarie chimiche, formate da precipitazioni o coagulazioni di soluti o da sostanze colloidali prodotte nel processo di alterazione dovuto ad agenti climatici. Le rocce sedimentarie organiche contengono residui di piante e resti di animali. I minerali carbonati di calcio e magnesio - calcare o dolomite -sono particolarmente abbondanti nelle rocce sedimentarie. Esempi importanti di rocce sedimentarie sono: Arenaria prodotta da particelle, di dimensioni della sabbia, provenienti da minerali come il quarzo Conglomerati costituiti da particelle relativamente grandi di dimensione variabile Argillite formata da particelle molto piccole di limo o argilla Calcare, CaCO3, prodotto dalla precipitazione chimica o biochimica del carbonato di calcio: Ca 2+ + CO 32- ⇒ CaCO3(s) Ca2++ 2HCO3 + hv (fotosintesi delle alghe) ⇒ {CH2O} (biomassa) +CaCO3(s) + O2(g) • Selce formata da microcristalli di SiO2 // ciclo delle rocce Gli interscambi e le conversioni tra le rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche, come i processi che le coinvolgono, sono descritti dal ciclo delle rocce. Ciascuno dei tre tipi di roccia può essere trasformato negli altri due tipi. Nel ciclo delle rocce una roccia di un tipo può essere trasformata anche in una differente dello stesso genere. Il tutto è illustrato in Figura 15.1. Stadi di alterazione superficiale dovuta ad agenti atmosferici L'alterazione superficiale dovuta ad agenti atmosferici può essere di primo grado, di grado intermedio e di grado avanzato.3 Il livello di alterazione superficiale di un minerale dipende dal tempo, dalle condizioni chimiche, inclusa l'esposizione all'aria, al biossido di carbonio e all'acqua e dalle condizioni fisiche, come la temperatura e la presenza di umidità nell'aria. Minerali reattivi e solubili, come carbonati, gesso, olivina, feldspato e sostanze ricche di ferro(II) possono sopportare solo l'alterazione superficiale di primo grado. Questo grado è caratterizzato da condizioni secche, bassa lisciviazione, assenza di materiale organico, ambiente riducente ed esposizione limitata nel tempo. Quarzo, vermiculite, e montmorillonite possono sopportare il grado intermedio di alterazione superficiale caratterizzato dalla ritenzione di silice, sodio, potassio, magnesio, calcio e ferro(II) non presente sotto forma di ossidi di ferro(II). Queste sostanze sono rimosse con l'alterazione superficiale di grado avanzato, caratterizzata da alta lisciviazione in acqua dolce, basso valore di pH, condizioni ossidanti (ferro(II) ⇒ ferro(III)), presenza di polimeri di idrossido di alluminio e dispersione di silice. 15.3. I SEDIMENTI Vaste aree di suolo, come pure sedimenti di laghi e corsi d'acqua, sono formate da rocce sedimentarie. Le proprietà di queste masse di materiali dipendono fortemente dalla loro origine e dal loro trasporto. L'acqua è il principale veicolo di trasporto dei sedimenti, sebbene anche il vento abbia un ruolo significativo. Centinaia di milioni di tonnellate di sedimenti vengono trasportati ogni anno dai maggiori fiumi. Lo scorrimento dell'acqua nei fiumi causa lo sgretolamento degli argini ed il trasporto, a grandi distanze, di materiali sedimentari. Questi nei corsi d'acqua possono essere trasportati dalla corrente nelle seguenti forme: • Carico disciolto, proveniente da minerali che possono formare sedimenti • Carico sospeso, proveniente da minerali sedimentari solidi trasportati in sospensione • Carico di letto, trascinato sul fondo del canale fluviale II trasporto di carbonato di calcio come bicarbonato solubile è un chiaro esempio di carico disciolto. L'acqua con un alto contenuto di biossido di carbonio disciolto (solitamente presente come prodotto di azioni batteriche) in contatto con formazioni di carbonato di calcio contiene ioni Ca2+ e HCO3-. Acqua fluente, contenente calcio come durezza temporanea, può diventare più basica attraverso cessione di CO2 all'atmosfera, consumo di CO2 per crescita di alghe, o contatto con sostanze basiche disciolte, portando alla deposizione di CaCO3 insolubile: Ca2+ + 2HCO3− ⇒ CaCO3(s) + CO2(g) + H2O (15.3.1) La maggior parte dei corsi d'acqua che contengono carico disciolto hanno origine sotterranea, dove vengono disciolti minerali dai vari strati di roccia attraverso i quali essi scorrono. La maggior parte dei sedimenti viene trasportata nei fiumi come carico sospeso; evidente è l'osservazione di limo nei fiumi che scorrono in aree agricole, o di rocce finemente suddivise nei corsi d'acqua alpini alimentati dalla fusione dei ghiacciai. In condizioni normali limo finemente suddiviso, argilla o sabbia costituiscono la maggior parte del carico sospeso, sebbene particelle più grandi siano presenti nei corsi d'acqua più vorticosi. La diminuzione o l'aumento del materiale sedimentario in sospensione nei corsi d'acqua dipende dalla velocità dell'acqua e dalla velocità di sedimentazione delle particelle. Il carico di letto viene mosso lungo il fondo del fiume per azione dell'acqua che spinge le particelle. Le particelle trasportate come carico di letto non si muovono continuamente e l'azione di sgretolamento provocata dalle particelle è un fattore importante nell'erosione nei corsi d'acqua. In genere, circa i 2/3 dei sedimenti trasportati da un corso d'acqua sono in sospensione, circa 1 /4 in soluzione e la restante frazione, relativamente piccola, come carico di letto. La capacità di un corso d'acqua di trasportare i sedimenti aumenta sia con la portata (massa per unità di tempo) che con la velocità dell'acqua. Entrambe sono più alte in condizioni di piena, perciò le piene sono particolarmente importanti nel trasporto dei sedimenti. I corsi d'acqua rimuovono materiali sedimentari mediante erosione, trasportano i materiali con la corrente e li rilasciano in forma solida durante la deposizione. Depositi di sedimenti portati dai corsi d'acqua sono chiamati depositi alluvionali. Non appena alcune condizioni, come l'abbassamento della velocità del corso d'acqua, iniziano a favorire la deposizione, le particelle più grandi e più facilmente sedimentabili vengono rilasciate prima. Ciò porta alla selezione, cosicché particelle di tipo e dimensione simile si trovano insieme nei depositi alluvionali. Molti sedimenti si trovano in pianure alluvionate, dove i corsi d'acqua straripano superando i loro argini. 15.4. LE ARGILLE In mineralogia le argille sono molto comuni ed importanti; in generale (vedi Paragrafo 15.5 e Capitolo 16), oltre ad essere tra i principali componenti inorganici di molti suoli, esse sono importanti per la ritenzione di acqua e per lo scambio di cationi nutrienti per le piante. Tutte le argille contengono silicati e la maggior parte contiene anche alluminio e acqua. Fisicamente, le argille sono formate da granuli molto fini che hanno una struttura laminare. Per gli scopi della nostra trattazione, l'argilla viene definita come un gruppo di minerali secondari microcristallini, costituiti da silicati di alluminio idrati che hanno strutture lamellari. I minerali argillosi si distinguono dagli altri per la formula chimica generale, per la struttura e per le proprietà chimiche e fisiche. I tre maggiori gruppi di minerali argillosi sono i seguenti: • Montmorillonite, Al2(OH)2Si4O10 • Illite, K0-2Al4(Si8-6Al0-2)O20 (OH)4 • Caolinite, Al2Si2O5(OH)4 Molte argille contengono una grande quantità di sodio, potassio, magnesio, calcio e ferro, come pure tracce di altri metalli; esse legano cationi come Ca2+, Mg2+, K+, Na+ e NH+, impedendone la solubilizzazione in acqua, cosicché siano disponibili nel suolo come nutrienti delle piante. Dal momento che molte argille sono completamente in sospensione in acqua come particelle colloidali, esse possono essere legate dal suolo o trasportate negli strati più bassi del suolo. Olivina, augite, orneblenda e feldspati sono tutti minerali da cui hanno origine le argille. Un esempio è la formazione di caolinite (Al2Si2O5(OH)4) dalla roccia feldspato di potassio (KAlSi3O8). 2KAlSi3O8(s) + 2H+ + 9 H2O ⇒ Al2Si2O5(OH)4 + 2K+ (aq) + 4H4SiO4 (aq) (15.4.1) Le strutture laminari delle argille consistono in strati di ossido di silicio alternati a strati di ossido di alluminio. Gli strati di ossido di silicio hanno struttura tetraedrica, nella quale ogni atomo di silicio è circondato da quattro atomi di ossigeno. In ogni tetraedro tre dei quattro atomi di ossigeno sono condivisi con altri atomi di silicio appartenenti ad altri tetraedri. Questo strato è chiamato piano tetraedrico. L'ossido di alluminio è contenuto in un piano ettaedrico, così chiamato perché ogni atomo di alluminio è circondato da sei atomi di ossigeno in una configurazione ettaedrica. In questa struttura alcuni degli atomi di ossigeno sono condivisi con gli atomi di alluminio e gli altri con il piano tetraedrico. Strutturalmente, le argille possono essere classificate sia come argille a due strati (Fig.15.2), in cui gli atomi di ossigeno sono condivisi tra un piano tetraedrico e un piano ettaedrico adiacente, sia come argille a tre strati, in cui un piano ettaedrico condivide gli atomi di ossigeno con un piano tetraedrico da entrambi i lati. Queste strutture laminari composte sia da due che da tre piani sono chiamate strati unità. Uno strato unità di un'argilla a due strati ha solitamente uno spessore di circa 0,7 nm, mentre quello di un'argilla a tre strati è superiore a 0,9 nm. In Figura 15.2 è rappresentata la struttura della caolinite, un'argilla a due strati. Alcune argille, in particolare la montmorillonite, possono assorbire grandi quantità di acqua tra gli strati unitari; questo processo è accompagnato da un rigonfiamento dell'argilla. Come descritto nel Paragrafo 5.4, i minerali delle argille possono avere una carica negativa dovuta a sostituzione ionica, in cui gli ioni Si(IV) e Al(III) sono sostituiti dagli ioni metallici di dimensione simile ma con carica minore. La carica negativa risultante viene compensata tramite associazione di cationi sulle superfici degli strati d'argilla. Poiché non necessitano di idonei siti specifici nel reticolo cristallino dell'argilla, questi cationi possono essere ioni relativamente grandi, come K+, Na+, o NH+. Essi sono detti cationi scambiabili in quanto possono essere scambiati con altri cationi presenti in acqua. L'ammontare dei cationi scambiabili, espresso in milliequivalenti (millimoli di cationi monovalenti) per 100 g di argilla secca, è chiamato capacità di scambio cationico, CEC, dell'argilla ed è una caratteristica molto importante dei colloidi e dei sedimenti che hanno capacità di scambio cationico. 15.5. IL SUOLO Per quanto riguarda la chimica dell’ambiente e la vita sulla terra, la parte più importante della crosta terrestre è il suolo. La natura del suolo viene trattata brevemente in questo Paragrafo mentre la sua chimica sarà trattata nel Capitolo 16. Il suolo è un miscuglio variabile di minerali, materiale organico e acqua che consente la vita delle piante sulla superficie terrestre. Esso è il prodotto finale dell’azione erosiva di processi fisici, chimici e biologici sulle rocce, che produce molti minerali argillosi. La parte organica del suolo è formata dalla biomassa di piante in vari stadi di degradazione. Nel suolo si possono trovare grandi popolazioni di batteri, funghi ed animali, come i vermi. Il suolo contiene aria negli interstizi tra le sue particelle e solitamente ha una struttura porosa (Figura 15.3). Figura 15.3. Struttura fine del suolo; mostra le fasi solido, acqua, aria. La frazione solida di un tipico suolo produttivo è approssimativamente costituita dal 5% di materiale organico e dal 95% di materiale inorganico. Alcuni suoli, come la torba, possono contenere fino al 95% di materiale organico. Altri suoli ne contengono quantità molto piccole, dell'ordine del 1%. In genere il suolo all'aumentare della profondità mostra strati distinti chiamati orizzonti (Figura 15.4). Gli orizzonti si formano in seguito a complesse interazioni tra i processi che avvengono durante l'alterazione superficiale dovuta ad agenti atmosferici. L'acqua piovana, filtrando attraverso il suolo, trasporta soluti e solidi colloidali verso gli orizzonti più profondi dove li deposita. Processi biologici, come la degradazione batterica di biomassa da residui di piante, producono CO2, specie leggermente acida, acidi organici e agenti complessanti, che vengono trasportati dall'acqua piovana verso gli orizzonti più profondi, ove interagiscono con argille ed altri minerali alterandone le proprietà. Il primo strato in superficie del suolo, il cui spessore tipico è di alcuni pollici, è conosciuto come orizzonte A o topsoil. Questo è lo strato di massima attività biologica, che contiene la maggior parte del materiale organico del suolo. Gli ioni metallici e le particelle di argilla presenti nell'orizzonte A sono soggetti ad una consistente lisciviazione. Lo strato successivo è l'orizzonte B o subsoil. Questo riceve materiali come sostanza organica, sali e particelle di argilla rilasciati dal topsoil. L'orizzonte C è composto da rocce madri erose da agenti atmosferici da cui il suolo ha avuto origine. I suoli possono essere classificati in base a molte caratteristiche a seconda dello scopo di utilizzo, compresa la produzione di colture, la costruzione di strade e lo smaltimento di rifiuti. Le rocce madri dalle quali si formano i suoli giocano ovviamente un ruolo importante nel determinare la loro composizione. Altre caratteristiche del suolo comprendono la densità, la lavorabilità, la dimensione delle particelle, la permeabilità e il grado di maturità. Una delle più importanti classi di suoli produttivi è il podzol che si forma in condizioni di piovosità relativamente elevata nelle zone temperate della Terra. Questi suoli generalmente ricchi tendono ad essere acidi (pH 3,5-4,5) cosicché i metalli alcalini ed alcalino terrosi, e in misura minore ferro e alluminio, vengono persi per lisciviazione dall'orizzonte A, lasciando la caolinite come argilla predominante. Nell'orizzonte B, ad un pH leggermente più elevato, gli ossidi di ferro idrati e le argille si ridepositano. Da un punto di vista ingegneristico, vengono evidenziate in particolare le proprietà meccaniche del suolo. Queste proprietà, che possono avere importanti implicazioni ambientali, come ad esempio nello smaltimento di rifiuti, sono determinate soprattutto dalle dimensioni delle particelle. In accordo con il "United Classification System" (UCS), il suolo viene classificato in quattro categorie in base alle dimensioni delle sue particelle ghiaia (2-60 mm) > sabbia (0,06-2 mm) > limo (0,006-0,06 mm) > argilla (meno di 0,002 mm). Nello schema di classificazione UCS, le argille rappresentano una frazione caratterizzata da particolari dimensioni piuttosto che una specifica classe di minerali. Acqua e aria nel suolo La produzione della maggior parte del materiale che costituisce una pianta richiede una grande quantità di acqua. Ad esempio occorrono diverse centinaia di chili di acqua per produrre un chilo di fieno. L'acqua fa parte del sistema trifasico solido-liquido-gassoso che costituisce il suolo. Essa è il mezzo di trasporto basilare per i nutrienti fondamentali delle piante, dalle particelle solide del suolo alle radici e fino alle foglie delle piante (Figura 15.5). Dalle foglie l'acqua entra nell'atmosfera mediante un processo chiamato traspirazione. Normalmente, a causa delle piccole dimensioni delle particelle del suolo e della presenza in esso di piccoli capillari e pori, la fase acquosa non è completamente indipendente dal materiale solido del suolo. La disponibilità di acqua per le piante è governata da gradienti che si originano da forze capillari e gravitazionali. La disponibilità dei soluti nutrienti presenti in acqua dipende dai gradienti di concentrazione e di potenziale elettrico. L'acqua presente in grandi spazi del suolo è relativamente più disponibile e prontamente assorbita dalle piante. L'acqua trattenuta in piccoli pori, o tra due strati vicini di particelle argillose, è trattenuta più strettamente. Suoli con alto contenuto di materiale organico possono trattenere più acqua rispetto agli altri suoli, ma essa è relativamente meno disponibile per le piante a causa dell'adsorbimento fisico e chimico da parte del materiale organico. Figura 15.5. Attraverso la traspirazione le piante trasportano l'acqua dal suolo all'atmosfera. Anche i nutrienti vengono trasportati dal suolo alle estremità della pianta attraverso questo processo. Attraverso la fotosintesi, le piante rimuovono CO2 dall'atmosfera e rilasciano O2. Durante la respirazione della pianta avviene l'inverso. Nel suolo vi è un'interazione molto forte tra le argille e l'acqua; l'acqua infatti è assorbita sulla superficie delle particelle di argilla, ed a causa dell'elevato rapporto superficie/volume delle particelle colloidali di argilla, una grande quantità d'acqua può essere legata in questo modo. L'acqua viene anche trattenuta tra due strati vicini di argille espanse, come nella montmorillonite. Quando il suolo è saturo d'acqua, avvengono drastici cambiamenti nelle sue proprietà fisiche, chimiche e biologiche. L'ossigeno in queste condizioni viene rapidamente utilizzato per la respirazione di microrganismi che degradano il materiale organico del suolo. In tali suoli, i legami che tengono insieme le particelle colloidali vengono spezzati, causando la rottura della struttura del suolo. Spesso, quindi, un eccesso di acqua è dannoso per la crescita delle piante, poiché il suolo non contiene l'aria richiesta dalle radici delle piante. Molti cereali comuni, con l'eccezione del riso, non possono crescere in suoli saturi d'acqua. Uno degli effetti chimici più evidenti nel suolo saturo d'acqua è la riduzione del pE, dovuta all'azione di agenti organici riducenti catalizzata da microrganismi; di conseguenza le condizioni redox del suolo diventano molto più riducenti e il pE del suolo può passare dal valore dell'acqua in equilibrio con l'aria (+13,6 a pH 7) a 1 o meno. Uno dei risultati più significativi di questo cambiamento è il rendere mobili ferro e manganese, come ferro(II) e manganese(II), attraverso la riduzione dei loro ossidi insolubili con numero di ossidazione più alto: MnO2+4H++2e ⇒Mn2++2H2O (15.5.1) Fe2O3 + 6H++2e ⇒2Fe2++3H2O (15.5.2) Sebbene generalmente il manganese solubile si trovi nel suolo come Mn2+, il ferro(ll) si trova frequentemente come ferro organico nei chelati carichi negativamente. La forte azione chelante dovuta agli acidi fulvici del suolo (Capitolo 3) rende ovviamente possibile la riduzione degli ossidi di ferro(III) a valori di pE più positivi di quanto non sarebbe altrimenti possibile. Questo causa uno shift verso l'alto del confine Fe(II)-Fe(OH)3 mostrato in Figura 4.4. Alcuni ioni metallici solubili, come il Fe2+ e il Mn2+, ad alti livelli di concentrazione sono tossici per le piante. La loro ossidazione a ossidi insolubili può causare la formazione di depositi di Fe2O3 e MnO2, che ostruiscono i canali di drenaggio nei campi. Approssimativamente il 35% in volume di un tipico suolo è costituito di pori pieni d'aria. La normale atmosfera secca al livello del mare contiene il 21% di O2 e lo 0,03% di CO2 in volume, mentre queste percentuali possono essere alquanto differenti nell'aria del suolo a causa della degradazione del materiale organico, un processo che consuma ossigeno e produce CO2. {CH2O}+O2 ⇒CO2+H2O (15.5.3) Pertanto il contenuto di ossigeno dell'aria nel suolo può raggiungere un valore minimo del 15% e il contenuto di biossido di carbonio può raggiungere un'alta percentuale. L'ossidazione del materiale organico nel suolo fa aumentare il livello di CO2 disciolta nelle acque sotterranee; ciò causa una riduzione nel pH che contribuisce all'erosione dei minerali carbonati, in particolare del carbonato di calcio (vedi Reazione 3.3.4). Come discusso nel Paragrafo 16.2, la CO2 sposta l'equilibrio del processo attraverso il quale le radici assorbono ioni metallici dal suolo. I componenti inorganici del suolo L'erosione delle rocce madri e dei minerali, che genera i componenti inorganici del suolo, porta, infine, alla formazione di colloidi inorganici carichi di acqua e nutrienti che le piante possono utilizzare in ogni momento. I colloidi inorganici del suolo spesso assorbono sostanze tossiche e rivestono perciò un ruolo importante nella depurazione di sostanze che altrimenti sarebbero dannose per le piante. L'abbondanza e la natura del materiale inorganico colloidale del suolo sono ovviamente fattori importanti che ne determinano la produttività. L'assorbimento dei nutrienti attraverso le radici delle piante coinvolge spesso complesse interazioni con l'acqua e la fase inorganica. Ad esempio, un nutriente preso dal materiale inorganico colloidale deve attraversare l'interfaccia minerale/acqua e poi l'interfaccia acqua/radice. Questo processo spesso è fortemente influenzato dalla struttura ionica del materiale inorganico del suolo. Come è stato visto nel Paragrafo 15.2, gli elementi più comuni nella crosta terrestre sono ossigeno, silicio, alluminio, ferro, calcio, sodio, potassio e magnesio. Perciò i minerali formati da questi elementi - in particolare silicio e ossigeno - costituiscono la maggior parte della frazione minerale del suolo. I comuni costituenti minerali del suolo sono distintamente suddivisi in quarzo (SiO2), ortoclasio (KAlSi3O8), epidoto (4CaO•3(AlFe)2O3 •6SiO2 •H2O), albite (NaAlSi3O8), geotite (FeO(OH)), magnetite (Fe3O4), carbonati di calcio e magnesio (CaCO3,.CaCO3 • MgCO3) ed ossidi di manganese e titanio. Il materiale organico nel suolo Sebbene costituisca meno del 5% di un suolo produttivo, il materiale organico ha una grande influenza sulla sua produttività; è una fonte di cibo per i microrganismi, dà luogo a reazioni chimiche come lo scambio ionico e influenza le proprietà fisiche del suolo. Alcuni composti organici spesso contribuiscono all'erosione del materiale minerale, processo attraverso il quale si forma il suolo. Ad esempio C2O42-, ione ossalato, prodotto come metabolita di un fungo del suolo, è presente come sali di calcio "whewellite" e "weddellite". L'ossalato nelle acque del suolo discioglie i minerali, accelerando in questo modo il processo di erosione e aumentando la disponibilità delle specie ioni-che nutrienti. Questi processi di erosione includono la complessazione, da parte dell'ossalato, del ferro o dell'alluminio presenti nei minerali, rappresentata dalla seguente reazione: 3H+ + M(OH)3(s) + 2CaC2O4 (s)⇒ M(C2O4)2(aq) + 2Ca2+(aq) + 3H2O (15 54) nella quale M può essere Fe o Al. Alcuni funghi del suolo producono acido citrico e altri acidi organici chelanti, che reagiscono con i minerali silicei rilasciando potassio e altri ioni metallici nutrienti presi da questi minerali. L'acido 2-chetogluconico, agente fortemente chelante prodotto da alcuni batteri del suolo, può contribuire all'erosione dei minerali attraverso la solubilizzazione degli ioni metallici. Può anche essere coinvolto nel rilascio di fosfati da composti di fosfati insolubili. I componenti biologicamente attivi della frazione organica del suolo comprendono polisaccaridi, amminozuccheri, nucleotidi, zolfo organico e composti del fosforo. L'humus, un materiale insolubile in acqua che si biodegrada molto lentamente, costituisce la maggior parte del materiale organico del suolo. I composti organici nel suolo sono schematizzati in tabella 15.2. Tabella 15.2. Principali classi di composti organici nel suolo Tipo di composto Humus Composizione Importanza Residuo resistente alla degradazione derivante dalla decomposizione delle piante: contiene essenzialmente C, H e O Componenti organici molto abbondanti; migliora le proprietà fisiche del suolo; scambia nutrienti; riserva di N fissato Grassi, resine e cere Lipidi estraibili con solventi organici Saccaridi Cellulosa, emicellulosa Sostanze organiche contenenti N Composti fosforo contenenti gomme, amidi, Azoto legato ad humus, amminoacidi, amminozuccheri, altri composti Esteri fosfati, fosfolipidi fosfato di inositolo (acido fitico) Generalmente solo una piccola percentuale di materiale organico, probabilmente fitotossico, può influire in maniera negativa sulle proprietà fisiche del suolo in quanto idrorepellente La fonte maggiore di cibo per i microrganismi del suolo, aiuta a stabilizzare gli aggregati del suolo Fornisce azoto per la fertilità del suolo Fonti di fosfati per le piante L’accumulo di materiale organico nel suolo è fortemente influenzato dalla temperatura e dalla disponibilità di ossigeno. Poiché la velocità di biodegradazione diminuisce al diminuire della temperatura, il materiale organico non si degrada rapidamente nelle zone climatiche più fredde e tende ad accumularsi nel suolo. In acqua e in suoli ricchi d'acqua, la vegetazione in decomposizione non ha un facile accesso all'ossigeno e il materiale organico si accumula. Il contenuto organico può arrivare al 90% in zone dove le piante crescono e si decompongono in suoli saturi d'acqua. La presenza di idrocarburi policiclici aromatici (PAH) è un'interessante caratteristica del materiale organico del suolo. Questi composti, alcuni dei quali sono cancerogeni, sono stati trattati nei Paragrafi 10.8 e 12.4 come inquinanti dell'aria. I PAH trovati nel suolo, come fluorantene, pirene e crisene, derivano sia dalla combustione di matrici naturali che da altre fonti inquinanti. Anche i terpeni sono presenti nel materiale organico del suolo. Tramite estrazione del suolo con etere ed alcool si ottengono i pigmenti -carotene, clorofilla e xantofilla. Humus del suolo Tra i componenti organici riportati in Tabella 15.2, l'humus del suolo è di gran lunga il più importante. L'humus, costituito da una frazione solubile chiamata acidi umici e fulvici (trattati nel Paragrafo 3.13) e una frazione insolubile chiamata umina, è il residuo lasciato dai batteri e dai funghi dopo la biodegradazione del materiale vegetale. La biomassa delle piante consiste di cellulosa relativamente degradabile e lignina resistente alla degradazione; quest'ultima è una sostanza polimerica con un contenuto di carbonio superiore rispetto alla cellulosa. Tra i componenti chimici principali della lignina vi sono composti con anelli aromatici legati a catene alchiliche, gruppi metossilici e gruppi ossidrile. Il processo attraverso il quale si forma l'humus si chiama umificazione. L'humus del suolo è simile al suo precursore lignina, ma ha un numero maggiore di gruppi acidi carbossilici. Ogni molecola di sostanza umica ha una parte apolare idrofoba ed una parte polare idrofila, cosicché le molecole sono chiamate "anfifile" e formano micelle (vedi Paragrafo 5.4 e Figura 5.4), in cui la parte apolare costituisce il nucleo di piccole particelle colloidali di cui i gruppi funzionali polari sono la parte più esterna. Le sostanze umiche probabilmente formano anche il rivestimento superficiale a doppio strato dei granelli di minerali nel suolo. Un aumento del rapporto azoto/carbonio è una caratteristica significativa della trasformazione della biomassa delle piante in humus attraverso il processo di umificazione. Questo rapporto inizialmente, nella biomassa delle piante fresche, è approssimativamente 1/100. Durante l'umificazione i microrganismi convertono il carbonio organico in CO2 per ottenere energia. Contemporaneamente l'azione batterica incorpora l'azoto legato ai composti prodotti dai processi di decomposizione. Il risultato è un rapporto azoto/carbonio circa 1/10 dopo la completa umificazione. Perciò, di solito, l'humus è relativamente ricco di azoto organico (legato). Le sostanze umiche influenzano le suolo ricco di sostanze umiche. Le sostanze proprietà del suolo in maniera umiche del suolo hanno anche una grande sproporzionata rispetto la piccola affinità per i composti organici con bassa percentuale con cui sono presenti. A causa solubilità in acqua come DDT o Atrazina, un delle loro caratteristiche acido base, le erbicida ampiamente utilizzato per sostanze umiche agiscono da tamponi del distruggere le erbe infestanti nei campi di suolo. Questi materiali stabilizzano anche gli cereali. aggregati di particelle del suolo e fanno aumentare l'adsorbimento di composti organici. I materiali umici adsorbono fortemente molti soluti presenti nell'acqua del suolo ed hanno una particolare affinità per i cationi polivalenti pesanti. Le sostanze umiche possono contenere quantità di uranio maggiori di 104 volte rispetto all'acqua con la quale sono in equilibrio. In questo modo l'acqua viene privata dei suoi cationi (o purificata) quando passa attraverso il In alcuni casi vi è una forte interazione tra la parte organica e la parte inorganica del suolo. Questo è soprattutto vero nel caso dei complessi molto stabili formati tra le argille e i composti degli acidi umici (o fulvici). In molti terreni il 50-100% del carbonio del suolo è complessato con l'argilla. Questi complessi giocano un ruolo importante per quanto riguarda le proprietà fisiche, la fertilità e la stabilità del materiale organico del suolo. Uno dei meccanismi attraverso il quale si forma il legame chimico tra le particelle colloidali delle argille e le particelle umiche è probabilmente la flocculazione (vedi Capitolo 5), in cui le molecole organiche anioniche, insieme ai gruppi funzionali carbossilici acidi, fanno da ponte tra i cationi, per legare insieme le particelle colloidali di argilla e formare un fiocco. Un supporto a questa ipotesi è dato dalla nota capacità dei cationi NH4+, Al3+, Ca2+ e Fe3+ di favorire la formazione di complessi tra argille e sostanze organiche. Sintesi, reazioni chimiche e biodegradazione del materiale umico sono influenzate dalle interazioni con le argille. Gli acidi fulvici con basso peso molecolare possono essere legati all'argilla, occupando gli spazi tra i piani della sua struttura. 15.6. GEOCHIMICA La geochimica si occupa delle specie chimiche, delle reazioni e dei processi nella litosfera e delle loro interazioni con l'atmosfera e l'idrosfera. La branca della chimica che studia le complesse interazioni tra le rocce, l'acqua, l'aria e i sistemi viventi che determinano le caratteristiche chimiche dell'ambiente superficiale è la geochimica dell'ambiente. Ovviamente, la geochimica e la sua subdisciplina ambientale sono molto importanti nella chimica dell'ambiente. Aspetti fisici dell'alterazione superficiale da agenti atmosferici L'alterazione superficiale da agenti atmosferici, definita nel Paragrafo 15.2, viene qui trattata come un fenomeno geochimico. Le rocce tendono ad alterarsi più rapidamente quando vi sono sostanziali differenze nelle condizioni fisiche: l'alternarsi di congelamento e disgelo, di periodi di umidità e periodi di grande siccità. Altri aspetti meccanici sono la dilatazione e la contrazione dei minerali con l'idratazione e la disidratazione, come pure la crescita delle radici attraverso le fessure della roccia. La temperatura è un altro fattore influente, poiché la velocità dell'erosione chimica aumenta all'aumentare della temperatura. Alterazione superficiale chimica Come fenomeno chimico, l'alterazione superficiale chimica può essere vista come il risultato della tendenza del sistema roccia/acqua/minerali a porsi in equilibrio. Ciò avviene attraverso i soliti meccanismi chimici: dissoluzione/ precipitazione, reazioni acido-base, complessazioni, idrolisi e ossido-riduzioni. In aria secca l'alterazione superficiale avviene molto lentamente, l'acqua invece ne aumenta la velocità di molti ordini di grandezza, per vari motivi: è una sostanza chimicamente attiva nei processi di alterazione, contiene agenti erosivi in soluzione, che trasportati verso i siti attivi dei minerali delle rocce entrano in contatto con le superfici dei minerali a livello molecolare e ionico. Alcuni tra i più importanti agenti erosivi sono CO2 , O2 , acidi organici (tra cui gli acidi umici e fulvici, vedi Paragrafo 3.13), acidi dello zolfo (SO2(aq), H2SO4) e acidi dell'azoto (HNO3, HNO2). L'acqua fornisce ioni H+ che servono ai gas per formare gli acidi corrispondenti, come mostrato di seguito: CO2 +H2O ⇒ H+ + HC03─ (15.6.1) SO2 +H2O ⇒ H+ +HSO3─ (15.6.2) L'acqua piovana è praticamente priva di minerali in soluzione. Essa di solito è solo leggermente acida, a causa della presenza di biossido di carbonio in soluzione, o più acida a causa dei costituenti che danno origine alle piogge acide. Quale risultato della leggera acidità e della mancanza di alcalinità e di sali di calcio in soluzione, l'acqua piovana è chimicamente aggressiva (vedi Paragrafo 8.7) verso alcuni tipi di minerali che vengono frantumati con un processo chiamato alterazione superficiale chimica. A causa di questo processo l'acqua dei fiumi ha una più alta concentrazione di solidi inorganici disciolti rispetto all'acqua piovana. I processi coinvolti nell'alterazione superficiale possono essere suddivisi nelle seguenti principali categorie: • Idratazione/disidratazione, per esempio: CaSO4(s) + 2H2O ⇒ CaSO4 .2H2O(s) • 2Fe(OH)3 • xH2O(s) ⇒ Fe2O3 (s) + (3 + 2x)H2O Dissoluzione, per esempio: • CaSO 4 •2H 2O(s)(acqua) ⇒ Ca 2+(aq) + SO 42-(aq) + 2H2O Ossidazione, come avviene nella dissoluzione della pirite: 4FeS2(s)+15O2(g)+(8+2x)H2O ⇒ 2Fe2O3 + x H2O + 8 SO 42-(aq) + 16H+ (aq) o nell'esempio in cui la dissoluzione di minerali di ferro(II) è seguita dall'ossidazione di ferro(II) a ferro(III): Fe2SiO4(s) + 4CO2(aq) + 4H2O ⇒ 2Fe2+ + 4HCO3– + H4SiO4 4Fe2+ + 8HCO3– + O2 (g) ⇒ 2Fe2O3 (s) + 8 CO2 + 4H2O La seconda di queste due reazioni può avvenire in un sito alquanto distante rispetto alla prima, con il risultato di avere un netto trasporto di ferro dalla sua posizione originale. Gli elementi che maggiormente subiscono l'ossidazione come parte di un processo di alterazione superficiale sono ferro, manganese e zolfo. Dissoluzione con idrolisi, come avviene per l'idrolisi dello ione carbonato quando si solubilizzano i minerali carbonati: CaCO3(s) + H2O ⇒ Ca2+ (aq) + 2 HCO3– (aq) + OH – (aq) L'idrolisi è il meccanismo principale attraverso il quale i silicati subiscono alterazione superficiale, come mostra la seguente reazione della forsterite: Mg2SiO4(s) + 4CO2 + 4H2O ⇒ 2Mg2+ +4HCO3– + H4SiO4 L'alterazione superficiale dei silicati porta a forme di silice solubile come specie quali H4SiO4 e minerali residui contenenti silice (minerali delle argille). Idrolisi acida, responsabile della dissoluzione di quantità significative di CaCO3 e CaCO3•MgCO3 in presenza di acqua ricca di CO2: CaCO3(s) + H2O + CO2 (aq) ⇒ Ca2+ (aq) + 2 HCO3– (aq) Complessazione, come mostrato dalla reazione dello ione ossalato, C2O42–, con la muscovite, K2(Si6Al2)Al4O20(OH)4: K2(Si6Al2)Al4O20(OH)4 (s)+ 6C2O42– (aq) + 20H+ ⇒ 6AlC2O4+ (aq) + 6Si(OH)4 + 2K+ Reazioni come queste determinano ampiamente il tipo e la concentrazione dei soluti nelle acque di falda e di superficie. L'idrolisi acida è il processo principale che rilascia elementi come Na+, K+ e Ca2+ dai minerali silicati. 15.7. ACQUA DI FALDA NELLA GEOSFERA L'acqua di falda (Figura 15.6) è di per sé una risorsa estremamente importante che gioca un ruolo cruciale nei processi geochimici, come la formazione dei minerali secondari. La natura, la qualità e la mobilità dell'acqua di falda sono tutte fortemente dipendenti dalle formazioni rocciose dalle quali l'acqua è trattenuta. Dal punto di vista fisico, una caratteristica importante di tali formazioni è la loro porosità, che determina la percentuale del volume della roccia in grado di contenere acqua. Una seconda caratteristica fisica è la permeabilità, che descrive la facilità del flusso dell'acqua ad attraversare la roccia. Alta permeabilità è normalmente associata ad alta porosità. Tuttavia le argille tendono ad avere bassa permeabilità perfino quando una larga percentuale del loro volume è riempito d'acqua. La maggior parte dell'acqua di falda ha origine dall'acqua meteorica delle precipitazioni, in forma di pioggia o neve. Se l'acqua di questa origine non si perde per evaporazione, traspirazione o per scorrimento, può permeare nel terreno. Iniziali quantità di acqua di precipitazione sul terreno asciutto vengono trattenute molto strettamente sotto forma di film sulla superficie o nei micropori delle particelle del suolo, in una zona di suolo umido. A livelli intermedi le particelle del suolo sono ricoperte da un film di acqua, ma l'aria è ancora presente nei fori più grandi. La zona in cui viene trattenuta tale acqua viene chiamata zona non satura o zona di aerazione e l'acqua in essa presente viene chiamata acqua vadosa. A maggiori profondità, in presenza di adeguate quantità di acqua, tutti gli spazi vuoti sono riempiti formando una zona di saturazione, il cui livello più alto è la superficie freatica. L'acqua presente in una zona di saturazione viene chiamata acqua di falda. A causa della sua tensione superficiale, l'acqua viene trascinata al di sopra della superficie freatica per azione capillare in una regione chiamata frangia capillare. La superfìcie freatica è importante per spiegare e predire la portata dei pozzi e delle sorgenti ed i livelli dei corsi d'acqua e dei laghi; essa è anche un fattore importante nel determinare il grado in cui sostanze chimiche inquinanti e pericolose è probabile siano trasportate sotto terra dall'acqua. La massa della superficie freatica può essere ottenuta osservando il livello di equilibrio dell'acqua nei pozzi, che coincide con la parte superiore della zona di saturazione. La superficie freatica non è piana ma tende a seguire i contorni della superficie topografica, e si diversifica a seconda della permeabilità del suolo e della infiltrazione dell'acqua; essa si trova ad un livello superficiale in vicinanza di acquitrini e frequentemente sulla superficie dove laghi e corsi d'acqua si incontrano. Il livello in tali corpi d'acqua può essere mantenuto dalla superficie freatica. Gli immissari o i bacini si trovano al di sopra della superficie freatica; essi perdono l'acqua verso l'acquifero sottostante e causano un temporaneo innalzamento della superficie freatica. Il flusso dell'acqua di falda è un fattore importante sia nel determinare l'accessibilità dell'acqua al fine del suo utilizzo, sia per il possibile trasporto degli inquinanti dai siti di scarico sotterranei. Varie parti del corpo idrico della falda sono comunicanti, cosicché una variazione della pressione in un punto tenderà a influenzare la pressione ed il livello in un altro punto. Ad esempio, l'infiltrazione di una pioggia abbondante e localizzata può influenzare la superficie freatica in un punto lontano dalla infiltrazione stessa. Il flusso dell'acqua di falda è il risultato della tendenza naturale della superficie freatica a raggiungere livelli uniformi per azione della gravità. Il flusso dell'acqua di falda è fortemente influenzato dalla permeabilità della roccia. Una roccia porosa o molto fratturata è piuttosto permeabile; ciò significa che l'acqua può migrare attraverso cavità, fessure e pori di tali rocce. Poiché l'acqua può essere estratta da una tale formazione, essa viene chiamata un acquifero. Invece una roccia porosa che trattiene l'acqua (aquiclude) è una formazione di roccia troppo impermeabile o non fratturata per produrre acqua di falda. Una roccia impermeabile nella zona non satura può trattenere l'acqua che permea dalla superficie producendo una superficie piezometrica di falda sospesa che è al di sopra della superficie freatica principale e da cui l'acqua può essere estratta. Comunque la quantità di acqua che può essere estratta da una tale formazione è limitata e l'acqua è soggetta a contaminazione. I pozzi d'acqua La maggior parte dell'acqua di falda è utilizzata come acqua di pozzi ottenuti perforando la zona di saturazione. L'uso ed il cattivo impiego dell'acqua derivante da questa sorgente hanno diverse implicazioni ambientali. Negli Stati Uniti circa i due terzi dell'acqua di falda estratta vengono consumati per l'irrigazione; minori quantità sono utilizzate per applicazioni industriali e comunali. Quando l'acqua viene estratta la superficie freatica nelle vicinanze del pozzo si abbassa e questo abbassamento piezometrico crea una zona di depressione. In casi estremi l'acqua di falda viene esaurita ed il livello superficiale della regione può perfino abbassarsi (questa è una ragione per la quale Venezia e l'Italia sono ora molto vulnerabili alle inondazioni). Un grosso abbassamento piezometrico può portare ad infiltrazione di inquinanti da sorgenti quali pozzi neri, discariche municipali e scarichi pericolosi. Quando ferro(II) solubile o manganese(II) sono presenti nell'acqua di falda, l'esposizione all'aria della parete del pozzo può portare alla formazione di depositi di ossidi insolubili di ferro(III) e di ossidi di manganese(IV), prodotti da processi catalizzati dai batteri: 4Fe2+ (aq) + O2(aq) + 10H 2 O ⇒ 4Fe(OH) 3 (s) + 8H + 2Mn2+ (aq) + O2(aq) + (2x +2)H2O ⇒ 2MnO2 • xH2O(s) + 4H+ (15.7.1) (15.7.2) I depositi di ferro(III) e di manganese(IV) che derivano dai processi sopra riportati coprono le superfìci da cui l'acqua fluisce all'interno del pozzo, formando uno strato relativamente impermeabile all'acqua. I depositi riempiono gli spazi che l'acqua deve attraversare per entrare nel pozzo e possono seriamente impedire il flusso dell'acqua dall'acquifero all'interno del pozzo. Ciò crea i principali problemi alla sorgente di acqua per i comuni che utilizzano l'acqua di falda per l'approvvigionamento idrico. Per risolvere questo problema, possono essere necessari la pulizia chimica e meccanica, la trivellazione di nuovi pozzi o perfino l'acquisizione di nuove sorgenti d'acqua. FIGURE Il ciclo delle rocce Argilla a due strati: struttura Struttura del suolo Profilo del suolo Trasporto attraverso le piante L’acqua nel sottosuolo