SENO RIFATTO E SENZA CICATRICI, ORA SI PUÒ ANCHE IN ITALIA (NoveColonne ATG) Bologna - Ogni anno sono 25mila le italiane che scelgono il bisturi per regalarsi il seno che hanno sempre sognato. Ebbene, per loro è in arrivo una novità importante, che rivoluzionerà il mondo della chirurgia plastica: l'intervento per via endoscopica che non lascia cicatrici sulle mammelle grazie ad un approccio poco invasivo. Uno dei primi a portare questa tecnica in Italia è stato Alessandro Gennai, chirurgo plastico di Bologna, che seguendo la scuola americana per la mastoplastica additiva ha scelto di sfruttare la tecnica di cui è specialista, l'endoscopia, che consente di utilizzare la via d'accesso sotto l'ascella, mantenendo i benefici dell'operazione "tradizionale", ma eliminandone gli svantaggi. "Le tecniche chirurgiche più utilizzate oggi in Italia prevedono l'ingresso dal solco sottomammario, appena sotto il seno, o nella parte inferiore dell'areola - spiega Gennai -. Esiste tuttavia una terza via d'ingresso per inserire le protesi al silicone, quella ascellare, che eviterebbe di lasciare segni sulla mammella, nascondendo la cicatrice tra le pieghe naturali del corpo". Questo intervento, è molto diffuso all'estero e in particolare negli Usa dove, più della metà delle operazioni di mastoplastica additiva si effettua in questo modo. Nonostante i vantaggi, in Italia il metodo è utilizzato solo in 2 casi su 10, anche se la tendenza è in forte aumento. Nell'intervento di mastoplastica additiva in endoscopia la tasca dove verrà alloggiata la protesi può essere creata con estrema precisione e quindi adatta anche a protesi anatomiche e c'è un maggiore controllo dell'emostasi, ossia del sanguinamento, un fattore di rischio per il verificarsi della contrattura capsulare, un indurimento della protesi che in alcuni casi può portare a una nuova operazione. L'intrevento consiste in un'incisione di 4 centimetri sotto l'ascella, attraverso cui si inserisce una piccola telecamera. L'occhio elettronico è la seconda vista del chirurgo, che opera guardando il monitor e non la paziente: l'ingrandimento dell'immagine consente di vedere quello che succede sotto pelle, perfezionando il risultato. L'endoscopia offre sostanzialmente due vantaggi: creando una tasca periprotesica precisa al millimetro, è possibile sia un controllo del muscolo e dell'emostasi, sia l'inserimento di qualsiasi tipo di protesi, anche anatomiche, garantendo così un risultato più naturale. La tecnica endoscopica è nata 10 anni fa in America e Gennai è stato uno dei primi italiani ad apprenderla direttamente dal suo "creatore", Nicanor Isse. L'endoscopia è utilizzata abitualmente per il lifting al volto e solo ultimamente la tendenza si sta diffondendo anche per altri interventi, come quelli al seno. Prima di eseguire la mastoplastica additiva con tecnica endoscopica, naturalmente, come per qualsiasi altro intervento chirurgico, è necessaria una valutazione clinica della paziente e del tipo di intervento più adatto: è consigliata in caso di seno piccolo, mentre è sconsigliata in caso di mammella cadente. ITALIA-ROMANIA, INCONTRO TRA PREMIER SU EMERGENZA IMMIGRATI (NoveColonne ATG) Roma - Agenti romeni arriveranno in Italia, non ci saranno "espulsioni di massa" e l'Unione europea è invitata a fare di più sulla questione dei rom. Italia e Romania hanno trovato una prima intesa in materia di sicurezza e immigrazione. Al termine di un incontro a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Romano Prodi e il premier romeno Popescu Tariceanu, sollecitato da ambo le parti per trovare una soluzione dopo l'allarme suscitato dall' ondata di violenze nelle strade italiane culminate con l'omicido di una donna nella Capitale per mano di un rumeno, hanno esplicitato i punti d'accordo partendo da una premessa: "La Romania - ha detto Prodi - è un paese amico" e "i crimini - ha aggiunto - non hanno nazionalità": "Gli episodi terribili di questi giorni non hanno nulla a che vedere con le nazionalità di chi se ne è reso responsabile, sono fenomeni criminali e basta - ha sottolineato il premier - Anche il crimine diventa multietnico in società multietniche. Noi non dobbiamo strumentalizzare il razzismo e l'ignoranza". "Con Tariceanu - ha proseguito - ci siamo trovati d'accordo su tutto, a partire dalla necessità di intensificare il nostro lavoro insieme avendo una doppia esigenza: conciliare il bisogno di sicurezza dei nostri concittadini sia italiani che romeni, con quello di garantire il loro pieno esercizio del diritto di libera circolazione. Se qualcuno non lo avesse ancora capito, in Europa esiste la libertà di circolazione delle persone, una delle libertà fondamentali dell'Ue". Quindi "non ci saranno espulsioni di massa" perché, ha ricordato Prodi, "l'Italia è uno Stato di diritto" e le misure prese non sono state varate "sulla scia dell'emozione, non sono misure improvvisate" ma rappresentano "un insieme coerente nel pieno rispetto dei diritti di quanti vogliono operare onestamente in Italia". Tra 1 le misure annunciate una task force comune fra Italia e Romania sulla sicurezza con l'arrivo di agenti dall'Est e una lettera al presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso affinché l'Ue affronti, anche attraverso l'uso dei fondi strutturali, il problema della popolazione rom: "Un problema che deve essere affrontato in ambito europeo". "Gli Stati membri di destinazione non hanno da soli i mezzi per far fronte alle difficoltà - scrivono Prodi e Tariceanu a Barroso - non si può impedire ai cittadini di esercitare il loro diritto alla libera circolazione, ma i Paesi di destinazione non sono in grado di assorbire un numero rilevante di persone, a volte sprovvisto di mezzi adeguati. Sulla base di queste considerazioni, noi richiamiamo la vostra attenzione sul fatto che la risposta più efficace deve venire dalla Ue". Il premier romeno Tariceanu, definendo "utile e fruttuoso" l'incontro di oggi, ha auspicato che la collaborazione e i rapporti tra i due Paesi migliorino in futuro. E il Parlamento intanto discute. Mentre alla Camera oltre 30 deputati hanno aderito all'iniziativa di Franco Grillini, Enrico Buemi e Valdo Spini, di dar vita ad un'associazione parlamentare di amicizia Italia-Romania e i deputati della Lega Nord hanno manifestato davanti a Montecitorio contro il governo, la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato con un voto bipartisan i caratteri d'urgenza e necessità del decreto sulle espulsioni dall'Italia per motivi di ordine pubblico. GARIBALDI, LA LEGA PROTESTA CONTRO FIGURA EROE (NoveColonne ATG) Roma - Un gruppo di deputati della Lega ha contestato lo scorso 6 novembre la figura di Giuseppe Garibaldi in occasione della giornata di studio sull'Eroe dei due mondi indetta a Montecitorio per il bicentenario della nascita. Una decina di deputati leghisti hanno diffuso i volantini con la scritta "Ma quale eroe" nei quali Garibaldi veniva descritto come "un traditore, un mercenario, un massone, un nemico della Chiesa, un negriero, un truffatore, un ladro di bestiame e un criminale di guerra". I contestatori hanno anche esposto uno striscione con la scritta "Padania libera". "Ognuno è libero di manifestare la propria opinione -la reazione di Bertinotti - ma sempre nel rispetto degli altri. Questa contestazione mi sembra sgradevole: ad una giornata di studio si può decidere di partecipare o meno, ma farlo con questo linguaggio è sgradevole". Altre reazioni di condanna sono arrivate dal mondo della politica. "Inficiare l'immagine di Garibaldi e dell'unità d'Italia è un grave atto di antistoricismo e di becero revisionismo che lascia maggiormente perplessi perché promosso da parlamentari", dichiara Fabio Evangelisti, vice presidente dei deputati dell'Italia dei Valori. "Proprio mentre siamo impegnati nella costruzione dell'edificio europeo e a poco meno di un mese dall'anniversario della Costituzione gli esponenti della Lega offendono uno dei padri della Patria richiamando alla mente l'immagine di un'Italia preunitaria, sfilacciata e vittima degli appetiti dei Borboni, degli Asburgo e dello Stato della Chiesa". "A questo punto - conclude Evangelisti - un ripasso dei libri di storia e delle memorie di chi, con la propria vita, ha permesso che oggi, anche agli stessi onorevoli leghisti, fosse dato di rappresentare il popolo italiano, non sarebbe sbagliato". FINANZIARIA, TREMONTI (FI): MEGLIO NON FARLA (NoveColonne ATG) - Roma - Alla vigilia della sfida sulla Finanziaria, l'onorevole di Forza Italia, Giulio Tremonti, rivolge un appello ai parlamentari "moderati" dell'Unione, li invita a "non votare" la manovra economica del governo che "aggraverebbe la condizione dei conti pubblici", e per sfatare il tabù dell'esercizio provvisorio, smonta "il pregiudizio sugli effetti negativi che causerebbe": "È una tesi non vera, che non ha ragion d'essere. Anche perché, senza Finanziaria, si avrebbe un miglioramento, non un peggioramento dei saldi. Specie dopo che il Parlamento ha approvato emendamenti privi di copertura". Una soluzione simile, sottolinea, "è stata adottata in Germania nel 2005-2006, ed è stata salutare. In Italia eviterebbe una Finanziaria che causerebbe meno crescita e più deficit". E sebbene il vicepresidente di Forza Italia non faccia nomi, è chiaro chi sia il primo destinatario del suo messaggio, Lamberto Dini, laddove nota che il protocollo del welfare "è una controriforma che produrrebbe ulteriori effetti di sfondamento della spesa". Secondo l'ex ministro dell'Economia "il lavoro dell'opposizione è far risaltare le contraddizioni nella maggioranza, che peraltro tende a fabbricarne in proprio ogni giorno. Vedremo come si svilupperanno le votazioni al Senato. Mi limito a dire che un Paese malato non può essere guidato 2 da un governo malato". "La partita della Finanziaria sta per iniziare, e il day after non è ancora stato scritto" prosegue Tremonti e sottolinea che se "la durata del governo Prodi logorerebbe soprattutto il neo segretario del Pd Walter Veltroni", "il guaio è che logorerebbe anche l'Italia". Replica quindi al ministro dell'economia Padoa-Schioppa il quale afferma di stare mettendo a posto i conti che il governo Berlusconi ha "scassato": "È un ragionamento da festa di Halloween. L'andamento dei bilanci pubblici dipende dall'andamento dell'economia reale, che in Europa è interdipendente. Per evitare polemiche prendo a esempio il caso tedesco. Quattro anni fa l'economia in Germania era a crescita zero, l'avanzo primario era sottozero, e il deficit stava per provocare le sanzioni di Maastricht. Sanzioni evitate nonostante l'ortodosso cretinismo di chi ora governa in Italia. Arrivata la crescita, i conti tedeschi sono andati in ordine. Solo che il tesoretto è stato utilizzato per ridurre il deficit, realizzando il pareggio di bilancio. In Italia si è fatto l'opposto: si è usato il surplus per aumentare la spesa pubblica". FINANZIARIA: PADOA SCHIOPPA, ABBIAMO COPERTURA PER FARLA (NoveColonne ATG) Roma - "Tutte le voci previste dalla Finanziaria hanno copertura economica come previsto dalla Costituzione". Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa al Senato risponde all'opposizione definendo le voci sulla mancanza di copertura e, "in particolare quelle sul ticket", "una favola strumentale e poco responsabile". "La struttura della finanziaria - ha aggiuntonon è certo perfetta e andrà modificata, forse, in alcune parti ma ora governo e Parlamento sono in condizione di governare meglio gli eventi economici". "Abbiamo trovato - ha continuato - un dissesto dei conti pubblici e stiamo faticosamente operando per correggerlo" perché - dice - "non c'è crescita senza conti pubblici sani e sostenibili". "Spero - ha concluso - che il Parlamento lavori per un ordinato iter senza ricorrere al voto di fiducia". Con l'intervento del ministro si è conclusa nell'Aula di Palazzo Madama la discussione generale sulla legge finanziaria. Si procede ora al voto sugli emendamenti al ddl Bilancio. Intanto l'opposizione non demorde e Renato Schifani, presidente dei senatori di Forza Italia, fa sapere che la Cdl continuerà la sua "battaglia parlamentare contro una finanziaria senza copertura, che aumenta la spesa pubblica a danno dei cittadini". Per questo non vuole sentir parlare di ritiro delle proposte. "Se il governo - conclude - decidesse per la fiducia si tratterebbe di un violazione dell'appello del presidente della Repubblica". Possibilista il relatore della manovra Giovanni Legnini: "Stiamo lavorando per evitarla" ARTIGIANI LOMBARDI: 23 IMPRESE CONQUISTANO EMIRATI ARABI (NoveColonne ATG) Milano - Un´ulteriore segnale di attenzione per il recente viaggio di una delegazione a Dubai guidata dall´assessore all’Artigianato e Servizi Domenico Zambetti è venuto dagli amministratori della Airport Saif Free Zone di Sharjah, che hanno offerto alla Regione Lombardia la possibilità di aprire senza alcun onere un Ufficio di rappresentanza all´interno dell´area. La zona franca di Saif è infatti ornai considerata una importante opportunità da circa 3. 500 aziende di tutto il mondo, che vi si sono insediate ed esercitano attività sia produttive che commerciali, ed è avviata a diventare il centro nevralgico di quel grande hub che sono gli Emirati Arabi, punto di incontro e di smistamento nei confronti di una parte del globo sempre più vasta. "Per dare le dimensioni di quanto vitale sia questo Paese - ha detto Zambetti - e di quanto la politica avviata dal presidente della nostra Regione, Roberto Formigoni, ponga attenzione alla sua crescita, basta ricordare alcuni dati". Il grado di apertura degli Emirati, inteso come rapporto percentuale tra interscambio e Pil, è di circa il 145% ed evidenzia una elevata propensione dell´economia agli scambi con l´estero in un regime di libero scambio. In linea generale è infatti liberamente consentito vendere direttamente agli utilizzatori finali, tramite un rivenditore; è possibile inoltre costituire joint ventures od autorizzare una società locale a vendere i propri prodotti con contratti in "franchising". L´interscambio complessivo tra Emirati Arabi e Italia ha fatto registrare nei primi 6 mesi del 2006 (dati Istat rielaborati dall´Ice) un valore di 1. 651,7 milioni di euro, con un saldo attivo di 1. 349,5 milioni di euro. L´aumento delle esportazioni è stato del 35,79% rispetto allo stesso periodo del 2005, mentre le importazioni risultano aumentate del 26,14%. Il saldo positivo a favore del nostro Paese dipende in larga parte dal fatto che l´Italia non importa petrolio dagli Emirati, i quali si confermano dunque tra i principali mercati di sbocco delle esportazioni italiane in Medio Oriente e 3 Nord Africa (nel 2005 risulta essere il principale, subito prima della Tunisia). Nella graduatoria delle esportazioni italiane negli Emirati, il primo posto è stato ricoperto (secondo tradizione) da gioielli e articoli di oreficeria, seguiti, per quanto riguarda i comparti più caratterizzati dalla dimensione artigiana, da mobili ed articoli di arredamento ed illuminazione, calzature ed articoli di pelletteria, abbigliamento e prodotti, piastrelle in ceramica, marmo e pietre, coltelleria e oggetti in metallo. "Il quadro merceologico delle esportazioni italiane verso gli Emirati - ha aggiunto Zambetti - denota, in definitiva, un consolidamento delle correnti di esportazione. I dati incoraggianti sulle esportazioni italiane negli Emirati non devono però far trarre conclusioni trionfalistiche sul successo dei nostri prodotti in questo mercato, visto che in termini relativi l´interscambio commerciale fra Italia ed Emirati era più consistente dieci/quindici anni fa. Il mantenimento di un´adeguata porzione di mercato richiede quindi azioni promozionali mirate contro una concorrenza sempre più agguerrita, che identifica negli Emirati un mercato privilegiato, ed un forte coordinamento delle imprese (ad esempio attraverso la formazione di consorzi), al fine di presentare offerte mirate per meglio sfruttare, attraverso un approccio selettivo volto ad evidenziare - ha concluso Zambetti l´unicità e la differenziazione del prodotto lombardo, le opportunità offerte dai grandi progetti di sviluppo, in particolare nei settori infrastrutture e costruzioni". . MORTE BIAGI: APPLAUSI E PRESENZE ILLUSTRI AL FUNERALE (NoveColonne ATG) Bologna - Si sono svolti giovedì 8 a Pianaccio, in provincia di Bologna, i funerali di Enzo Biagi, decano dei giornalisti italiani scomparso martedì 6 novembre all’età di 87 anni. Un lungo applauso ha salutato l'uscita della bara di Biagi dalla piccola chiesa di Pianaccio portata a spalle dagli abitanti del posto. Dietro la bara, commosse, le figlie Carla, Bice, i nipoti e i tanti rappresentanti politici tra cui il presidente del Consiglio Romano Prodi, il segretario del PD Walter Veltroni, il ministro Gentiloni e i tanti direttori di giornale. 4