PRIMA LETTERA DI PIETRO
INTRODUZIONE
La prima Lettera di Pietro non presenta particolari motivi di interesse per i teologi, dal momento che
non vi si trovano sviluppi dottrinali approfonditi, né insegnamenti originali rispetto all'insieme degli
scritti del NT. L'attenzione degli studiosi si è fermata soprattutto sul passo relativo al «sacerdozio
regale» e su quello che parla della predicazione di Cristo alle anime dei morti. Per il resto, è facile
dimostrare che questa lettera è imparentata con i sinottici, i discorsi degli Atti, le esortazioni morali di
san Paolo. Tuttavia, questa convergenza tra la prima lettera di Pietro e altri scritti del NT di forme tanto
diverse, non potrebbe farci conoscere qualcosa sulla catechesi del periodo apostolico e sull'essenziale
della vita cristiana? È questa l'opinione di molti recenti commentatori; e, ormai. da parecchi anni, ciò ha
dato nuovo impulso e ridestato nuovo interesse per lo studio di questa lettera.
I destinatari
Sono scarse le indicazioni che offre la lettera per individuare con precisione i suoi destinatari. Essa è
indirizzata ai cristiani delle cinque province romane dell'Asia Minore, «gli eletti sparsi come stranieri
nella diaspora» (l,l gr.). Originariamente, Il termine « diaspora» (dispersione), era stato usato per i giudei
che vivevano fuori della Palestina; e ciò farebbe supporre, a prima vista, che i destinatari fossero dei
giudeo-cristiani. Al contrario, il termine è usato molto probabilmente in senso simbolico, per designare
i cristiani dispersi nel mondo (cf 2,11), e di cui la maggioranza doveva essere di origine pagana. Infatti
l'allusione al loro precedente tenore di vita (cf 1,14. 18; 4.3) fa pensare più a degli ex-pagani che a dei
giudei. Questi convertiti, tuttavia, dovevano già essersi familiarizzati con la Sacra Scrittura, come
dimostra l'uso frequente, nella lettera, di riferimenti all' A T.
Le comunità a cui viene indirizzata la lettera per la maggior parte erano state fondate durante i viaggi
missionari di Paolo; cioè, se non direttamente dallo stesso Paolo, dai suoi collaboratori che, partendo
dai centri principali, si erano diramati nelle diverse province dell'Asia Minore (cf l'esempio di Epafra, che
predicò il vangelo a Colossi, Coll, 7). L'organizzazione dei ministeri appare qui meno strutturata che
nelle lettere pastorali, il che sarebbe più consono a un'epoca relativamente antica della vita della
Chiesa primitiva: sono nominati solo gli anziani (5,1-4) e, indirettamente, i diaconi (cf 4,11 nota n).
Quanto alla condizione sociale dei membri di quella comunità, doveva essere generalmente umile,
come fa pensare il brano che parla dei doveri dei servi o degli schiavi e che viene ampiamente
sviluppato (cf 2,18-25).
L'autore, il luogo e la data di composizione
Secondo i dati che si possono ricavare dalla lettera, l'autore è Pietro «apostolo di Gesù Cristo» (1,1),
«anziano», «testimone delle sofferenze di Cristo» (5,1), che ha scritto la sua lettera «per mezzo di
Silvano» (5,12), avendo con sé Marco, suo «figlio» (5,13). L'attribuzione della lettera all'apostolo Pietro è
confermata dalla tradizione: essa è già testimoniata dalla seconda lettera di Pietro, uno degli scritti più
tardivi del NT (2 Pt 3,1); più tardi, Ireneo, Tertulliano e Clemente Alessandrino indicano l'apostolo
Pietro come autore di questa lettera. Si aggiunge inoltre il fatto che, secondo lo storico Eusebio, Papia
all'inizio del II secolo stabilisce una stretta relazione fra l'apostolo Pietro e Marco, l'autore del secondo
vangelo (cf nello stesso senso At 12,12).
Tuttavia alcuni specialisti hanno messo in dubbio l'autenticità petrina della lettera. Ecco i principali
argomenti da essi addotti e le risposte che si possono dare:
a) Il greco in cui è scritta la lettera è così qualificato che sembra difficile poterlo attribuire a Pietro, il
pescatore di Galilea. E non basta, per risolvere la difficoltà, affermare che Pietro avrebbe scritto il suo
testo in aramaico e l'avrebbe fatto tradurre in greco da un'altra persona (Silvano, 5,12): in questo caso,
infatti, non si spiegherebbe perché, nella lettera, le citazioni dell'A T sono tratte direttamente e senza
eccezioni dal testo greco. - Ma l'argomento non è decisivo. Da una parte si è fatto notare che, al tempo
di Gesù, il greco veniva parlato correntemente in Palestina, come è provato da documenti scoperti di
recente; Pietro, perciò, poteva benissimo conoscere questa lingua. D'altra parte, nulla impedisce che
Pietro si sia valso della collaborazione di Silvano per la re- dazione del suo testo; e ciò spiegherebbe la
pregevolezza dello stile.
b) Si è pure messo in rilievo un evidente parallelismo tra alcune idee esposte nella lettera e il pensiero
teologico di san Paolo. Riferiamo soltanto alcuni esempi: l'uso dell'immagine veterotestamentaria della
pietra d'inciampo (1 Pt. 2,4-8 e Rm 9, 32-33), l'esortazione a essere sottomessi alle autorità (1 Pt 2,13-17
e Rm 13,1-7), o ancora l'uso della formula «in Cristo» (3,16; 5,10.14). Ora un passo come Gal 2,11-14
non renderebbe del tutto improbabile un'influenza della dottrina di Paolo sul pensiero di Pietro? - A
dire il vero, gli accostamenti che si possono fare tra la lettera e gli scritti di Paolo si spiegano facilmente
ammettendo l'esistenza di un fondo catechetico comune per tutta la Chiesa dei primi tempi; e di esso si
sarebbero serviti tanto Pietro che Paolo. Per quanto riguarda l'incidente di Antiochia, riferito in Gal
2,11-14, non si tratta, propriamente parlando, di un contrasto teologico tra i due apostoli: ciò che
Paolo rimprovera a Pietro è un atteggiamento da lui assunto in una circostanza particolare, e non la
sua dottrina teologica.
c) Da 1 Pt non traspare alcuna conoscenza diretta del Gesù terreno, quale ce lo presentano i vangeli.
L'autore della lettera parla solo, in senso generale, delle sofferenze e della morte di Cristo; e passa
completamente sotto silenzio alcuni temi centrali dell'insegnamento di Gesù (per es.: «il regno di Dio»,
«il figlio dell'uomo»). Pietro, un discepolo tanto vicino a Gesù, non si sarebbe espresso diversamente?
Non avrebbe rievocato in maniera più specifica l'esperienza vissuta a fianco del suo maestro? - Si può
rispondere a questa obiezione citando una serie di passi della lettera che riflettono detti e parole
pronunziati da Gesù (1,8 e Gv 20,29; 2,2 e Mc 10,15 par.; 2,12 e Mt. 5,16; 2,23 e Mt 5,39; 3,9 e Lc 6,28;
3,14 e Mt 5,10; 5,3 e Gv 13,15-17; cf 2,25 e Mt 9,36). Molti di questi detti, inoltre, derivano da contesti
che interessano direttamente la persona di Pietro (per es.: 5,2 e Gv 21,15-17; 1,4.13 e Lc 12,33.35.41).
Recentemente si è anche insistito sull'importanza che ha nella lettera il tema del Servo sofferente.
Questo tema che risale al libro di Isaia (52,13-53,12) si ritrova sia nei vangeli (Lc 22,37 e Is 53,12), sia
nei discorsi di Pietro (At 3,13.26; cf 4,27.30), sia nella nostra lettera (cf 2,21-25). Certo, non bisogna
esagerare la portata reale di questi accostamenti, poiché nella Chiesa cominciarono a circolare molto
presto delle collezioni di «parole di Gesù». In ogni caso essi dimostrano come sia discutibile
l'argomento che si fonda sulla «mancanza di ricordi diretti del Gesù terreno».
d) La lettera alluderebbe (in senso generale) alle prime persecuzioni ufficiali estese a tutto l'impero (e
non solo a quelle locali); e ciò non si può far risalire a prima dell'impero di Domiziano (81-96 d.C.), ossia
parecchi anni dopo la morte di Pietro (cf 4,12 e 5,9). - Anche questa opinione è criticabile. Bisogna
anzitutto notare che nella lettera si riflette uno stato d'animo assai diverso da quello dell'Apocalisse
dove lo Stato è presentato in maniera evidente come persecutore. Nulla di simile in 1 Pt dove è ancora
inculcato il rispetto verso le autorità, allo stesso modo che in Rm (1 Pt 2,13-17 e Rm 13, 1-7), e viene
sottolineato in particolare il loro ruolo positivo (2,14). Si aggiunge poi il fatto che la lettera non fa uso
dei «termini tecnici della "persecuzione"... né di quelli relativi a processi, tribunali, accuse... ma usa
invece un vocabolario teologico: quello della tentazione-prova e delle sofferenze subite ingiustamente
per la giustizia». Senza dubbio si tratta soltanto di «quelle vessazioni, critiche, burle, cattivi trattamenti,
delazioni, ostracismo... di cui i cristiani furono fatti oggetto fin da principio, da parte dei loro
concittadini pagani o dei loro antichi correligionari» (C. Spicq); e ciò non impedisce per nulla di far
risalire la lettera a un'epoca abbastanza antica, quando Pietro viveva ancora.
Riassumendo, i dati forniti dalla lettera e dalla tradizione non sono messi in causa in maniera definitiva
dalle obiezioni surriferite. È dunque possibile ammettere che la lettera sia stata realmente redatta da
Pietro, eventualmente con l'aiuto di Silvano (nome latino del Sila di At 15,22.40; 18,5; cf 2 Cor 1,19).
Quanto alla data di redazione si può fissare prima della persecuzione di Nerone (64 d.C.), ossia poco
prima della morte di Pietro. L'apostolo avrebbe scritto la sua lettera da Roma, se si sta
all'interpretazione più probabile che viene data al nome di «Babilonia» in 5,13, che designerebbe
simbolicamente la capitale dell'impero romano.
Genere letterario, unità e scopo della lettera
Numerosi critici hanno rivolto l'attenzione ai riferimenti al battesimo che si trovano, in particolare, nei
primi tre capitoli della lettera. Alcuni poi hanno creduto di cogliere un cambiamento di atmosfera a
cominciare da 4,12: le sofferenze non sono più considerate come una possibilità, ma come una realtà
attuale (4,12; 5,9; cf 2,20; 3,14.17). In base a tali costatazioni si sono formulate diverse ipotesi circa il
genere letterario e l’unità della lettera, dando rilievo, soprattutto, alla sua origine liturgica. Alcuni
ritengono trattarsi di una liturgia battesimale (1,3-4,11), alla quale si sarebbe aggiunto uno scritto più
tardivo allo scopo di rafforzare i battezzati nella loro fede (4,12-5,14), Altri studiosi non attribuiscono
molta importanza alle differenze rilevate fra 1,3-4,11 e 4,12- 5,11 e considerano tutto l'insieme di 1,35,11 come un'omelia battesimale alla quale si sarebbe data forma epistolare aggiungendo 1,1-2 e 5,1214. Infine c'è chi ha voluto vedere nella lettera una liturgia della settimana di Pasqua.
Queste ipotesi vanno però ad urtare contro parecchie obiezioni: l'unità di vocabolario e di stile della
lettera rende improbabile l'esistenza di due testi di origine diversa. L'indirizzo iniziale e la conclusione
sono chiaramente collegati con il corpo della lettera («stranieri», 1,1 e 2,11 gr., cf 1,17; l'esortazione che
dà il tema della lettera, 5,12 e 2,11). Inoltre l'azione di grazie (1,3-9) e il codice di morale cristiana (2,133,7) contribuiscono a rafforzare la convinzione che 1 Pt sia stata concepita appunto come una lettera.
Stupisce, è vero, l'assenza di notazioni personali riguardanti sia l'autore sia i destinatari; ma ciò si spiega
per il fatto che la lettera proviene da qualcuno che ha autorità nella Chiesa, senza tuttavia essere stato
il fondatore delle comunità alle quali si rivolge. Quanto al cambiamento di prospettiva notato a
cominciare da 4,12, non bisogna esagerarne la portata, poiché le sofferenze sono già considerate
come attuali anche in 1,6. D'altra parte, i numerosi e diversi tentativi di ricostruire una liturgia o
un'omelia battesimale partendo dal testo della lettera, dimostrano che l'ipotesi è assai poco probabile,
Si aggiungono ancora due fatti: nella lettera non si trova nessuna menzione precisa della cerimonia del
battesimo (contrariamente a quanto avviene in altri testi, come Rm 6,3-4; Col 2,12; Tt 3,5) fatta
eccezione per un solo caso che però si trova in un passo di valore tipologico (3,21); nel testo della
lettera poi, non c'è traccia di una qualsiasi progressione che permetta di ricostruire le tappe successive
di una cerimonia battesimale (il verbo greco che in 1,23 si riferisce alla «nuova nascita» viene già usato,
per es., in 1,3).
Non esistono dunque motivi sufficienti per mettere in dubbio il carattere epistolare e l'unità di
composizione di 1 Pt; La lettera è saldamente radicata in tutta una tradizione catechetica comune alla
Chiesa primitiva. La conclusione (5,12) ne definisce lo scopo in modo preciso: esortare e rafforzare
nella fede dei cristiani che rischiavano di lasciar spegnere il loro zelo e il cui coraggio veniva messo alla
prova da tribolazioni di vario genere. In questo senso, l'autore si riferisce a degli insegnamenti che i
cristiani avevano già ricevuto al momento della loro conversione e del loro battesimo.
Contenuto della lettera
È impossibile dare uno schema logico della lettera. Ciò è dovuto al carattere particolare di questo
scritto nel quale le esortazioni si intrecciano continuamente a elementi dottrinali aventi lo scopo di
giustificarle e rafforzarle. In senso generale, si può dire che l'imperativo dell'esortazione precede
l'indicativo dell'affermazione dottrinale su cui essa si fonda (al contrario di quanto avviene nelle
principali lettere di san Paolo, dove una prima parte dottrinale - espressa all'indicativo per indicare ciò
che i cristiani possiedono già in Gesù Cristo - è seguita da una seconda parte esortativa - espressa
all'imperativo per invitare i cristiani a vivere in maniera degna di quello che hanno già ricevuto). Al
massimo, si può ammettere un certo sviluppo progressivo nella parte esortativa, se si considera che
l'attualità della minaccia si delinea con maggiore precisione a partire da 4,12.
Il contenuto della lettera può essere schematizzato come segue:
Indirizzo e saluto, 1,1-2.
Rendimento di grazie (nello stile delle benedizioni ebraiche, cf Ef 1,3- 14), che si sviluppa in una
riflessione sulla rivelazione del piano della salvezza.
Prima esortazione rivolta a dei cristiani di origine pagana per invitarli ad una rottura definitiva con il
loro precedente stile di vita, 1,13-2,10.
Invito a vivere nella santità a motivo della speranza che Cristo ci ha acquistato, 1,13-21.
Alcuni consigli circa la vita comunitaria, 1,22-2,3.
Fondamento dottrinale: Dio ha scelto i cristiani a far parte del tempio spirituale che ha per fondamento
Cristo, affinché essi proclamino le opere meravigliose di colui che li ha chiamati alla luce, 2,4-10.
Seconda esortazione, 2,11-3,12.
Insegnamento generale sulla condotta da tenere in mezzo ai pagani, 2,11-12.
Doveri dei cristiani a seconda della loro posizione: doveri verso l'autorità, doveri dei servi verso i
padroni, doveri reciproci degli sposi, 2,13- 3,7.
Nuovo invito all'amore fraterno, 3,8-12.
Terza esortazione, 3,13-4,11.
Invito alla fiducia di fronte all'ostilità del mondo, 3,13-17.
Fondamento di questa giusta fiducia: la vittoria totale di Cristo, 3, 18-22.
Conseguenza pratica derivante dall'esempio di Cristo: rottura con il peccato, 4,1-6.
Vigilanza nella vita comunitaria, 4,7-11.
Quarta esortazione, dettata dalla imminenza della persecuzione, 4, 12-19.
Esortazioni particolari, 5,1-11.
Richiamo dei capi della comunità ai loro doveri, 5,14.
Umiltà e vigilanza, 5,5-11.
Conclusione, 5,12-14.
La vita cristiana secondo la prima lettera di Pietro
La 1 Pt è portatrice di un messaggio specifico che sovente è stato misconosciuto. Ora, questo valore
viene in luce con tutta evidenza non appena si prende in considerazione lo stato di cose a cui la lettera
si riferisce. L'autore non si trovava nella situazione di dover porre i fondamenti della fede, ormai noti ai
lettori ai quali egli si rivolgeva (1,12). Di fronte alle crescenti difficoltà che si presentavano alle
comunità cristiane, si trattava piuttosto di esortare i battezzati ad essere perseveranti, a motivo della
speranza che era stata loro annunziata. A tale scopo, l'apostolo orienta lo sguardo dei suoi lettori su
Gesù Cristo, affinché prendano (o riprendano) coscienza della forza di vita nuova che è in lui (1,3; 2,2);
egli insiste pure sul carattere vittorioso della speranza che hanno ricevuto e che deve diventare
sorgente di una perseveranza attiva e gioiosa nella vita di ogni giorno.
a) Radicamento nell'opera di Cristo
L'autore ha la certezza che i suoi lettori sono stati scelti da Dio in Gesù Cristo e fanno ormai parte del
suo popolo (1,2-3; 2,9). Egli vuole tuttavia renderli più profondamente radicati nell'opera compiuta dal
loro Signore e Maestro. In questo senso, ricorda ad essi il sacrificio di Cristo (1,2; 1,19) e le sue
sofferenze (2,21- 24), per spronarli a seguire il suo esempio (2,21). Per lo stesso motivo, insiste sulla
vittoria di Cristo; vittoria che si estende a tutte le sfere dell'universo (3,18-22) e alla quale neanche la
morte può fare ostacolo (4,6; cf 3,19). Ormai i credenti devono mantenersi uniti a colui che è la pietra
angolare, il solido fondamento della comunità (2,4-8).
Facciamo notare, a questo riguardo, che la cristologia della lettera è più simile a quella presentata nella
pria. parte degli Atti (specialmente nei discorsi di Pietro), che non a quella di Paolo (si veda, per es., il
tema del Servo sofferente, secondo i riferimenti già indicati; il ruolo del battesimo, At 2,38-40 e 1 Pt
3,21; cf anche At 2,31 e 1 Pt 3,18). Teniamo inoltre presente che la lettera riecheggia numerose
confessioni di fede o inni della comunità cristiana (per es.: 2,22-24; 3,22; 4,5).
b) Speranza viva
Il tema della speranza si impone fin dall'inizio della lettera (1,3. 13. 21). Questa speranza è considerata
sotto il triplice punto di vista della sua origine, del suo oggetto, delle sue conseguenze. Quanto alla sua
origine: non è il frutto dell'immaginazione o degli sforzi dell'uomo; è dono gratuito concesso da Dio
per la risurrezione di Cristo (1,3) (si noti come la risurrezione di Cristo sia strettamente legata alla
realizzazione della salvezza, 1,21; 3,21). Quanto al suo oggetto: la speranza è orientata verso il regno
futuro, verso l’eredità incorruttibile che è assicurata ai credenti, verso il momento in cui la fede cederà
alla visione e il popolo di Dio possederà in modo pieno e definitivo la salvezza che gli è data in Gesù
Cristo (1,4. 7. 13). Quanto alle sue conseguenze per la vita presente dei fedeli, essa, ben lontana dal
confondersi con un atteggiamento stoico o una rassegnazione passiva, diventa invece, in certa
maniera il principio dinamico. di un modo nuovo di comportarsi (1,13-15); dà ai credenti la capacità di
lottare con gioia (1,6), non malgrado la prova, (che, a prima vista, sembrerebbe contraddirla), ma in
mezzo alla prova (4, 12-13). È una speranza che il mondo rimette in causa continuamente; ma il
credente deve essere pronto a darne ragione con tranquilla fermezza (3,15-16).
c) La testimonianza nella vita di ogni giorno
La lettera insiste sulla missione affidata al popolo di Dio nel mondo: Dio ha scelto degli uomini perché
lo servano e diffondano la conoscenza delle sue opere per tutta la terra. Ecco perché in 1 Pt il tema
dell'elezione va di pari passo con quello del sacerdozio dei fedeli (2,5; 2,9; cf Rm ; 12,1). Il servizio
richiesto ai fedeli viene esercitato prima di tutto all'interno della Chiesa (1,22, 2,1-5, 3,8-12, 4,7-11; 5,17). Gli anziani hanno un compito di particolare responsabilità per mantenere la comunità nella pratica
dell'amore fraterno (5,1-4). Ma vi sono anche i doveri che si riferiscono ai diversi aspetti della vita
politica. sociale e familiare (2,11-3,7). Le direttive date a questo riguardo si avvicinano ai codici di vita
morale che si trovavano nella letteratura profana dell'epoca o nel giudaismo. Tuttavia esse ricevono
un significato ed un contenuto nuovo, per il fatto che vengono messe in riferimento al Signore (2,13),
e vengono prese in considerazione tutte le categorie di persone, comprese le più umili. Non sembra
che tali direttive mettano in causa ciò che poteva esservi di contestabile nelle strutture sociali della
epoca: apparentemente, esse non hanno nulla di rivoluzionario. Ma all'interno di una situazione di
fatto, indicano ai credenti la linea da seguire: portare un messaggio di speranza, nell'amore del
Signore. Attraverso questa trasformazione interiore della condizione umana, diventeranno possibili
anche le necessarie riforme della vita sociale. Aggiungeremo che, in linea generale, la lettera non dà
segni di ostilità nei confronti del mondo pagano. Anzi, sottolinea piuttosto la responsabilità che il
popolo di Dio ha verso i pagani: in tutte le circostanze, anche nelle più difficili, i credenti devono agire
in modo da essere luce per i pagani (2,11-12; 3,13-17).
La lettera ripropone ai cristiani di tutti i tempi l'impegno derivante dalla « speranza viva» data a loro in
Gesù Cristo: un'adesione fiduciosa al Signore vittorioso e un'azione costruttiva svolta a servizio di lui.
(Introduzione tratta da Bibbia TOB LDC 1976 - Vol III Pagg 741-747)
Capitolo 1
Indirizzo e saluto
1Pietro,
apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia
e nella Bitinia, eletti 2secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire
a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue: grazia e pace a voi in abbondanza.
Introduzione. L’eredità donata dal Padre
3Sia
benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha
rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, 4per una eredità che non si
corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, 5che dalla potenza di Dio siete
custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi.
Amore e fedeltà nei contronti del Cristo
6Perciò
siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un pò afflitti da varie prove, 7perché il valore
della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a
vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: 8voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza
vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9mentre conseguite la mèta della vostra fede,
cioè la salvezza delle anime.
La rilevazione profetica dello Spirito
10Su
questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti che profetizzarono sulla grazia a voi destinata
di indagare a quale momento o a quali circostanze accennasse lo Spirito di Cristo che era in loro,
quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che dovevano seguirle. 12E fu loro rivelato che non
per se stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno
predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo
sguardo.
11cercando
Esigenze della nuova vita. Santità del neofita
13Perciò,
dopo aver preparato la vostra mente all’azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella
grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. 14Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri
d’un tempo, quando eravate nell’ignoranza, 15ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi
anche voi in tutta la vostra condotta; 16poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo. 17E se pregando
chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con
timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. 18Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e
l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, 19ma con il sangue prezioso di Cristo,
come di agnello senza difetti e senza macchia. 20Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma
si è manifestato negli ultimi tempi per voi. 21E voi per opera sua credete in Dio, che l’ha risuscitato dai morti e
gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.
La rigenerazione mediante la Parola
22Dopo
aver santificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità, per amarvi sinceramente come
fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, 23essendo stati rigenerati non da un seme
corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna. 24Poichè
tutti i mortali sono come l’erba
e ogni loro splendore è come fiore d’erba.
L’erba inaridisce, i fiori cadono,
25 ma la parola del Signore rimane in eterno.
E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato.
Capitolo 2
1Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza, 2come bambini
appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza: 3se davvero avete già
gustato come è buono il Signore.
Il sacerdozio nuovo
4Stringendovi
a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, 5anche voi
venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire
sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. 6Si legge infatti nella Scrittura:
Ecco io pongo in Sion
una pietra angolare, scelta, preziosa
e chi crede in essa non resterà confuso.
7Onore
dunque a voi che credete; ma per gli increduli
la pietra che i costruttori hanno scartato
è divenuta la pietra angolare,
8 sasso d’inciampo e pietra di scandalo.
Loro v’inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati. 9Ma voi siete la stirpe
eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere
meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce; 10voi, che un tempo eravate nonpopolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto
misericordia.
Obblighi dei cristiani: tra i pagani
11Carissimi,
io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai desideri della carne che fanno guerra
all’anima. 12La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come malfattori, al
vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio.
Verso le autorità
13State
sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano, 14sia ai
governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni. 15Perché questa è la volontà di Dio:
che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti. 16Comportatevi come uomini liberi, non
servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio.
17Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re.
Verso i padroni esigenti
18Domestici,
state soggetti con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma
anche a quelli difficili. 19È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente; 20che
gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la
sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. 21A questo infatti siete stati chiamati, poichè
anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme:
22egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca,
23oltraggiato non rispondeva con oltraggi,
e soffrendo non minacciava vendetta,
ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con
giustizia.
24 Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce,
perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
25 dalle sue piaghe siete stati guariti.
Eravate erranti come pecore,
ma ora siete tornati al pastore
e guardiano delle vostre anime.
Capitolo 3
Nel matrimonio
1Ugualmente
voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere
alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati 2considerando la vostra
condotta casta e rispettosa. 3Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati, collane d’oro,
sfoggio di vestiti -; 4cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di
mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. 5Così una volta si ornavano le sante donne che
speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo
signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia.
7E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e
rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre
preghiere.
Tra fratelli
8E
finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno,
misericordiosi, umili; 9non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete
benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. 10Infatti:
Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici,
trattenga la sua lingua dal male
e le sue labbra da parole d’inganno;
11 eviti il male e faccia il bene,
cerchi la pace e la segua,
12 perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti
e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere;
ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il
male.
Nella persecuzione
13E
chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene? 14E se anche doveste soffrire per la giustizia,
beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, 15ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori,
pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto
con dolcezza e rispetto, 16con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi
rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. 17È meglio infatti, se così
vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male.
La risurrezione e la discesa agli inferi
18Anche
Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio;
messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. 19E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli
spiriti che attendevano in prigione; 20essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio
pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate
per mezzo dell’acqua. 21Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del
corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di
Gesù Cristo, 22 il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i
Principati e le Potenze.
Capitolo 4
Rottura con il peccato
1Poiché
dunque Cristo soffrì nella carne, anche voi armatevi degli stessi sentimenti; chi ha sofferto nel
suo corpo ha rotto definitivamente col peccato, 2per non servire più alle passioni umane ma alla volontà di Dio,
nel tempo che gli rimane in questa vita mortale. 3Basta col tempo trascorso nel soddisfare le passioni del
paganesimo, vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle crapule, nei bagordi, nelle ubriachezze e nel culto
illecito degli idoli. 4Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di
perdizione e vi oltraggiano. 5Ma renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti; 6infatti è stata
annunziata la buona novella anche ai morti, perché pur avendo subìto, perdendo la vita del corpo, la condanna
comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spirito.
Nell’attesa della parusia
7La
fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera.
conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati. 9Praticate
l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. 10Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a
servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. 11Chi parla, lo faccia come con
parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato
Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!
8Soprattutto
Felici coloro che soffrono con il Cristo
12Carissimi,
non siate sorpresi per l’incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per
provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. 13Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo,
rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 14Beati voi, se venite
insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi. 15Nessuno di voi
abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. 16Ma se uno soffre come cristiano, non ne
arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome.
17È giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la
fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio?
18E
se il giusto a stento si salverà,
che ne sarà dell’empio e del peccatore ?
19Perciò
anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore
fedele e continuino a fare il bene.
Capitolo 5
Avvertimenti: agli anziani
1Esorto
gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e
partecipe della gloria che deve manifestarsi: 2pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per
forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; 3non spadroneggiando sulle persone
a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. 4E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona
della gloria che non appassisce.
Ai fedeli
5Ugualmente,
voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri,
perchè
Dio resiste ai superbi,
ma dá grazia agli umili.
6Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, 7 gettando in lui
ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. 8Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo,
come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. 9Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli
sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.
10E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà,
dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. 11A lui la potenza nei secoli. Amen!
Ultimo avviso. Saluti
12Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per esortarvi e
attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! 13Vi saluta la comunità che è stata eletta come
voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio. 14Salutatevi l’un l’altro con bacio di carità. Pace a voi tutti
che siete in Cristo!
CAPITOLO 1
Saluto
Io, Pietro, apostolo di Gesù Cristo, scrivo a voi che siete stati scelti da Dio e che ora vivete come
stranieri, dispersi nelle regioni del Ponto, della Galazia, della Cappadòcia, dell’Asia e della Bitinia.
2
Dio nostro Padre vi ha scelti, perché così aveva stabilito: per mezzo dello Spirito Santo vi ha
santificati, perché siate ubbidienti a Gesù Cristo e siate liberati dai vostri peccati grazie alla sua morte.
Dio doni a voi grazia e pace in abbondanza.
1
Ringraziamento a Dio
Benedetto sia Dio, il Padre del Signore nostro Gesù Cristo! Egli ha avuto tanta misericordia per noi,
che ci ha fatti rinascere: risuscitando Gesù Cristo dai morti, egli ci ha dato una vita nuova. Così ora
abbiamo una speranza viva,
4
perché siamo in attesa di ottenere quell’eredità che Dio ha preparato nei cieli. Un’eredità sicura, che
non va in rovina e non marcisce. Essa è preparata anche per voi.
5
Intanto Dio vi custodisce nella fede con la sua potenza, fino a quando vi darà la salvezza, quella che
sta per manifestarsi negli ultimi tempi.
3
Esortazione a essere contenti e fedeli
Perciò siate contenti, anche se ora, per un po’ di tempo, dovete sopportare difficoltà di ogni genere.
Anche l’oro, benché sia una cosa che non dura in eterno, deve passare attraverso il fuoco, perché si
veda se è genuino. Lo stesso avviene per la vostra fede, che è ben più preziosa dell’oro: è messa alla
prova dalle difficoltà, perché si veda se è genuina. Solo così voi riceverete lode, gloria e onore,
quando Gesù Cristo si manifesterà a tutti gli uomini. 8-9 Voi non avete visto Gesù Cristo, eppure lo
amate; ancora non lo vedete, eppure credete in lui. Anzi, state raggiungendo il traguardo della fede,
cioè la vostra salvezza: per questo siete pieni di una gioia grandissima, che non si può esprimere a
parole.
6
7
La salvezza, i profeti e Gesù Cristo
Quando gli antichi profeti parlavano del dono che Dio preparava per voi, essi parlavano di questa
salvezza e cercavano di conoscerla e di capirla sempre più.
11
Essi si sforzavano di scoprire anche il tempo e le circostanze degli avvenimenti che lo Spirito
annunziava; infatti lo Spirito di Cristo era già in loro e faceva conoscere in anticipo i dolori che il
Messia doveva soffrire e la gloria che poi avrebbe avuto. 12 Dio rivelò ai profeti che quel messaggio
non era per loro stessi, ma per voi. E infatti voi ora avete ricevuto l’annunzio di cose che perfino gli
angeli desiderano contemplare. Per mezzo dello Spirito Santo mandato dal cielo, alcuni uomini vi
hanno portato il messaggio del vangelo.
10
Esortazione a vivere santamente
Perciò siate pronti ad agire, rimanete ben svegli. Tutta la vostra speranza sia rivolta verso quel dono
che riceverete da Cristo Gesù, quando egli si manifesterà a tutti gli uomini. 14-15 Non seguite più i
desideri di un tempo, di quando eravate nell’ignoranza. Di fronte a Dio che vi ha chiamati, siate come
figli ubbidienti; egli è santo e anche voi siate santi in tutto quel che fate. 16 Nella Bibbia infatti è scritto:
Siate santi, perché io sono santo.
17
Quando pregate Dio, voi lo chiamate Padre. Egli giudica tutti con lo stesso metro, ciascuno secondo
le sue opere. Perciò nel tempo che dovete passare in questo mondo, comportatevi con grande
rispetto verso di lui.
13
Il prezzo del nostro riscatto
Voi sapete come siete stati liberati da quella vita senza senso che avevate ereditato dai vostri padri:
il prezzo del vostro riscatto non fu pagato in oro o argento, cose che passano; 19 siete stati riscattati
con il sangue prezioso di Cristo. Egli si è sacrificato per voi come un agnello puro e senza macchia. 20
Dio lo aveva destinato a questo già prima della creazione del mondo; ora, in questi tempi che sono gli
ultimi, egli si è manifestato per voi. 21 E voi, per mezzo di lui, credete in Dio che lo ha risuscitato dai
morti e gli ha dato la gloria. Così la vostra fede e la vostra speranza sono rivolte verso Dio.
18
La nuova vita e la parola di Dio
Ubbidendo alla verità, vi siete purificati e ora potete amarvi sinceramente come fratelli. Amatevi
dunque davvero, intensamente: 23 perché voi avete ricevuto la nuova vita non da un seme che muore,
ma da quel seme immortale che è la parola di Dio, viva ed eterna.
24
Così dice la Bibbia:
Tutti gli uomini sono come erba,
la loro gloria è come un fiore di campo.
Secca l’erba, appassisce il fiore;
25
ma la parola del Signore dura in eterno.
E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato.
22
CAPITOLO 2
La pietra viva e il popolo santo
Allontanate da voi ogni forma di male. Basta con gli imbrogli e le ipocrisie, con l’invidia e la
maldicenza!
2
Come bambini appena nati, desiderate il latte puro e spirituale, per crescere verso la salvezza. 3 Voi
davvero avete provato quanto è buono il Signore.
4
Avvicinatevi al Signore. Egli è la pietra viva che gli uomini hanno gettato via, ma che Dio ha scelto
come pietra preziosa. 5 Anche voi, come pietre vive, formate il tempio dello Spirito Santo, siete
sacerdoti consacrati a Dio e offrite sacrifici spirituali che Dio accoglie volentieri, per mezzo di Gesù
Cristo.
6
Si legge infatti nella Bibbia:
Ho scelto una pietra di valore,
e la pongo sul monte Sion
come pietra principale del fondamento.
Chi crede in essa non resterà deluso.
7
Per voi che credete, dunque, questa pietra è molto preziosa. A quelli che non credono, invece, la
Bibbia dice:
La pietra che i costruttori hanno gettato via
è diventata la pietra principale.
8
E poi dice ancora:
È una pietra che fa inciampare,
un sasso che fa cadere.
Essi vi inciampano, perché non hanno voluto ubbidire alla parola di Dio. Questa è la fine che Dio ha
stabilito per loro.
9
Ma voi siete la gente che Dio si è scelta, voi siete per il regno di Dio un popolo di sacerdoti a lui
consacrati, il popolo che Dio si è scelto, per annunziare a tutti le sue opere meravigliose.
Egli vi ha chiamati fuori delle tenebre, per condurvi nella sua luce meravigliosa.
10
Un tempo voi non eravate il suo popolo,
ora invece siete il popolo di Dio.
1
Un tempo eravate esclusi dalla misericordia,
ora invece avete ottenuto la misericordia di Dio.
La vita dei cristiani in mezzo ai pagani
Carissimi, voi siete come stranieri ed emigranti in questo mondo; perciò io vi consiglio di stare
lontani da quei desideri egoistici che vi spingono alla rovina. 12 Comportatevi bene in mezzo ai pagani:
anche se parlano male di voi e dicono che siete dei malfattori, nel giorno del giudizio dovranno
riconoscere che le vostre opere sono buone e daranno gloria a Dio.
13
Per amore del Signore, ubbidite a tutte le autorità umane: sia all’imperatore che comanda su tutti, 14
sia ai governatori che egli manda a punire i malfattori e a premiare quelli che fanno bene. 15 Perché
questa è la volontà di Dio: che voi facciate il bene, in modo da chiudere la bocca agli uomini stolti e
ignoranti.
16 Comportatevi da uomini liberi, ma non usate la vostra libertà come un velo per coprire la malizia;
piuttosto siate come servitori di Dio.
17
Rispettate tutti, amate i fratelli nella fede, adorate Dio, rispettate l’imperatore.
11
La sofferenza e l’esempio di Cristo
Voi, servi, ubbidite con grande rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e gentili, ma anche a
quelli prepotenti.
19
Per chi conosce Dio, è una grazia soffrire perché si è trattati ingiustamente. 20 E infatti che merito ci
sarebbe a sopportare un castigo quando si è colpevoli? Ma se voi fate il bene e sopportate con
pazienza le sofferenze, allora è una grazia di Dio.
21
Dio vi ha scelti perché vi comportiate come Cristo quando morì per voi. Egli vi ha lasciato un
esempio da seguire.
22
Egli non ha mai fatto un peccato,
con le sue parole non ha mai imbrogliato nessuno.
23
Quando lo offendevano, non offendeva;
quando lo facevano soffrire, non parlava di vendetta,
ma aveva fiducia in Dio che giudica con giustizia.
24
Egli ha preso su di sé i nostri peccati,
e li ha portati con sé sulla croce,
per farci morire riguardo al peccato
e farci vivere una vita giusta.
Le sue ferite sono state la vostra guarigione.
25
Eravate come pecore disperse,
ma ora siete tornati al vostro pastore,
al guardiano delle vostre anime.
18
CAPITOLO 3
Mogli e mariti
Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti; così se qualcuno di loro non crede alla parola di
Dio, potrà arrivare alla fede guardando il vostro modo di vivere. Non ci sarà bisogno di tante parole, 2
basterà che vedano la vostra vita pura e rispettosa. 3 Non preoccupatevi di essere belle al di fuori, con
pettinature raffinate, gioielli d’oro e vestiti eleganti. 4 Cercate invece la bellezza nascosta e durevole,
quella del cuore. Cercate di avere un animo buono e sereno: queste sono cose preziose di fronte a
Dio. 5 Questi erano, un tempo, gli ornamenti delle donne sante che speravano in Dio. Esse erano
rispettose dei loro mariti, 6 come Sara che ubbidiva ad Abramo e lo chiamava “mio signore”. Se fate il
bene e non vi lasciate spaventare da nessuna difficoltà, voi siete autentiche figlie di Sara.
1
E così anche voi, mariti: vivete con le vostre mogli tenendo conto che la loro natura è più delicata.
Trattatele con rispetto perché esse devono ricevere da Dio il dono della vita eterna come voi. A questo
modo non vi sarà difficile pregare insieme.
7
I rapporti tra cristiani
Infine, fratelli, ci sia perfetta concordia tra voi: abbiate compassione, amore e misericordia gli uni
verso gli altri. Siate umili. 9 Non fate il male a chi vi fa del male, non rispondete con insulti a chi vi
insulta; al contrario, rispondete con buone parole, perché anche Dio vi ha chiamati a ricevere le sue
benedizioni.
10
E come dice la Bibbia:
Chi vuole avere una vita felice,
chi vuol vivere giorni sereni,
tenga lontana la lingua dal male,
con le sue labbra non dica menzogne.
11
Fugga dal male e faccia il bene,
cerchi la pace e sempre la segua.
12
Ai giusti guarda il Signore,
ascolta le loro preghiere
e va contro chi opera il male.
8
Di fronte alle persecuzioni
E chi vi potrà fare del male, se voi siete sempre impegnati a fare del bene? 14 E anche se qualcuno
vi fa soffrire per il fatto che vi comportate bene, beati voi! Non abbiate paura di loro, non lasciatevi
spaventare.
15
Piuttosto riconoscete nel vostro cuore che Cristo è il Signore. Siate sempre pronti a rispondere a
quelli che vi chiedono spiegazioni sulla speranza che avete in voi, 16 ma rispondete con gentilezza e
rispetto, con la coscienza pulita. In tal modo quelli che parlano male del vostro comportamento
cristiano dovranno vergognarsi delle loro parole. 17 Infatti se questa è la volontà di Dio, è meglio
soffrire per aver fatto il bene che per aver fatto il male.
13
La salvezza per mezzo di Cristo
Anche Cristo è morto per voi. Egli è morto una volta per sempre, per i peccati degli uomini. Era
innocente, eppure è morto per i malvagi, per riportarvi a Dio. Egli è stato ucciso nel corpo, ma lo
Spirito di Dio lo ha fatto risorgere. 19 E con la forza dello Spirito egli è andato ad annunziare la
salvezza anche agli spiriti imprigionati, 20 cioè a quelli che un tempo non ubbidivano a Dio. Mentre Noè
costruiva l’arca, Dio li sopportava con pazienza; ma poi solamente otto persone, otto in tutto,
entrarono nell’arca e si salvarono attraverso l’acqua.
21
Quest’acqua era un immagine del battesimo che ora salva voi. Il battesimo non è un lavaggio del
corpo, per togliere via lo sporco; è invece un’invocazione a Dio, fatta con buona coscienza. Il
battesimo vi salva perché Cristo è risorto, 22 e ora si trova in cielo, Accanto a Dio, egli regna sopra tutti
gli angeli, le forze e le potenze celesti.
18
CAPITOLO 4
Una vita nuova
Dunque, poiché Cristo ha sofferto nel suo corpo, anche voi fortificatevi con il suo stesso modo di
pensare. Chi ha sofferto nel corpo non ha più legami con il peccato, 2 non è più schiavo delle passioni
umane, ma vive il resto della sua vita mortale seguendo la volontà di Dio. 3 In passato voi siete vissuti
1
per troppo tempo facendo quel che piace ai pagani: vizi, malvagi desideri, ubriachezze, orge, bagordi
e il vergognoso culto degli idoli.
4
Ora invece i pagani si meravigliano perché voi non vivete più con loro in questo mare di corruzione,
e perciò parlano contro di voi. 5 Ma essi dovranno rendere conto a colui che è pronto a giudicare tutti,
sia i vivi che i morti. 6 Per questo il messaggio del vangelo è stato annunziato anche ai morti: perché,
pur avendo ricevuto nel loro corpo la condanna comune a tutti gli uomini, ora per mezzo dello Spirito
di Dio, possano vivere la vita di Dio.
7
La fine di tutte le cose è ormai vicina. Siate giudiziosi e sempre pronti alla preghiera. 8 Soprattutto
vogliatevi molto bene tra voi, perché l’amore cancella una grande quantità di peccati. 9 Siate ospitali gli
uni con gli altri, senza mormorare. 10 Usate bene i vari doni di Dio: ciascuno metta a servizio degli altri
la grazia particolare che ha ricevuto. 11 Così, chi ha il dono di parlare parli per diffondere la parola di
Dio: chi ha un incarico lo compia con la forza che viene da Dio; in modo che sempre sia data gloria a
Dio, per mezzo di Gesù Cristo. A lui appartiene la gloria e la potenza, per sempre. Amen!
Le persecuzioni e la gioia cristiana
Carissimi, non meravigliatevi delle persecuzioni che sono scoppiate in mezzo a voi. Non è un fatto
strano: è una prova. 13 Piuttosto siate ben contenti di partecipare alle sofferenze di Cristo, perché così
potrete essere pieni di gioia anche quando egli manifesterà a tutti gli uomini la sua gloria. 14 Se vi
insultano perché siete discepoli di Cristo, beati voi! Allora il glorioso Spirito di Dio rimane su di voi. 15
Nessuno di voi si metta nella condizione di subire condanne perché è assassino o ladro o delinquente
o spione. 16 Ma se uno soffre perché è cristiano, allora non abbia vergogna. Anzi, ringrazi Dio di
portare questo nome.
17 È arrivato il momento nel quale comincia il giudizio di Dio, ed è il popolo di Dio ad essere giudicato
per primo. Ora, se il giudizio comincia da noi a questo modo, come sarà alla fine, quando colpirà quelli
che si rifiutano di credere alla parola di Dio? 18 Come dice la Bibbia: Se tra tante difficoltà è salvato il
giusto, cosa accadrà al malvagio e al peccatore?
19
Perciò quelli che soffrono facendo la volontà di Dio continuino a fare il bene e si mettano nelle mani
del loro Creatore con piena fiducia.
12
CAPITOLO 5
Le guide della comunità
Ora mi rivolgo a quelli che in mezzo a voi sono i responsabili della comunità. Anch’io sono uno di
loro, sono testimone della sofferenza di Cristo e partecipo alla gloria che Dio mostrerà presto a tutti gli
uomini.
2
Voi, come pastori, abbiate cura del gregge che Dio vi ha affidato; sorvegliatelo non solo per
mestiere, ma volentieri, come Dio vuole. Non agite per il desiderio di guadagno, ma con entusiasmo. 3
Non comportatevi come se foste i padroni delle persone a voi affidate, ma siate un esempio per tutti. 4
E quando verrà Cristo, il capo di tutti i pastori, voi riceverete una corona di gloria che dura per sempre.
1
Umiltà e attenzione
Così anche voi, giovani. Siate ubbidienti a quelli che sono più anziani di voi.
E tutti siate sempre umili, pronti a servire gli altri, perché la Bibbia dice:
Dio si mette contro i superbi
ma è generoso con gli umili.
6
Dunque, piegatevi sotto la potente mano di Dio, perché egli vi innalzi al momento opportuno. 7
Affidate a Dio tutte le vostre preoccupazioni, perché egli ha cura di voi. 8 State attenti e ben svegli,
perché il vostro nemico, il diavolo, si aggira come un leone affamato, cercando qualcuno da divorare. 9
Ma voi resistete, forti nella fede! E sappiate che anche gli altri cristiani sparsi per il mondo devono
soffrire le stesse difficoltà, come voi.
5
Ma dopo che avrete sofferto per un po’ di tempo, Dio vi darà pace. Da lui viene ogni grazia, ed è lui
che vi ha chiamati a partecipare alla sua gloria eterna, per mezzo di Cristo. Perciò egli vi renderà
stabili e forti, vi metterà su solide fondamenta. 11 A lui appartiene la forza, per sempre. Amen!
10
Saluti finali
Vi ho scritto questa breve lettera con l’aiuto di Silvano, che per me è un fratello fedele. Vi assicuro
che questa è la vera grazia di Dio e vi incoraggio a rimanere in essa, fermamente.
13
La comunità cristiana che abita in questa Babilonia vi saluta. Anche Marco, mio figlio, vi saluta.
14
Salutatevi a vicenda con un bacio fraterno.
Pace a voi tutti che appartenete a Cristo.
12