Chiesa di Reggio Emilia - Guastalla
Solennità del Corpo e Sangue del Signore
Concelebrazione
e processione eucaristica
presieduta da S. E. Mons. Adriano Caprioli
Vescovo di Reggio Emilia - Guastalla
Reggio Emilia, 15 giugno 2006
Canto d’ingresso: Chiesa di Dio, popolo in festa
Chiesa di Dio, popolo in festa,
alleluia, alleluia!
Chiesa di Dio, popolo in festa,
canta di gioia, il Signore è con te!
Dio ti ha scelto, Dio ti chiama,
nel suo amore ti vuole con sé;
spargi nel mondo il suo Vangelo,
seme di pace e di bontà.
Dio ti guida come un padre:
tu ritrovi la vita con lui.
Rendigli grazie, sii fedele,
finché il suo Regno ti aprirà.
Dio ti nutre col suo cibo,
nel deserto rimane con te.
Ora non chiudere il tuo cuore:
spezza il tuo pane a chi non ha.
Dio mantiene la promessa:
in Gesù Cristo ti trasformerà.
Porta ogni giorno la preghiera
di chi speranza non ha più.
Chiesa, che vivi nella storia,
sei testimone di Cristo quaggiù:
apri le porte ad ogni uomo,
salva la vera libertà.
Chiesa, chiamata al sacrificio
dove nel pane si offre Gesù,
offri gioiosa la tua vita
per una nuova umanità.
ATTO PENITENZIALE
Si fa una breve pausa di silenzio.
Kyrie, eleison!
Signore, che nella celebrazione dell’Eucaristia
ci nutri alla mensa della Parola e del pane di vita,
abbi pietà di noi.
Kyrie, eleison!
Cristo, che alla scuola dell’Eucaristia
ci insegni a servire i fratelli nella carità,
abbi pietà di noi.
Christe, eleison!
Signore, che nell’Eucaristia effondi la pienezza dello Spirito,
per edificare e riunire la tua Chiesa,
abbi pietà di noi.
Kyrie, eleison!
GLORIA
Rit.: Gloria a Dio nei cieli, pace su tutta la terra!
S
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa! Rit.
Signore Dio, re del cielo, il Padre onnipotente!
Signore Dio, agnello di Dio, Figlio del Padre! Rit.
Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi! Rit.
Tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo
Gesù Cristo, con lo Spirito Santo, nella gloria del Padre! Rit.
COLLETTA
Preghiamo.
Signore, Dio vivente,
guarda il tuo popolo radunato intorno a questo altare,
per offrirti il sacrificio della nuova alleanza;
purifica i nostri cuori,
perché alla cena dell’Agnello
possiamo pregustare la Pasqua eterna
della Gerusalemme del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
liturgia della Parola
I LETTURA (ES 24,3-8)
Dal libro dell’Esodo
In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme.
Tutto il popolo rispose insieme e disse: “Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li
eseguiremo!”.
Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai
piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli
Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il
Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare.
Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: “Quanto il
Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!”.
Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: “Ecco il sangue dell’alleanza,
che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!”.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (dal Sal 115)
Tu ci disseti, Signore, al calice della gioia.
Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
II LETTURA (Eb 9,11-15)
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, Cristo, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più
grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa
creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per
sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei
capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li
santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito
eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere
morte, per servire il Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la
sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono
stati chiamati ricevano l’eredità eterna che è stata promessa.
Parola di Dio.
L’assemblea rimane seduta, mentre si compiono i riti di preparazione alla processione con
l’evangeliario.
CANTO AL VANGELO (Gv 6,51)
Quando il diacono si reca all’altare per prendere l’evangeliario, tutti si alzano in piedi e inizia
l’acclamazione al Vangelo.
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo,
dice il Signore;
chi mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
VANGELO (Mc 14,12-16. 22-26)
Dal Vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero:
“Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?”. Allora mandò
due dei suoi discepoli dicendo loro: “Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una
brocca d’acqua; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov’è la
mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al
piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi”. I discepoli
andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro,
dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e
ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti.
In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò
nuovo nel regno di Dio”.
E dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Parola del Signore.
Dopo l’acclamazione Lode a te, o Cristo, si riprende il canto dell’Alleluia e il diacono porta al
Vescovo l’evangeliario da baciare e poi lo depone aperto sull’altare.
OMELIA
Breve momento di silenzio
PROFESSIONE DI FEDE (Simbolo apostolico)
In comunione con tutta la Chiesa cattolica,
professiamo la nostra fede:
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
T
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna. Amen.
Preghiera universale
Il sacramento del Corpo e del Sangue del Signore
è culmine e fonte di tutta la vita della Chiesa,
pegno di benedizione e di salvezza per il mondo intero.
Sia unanime la nostra preghiera,
perché da questo grande mistero
scaturisca il dono della nostra unità e della pace.
Rit. Dona la tua pace, Signore
Per la santa Chiesa:
fortificata dal pane della vita,
cammini sulle strade del mondo
e annunci con le parole e con le opere
il dono dell’alleanza tra Dio e l’umanità,
sigillata nel sacrificio pasquale di Cristo. Preghiamo.
Per tutte le Chiese che sono in Italia,
e che si preparano a celebrare il IV Convegno Ecclesiale nella città di Verona;
perché da questo momento di grazia attingano forza,
per testimoniare in ogni ambiente e situazione di vita
la speranza che risplende in Cristo Gesù.
Preghiamo.
Per tutta la famiglia dei popoli: il dono di Cristo,
pane spezzato e sangue versato per la salvezza del mondo,
porti frutti di pace e di giustizia,
perché tutti possano vivere nella concordia,
cooperando alla crescita di un mondo più giusto e fraterno. Preghiamo.
Per la nostra Chiesa di Reggio Emilia – Guastalla,
che in questa sosta rende grazie a Dio per i doni ricevuti nell’anno pastorale,
singolarmente arricchito dalle Ordinazioni episcopale, diaconale, presbiterale:
impari dalla Vergine ad adorare con gioia e gratitudine il Signore Gesù Cristo,
nato da Maria, presente nel sacramento dell’Eucaristia. Preghiamo.
Per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito;
per i malati, gli anziani, le persone sole e dimenticate;
per le famiglie in difficoltà; per quanti non hanno speranza;
per chi è lontano dal proprio paese, è privo di casa e lavoro;
per gli zingari, i carcerati e i poveri tutti. Preghiamo.
Il Vescovo conclude con l’orazione:
Signore Gesù,
che nel sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue
hai posto la sorgente dello Spirito che dà la vita,
fa’ che la tua Chiesa, spezzando il pane in tua memoria,
diventi il germe dell’umanità rinnovata, a lode di Dio Padre.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
liturgia eucaristica
CANTO ALLA PRESENTAZIONE DEI DONI: Benedetto sei tu, Padre di Cristo
Rit.:
Benedetto sei tu, Padre di Cristo,
per noi rivive in questo pane e vino
il mistero gioioso del tuo amore.
In Cristo tu ci hai scelto per amore
ancora prima che nascesse il mondo
perché davanti a te fossimo santi
e immacolati nella carità.
Al compiersi del tempo dell’attesa
hai rivelato a noi il tuo volere
che tutto il mondo, ricreato in Cristo
vivesse della tua felicità.
Hai chiamato anche noi alla tua gloria
dandoci lo Spirito di Cristo
e la Parola della tua salvezza,
ti ringraziamo Padre di bontà.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Concedi benigno alla tua Chiesa, o Padre,
i doni dell’unità e della pace,
misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
PREGHIERA EUCARISTICA III
Il Signore sia con voi.
In alto i nostri cuori.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
E con...
Sono rivolti ...
È cosa...
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente e misericordioso,
per Cristo nostro Signore.
Sacerdote vero ed eterno,
egli istituì il rito del sacrificio perenne;
a te per primo si offrì vittima di salvezza,
e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria.
Il suo corpo per noi immolato
è nostro cibo e ci dà forza,
il suo sangue per noi versato
è la bevanda che ci redime da ogni colpa.
Per questo mistero del tuo amore,
uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo con gioia
l’inno della tua lode: Santo…
Anamnesi
Mistero della fede.
Ogni volta che mangiamo di questo pane
e beviamo a questo calice,
annunciamo la tua morte Signore,
nell’attesa della tua venuta.
Dossologia
I presbiteri si uniscono al Vescovo nel canto della dossologia:
Per Cristo, con Cristo e in Cristo,
a te, Dio Padre onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
L’assemblea acclama: Amen.
Riti di comunione
* Preghiera del Signore
* Rito della pace
* Frazione del pane
In questa solenne celebrazione eucaristica, a tutti viene data la possibilità di comunicarsi al Corpo e
al Sangue di Cristo. I presbiteri e i diaconi sono invitati ad accostarsi direttamente al calice; ai fedeli
la Comunione viene distribuita “per intinzione”.
Terminata la Comunione, l’ostia consacrata da portarsi in processione viene lasciata sull’altare della
celebrazione
CANTI ALLA COMUNIONE
Eucaristia
Solo:
Prendete, questo è il mio corpo che è dato per voi;
questo è il mio calice dato per tutti voi.
Tutti: Poiché noi mangiamo un solo pane
siamo un unico corpo in comunione con il Signore.
Ti ringraziamo, Padre nostro, per la vite di Davide
che per mezzo di Gesù ci hai rivelato:
gloria a te nei secoli.
Ti ringraziamo, Padre nostro, per la vita e la fede
che nel servo tuo, Gesù, ci hai rivelato:
gloria a te nei secoli.
Poiché noi mangiamo…
Ti ringraziamo, Padre santo, per il tuo santo nome
che per mezzo di Gesù abita in noi:
gloria a te nei secoli.
Ti ringraziamo, Padre santo, perché sei nostra forza;
e per mezzo di Gesù venga la grazia:
gloria a te nei secoli.
Poiché noi mangiamo…
Ti ringraziamo, Padre santo, per l’immortalità e l’amore
che nel servo tuo, Gesù, ci hai rivelato:
gloria a te nei secoli.
Poiché noi mangiamo…
per finire: Prendete, questo è il mio corpo…
Il Signore è la mia forza
Il Signore è la mia forza e io spero in lui;
il Signore è il Salvator, in lui confido,
non ho timore, in lui confido, non ho timore.
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Donaci, Signore, di godere pienamente della tua vita divina
nel convito eterno, che ci hai fatto pregustare
in questo sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
PROCESSIONE EUCARISTICA
ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
L’ostia consacrata viene esposta nell’ostensorio e incensata, mentre l’assemblea canta:
Mistero della Cena è il Corpo di Gesù.
Mistero della Croce è il Sangue di Gesù.
E questo pane e vino è Cristo in mezzo ai suoi.
Gesù risorto e vivo sarà sempre con noi.
Mistero della Chiesa è il Corpo di Gesù.
Mistero della pace è il Sangue di Gesù.
Il pane che mangiamo fratelli ci farà
Intorno a questo altare l’amore crescerà.
Terminato il canto, si lascia una breve momento di adorazione silenziosa, poi un diacono introduce
alla processione con queste o simili parole:
Fratelli e sorelle, ora portiamo il pane eucaristico per le strade della nostra città.
È il segno visibile che Cristo ancora cammina con la sua Chiesa
per sostenerla e orientarla verso i nuovi cieli e la nuova terra,
dove Dio sarà tutto in tutti.
Alziamoci, dunque e camminiamo nel nome del Signore.
Vengono date le indicazioni per un ordinato svolgimento della processione e poi inizia il canto.
Uscendo dalla basilica, i fedeli sono invitati a prendere una candela e a tenerla accesa durante la
processione. Si prega tutti di portare con sé il libretto per partecipare alla preghiera e al canto.
CANTO
Sei tu, Signore, il pane, tu cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova, sei vivo in mezzo a noi.
Nell’ultima sua cena Gesù si dona ai suoi:
“Prendete pane e vino, la vita mia per voi”.
“Mangiate questo pane: chi crede in me, vivrà.
Chi beve il vino nuovo, con me risorgerà”.
Introduzione
Guida
““Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”. Queste parole della
Prima lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana:
l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell’uomo e del suo
cammino. Inoltre, in questo stesso versetto, Giovanni ci offre per così dire una formula
sintetica dell’esistenza cristiana: “Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi
abbiamo creduto”.
Così il Papa Benedetto XVI inizia la sua prima Enciclica; e noi vogliamo accogliere la sua
parola, e lasciarci guidare da essa nell’atto di fede e di adorazione che stiamo compiendo.
“Agape”, amore — ricorda il Papa — è il nome che è stato dato anche all’Eucaristia, perché
“in essa l’agape di Dio viene a noi corporalmente per continuare il suo operare in noi e
attraverso di noi”.
Lasciamoci attirare anche noi da questo mistero di amore e contempliamo nel Santissimo
Sacramento dell’Eucaristia l’amore di Dio, manifestato in Cristo e offerto all’uomo perché
riconosca l’amore con cui Dio l’ha amato, e faccia dell’amore la legge della propria vita.
Canto:
Ubi caritas et amor, Deus ibi est (2 v.)
1. La rivelazione dell’amore di Dio
LETTURA APOSTOLICA (1 Gv 4,8-16)
Dalla prima lettera di san Giovanni, apostolo
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da
Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è
manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo,
perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio,
ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri
peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha
visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.
Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo
Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio
come salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in
lui ed egli in Dio. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è
amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.
Canto:
Ubi caritas et amor, Deus ibi est (2 v.)
LA PAROLA DELLA CHIESA (DC 12-13)
Dall’Enciclica Deus caritas est di Benedetto XVI
In Gesù Cristo, Dio stesso insegue la “pecorella smarrita”, l’umanità sofferente e perduta
[…]. Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli
si dona per rialzare l’uomo e salvarlo — amore, questo, nella sua forma più radicale. Lo
sguardo rivolto al fianco squarciato di Cristo, di cui parla Giovanni (cf. 19,37), comprende
ciò che è stato il punto di partenza di questa Lettera enciclica: “ Dio è amore ” (1 Gv 4, 8). È
lì che questa verità può essere contemplata. E partendo da lì deve ora definirsi che cosa sia
l’amore. A partire da questo sguardo il cristiano trova la strada del suo vivere e del suo
amare.
A questo atto di offerta Gesù ha dato una presenza duratura attraverso l’istituzione
dell’Eucaristia, durante l’Ultima Cena. Egli anticipa la sua morte e resurrezione donando
già in quell’ora ai suoi discepoli nel pane e nel vino se stesso, il suo corpo e il suo sangue
come nuova manna (cfr Gv 6, 31-33). […]
L’Eucaristia ci attira nell’atto oblativo di Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico
il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione. L’immagine
del matrimonio tra Dio e Israele diventa realtà in un modo prima inconcepibile: ciò che era
lo stare di fronte a Dio diventa ora, attraverso la partecipazione alla donazione di Gesù,
partecipazione al suo corpo e al suo sangue, diventa unione. La “mistica” del Sacramento
che si fonda nell’abbassamento di Dio verso di noi è di ben altra portata e conduce ben più
in alto di quanto qualsiasi mistico innalzamento dell’uomo potrebbe realizzare.
G: Invochiamo e ringraziamo il Signore e diciamo: Gloria a te, o Signore.
T. Gloria a te, o Signore.
O Dio, tu hai creato l’uomo nell’unità del corpo e dell’anima,
perché imparasse ad amare con tutto il suo essere: Gloria…
O Dio, hai creato l’uomo e la donna,
e hai voluto che donandosi l’uno all’altra
diventassero sacramento del tuo amore per l’umanità: Gloria…
O Dio, in molti modi hai manifestato il tuo amore
appassionato per l’uomo peccatore e perduto: Gloria…
O Dio, hai tanto amato il mondo
da dare il tuo unico Figlio,
perché il mondo si salvasse per mezzo di lui: Gloria…
O Dio, hai riversato nei nostri cuori lo Spirito Santo,
che è la tua passione d’amore eterno: Gloria…
La Guida pronuncia l’orazione:
O Dio, che ci hai amati per primo e ci hai donato il tuo Figlio,
perché riceviamo la vita per mezzo di lui,
fa’ che nel tuo Spirito impariamo
ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati,
fino a dare la vita per i fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Canto: Quello che abbiamo udito
Rit.:
Quello che abbiamo udito,
quello che abbiam veduto,
quel che abbiam toccato dell’amore infinito
l’annunciamo a voi.
Grandi cose ha fatto il Signore.
Del suo amore vogliamo parlare:
Dio Padre il suo Figlio ha donato,
sulla croce l’abbiamo veduto. Rit.
In Gesù tutto il cielo si apre,
ogni figlio conosce suo Padre;
alla vita rinasce ogni cosa
e l’amore raduna la Chiesa. Rit.
Nello Spirito il mondo è creato
e si apre al suo dono infinito;
il fratello al fratello dà mano
per aprire un nuovo cammino. Rit.
Viene il regno di Dio nel mondo
e l’amore rivela il suo avvento;
come un seme germoglia nell’uomo
che risponde all’invito divino. Rit.
2. Il comandamento dell’amore
LETTURA EVANGELICA (Gv 15,12-17)
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate
gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la
vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo
più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me,
ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto
rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo
vi comando: amatevi gli uni gli altri”.
Canto:
Ubi caritas et amor, Deus ibi est (2 v.)
LA PAROLA DELLA CHIESA (DC 14)
Dall’Enciclica Deus caritas est di Benedetto XVI
La “mistica” del Sacramento [dell’Eucaristia] ha un carattere sociale, perché nella
comunione sacramentale io vengo unito al Signore come tutti gli altri comunicanti: “Poiché
c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo
dell’unico pane”, dice san Paolo (1 Cor 10, 17). L’unione con Cristo è allo stesso tempo
unione con tutti gli altri ai quali Egli si dona. Io non posso avere Cristo solo per me; posso
appartenergli soltanto in unione con tutti quelli che sono diventati o diventeranno suoi. La
comunione mi tira fuori di me stesso verso di Lui, e così anche verso l’unità con tutti i
cristiani. Diventiamo “un solo corpo”, fusi insieme in un’unica esistenza. Amore per Dio e
amore per il prossimo sono ora veramente uniti: il Dio incarnato ci attrae tutti a sé. Da ciò
si comprende come agape sia ora diventata anche un nome dell’Eucaristia: in essa l’agape di
Dio viene a noi corporalmente per continuare il suo operare in noi e attraverso di noi. Solo
a partire da questo fondamento cristologico-sacramentale si può capire correttamente
l’insegnamento di Gesù sull’amore. […]
La consueta contrapposizione di culto ed etica qui semplicemente cade. Nel “culto” stesso,
nella comunione eucaristica è contenuto l’essere amati e l’amare a propria volta gli altri.
Un’Eucaristia che non si traduca in amore concretamente praticato è in se stessa
frammentata. Reciprocamente…, il “comandamento” dell’amore diventa possibile solo
perché non è soltanto esigenza: l’amore può essere “comandato” perché prima è donato.
G: Supplichiamo il Signore
perché ci renda capaci di amarci gli uni gli altri
come fratelli e diciamo: Ascoltaci, Signore.
T: Ascoltaci, Signore.
Perché restiamo uniti a te come i tralci nella vite,
per portare molto frutto, preghiamo: Ascoltaci…
Perché conserviamo l’unità del tuo corpo,
amandoci gli uni agli altri con affetto fraterno, preghiamo: Ascoltaci…
Perché la nostra carità non abbia finzioni,
e sappiamo fuggire il male e attaccarci al bene, preghiamo: Ascoltaci…
Perché tu ci renda lieti nella speranza,
forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera,
solleciti per le necessità dei fratelli,
premurosi nell’ospitalità, preghiamo: Ascoltaci…
Perché sappiamo rallegrarci con quelli che sono nella gioia,
e piangere con quanti sono nel pianto, preghiamo: Ascoltaci…
Perché abbiamo i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri
e gareggiamo nello stimarci a vicenda, preghiamo: Ascoltaci…
La Guida pronuncia l’orazione:
O Dio, che nel Cristo tuo Figlio rinnovi gli uomini e le cose,
fa’ che accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento dell’amore,
per amare te e i fratelli come tu ci ami,
e così manifestare al mondo
la forza rinnovatrice del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Canto: Questo è il mio comandamento
C
Nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici.
T
Questo è il mio comandamento:
che vi amiate gli uni gli altri,
come io ho amato voi.
C
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.
Rit.
Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore:
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Rit.
C
Nessuno ha un amore…
3. La Chiesa, comunità di amore
LETTURA APOSTOLICA (1 Cor 13)
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.
Fratelli, se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono
come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e
conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da
trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi
tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente
mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si
gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del
male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto
crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la
scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma
quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino,
parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò
che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera
confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora
conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più
grande è la carità!
Canto:
Ubi caritas et amor, Deus ibi est (2 v.)
LA PAROLA DELLA CHIESA (DC 20.22)
Dall’Enciclica Deus caritas est di Benedetto XVI
L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo
fedele, ma è anche un compito per l’intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli:
dalla comunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità.
Anche la Chiesa in quanto comunità deve praticare l’amore. Conseguenza di ciò è che
l’amore ha bisogno anche di organizzazione quale presupposto per un servizio
comunitario ordinato. La coscienza di tale compito ha avuto rilevanza costitutiva nella
Chiesa fin dai suoi inizi: “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e
tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte
a tutti, secondo il bisogno di ciascuno” (At 2, 44-45). […]
Con il passare degli anni e con il progressivo diffondersi della Chiesa, l’esercizio della
carità si confermò come uno dei suoi ambiti essenziali, insieme con l’amministrazione dei
Sacramenti e l’annuncio della Parola: praticare l’amore verso le vedove e gli orfani, verso i
carcerati, i malati e i bisognosi di ogni genere appartiene alla sua essenza tanto quanto il
servizio dei Sacramenti e l’annuncio del Vangelo. La Chiesa non può trascurare il servizio
della carità così come non può tralasciare i Sacramenti e la Parola.
Canto:
Ubi caritas et amor, Deus ibi est (2 v.)
G: Affidiamo al Signore la Chiesa che è in Reggio Emilia - Guastalla
e tutte le nostre comunità cristiane, e supplichiamo: Benedici la tua Chiesa, Signore.
T: Benedici la tua Chiesa, Signore.
Perché tutta la Chiesa risplenda per l’amore dei suoi membri,
ed essa viva sempre nell’unità e nella pace, preghiamo. Benedici…
Per il Vescovo Adriano e il suo ausiliare Lorenzo,
per i presbiteri e i diaconi, perché vivano nella comunione
e siano testimoni di carità, preghiamo. Benedici…
Perché le nostre famiglie vivano unite nell’amore,
e siano scuole di carità verso i più poveri e bisognosi, preghiamo. Benedici…
Per i consacrati, chiamati a essere segno eloquente dell’amore di Dio,
e per tutte le loro opere a servizio dei più poveri, preghiamo. Benedici…
Per quanti sono ammalati nel corpo e nello spirito,
e per quanti si occupano della loro cura e assistenza, preghiamo. Benedici…
Per quanti lavorano nella Caritas diocesana,
nelle Mense del povero, nelle Caritas parrocchiali
e nelle diverse forme di servizio della carità,
per la loro perseveranza e testimonianza, preghiamo. Benedici…
Per coloro che sono più ai margini delle nostre comunità cristiane,
perché trovino accoglienza rispettosa e cordiale, preghiamo. Benedici…
La Guida pronuncia l’orazione:
O Dio, donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli;
infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi:
fa’ che ci impegniamo lealmente al servizio dei poveri e dei sofferenti.
La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà,
di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini
si aprano alla speranza di un mondo nuovo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Canto: Dio ha visitato il suo popolo
Rit.
Alleluia, alleluia! Alleluia, alleluia!
Dio ha visitato il suo popolo,
ha fatto meraviglie per noi, alleluia!
Gli occhi dei ciechi vedono la luce,
gli orecchi sordi odono la voce:
Dio ha fatto meraviglie per noi,
Dio ha fatto meraviglie per noi. Rit.
Il lieto annuncio ai poveri è portato,
la vera pace ai popoli è donata:
Dio ha fatto meraviglie per noi,
Dio ha fatto meraviglie per noi. Rit.
I corpi infermi trovano salute,
i piedi zoppi danzano a festa:
Dio ha fatto meraviglie per noi,
Dio ha fatto meraviglie per noi. Rit.
Oggi i bambini entrano nel regno,
i peccatori tornano al Signore:
Dio ha fatto meraviglie per noi,
Dio ha fatto meraviglie per noi. Rit.
Guida
Come ci ricorda il Papa, “Maria è una donna cha ama. In quanto credente che nella fede
pensa con i pensieri di Dio e vuole con la volontà di Dio, ella non può essere che una donna
che ama”.
Mentre la processione raggiunge la sua meta sotto l’immagine della Vergine che dalla
Cattedrale benedice la città e la diocesi, la preghiamo con le parole conclusive
dell’Enciclica di Benedetto XVI:
“Santa Maria, Madre di Dio,
tu hai donato al mondo la vera luce,
Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio.
Ti sei consegnata completamente
alla chiamata di Dio
e sei così diventata
sorgente
della bontà che sgorga da Lui.
Mostraci Gesù. Guidaci a Lui.
Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo,
perché possiamo anche noi
diventare capaci di vero amore
ed essere sorgenti di acqua viva
in mezzo a un mondo assetato”.
Canto: Gerusalemme
Gerusalemme, città del Signore
verso di te torneranno i tuoi figli,
per abitar nella casa del Padre:
palpiterà di gioia il tuo cuore.
Potrai rialzarti e vestirti di luce
poiché la luce viene a te.
Ti chiameranno città del Signore,
perché la gloria di Dio è su di te.
Gerusalemme che scendi dal cielo,
il tuo splendore è gemma preziosa.
Non hai bisogno di luce di sole,
poiché tua lampada è il Signore.
Non hai bisogno nemmeno di un tempio
poiché il Signore è tempio per te.
Cammineranno alla tua luce
ogni nazione ed ogni re.
Così la pace sarà tuo sovrano,
governatore sarà la giustizia.
Tu chiamerai le tue mura “salvezza”
e le tue porte saranno “gloria”.
Non ci saranno più devastazioni
né prepotenze entro di te.
Il tuo Signore sarà luce eterna
e tuo splendore sarà il tuo Re.
CANTO DI ADORAZIONE
Adoriamo il Sacramento
che Dio Padre ci donò.
Nuovo patto, nuovo rito
nella fede si compì.
Al mistero è fondamento
la parola di Gesù.
Gloria al Padre onnipotente,
gloria al Figlio Redentor,
lode grande, sommo onore
all’eterna Carità.
Gloria immensa, eterno amore
alla santa Trinità. Amen.
ORAZIONE
Il Vescovo davanti al Santissimo, a braccia allargate dice:
Preghiamo.
O Dio della nuova ed eterna alleanza,
ascolta la nostra voce che sale a te dalle strade del mondo;
come l’antico Israele cantava i tuoi prodigi
nel cammino verso la terra promessa,
così la Chiesa, fortificata dal pane e dal vino della Pasqua,
canti le tue meraviglie
nel suo peregrinare verso il regno.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
BENEDIZIONE EUCARISTICA
Il Vescovo traccia con l’ostensorio un segno di croce senza nulla dire.
Mentre si porta l’ostia consacrata in Cattedrale per essere riposto nel tabernacolo,
si dicono insieme le seguenti acclamazioni:
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
***
CANTICO DI MARIA
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria…