domenica 14 novembre 2010

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DOMENICA 14 NOVEMBRE 2010
I TITOLI
1. La presentazione ufficiale dei restauri della cripta della Cattedrale
2. Una bellezza ritrovata
3. Il Giubileo della Cattedrale: una Chiesa in cammino
4. Sabato 20 novembre Convegno diocesano Caritas sul tema “Caritas tra affanno e
profezia”
5. Quando una madre decide di salvare il figlio
6. Iniziato l’Avvento Ambrosiano
7. Venerdì 26 novembre, alle 21 in seminario, presentazione del volume “Rendere grazie”, per i 70
anni di Mons. Enrico Mazza
TERZA PAGINA
NOTIZIE IN BREVE
PRIMA PAGINA
1. Sabato mattina 13 novembre nella cattedrale è stata presentata la cripta restaurata alla presenza
del Vescovo Adriano, dell’ausiliare Lorenzo, delle autorità e di tanta gente.
Il primo intervento è stato quello del vescovo molto efficace nell’unire l’ispirazione cristiana agli
spunti letterari. Proponiamo la parte finale del suo intervento.
(inserire audiocassetta)
“I nostri padri, da oltre un millennio, hanno voluto qui in cripta la testimonianza della Chiesa
nascente, portandovi le reliquie dei Santi martiri Crisanto e Daria. Come ha dichiarato il venerabile
Giovanni Paolo II “la Chiesa del primo millennio nacque dal sangue dei martiri, dalla cui
testimonianza come dal seme caduto in terra, essa ha saputo trarre forza e continua ancora oggi ad
alimentarsi per restare fedele al suo Signore”.
“Sì, i Santi hanno attinto la loro capacità di amare il prossimo, in modo sempre nuovo, dal loro
incontro con il Signore. A questa “Chiesa delle radici” bisognerà ritornare quale Chiesa dei Santi e
cattedrale della preghiera: luogo dove sostare nella cultura della fretta, spazio di silenzio tra il
vociare delle piazze, colloquio di salvezza nelle solitudini del cuore, luogo dove dare del tempo al
Signore, che si è dato tempo per me nella Parola, nell’adorazione, nella contemplazione. (…)
Nomi cari, nomi familiari. Nomi di coloro che irradiano la gioia senza saperlo. Nomi di coloro che,
nella tristezza, vivono di speranza. Nomi di coloro che, subita un’offesa, sanno perdonare e provare
pietà per chi li ha offesi. Nomi di coloro che preferiscono passare per ingenui piuttosto che tentare
le vie spregiudicate del successo. Nomi di Vescovi sepolti qui in cripta, come Eduardo Brettoni, di
cui proprio oggi ricorre il centenario della sua ordinazione a vescovo di Reggio e il 65° della sua
morte.
“Siamo tutti un nome. Qui non c’è nulla di ciò che nella successione degli anni diventa motivo di
prestigio, di competizione, di carriera: imprenditore, professore, direttore, Monsignore, Vescovo.
Verrebbe voglia di dire: “Ecco chi sei, al di là dei successi che hai già conseguito o chi ti sarà facile
conseguire. Sei solo un nome, un tuffo nell’esistenza, un appello. Se solo un nome seguito da quelli
dei tuoi genitori, a ricordarti che tutto hai ricevuto e di tutto hai bisogno”.
Sono seguiti gli interventi dell’architetto Mauro Severi, del presidente del Comitato Storchi, di Don
Tiziano Ghirelli e di altri. Finiti gli interventi, il vescovo, e con lui numerosi presenti, è sceso in
cripta, dove con una preghiera ha fatto l’apertura della cripta restaurata. Lì nel pomeriggio è
avvenuto il primo momento di preghiera comune con il canto dei Vespri, con la partecipazione di
numerosi fedeli.
2. Scendendo nella Cripta restaurata, una prima sorpresa è che ci si vede abbastanza anche senza
accendere le luci. Per i nostri avi l’illuminazione artificiale oggi disponibile sarebbe risultata
abbacinante: erano abituati ad alzarsi alle cinque e avevano tutto il tempo di concentrare la
preghiera al mattino. Negli anni Duemila si vive e si lavora con ritmi rovesciati, le liturgie sono
spesso di sera, quindi ben vengano i fari, così come il riscaldamento a terra. I pavimenti, posati
nuovi, sono in marmo e terrazzo alla veneziana, secondo la cromia e la tipologia dei gradini in
marmo dell’altare seicentesco.
Un’altra sorpresa s’incontra ancora più giù, scendendo di qualche gradino in una camera che era
stata ricavata nel 1925, quando la Cripta dei vescovi fu parzialmente restaurata sotto la regia di
monsignor Cottafavi e dello storico dell’arte Siliprandi.
È un mosaico a pavimento di età romana, con tutta probabilità più antico di quello del IV secolo
d.C. già strappato e ora in restauro, destinato all’esposizione nel Museo Diocesano. Questo era stato
rinvenuto nel Settecento, prima di essere di nuovo ricoperto e riportato alla luce nel secolo scorso.
Il mosaico viene variamente datato; se il tappeto geometrico potrebbe far pensare già al I o II secolo
d.C. la fascia di girali con fiori, una cerbiatta, altri animali e le porte della città direbbero piuttosto
III secolo. Si trova più o meno allo stesso livello del bellissimo pavimento musivo recentemente
scoperto che, a differenza di questo piccolo mosaico, ha dovuto essere staccato, perché era meno
protetto dall’umidità e comunque non sarebbe stato visitabile nel posto.
Ma la sorpresa più grande rimane l’intera vicenda della Cattedrale e del suo luogo più intimo, la
Cripta, che da mille anni ospita le reliquie dei santi patroni Crisanto e Daria e quelle di vescovi,
religiosi e cittadini che hanno voluto essere sepolti qui, vicino ai protettori martiri, ad aspettare la
resurrezione dell’ultimo giorno. È una storia scritta nella pietra e composta di tanti capitoli
stratificatisi nel corso dei secoli.
Durante lo studio delle diverse fasi costruttive della Cripta, aggiunge il direttore dei lavori architetto
Mauro Severi, “siamo riusciti a ritrovare anche la fondazione delle absidi romaniche, che sono al di
sotto del pavimento, perché le attuali absidi sono frutto dell’ampliamento voluto dal vescovo
Francesco Arlotti all’inizio del Cinquecento”. Altra curiosità, a proposito di altezze: un tempo
scendere in Cripta dalle scale era più agevole, perché la chiesa superiore aveva il pavimento 60 cm
più basso. Nel Cinquecento il vescovo Arlotti fece scavare le parti laterali per metterle a livello
dell’altare di Crisanto e Daria, perché quest’ultimo acquistasse maggiore risalto; sotto il manufatto
marmoreo non sono state però trovate vestigia di un eventuale altare primitivo, il che conferma
l’ipotesi che dal Mille la quota sia rimasta pressoché invariata o leggermente più alta dell’attuale,
nonostante la città, d’attorno, abbia continuato a crescere.
Diciamo una parola sull’accessibilità alla Cripta. In passato esisteva anche una scalinata centrale
che collegava gli spazi liturgici inferiore e superiore. Al restauro degli accessi storici,
probabilmente realizzati nel Seicento e poi trasformati, i lavori di questi tre anni hanno affiancato la
realizzazione di una nuova rampa per favorire gli spostamenti di disabili e anziani. Era un’altra
delle condizioni necessarie poste dal progetto liturgico del Vescovo Adriano.
Viene spontanea una sosta davanti all’altare. Qui, a pavimento, è stata conservata una striscia di
marmo uguale a quello dell’altare seicentesco, nel cui sarcofago, sotto la mensa - mercoledì 1°
dicembre, alle 9 - sarà finalmente ricollocata l’urna di rovere contenente le reliquie dei Santi
Crisanto e Daria.
Al problema di dotare lo spazio di panche o inginocchiatoi “omogenei” si darà presto una soluzione
(nei secoli si sono accumulati modelli differenti e non tutti idonei); nel frattempo il coro ligneo
cinquecentesco tiene 80 posti comodi. Quel che è certo è che vicino all’altare sarà collocato un
piccolo ambone per esporre continuamente il vangelo. Non arredo, ma richiamo all’essenziale della
Cripta: luogo di preghiera e di adorazione del Cristo eucaristico, al cospetto dei suoi Santi.
3. Nel pomeriggio di domenica 14 novembre grande concelebrazione in Cattedrale per l’apertura
del Giubileo, con la lettura della Bolla pontificia contenente la concessione dell’Anno giubilare da
parte di Benedetto XVI.
La lettura del testo è stata affidata al Cancelliere vescovile Mons. Carlo Pasotti. La richiesta era
stata fatta da Mons. Caprioli, il quale nel messaggio per l’avvio dell’Anno giubilare annuncia che la
nostra Cattedrale si appresta a ritornare alla sua vita piena con la riapertura della cripta
nell’anniversario della dedicazione della Cattedrale. “E’ la chiesa, spiega, dove il vescovo ha la
cattedra, presiede le celebrazioni liturgiche, le ordinazioni e i ministeri a servizio della Parola e
della Carità. Non è un caso che, a fianco dell’aula liturgica, la fantasia della carità dei Vescovi che
mi hanno preceduto ha voluto la Mensa del povero nella casa del vescovo, tuttora operante grazie
alla generosità di benefattori dalle parrocchie ed enti della città e del territorio, e alla intraprendenza
di tanti volontari e amici. La Cattedrale è luogo di vita di una comunità, chiesa madre di tutte le
chiese. Ma è - e non ha mai cessato di essere- anche “simbolo della città” …senza “separazione”
tra la dimensione religiosa e quella civile”.
Sono queste le premesse fondamentali per capire il significato dell’Anno giubilare, durante il quale
migliaia di persone verranno in pellegrinaggio. Con quale cuore? Con quali occhi? Con il cuore di
chi ama questa chiesa e con gli occhi di chi sa stupirsi e contemplare la bellezza del Tempio
materiale, riflesso della bellezza di una comunità dove lo Spirito del Signore ha operato in tanti
secoli di storia e opera tuttora.
La Cattedrale nella sua bellezza secolare rimanda a una grande costruzione, la Chiesa locale, dove
noi tutti siamo chiamati ad essere pietre vive per l’edificazione dell’edificio di Dio. Essa è chiamata
ad essere la casa, dove si sperimenta una nuova fraternità e anche una nuova energia per riprendere
con rinnovato vigore il pellegrinaggio verso la Chiesa celeste. Soprattutto durante l’Anno giubilare
essa diventa il luogo dove si raccoglie la famiglia diocesana. Camminando con altre parrocchie
verso la Chiesa Madre e incontrando il Vescovo, l’orizzonte si allarga ben oltre i confini della
propria comunità.
La Cattedrale evoca il vero tempio di Dio, fatto di pietre vive, diventando un cantiere sempre
aperto, dove tutti sono chiamati a lavorare per essere tempio di Dio. I cristiani dovrebbero sentire la
Cattedrale come la propria casa, di cui ognuno è responsabile.
Il cammino comune nella preparazione e nella celebrazione del pellegrinaggio giubilare fa
incontrare più da vicino in particolare le parrocchie di uno stesso vicariato, spingendo a fare un
passo avanti nella collaborazione e verso una “pastorale d’insieme”.
4. “Caritas tra affanno e profezia”: questo il titolo del Convegno diocesano Caritas, consueto
appuntamento di riflessione, formazione e condivisione proposto alle Caritas e ai Centri di Ascolto
parrocchiali, alla comunità ecclesiale e alla cittadinanza. L’appuntamento sarà sabato 20 novembre
all'Oratorio Don Bosco di via Adua (Reggio Emilia), dalle 9 alle 17. Quest’anno la Caritas
diocesana, seguendo le indicazioni di Caritas Italiana, sta portando avanti un lavoro di revisione
della propria attività, partendo dai fondamenti che devono animare questo particolare organismo
pastorale.
Espressione della Conferenza Episcopale Italiana, essa ha lo scopo di promuovere “la testimonianza
della carità nella comunità ecclesiale italiana, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente
funzione pedagogica”.
Programma
ore 9 arrivi e introduzione
ore 9.45 don Daniele Gianotti “La Caritas in ascolto della Parola di Dio”
ore 10.15 Intermezzo musicale
ore 10.25 Antonella Morlini “Leggere il contesto sociale reggiano”
ore 11 don Romano Zanni “Caritas è...”
ore 12. S. Messa presieduta dal Vescovo Adriano
ore 13 pranzo (previa prenotazione)
ore 14.30 presentazione di esperienze di Caritas parrocchiali
ore 15.15 campagna “Zero Poverty”
ore 15.40 comunicazioni varie e conclusione
Info: tel. 0522.922520
[email protected]
5. Quando Margherita ha saputo che il proseguimento della terapia contro il cancro al seno era una
grave minaccia per la vita e la salute del bambino che portava in grembo, non ha esitato a
interrompere le cure pur di salvaguardare la sua creatura. Così la gravidanza è giunta a termine ed è
nato Gabriele, che il 26 marzo compirà due anni. Pur essendo brevi quei giorni, Margherita ha visto
il prodigio della vita fiorire sul volto del figlio da lei generato e da lei salvato.
Ma a prezzo della propria vita. Infatti quando ha potuto riprendere la terapia, non era più possibile
sconfiggere il male.
Margherita, 39 anni, era venuta in Italia dalla Polonia oltre 10 anni fa, portando con sé il primo
figlio Patryk di 15 anni. Era molto conosciuta nella montagna reggiana per servizi prestati a persone
anziane a Cinquecerri di Logonchio e ad Acquabona. Assisteva una signora anziana di Cinquecerri
quando ha conosciuto Adelmo Stefanelli, operaio Enel senza famiglia. Si sono sposati nel novembre
2003.
Dopo il matrimonio la coppia si è trasferita da Ligonchio a Castelnovo Monti, dove nel 2009 è nato
Gabriele. Lunedì 1 novembre la crisi definitiva e martedì all’ospedale di Castelnovo Monti ha
chiuso la sua breve esistenza.
Non era abitualmente praticante, ma con il marito, era sorretta da forti valori, come appunto il
rispetto della vita nascente a tutti i costi.
La sua morte ed ancora più la decisione di salvare il bimbo anche a prezzo della propria vita ha
scosso profondamente l’animo non solo della gente di montagna, ma di chiunque ha conosciuto
quella vicenda.
Margherita è stata coraggiosa e merita tutta l’ammirazione. La sua vicenda evoca quella di Gianna
Beretta Molla, morta nel 1962 Pure lei, madre di tre figli e medico, durante la quarta gravidanza ha
scoperto di avere un fibroma all’utero e ha deciso assieme al marito di rinunciare ad un intervento
chirurgico che avrebbe distrutto la vita della bimba che portava in grembo. Così è nata Gianna
Emanuela, che la madre ha potuto abbracciare prima di morire il 28 aprile 1962. Il suo è stato un
gesto di amore grande che ha coronato una vita tutta improntata dal senso di Dio e dai valori
cristiani. Giovanni Paolo II l’ha proclamata santa nel 2004.
Sotto il profilo strettamente morale non sarebbe stata obbligatoria l’interruzione della terapia da
parte della polacca Margherita, come non sarebbe stato obbligatorio rinunciare all’intervento
chirurgico per rimuovere il tumore da parte di Gianna Beretta Molla. Infatti nell’uno e nell’altro
caso l’intervento sarebbe stato chiaramente terapeutico, pertanto non poteva essere definito abortivo
in quanto appunto mirato ad estirpare una patologia. L’eventuale morte del bambino sarebbe stata
un effetto perverso non voluto di un intervento mirato solo a rimuovere la patologia della donna.
Ma l’amore grande di una madre può spingere al gesto eroico di mettere a repentaglio la propria
vita pur di salvare il nascituro.
Sono luci che splendono nella notte dell’aborto facile, che non pare turbare più di tanto una
insensibilità diffusa.
6. Nei calendari, o almeno nelle agendine, solitamente ancora si legge “Avvento ambrosiano”,
segnalato quest’anno domenica 15 novembre, mentre quindici giorni dopo, domenica 29 novembre
viene indicato l’Avvento romano con una durata di appena 24 giorni.
Si sa che l’Avvento è nato con una configurazione simile alla quaresima, perché la celebrazione del
Natale fin dalle origini fu concepita come la celebrazione della risurrezione di Cristo nel giorno in
cui si fa memoria della sua nascita. Vennero così dedicate sei settimane di preparazione alle
celebrazioni natalizie. Tale arco di tempo fu chiamato "quaresima di S. Martino", poiché il digiuno
iniziava l'11 novembre, come testimonia S. Gregorio di Tours, intorno al VI secolo.
Attorno al secolo VII-VIII la Chiesa romana ridusse l’Avvento a quattro settimane e quest’uso si
diffuse poi in tutta la Chiesa latina occidentale.
A Milano si conservò il computo più antico delle sei domeniche e lo si chiamò “Avvento
ambrosiano”, per distinguerlo dal nuovo Avvento Romano di quattro domeniche.
Al di là delle differenze di quindici giorni nella durata, sia l'Avvento ambrosiano che quello
romano, pur nella diversa strutturazione liturgica delle settimane, ruotano attorno a due prospettive
principali: da una parte l'anniversario della prima venuta del Signore nella sua nascita a Betlemme,
dall’altra la seconda venuta alla fine dei tempi.
Prossimamente faranno le prime apparizioni le luminarie di Natale e altre se ne aggiungeranno con
il passare dei giorni. L'accendersi di una luce sulle nostre città e paesi viene accolto con gioia come
simbolo di festa. Purtroppo normalmente non è la luce evangelica per una umanità nuova; non è la
luce che accende speranza e rischiara il buio nelle vicende personali o sullo scenario mondiale. Lo
sappiamo tutti: sono luci che invitano a nuovi acquisti; luci per il commercio e anche per il
consumismo.
Chi vuole preparare un Natale cristiano già con l’Avvento ambrosiano deve avvertire l’appello ad
accendere qualche luce: luce di una fede diventata più brillante a contatto diretto con la S. Scrittura,
luce della carità nel cammino buio della sofferenza, della malattia, della povertà, della solitudine.
"Allora, come dice il profeta Isaia, la tua luce brillerà fra le tenebre"
Sono queste le stelle che rischiarano il cammino verso il Natale.
7. Si terrà venerdì 26 novembre, presso il Seminario di Reggio Emilia, la presentazione ufficiale di
"Rendere grazie. Miscellanea eucaristica per il 70° compleanno", che raccoglie scritti di monsignor
Enrico Mazza, docente emerito di storia della liturgia all’Università Cattolica di Milano. Questi
studi, pubblicati negli ultimi anni in diverse riviste e miscellanee, sono stati raccolti su iniziativa
dello Studio Teologico Interdiocesano per onorare, con il 70° compleanno di mons. Mazza, il suo
passaggio alla condizione accademica di "professore emerito" – condizione che, peraltro, non gli
impedisce di continuare a insegnare ancora per qualche anno: ciò che sta facendo non solo allo
Studio Teologico Interdiocesano, dove iniziò l’insegnamento nel lontano 1968, ma anche al
Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano.
E saranno appunto le massime autorità accademiche di queste istituzioni a "consegnare" a
monsignor Enrico il volume di oltre 500 pagine, che le Edizioni Dehoniane di Bologna mandano in
libreria in queste settimane, e che sarà spedito direttamente a quanti hanno voluto esprimere,
prenotando il libro in anticipo, il loro riconoscimento e la loro gratitudine per la ricca attività di
ricerca e di insegnamento che ha portato monsignor Mazza ad essere uno degli studiosi più stimati a
livello internazionale nell’ambito della liturgia e della teologia dei sacramenti.
Nella serata del 26 novembre, monsignor Franco Giulio Brambilla, preside della Facoltà Teologica
di Milano, e padre Juan Javier Flores Arcas, rettore dell’Ateneo S. Anselmo di Roma,
dialogheranno tra di loro, e anche con monsignor Mazza, sul significato e la rilevanza della liturgia,
e in particolare dell’Eucaristia, nella vita della Chiesa oggi, affrontando così in stile di
conversazione alcuni dei diversi temi approfonditi negli studi raccolti nel volume "Rendere grazie".
La serata, che avrà inizio alle 21, è aperta a tutti: sono invitati a partecipare in modo speciale,
naturalmente, anzitutto quanti hanno potuto beneficiare dell’insegnamento di monsignor Mazza, sia
nello Studio Teologico Interdiocesano, sia in quel che si chiamava il "Triennio teologico pastorale",
diventato poi l’Istituto di Scienze Religiose; ma tutti coloro che desiderano riflettere sul significato
della liturgia, e vogliono unirsi a questo atto di riconoscenza per la multiforme attività intellettuale,
e pastorale insieme, di don Enrico, saranno i benvenuti.
TERZA PAGINA
IL SILENZIO SULLE PERSECUZIONI DEI CRISTIANI
Dopo l'attacco da parte di gruppi riconducibili ad Al Qaeda contro una chiesa di Bagdad che
provocò oltre cinquanta morti e un centinaio di feriti il 31 ottobre scorso, una nuova ondata di
attentati ha preso di mira, questa volta, le case abitate da cristiani: il bilancio provvisorio,
probabilmente destinato a salire, è di almeno tre morti e decine di feriti. In Iraq è caccia aperta ai
cristiani e, come dice monsignor Matoka, arcivescovo siro-cattoli-co di Bagdad, «il governo non fa
nulla per fermare gli attentati». E facile, per gli occidentali, liquidare la questione come una delle
tante tragiche conseguenze della guerra in Iraq.
C'è del vero ma è anche una spiegazione insufficiente. Così come è insufficiente rilevare che ciò
che sta accadendo è anche la conseguenza della forse prematura scelta americana di dichiarare
chiusa la guerra in Iraq e di ritirare il grosso delle truppe. Un ritiro che ha lasciato l'Iraq in balia dei
piani egemonici iraniani e sta vanificando il lavoro svolto, a suo tempo, dal generale David
Petraeus: la guerriglia sunnita è ora in forte ripresa così come l'attivismo di Al Qaeda.
I cristiani, inermi e quindi facili bersagli, sono vittime in uno scontro di potere fra gruppi islamici.
Ciò che così non si spiega, però, è perché i cristiani siano continuamente oggetto di attentati in una
fascia che va dall'Indonesia all'India, dal Pakistan al Vicino Oriente e che si spinge fino ai territori
islamici dell'Africa subsahariana. Le cifre sulla persecuzione dei cristiani nel mondo sono
impressionanti. Ogni singolo caso ha certamente anche motivazioni «locali», è anche un portato di
condizioni locali. Ciò è vero per definizione. Ma cosa lega la persecuzione dei cristiani nel mondo
extraoccidentale, quale è il denominatore comune?
Il denominatore comune consiste nel fatto che le comunità cristiane, anche se composte da
pachistani, iraniani, nigeriani, o anche se, come nel caso delle comunità del Medio Oriente, lì già
presenti molti secoli prima che arrivasse l'Islam, vengono associate dai loro nemici al mondo
occidentale, ne sono considerate quinte colonne. Uccidere cristiani, anche là dove essi hanno solo la
religione in comune con gli occidentali, ha un grande valore simbolico: elimina una presenza
«impura», la spazza via dai territori che agli occhi di chi uccide, e dei tanti che applaudono alle
uccisioni, appartengono di diritto ai praticanti di un'altra religione e, contemporaneamente, sferra un
altro colpo agli odiati occidentali.
Gli occidentali, però, fanno finta di niente, fingono di non vedere e non capire. La persecuzione dei
cristiani non è un tema che sia mai davvero entrato nelle agende dei governi occidentali di Stati
Uniti e Europa, sembra non riguardarli. Con tutto ciò che succede nel mondo, paiono pensare
governi e opinioni pubbliche, perché dovremmo preoccuparci anche delle disgrazie dei cristiani non
occidentali? Invece, dovremmo preoccuparcene tutti. Il nostro sostanziale disinteresse serve a un bel
po' di fanatici in giro per il mondo anche per prenderci le misure, per giudicarci. Ciò che vedono
può indurli a pensare che siamo deboli e decadenti e che non c'è pertanto alcun motivo di fermare la
mattanza.
NOTIZIE IN BREVE
L’agenda dei vescovi Adriano e Lorenzo della prossima settimana prevede i seguenti appuntamenti:
-Venerdì 19 novembre, alle 18, in Cattedrale, mons. Caprioli presiede l’inizio della solenne
ostensione dei Santi Crisanto e Daria. Partecipa alla preghiera anche mons. Lorenzo Ghizzoni.
- Sabato 20 novembre, in mattinata, presso l’Oratorio «Don Bosco» a Reggio, il Vescovo e
l’Ausiliare partecipano al Convegno diocesano della Caritas.
Alle 12, nell’ambito del Convegno, mons. Caprioli presiede la celebrazione eucaristica
nell’anniversario dell’apertura del Centro di ascolto.
Alle 16.30, a Campegine, l’Ausiliare presiede la celebrazione eucaristica nell’anniversario
dell’apertura della Cooperativa «La Lucerna».
Alle 20.30, a Luzzara, il Vescovo presiede la celebrazione eucaristica per l’ingresso del nuovo
parroco don Piergiorgio Torreggiani.
- Domenica 21 novembre, alle 11.15, nella chiesa parrocchiale di Rivalta, mons. Caprioli presiede
la celebrazione eucaristica nella solennità di Cristo Re e conferisce la Cresima ai giovanissimi.
Alle 11, nella chiesa parrocchiale di Campagnola, l’Ausiliare presiede la celebrazione eucaristica
nella solennità di Cristo Re e conferisce la Cresima ai giovanissimi di Campagnola-Cognento.
Alle 20.30, a Cavriago, il Vescovo presiede la celebrazione eucaristica per l’ingresso del nuovo
parroco dell’Unità pastorale S. Terenziano – S. Nicolò, don Claudio Gonzaga.
* Passiamo ora agli altri appuntamenti della settimana
* Martedì 16 novembre, ore 21, chiesa di Gesù Buon Pastore (viale Umberto I): riprendono gli
incontri mensili della "Associazione laici Amore Misericordioso" aperti a tutti.
* Mercoledì 17 novembre, ore 20.45, cripta del seminario: Scuola di Preghiera per i giovani.
* Giovedì 18 novembre, ore 21, chiesa di San Girolamo, Santa Messa missionaria presieduta da
padre Alfonso Cigarini, reggiano, missionario comboniano in Brasile.
* Alla Rocca di Reggiolo (in piazza Martiri) giovedì 18 novembre, ore 20.45, per il percorso
culturale: "I cristiani e il mondo, una vicenda complessa, da Roma al Vaticano II", il prof. Alfredo
L. Tirabassi presenterà "Una panoramica storica".
* Giovedì 18 novembre, ore 20.45, Don Bosco, Guastalla (Scuola Formazione cristiana, per il corso
di antropologia): don Roberto Pinetti, su "La simbologia del corpo umano".
* La parrocchia di S. Antonio a Sassuolo promuove per giovedì 18 novembre, ore 21 l’incontro sul
tema: Vangelo di Giovanni (5° incontro: "La vite e i tralci").
* Giovedì 18 novembre, ore 21, parrocchia di S. Agostino: nel 1° incontro sui "Salmi" don Gabriele
Burani interverrà su "I canti di Israele" (giovedì 25: don Eleuterio Agostini sul "Salmo 58 (57): C'è
Dio?").
* Venerdì 19 novembre, ore 18, in Cattedrale: inizio dell'ostensione delle reliquie dei santi martiri
Crisanto e Daria.
* Al Centro di aggregazione giovanile “La Gabella” (in via Roma 76), venerdì 19 novembre, ore
21: per "Abramo e Sara, ovvero la precarietà della fede", guidato da Valerio Bassi, 3° incontro:
"Prove di maturità".
* Sabato 20 novembre, ore 9-16.30, Oratorio via Adua: convegno annuale della Caritas diocesana .
* Al Santuario di Montericco, sabato 20 novembre, ore 18.30, per gli incontri delle famiglie
sull'Apocalisse: Giovanna Bondavalli su "Il significato della storia, la salvezza dell'Agnello".
* Domenica 21 novembre, ore 10.30, Basilica di San Prospero: S. Messa per la Giornata diocesana
del Ringraziamento e per la Salvaguardia del creato.
* In parrocchia a Masone, domenica 21 novembre, ore 15.30: nel 1° incontro del percorso "Per
quali legami vale la pena vivere", promosso da Servi e Serve della Chiesa, don Daniele Simonazzi
interverrà su "La comunità luogo di relazioni: la vicenda della Chiesa reggiana".
* Domenica 21 novembre, ore 9-17.30, Santuario di Montericco: "Uomini in Cristo", del Servizio di
Pastorale giovanile per educatori di adolescenti e giovani.
* Lunedì 22 novembre, ore 21, Sala Capitano del Popolo - Hotel Posta: per "Soli Deo Gloria",
Riccardo Castagnetti al claviciterio proporrà "Shakespeare's music".
* Martedì 23 novembre, ore 21, Santuario B.V. della Fossetta in Novellara: i "Cursillos di
Cristianità" promuovono la "Ora apostolica", in preparazione del 40° Corso Uomini.
* Mercoledì 24 novembre, Solennità di San Prospero, protettore della Diocesi, ore 11, Basilica di S.
Prospero: solenne pontificale presieduto dal vescovo Caprioli.
* In Cattedrale, mercoledì 24 novembre, ore 20.30: concerto in onore del Santo Patrono, con la
Filarmonica Reggiana (Messa per coro e strumenti).
* Venerdì 26 novembre, ore 21, in seminario: tavola rotonda per la presentazione della miscellanea
di studi eucaristici di monsignor Enrico Mazza nel suo 70° compleanno.
* Al Carmelo di Sassuolo, venerdì 26 novembre, ore 20.45: p. Fausto Lincio, parlerà sul tema
"Notte oscura" di S. Giovanni della Croce.
* Dal 26 al 28 novembre, a Canali (Villa Borettini): 4° fine settimana di orientamento e formazione
per "Volontari nel mondo", promosso da Centro Missionario e Rtm (Reggio Terzo Mondo) info:
Simone 0522.514205).
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