Il diavolo esiste ancora?

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Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio Stampa: Servizio Documentazione
La Parrocchia della SS. Trinità e il Cinema Teatro President
Presentano un evento dal titolo:
“Il diavolo esiste ancora?”
22 novembre 2002
Intervengono: don Bruno Bottallo (parroco di Stradella, Esorcista della Diocesi di
Tortona), Don Riccardo Alessandrini (Pastoralista, parroco S. Trinità), prof. Manfredi
Saginario (Neurologo, pronipote di Padre Pio di Pietralcina), dott. Armando Siri
(giornalista Mediaste, Presidente Mediaitalia, pronipote del Card. Siri); conduce
Vladimiro Poggi; testi e direzione artistica di Giorgio Betti.
Dal dibattito intervenuto sono stralciate l’intera introduzione di Giorgio Betti e il solo inizio
dell’intervento di don Bruno Bottallo
Giorgio Betti
Chi conosce la nostra attività sa che amiamo occuparci di argomenti che oggi possono apparire più
fastidiosi, soprattutto per un certo conformismo. “Conformismo” che sembra:
 voler far diventare il dialogo un fine più che un mezzo;
 che si contrappone a coloro che invece pensano che un messaggio di
salvezza sia stato dato all’umanità una volta per tutte, per cui ciò che è stato
rivelato rimane immutabile.
Il “diavolo” è l’oppositore per eccellenza, colui che “si mette in mezzo”, il “principe delle mosche”.
E ancora oggi conduce la sua battaglia che sa di aver perso fin dal principio.
Ancora oggi divide:
 coloro che non credono più nella sua esistenza,
 da coloro che si ostinano a prendere sul serio il Magistero cristiano.
Così come divide quelli che:
 inseguono una morale mondana a tutti i costi,
 da quelli che sono convinti che la verità esista saldamente all’interno
della Chiesa.
Essendo molto abile può travestirsi da guerrafondaio, da pacifista, da tiranno o da libertino
dissoluto; e dirige ancora molto bene il suo vecchio trucco di spacciarsi per “angelo di luce”, come
strumento per “giungere alla salvezza” per poi condurci irrimediabilmente alla rovina.
Certo che nel corso dei secoli ha vinto tante battaglie, prima sul piano dottrinale, per esempio
togliendo di mezzo la metafisica e spingendo così gli uomini a non distinguere più:
 tra il bene e il male, perché possono scegliere,
 e gli uomini stessi.
Di modo che negli ultimi due secoli il sangue non ha mai smesso di scorrere, e queste sono state le
sue vittorie sul piano materiale.
Già il fatto che stasera ci domandiamo se esista ancora, è forse segno di una sua passata vittoria, e
forse di una sua imminente sconfitta.
Don Bruno Bottallo
Il diavolo esiste ancora? E se sì, chi è realmente o cos’è realmente il diavolo?
Innanzitutto, credo sia doveroso una premessa. Per un cristiano è imprescindibile, per parlare
dell’esistenza dello “spirito del male” (perché preferisco chiamarlo così), partire da Gesù Cristo.
Cioè, non è possibile affrontare nessun discorso su questo tema se non si parte da una sana
cristologia e da una sana antropologia.
Per “sana cristologia” intendo dire: avere la coscienza e la fede profonda che Gesù è il Figlio di
Dio, Dio fatto uomo, Dio incarnato.
Tra l’altro, una cosa che sento raramente sottolineare (che vorrei dire subito per poi non
dimenticare) è questa: l’azione dello spirito del male nei confronti dell’uomo in genere, e del
cristiano in specie, è che è sempre un’azione rabbiosa, certamente non è amorosa. È dovuta alla sua
invidia per non riuscire a incarnarsi, quindi è invidia verso Gesù Cristo. Allora cerca di colpire il
cristiano perché è immagine e somiglianza di Cristo con il Battesimo. Quindi la sua lotta è contro
Cristo, non è mai contro la persona umana in genere. È Gesù Cristo il suo interesse, proprio perché
non potendosi incarnare ha questa invidia di fondo. Dicevo, è una sottolineatura che si sente
raramente, però è importantissima.
Quindi, se non si parte da una fede in Gesù Figlio di Dio, Dio incarnato, è quasi inutile parlare dello
spirito del male. Perché, per poter dire se il diavolo esiste o no, l’unica affermazione è quella di
Gesù Cristo. È lui che ne parla, e ne parla in termini personali, non solo, ma si scontra, e si vede nei
Vangeli lo scontro con lo spirito del male (cfr. Mt 4, 1-11; Mc 1,12-13; Lc 4, 1-13).
Il “maligno”; infatti, noi dovremmo avere il coraggio di terminare la preghiera del “Padre Nostro”
con “liberaci dal maligno” (cfr. Mt 4,3; 6, 13) e non dal male, perché oggi è equivoca la parola
“male”.
Comunque, Gesù si scontra con il maligno.
È da notare che in questi scontri il corpo della persona posseduta è strumento, ma la persona non c’è
più. Quindi, vuole dire una sostituzione vera e propria dell’io della persona. Tanto è vero che
qualunque azione demoniaca incomincia con un plagio, quindi innanzitutto s’infiltra nella mente
dell’uomo.
C’è anche una “sana antropologia”, perché bisogna vedere chi è l’uomo. Se non si parte di lì è
inutile veramente fare nessun discorso dello “spirito del male”. Se non si parte dall’uomo come
“spirito incarnato”, e non come “carne spiritualizzata” come succede oggi, allora è inutile parlare di
spirito umano.
* Documento rilevato dalla registrazione, adattato al linguaggio scritto, non rivisto dagli autori.
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