Omero, Iliade

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Tazzari Elia
Titolo: Omero, Iliade
Autore: Alessandro Baricco
Genere: epico
“Tutto iniziò in un giorno di violenza”.
Così inizia “Omero, Iliade”, il primo libro di Alessandro Baricco in cui ho avuto occasione di imbattermi.
Un inizio forte e diretto, semplice e immediato, una sola frase che immediatamente fa concepire al lettore il
tema narrato all’ interno del libro: il tema della guerra.
Certo non si tratta però di una guerra qualsiasi. La guerra che viene abilmente narrata dal libro è infatti la più
eterna e splendente di tutte, la più spettacolare ed epica guerra che l’ intera umanità abbia mai visto, la guerra
che da sempre canta dal fondo dei millenni il suo soffio eterno di leggenda: la guerra di cui ci parla questo
testo è quella immortale di Troia, la guerra che nella notte dei tempi uno dei più grandi poeti greci dell’
antichità, un uomo di nome Omero, concepì riunendo in un solo grande testo tutti i valori morali ed eroici di
una civiltà straordinaria: quella degli antichi greci.
L’ Iliade appunto, una delle due più grandi opere a carattere epico greche che, insieme all’ Odissea attribuita
sempre ad Omero, fu per gli antichi greci la storia delle loro origini e del loro coraggio, l’ insieme delle
vicende eterne e leggendarie cantate da sempre dagli aedi alle corti dei re pastori.
Vicende antiche ma immortali, capaci di cantare le gesta di uomini indimenticabili varcando l’ infinita
distesa dei secoli. Una grande storia capace di fare brillare il bronzo delle armi, di spargere il sangue dei
guerrieri caduti sotto le mura e di farci udire le grida selvagge della battaglia dopo eterni millenni.
L’ eterna distruzione di Ilio ( chiamata più comunemente Troia) e dei suoi più valorosi guerrieri rivive in
modo efficace e semplificato nel libro di Baricco, un testo che, come scritto nella prefazione dell’ autore, si è
proposto di trascrivere l’ Iliade in prosa, senza tralasciare però nulla, in modo da potere essere apprezzata da
un pubblico più vasto.
Nel libro ritroviamo i personaggi classici che hanno fatto la storia del poema, Achille, Diomede, Ulisse,
Ettore, Paride ed Elena sono solo alcuni di essi.
Il libro è diviso in molti capitoli in ognuno dei quali un personaggio racconta alcune parti della guerra vissute
in prima persona. Ecco che allora vediamo come prima testimonianza ad aprire il lungo racconto quella di
Criseide, figlia di Crise il vecchio sacerdote di Apollo e poi quella di Tersite, l’ uomo più brutto pervenuto
sotto le mura di Ilio. Poi è il turno di Elena a raccontare, di Pàndaro, di Enea, della nutrice, del vecchio
Nestore, dell’ invincibile Achille, di Diomede, dell’ astuto Ulisse, del giovane Patroclo, di Sarpedonte, di
Aiace di Telamone, del valoroso Ettore, di Fenice, di Antìloco, del re dei re Agamennone, del Fiume che
scorre attraverso la pianura parlando con la voce delle onde, della moglie di Ettore Andromaca, del re di
Troia Priamo ed infine di Demòdoco, l’ aedo alla corte dei Feaci. In ogni capitolo ognuno di questi
personaggi racconta in prima persona gli eventi scritti dagli dei, descrive le proprie sensazioni e i propri
pensieri mentre con un occhio guarda la guerra in tutta la sua crudeltà e barbara fierezza mentre con l’ altro
scruta dentro di sé, dentro la sua mente e all’ interno dell’ anima. Il testo è attraversato dai tipici epiteti
omerici, dalle classiche ripetizioni e dalle continue descrizioni riguardanti la bellezza divina de guerrieri
Achei e Troiani. L’ autore in questo libro ha completamente eliminato le scene riguardanti la venuta e
l’ intervento degli dei all’ interno della guerra, lasciando così più spazio alle vicende che hanno visto come
veri protagonisti gli eroi, i bellissimi e puri eroi omerici.
La trama dell’ Iliade si muove completamente immersa nella sconfinata e polverosa pianura che divide le
imprendibili mura di Troia dalle nere navi degli Achei arenate sulla riva, una pianura vastissima dove scorre
in continuazione il sangue, dove gli eroi cadono a terra fra il fragore dei bronzi , dove i duelli più sanguinosi
hanno inizio e fine, e soprattutto dove l‘ orgoglio e l’ onore dei guerrieri raggiungono i loro picchi più alti, al
momento delle battaglie dirette e cruciali. Questa piana di terra battuta dai passi pesanti degli eroi offre uno
straordinario paesaggio arcaico e selvaggio, un luogo aspro e inaridito dal sole cocente e trionfante sugli elmi
di bronzo. La grandezza dell’ Iliade è simboleggiata proprio da questi luoghi così infiniti e privi di orizzonte,
dall’ immensa e prosperosa città e dai guerrieri, ognuno dei quali viene descritto come una possente statua in
bronzo capace di gesta straordinarie. Nell’ Iliade sono però senza dubbio le battaglie a rendere immortale
quest’ opera. Baricco, raccontandole e descrivendole in prosa, ha voluto dare molto spazio alle battaglie più
o meno importanti del poema, battaglie in cui i due immensi eserciti, somiglianti a due mari di bronzo in
tempesta, si sono scontrati in un vortice di tremenda ma splendidamente fiera violenza. Il cozzare degli
scudi sulle spade, i continui accenni a lance conficcati nei crani, gli elenchi sempre presenti degli uccisi e
degli uccisori sono il vero fulcro attorno al quale ruota tutta la spettacolare vicenda narrata in quest’ opera.
L’ Iliade infatti, come l’ autore afferma esplicitamente nelle ultime pagine dedicate al suo libro, è nient’ altro
che un elogio alla battaglia e alla fiera violenza. Un monumento alla guerra, si potrebbe chiamare più
semplicemente.
Baricco ha cercato quindi di fare fuoriuscire l’ essenza stessa dell’ Iliade trasformandola dalla traduzione in
prosa di Maria Grazia Ciani in un testo comprensibile a tutti e soprattutto ripulito, per così dire, da tutte le
parti superflue. A mio parere ha compiuto un lavoro più che apprezzabile e ammirabile in quanto si è
preoccupato non solo di divulgare un capolavoro dell’ antichità alle nuove e vecchie generazioni che magari
non hanno mai potuto conoscere questa storia indimenticabile, ma ha anche fatto in modo di invogliare il
lettore alla lettura del vero poema, quello in versi, in modo da poterne assaporare a pieno tutta la poesia e la
splendida costruzione.
La storia dell’ Iliade è uno straordinario insieme di imprese eroiche e di tradimenti, di duelli all’ ultimo
sangue e di battaglie in campo aperto condite con scene di vita all’ interno della reggia di Troia e dai pensieri
ricorrenti dei protagonisti riguardanti e loro sorti e i loro diversi destini.
La vicenda raccontata in “Omero, Iliade” si svolge nel corso dell’ ultimo dei dieci anni di guerra fra Achei e
Troiani, un lungo e sanguinoso conflitto causato dal rapimento da parte di Paride, il figlio del re di Troia
Priamo, di Elena, la bellissima moglie di Menelao, uno dei capi Achei e fratello di Agamennone, il grande
Re dei Re.
La storia ha inizio con il racconto di Criseide, una giovane di Tebe fatta prigioniera e schiava dagli Achei.
Un giorno il padre della ragazza, il vecchio sacerdote del dio Apollo Crise, implora il grande re Agamennone
di restituirgli la figlia, unica ricchezza che possiede. L’ avido re nega la restituzione e così una terribile
pestilenza provocata da Apollo si abbatte sul campo degli Achei. L’ indovino Calcante annuncia allora che
soltanto la liberazione della ragazza potrà bloccare il rapido diffondersi della malattia e soprattutto le
tremende ire del dio delle arti. Agamennone allora accetta di rilasciare Criseide ma, non volendo restare
senza una schiava, prende in sostituzione Briseide, la concubina del più forte guerriero Acheo, il grande e
invincibile Achille. Questo torto scatena immediatamente l’ ira dell’ eroe che e decide così di non partecipare
più alla guerra contro i Troiani insieme ai suoi guerrieri Mirmidoni e al fidato amico Patroclo. In questo
modo, nonostante l’ eroismo dei grandissimi eroi greci Ulisse, Diomede, Aiace di Telamone e Menelao, l’
esercito Acheo comincia a subire gravissime perdite. La guerra prosegue fra piccole e grandi battaglie e fra
micidiali e sanguinari duelli all’ ultimo sangue che vedono la morte sia dei Troiani che dei Greci. Intanto
fanno la loro comparsa all’ interno delle varie vicende personaggi celeberrimi come il grande Enea, il futuro
conquistatore troiano del Lazio, o come il meno famoso Pàndaro, abilissimo e infallibile arciere Troiano in
seguito ucciso dalla furia inarrestabile del fortissimo Diomede.
Agamennone intanto cerca di convincere inutilmente Achille ad abbandonare la sua ira, ma l’ eroe resta
irremovibile sulla sua decisione fino a quando un giorno Ettore, il più forte eroe dei Troiani, non riesce a
penetrare con il suo esercito all’ interno del campo Acheo per bruciare tutte le navi Greche arenate sulla riva.
Patroclo, l’ amico fraterno di Achille, riesce a strappare il permesso all’ eroe di scendere in battaglia e così,
indossata la lucente armatura del più forte degli Achei, guida i Mirmidoni verso la vittoria. Purtroppo però,
preso dalla foga della battaglia, Patroclo ingaggia un mortale combattimento con Ettore che vedrà la vittoria
di quest’ ultimo sul prediletto da Achille. Cacciati così i Troiani, i Greci si ritrovano a piangere sul corpo
insanguinato del giovane guerriero mentre Achille, nella sua più cupa disperazione, giura che molto presto
Ettore farà la sua stessa fine.
Così, con la morte di Ettore, comincia la lenta e dolorosa sconfitta di Troia, che verrà alla fine bruciata grazie
all’ abile quanto disonorevole e turpe inganno del Cavallo di Troia.
Ebbene, io consiglio vivamente questo libro a tutti, sia per avvicinarsi a un grandissimo e inimitabile poema,
sia per imparare a conoscere i valori tipici dei greci riguardanti la guerra, l’ amore e, soprattutto, la fiera e
onorevole morte in battaglia, il valore che più di tutti è stato caro a questa grandissima e leggendaria civiltà.
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