Storia di Natale rielaborata da Giuliana Quaglini Mino è un simpatico ragazzo che vende pupazzetti per vivere. Come tante altre volte, oggi, vigilia di Natale, è venuto in città sperando di guadagnare qualcosa. Intrufolandosi tra la gente grida con tutto il fiato: “Pupazzetti, pupazzetti! Regalate un pupazzetto ai vostri bambini…” Ma la gente, immersa nelle proprie preoccupazioni, nemmeno si accorge di lui. Soltanto qualche bambino guarda incuriosito i suoi vivaci pupazzetti. Giorgio ne vorrebbe uno. “Nonna, fermati! C’è un ragazzo che vende pupazzetti. Guarda, muovono le braccia e le gambe…Compramene uno”. La nonna affretta il passo: Ma che cosa vuoi farne. Andiamo, è tardi!” Infatti i negozianti stanno abbassando le serrande e per strada non c’è quasi più nessuno. La giornata è finita senza che Mino abbia potuto guadagnare un centesimo. Al povero Mino non resta che avviarsi verso casa, nel villaggio appena fuori dalla città. Mentre s’incammina il cielo si oscura sempre più e candidi fiocchi di neve cominciano a danzare nell’aria. I pupazzetti, sbattendo l’uno contro l’altro, producono un allegro ticchettio, per tener compagnia al loro padroncino che stasera ha il cuore più triste del solito. Mentre attraversa il boschetto alla periferia della città, dove la neve è già piuttosto alta… Mino inciampa e cade. Alzando gli occhi al cielo, quasi per chiedere aiuto, si accorge che tra le nuvole si affacciano alcune stelle bellissime. Poi una luce, intensa come un lampo, colpisce i suoi occhi. “Cosa succede?”, si domanda Mino guardandosi intorno un po’ spaventato. Ecco, a terra, c’è una stella piccola e splendente. La raccoglie con mani tremanti. “Come luccica e come riscalda! Ma sto sognando o è una stella vera…” , esclama sorpreso! Mino stringe forte la stella sul cuore e si sente meno solo. Tutt’intorno i fiocchi di neve si tingono di svariati colori e i pupazzetti ridono contenti. Poi, sopraffatto dall’emozione, Mino, protetto dal calore della stella, s’addormenta sulla neve. Si è fatto notte, quando un leprotto, in cerca di qualche filo d’erba non ancora coperto dalla neve, si ferma di botto accanto a Mino domandandosi: “Che fa questo ragazzo, qui a quest’ora? Starà male?” Il leprotto lo guarda a lungo…ma non sa proprio che fare per lui… Più tardi la strada del bosco si anima. Su una macchina di gra lusso passa un ricco signore. L’autista vede il ragazzo disteso a terra rallenta. “Che fai, ti fermi? Lascia perdere quel ragazzo. Arriveremo tardi alla messa di mezzanotte!”, lo rimprovera il padrone. L’autista è costretto ad accelerare. Poco dopo arriva un pulmino pieno di gente spensierata che torna dalla cena di Natale. Alcuni si accorgono di Mino e si preoccupano: “Forse dovremmo fermarci un attimo. Quel ragazzo avrà bisogno d’aiuto!” “Ma no, siamo stanchi e abbiano sonno”, rispondono altri. E così proseguono per la loro strada. Anche uno scoiattolo, dalla cima di un albero, ha visto Mino ed è sceso per guardarlo da vicino: “Povero ragazzo! Perché dorme sulla neve? Forse non ha casa”. Lo scoiattolo vorrebbe riscaldarlo vorrebbe riscaldarlo con il suo codone di pelo, ma ha paura di svegliarlo. Ecco un’altra macchina! Due sciatori sono in viaggio verso la montagna. “Ehi, rallenta: c’è un ragazzo steso sulla neve…” Danno uno sguardo frettoloso a Mino, ma poi concludono: “Lasciamo perdere, non roviniamoci la settimana bianca, magari è solo addormentato”. E via, più forte di prima. Sulla stessa strada passa ancora una macchina. Due sposi in viaggio di nozze, sono così immersi nella loro felicità che nemmeno si accorgono di Mino. Riscaldato dalla stella, il ragazzo continua a dormire. Un gufo dall’alto di un ramo gli fa compagnia guardandolo con i suoi grandi occhi curiosi. Vrm…vrm… il rumore di un motorino, lanciato a tutta velocità, rompe di nuovo il silenzio del bosco. Un uomo, che ha appena terminato il turno di lavoro, corre verso casa per festeggiare il Natale con la sua famiglia. Tutto a un tratto scorge Mino ai bordi della strada. Si ferma e si avvicina al ragazzo: “Non sarà mica morto?”, si domanda preoccupato. Poi s’accorge che respira e dorme. Lo sveglia delicatamente. Lo carica sul motorino e via verso casa. Poco dopo, Mino, come in un sogno, si trova in casa, al caldo, attorniato dalla famiglia del suo soccorritore. Mettiti queste scarpe morbide…” “Grazie, grazie!”, risponde Mino sorpreso ed emozionato. E mentre posa la mano sul petto, si ricorda della stella: “Dev’essere proprio un dono del cielo!” pensa fra sé. “Voglio offrirla a questi nuovi amici”. “Guardate!” esclama, mostrando la stella. I bambini non credono ai loro occhi. Gli domandano: “Dove l’hai presa?” “Mi è stata donata dal cielo in questa notte di Natale. Sarà la stella di Gesù. Voglio darne un raggio a ciascuno di voi che mi avete aiutato con tanto amore” Come per incanto la luce della stella si posa sulle persone e sulle cose. Un raggio brilla anche sul presepe che i bambini hanno preparato nella stanza. Mino e i suoi amici sono meravigliati e pieni di gioia. Intanto dalle chiese della città arriva il suono festoso delle campane di Natale. Tutta la famiglia si raccoglie attorno al presepe per festeggiare la nascita di Gesù.