Introduzione alla Rosa che fiorisce ad Est

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FRANCO NAPOLETANO
LA ROSA CHE FIORISCE AD EST
In copertina. La vetrata istoriata, dell’occhio di facciata del Duomo di Arezzo, rappresenta la discesa dello Spirito Santo
sulla Madonna e sugli Apostoli. Opera del Maestro vetraio Guglielmo di Marcillat, eseguita nel 1518.
Per precisazioni su Guglielmo di Marcillat, si rimanda al pregevole lavoro di Don Angelo Tafi “ Il sole racchiuso nei
vetri. Guglielmo De Marcillat e le sue vetrate istoriate di Arezzo ” Ente Provinciale per il Turismo di Arezzo, 1988.
Si rimanda, per meglio comprendere il vero carattere dell’opera del Maestro vetraio,al prezioso lavoro di Padre Giulio
Renzi:” Piero della Francesca, Pittore Teologo. Centrooffset,1990, Siena.
Si veda anche il lavoro di Franco Napoletano “Capacità d’Amore” pag.18-19 .Ed. La Riflessione, Cagliari, 2012
Simurgh: via consapevole per l'Uno che vive in ogni cosa.
Dedicato ad Angela,
che mi è Rosa ed Anima.
Un ringraziamento speciale a
Caterina Germani Corradetti,
per l’assistenza.
Grazie a tutti gli Amici
che ho incontrato
lungo la Via senza forma.
INTRODUZIONE
Se il sole sorge ad est, è LA che bisogna guardare per fiorire e costruire nella luce!
Per costruire il corpo di luce occorre conoscere l’Amore divorante e fare esperienza del Tabor.
Senza riferimento ai punti cardinali celesti, non si può edificare una città.
Lo stesso vale per il Corpo di Luce. Occorrono i punti di riferimento e una guida esperta. In mezzo a tanta oscura
confusione, allora, perché non parlare di luce vivificante?
La Luce è veramente buona, in tutti i sensi e derivati. E la luce si diffonde con l'amore, generando e trasformando.
E la memoria, di ciò che si trasforma, rimane anche in una mandorla; la traccia resta nel suo nocciolo, od osso, e il
significato di ciò che è, non si perde.
Esiste, dunque, un depositario consapevole della memoria evolutiva.
” Torniamo alla parola ebraica "luz", i cui diversi significati vanno esaminati con la massima attenzione: la parola ha
comunemente il significato di «mandorla» (e anche di «mandorlo», poiché designa, per estensione, sia l'albero sia il
frutto) o di «nocciolo»; ora il nocciolo è quanto vi è di più interiore e di più nascosto, ed è completamente chiuso,
dal che deriva l'idea di «inviolabilità» (che si ritrova nel nome dell'"Agarttha").
La parola "luz", inoltre, è il nome che viene dato a una particella corporea indistruttibile, rappresentata
simbolicamente come un osso durissimo, particella alla quale l'anima rimarrebbe legata dopo la morte e fino alla
resurrezione.
Come il nocciolo contiene il germe, e come l'osso contiene il midollo, questo "luz" contiene gli elementi virtuali
necessari alla restaurazione dell'essere; essa si opererà sotto l'influsso della «rugiada celeste», rivivificando le ossa
disseccate; a questo alludono le parole di san Paolo: «Seminato nella corruzione, risusciterà nella gloria».
Anche qui, come sempre, la «gloria» si riferisce alla "Shekinah", considerata nel mondo superiore. La «rugiada celeste»
è in stretta relazione con essa, come si è potuto vedere prima.
Essendo imperituro, il "Luz" è nell'essere umano il «nocciolo d'immortalità», così come il luogo designato con lo stesso
nome è il «soggiorno d'immortalità»: là si arresta, in entrambi i casi, il potere dell'«Angelo della Morte».
E' in certo senso l'uovo o l'embrione dell'Immortale; può essere paragonato anche alla crisalide da cui deve uscire la
farfalla; tale paragone traduce esattamente il suo ruolo in rapporto alla resurrezione.”1
“ E Dio disse: Sia la luce. E la luce fu.”2
Prima di iniziare qualunque cosa, indipendentemente dal punto di vista, è necessario fare uno sforzo personale, per
esprimere luce, che, illuminando, rigenera a vita rinnovata ciò che c’è, preparando la via a quello che ancore non è
manifestato.
“ Voi siete la luce del mondo!” Per far comprendere meglio, il Maestro parlerà anche di sale:
“ Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà?
Non è più buono a nulla se non ad esser gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; una città, posta sopra un monte, non può rimaner nascosta;
e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che
sono in casa.
Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché vedendo le vostre buone opere, glorifichino il Padre vostro
che è nei cieli”.3
La conseguenza di questa condizione, di essere luce fra gli uomini, è la realizzazione immediata delle buone opere
personali, il cui fine è fare sì che gli uomini glorifichino il Padre di tutti.
Non si è buoni solo per se stessi o per gli altri, ma si è buoni per Dio, che di tutti è Padre e tutti unisce in Uno, qualunque
siano la razza, la religione, il sesso di appartenenza o la condizione economica, poiché, davanti a Dio, non v’è differenza
di persona.
Occorre produrre luce, in semplicità, proprio come fanno i bambini, i cui angeli vedono continuamente il volto del Padre
(Matt. 18,10.)
Vale sempre il comando a diventare bambini di cuore (Matt.18, 3-4).
“ In quel mentre i discepoli si accostarono a Gesù, dicendo: Chi è dunque il maggiore nel regno de’ cieli?
Ed egli, chiamato a sé un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo a loro e disse:” In verità io vi dico: Se non mutate e non
diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto nel regno dei cieli.”
Questo processo, di tornare alla semplicità dei bambini, diventa completo se vissuto alla luce di: ” Gesù gli rispose
dicendo:
In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio.
Nicodemo gli disse: Come può un uomo nascere quand’è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua
madre e nascere?
Gesù rispose: In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Quel che è nato dalla carne, è carne; e quel che è nato dallo Spirito, è spirito.
Non ti meravigliare se t’ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non
sai né d’onde viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito.” 4
La nascita di spirito è della stessa qualità, di quella avutasi alla Pentecoste, descritta in Atti 2, 1- 4 e riproposta da
Guglielmo De Marcillat nel rosone del Duomo in Arezzo.
Il Maestro vetraio francese propone in quella chiesa, dalla prima vetrata a seguire, un percorso sapienziale, in cui suoi
contemporanei, come Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Raffaello vengono presentati come testimoni e
trasmettitori di fatti formidabili, il cui significato è ancora valido al presente.
La nascita in spirito è la chiave necessaria per comprendere la qualità della dignità del Cristiano, che svela la sua
magnificenza nell'umiltà dell'Ancella Domini (mi sia fatto, secondo la Tua volontà, in pieno rispetto del mandato divino
dato dal Padre alla creatura umana:Genesi 5 ).
Questo aspetto maestoso della vita riportato, con tutta la grazia che gli compete, nella nostra vita quotidiana.
La povertà di spirito e la mansuetudine danno maggiore materiale per fare ardere a questa luce. La povertà dello spirito - la
madonna povertà di San Francesco o il faqr divino per altri - è tale solo se la candela della vita si fa accendere dal
fiammifero dell’ Io sono la Luce del mondo, di Giov. 9,5.
E' con questa Luce, che l'innamorato Paolo di Tarso illuminò e illumina le genti nel Nome dello Sposo.
Nella vita quotidiana, prima di operare qualunque cosa, sia minima sia grande, è necessario operare uno sforzo personale di
luce; non si può procedere al buio; se vedo con attenzione, so dove metto il piede.
La tua parola è una lampada al mio piede ed una luce sul mio sentiero.6
La trasfigurazione personale inizia con la rigenerazione del proprio mondo. Occorre essere testimoni presenti ed attenti,
quindi qualificati, alla trasfigurazione del Tabor.
4
1
Il Re del Mondo,Rene Guenon, Ed.Adelphi Mi 1974, pag.74-75
2
Gen. 1,2
3
Matt.5,13-16
Giov.3, 3-8
5
Gen.1, 26 E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e
sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".
27Dio creò l'uomo a sua immagine;a immagine di Dio lo creò;maschio e femmina li creò.
28Dio li benedisse e disse loro:"Siate fecondi e moltiplicatevi,riempite la terra;soggiogatela e dominate sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente,che striscia sulla terra".
29Poi Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è
il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. 30A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo
e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così
avvenne. 31Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto
giorno.
6
Salmo 119,
Se io faccio quella che so essere la mia parte, col cuore puro di Abele, il Padre fa la sua e nessuno può superare la
generosità della Divinità. Se do 1 ricevo 100, se do 10 ricevo 1.000 e se si continua il rapporto numerico, scompare
qualunque proporzione immaginabile, dove il dare/avere non ha più significato.
L'abbondanza aumenta in modo esponenziale e la benedizione d'amore si propaga, come una reazione nucleare a catena. Al
chiarore dell'aurora, in modo dolce, si hanno esplosioni di luce increata, e il minuscolo granello contiene in sé, in potenza,
l’evoluzione delle galassie.
E tutto questo avviene nel silenzio della prima luce del mattino; è per questo che Maria, in relazione alla Terra, è anche la
Vergine attenta della Porta dell'Aurora.
Luce! Anche una piccola fiammella si vede da grandi distanze; mai sottovalutare il giorno delle piccole cose; è per questo
che occorre fare luce nel proprio quotidiano, partendo dalla quiete della propria stanzetta.
Ci si siede con calma e, accesa la candela del nostro Tabor, si lascia che i brontolii della carne e del sangue si
ammansiscano, fino a tacere completamente; ci si apre alla presenza divina in piena fiduciosa attesa, mentre la debole luce
illumina a poco a poco l'intera stanza e coloro, che sono lì presenti. Luce e sale! “Buona cosa il sale; ma se il sale diventa
senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri".7
Un piccolo momento di presenza produrrà un sano ristoro, capace di infondere maggiore chiarezza d'idea, per lo
svolgimento dell'attività quotidiana.
Se Maria è la Regina del Rosario dei Crociati8, Lei è anche la Signora delle rose. Alcuni dicono che bisogna " passare per
la croce, se si vuole giungere alla rosa ", ad rosam per crucem.
Ma di quale qualità di rosa e di croce si vuole parlare?
Un amico, ad esempio, dice che non si può trovare una rosa senza spine. Non si possono raccogliere le rose, senza versare
sangue 9.
“ Secondo una leggenda, narrata da P.Giacomo Oddi nel volume La Franceschina, l’Indulgenza del perdono d’Assisi,
concessa nel 1216 per richiesta di Francesco per la chiesetta di Santa Maria degli Angeli da Papa Onorio III, per il giorno
2 agosto d’ogni anno, deve la sua origine proprio alla fioritura di quelle rose benedette. San Francesco la notte del primo
gennaio per vincere una tentazione si gettò nudo in una macchia di rovi, ricoperti di neve. La leggenda afferma che quei
rovi fiorirono di rose bianche e vermiglie.
Francesco colse alcune di quelle rose e le portò in chiesa, dove trovò Gesù e sua Madre ad attenderlo.
Ci fu un colloquio paradisiaco e come memoria di quella visita il Santo chiese l’Indulgenza per coloro che, pentiti dei
peccati, entrassero a pregare nella piccola chiesa.
Per l’intercessione di Maria, Gesù accondiscese alla richiesta di Francesco, ponendo come condizione l’approvazione del
Papa: perché è lui che lega e scioglie in terra.
A questa condizione, il Santo chiese quali argomenti avrebbe portato al Papa per convincerlo a rendere esecutivo il dono. E
Gesù: ” tolle de le rose rosce e bianche, nate nel mese di ienario, le quali tu ‘ ai colte nella disciplina del tuo corpo,
portane quante te né pare...”10
Poi, si sa, intervengono i giochi di potere, che cercano di camuffare i fatti e vengono scritte e messe in bocca, a presunti
testimoni accreditati, cose mai dette…
Però ci sono ancora testimoni attenti, che, con la loro presenza, permettono la ricostruzione imparziale dei fatti.
Particolare del rosone di facciata della Basilica di San Francesco, in Arezzo. Opera di mirabile fattura, realizzata dal
Maestro vetraio francese Guglielmo di Pietro De Marcillat nel 1524.
Accanto al Maestro vetraio francese, con collegamenti più o meno palesi, operava un particolare gruppo di persone, che
Guglielmo di Marcillat ha presentato nelle sue opere: non ultimo e non senza giustificato motivo, lo stesso Leonardo da
Vinci. Col volto di questo Maestro, e non certo a caso, Raffaello Sanzio, anch’egli presentato da Guglielmo in questa
vetrata, darà l’aspetto fisico al suo Platone nella Scuola d’Atene.
Penso che l'esempio di vita cristiana dato da San Francesco sia molto importante, in un momento delicato come questo
attuale, dove l’umanità è stata marchiata, dalla diffidenza della separazione, prodotta dall’odio socio-politico- religiosorazziale-economico; arma che serve ai burattinai dello spirito per imporre la propria egemonia.
Occorre costruire una vera cultura planetaria, fondata sulla nobiltà umana, propria della razza umana, comprensiva
dell’intera specie di tutte le età. Tutti uguali e figli a pieno titolo dello stesso Padre buono, quando avremo imparato a
guardarci con gli occhi dell'amore del Cristo.
L'Amore non è un sentimento, ma è l'Energia del Padre, che va trasmessa a tutti, tramite la Comunità dei credenti
risvegliata dalla Luce, senza tribunali e inquisizioni, ma col candore umile di Maria, la Madre sacra di tutti i viventi.
Occorrerebbe trasformare ogni atto della vita in una Pasqua permanente: chi dice rose, dice pasqua, chi dice pasqua, dice
resurrezione.
Ma resurrezione di che, di chi o di che cosa?
Di Dio? La Divinità di Dio ha bisogno di risorgere?
Di Cristo? Ma Cristo, che è uno da sempre col Padre, non è forse già Dio?
Ma allora chi o cosa deve risorgere?
Qualche cosa o qualcuno che ha in sé, in modo evidente, la traccia divina: l'umanità forse?
E se fosse proprio l’Intera Umanità, nella figura dell’Uomo Universale, che, grazie al Paraclito, deve essere un esempio
d’amore per tutti gli esseri che vivono nel sistema solare :
”… manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in
Dio, il Creatore di tutte le cose, affinché nel tempo presente, ai principati ed alle potestà, ne’ luoghi celesti, sia data a
conoscere, per mezzo della Chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, conforme al proponimento eterno, ch’Egli ha
mandato ad effetto nel nostro Signore, Cristo Gesù; nel quale abbiamo la libertà d’accostarci a Dio, con piena fiducia,
mediante la fede in lui.
Perciò io vi chiedo che non veniate meno nell’animo a motivo delle tribolazioni ch’io patisco per voi, poiché esse sono la
vostra gloria ... Per questa cagione, dico, io piego le ginocchia dinanzi al Padre, dal quale ogni famiglia ne’ cieli e sulla
terra prende nome, perché Egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, d’esser potentemente fortificati mediante lo
Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, affinché, essendo
radicati e fondati nell’amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza,
l’altezza e la profondità di dell’amore di Cristo, e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché
giungiate ad esser ripieni di tutta la pienezza di Dio. Or a Colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare
7
Marco 9,50.
88
9
Leggenda medioevale della diffusione del sacro rosario in Europa dal ritorno dei crociati dalla Terra Santa.
Abd Al Kadir Jilani.
10
“Piero della Francesca, Pittore teologo” di P. Giulio Renzi, Rettore della Basilica di S. Francesco d’Arezzo.
infinitamente al di là di quel che domandiamo o pensiamo, a Lui sia la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le
età, nei secoli dei secoli. Amen.“ 11
Re-surgere, ri-alzare, ma si alza di nuovo solo chi è disteso o chi è caduto...
E se ci fosse allora chi scende apposta per rialzarsi?
“L'alma alla sua stella riede” dice Padre Dante, terziario francescano, indicando con questo il lignaggio della fratellanza,
in cui l’Alighieri dimorava, oltre al suo essere Fedele d’Amore.
Sempre Dante, parlando a quella Chiesa ancora capace di ascolto, del transito di Francesco, dice con la sua consueta
autorità: ” E del suo grembo l’anima preclara, mover si volle, tornando al suo regno”. Una libera scelta del come, dove e
quando tornare alla Casa paterna.
Ci s’incarna con lo scopo di trasfigurare in amore la Terra, che attende la carezza del Cielo. Le galassie attendono, con
brama immensa, la manifestazione dei figli di Dio; chi sa ha il compito di svelare, ai principati e alle potestà dei luoghi
celesti, la infinitamente varia sapienza di Dio, che si svela in tutta la sua maestà in Cristo Gesù, il Signore12.
Francesco, creatura divina, può predicare agli uccelli perché conosce la lingua degli angeli. Ha un culto particolare per San
Michele Arcangelo, che rappresenta anche un Ponte di transito speciale per l’Umanità, che sta attraversando un baratro
particolare, in questo inizio di millennio. Non bisogna dimenticare che gli angeli non sono oggetto di adorazione ma
ministri cooperatori dell’uomo, che ha il cuore secondo Dio (Marco 1,13).
C’era nella cappella della Verna - dove Francesco rivelò, sia in Lui sia fuori di Lui, in una notte di fuoco, il sigillo del
Serafino, che già portava dentro vivente - un crocefisso brunito, dove la Croce è avvolta dalle Sei Ali del Serafino.
” San Francesco d'Assisi viene anche appellato "Serafico" perché, al momento di ricevere le stigmate, il Signore gli
apparve in una visione in cui si mostrava Crocefisso e velato da sei ali come un Serafino; e dalle Sue mani, piedi e
costato partirono i raggi che segnarono il corpo di Francesco rendendolo simile a Lui. Gesù esaudiva così la preghiera
di Francesco: "Fa' o Signore che io possa soffrire per te tanto quanto lo può una creatura umana e amarti quanto lo può
un cuore umano". I serafini vengono più volte menzionati nella Bibbia. Secondo San Tommaso D'Aquino, i serafini
presiedevano alla carità e i cherubini alla scienza.”13
Dopo la visita di Giovanni Paolo II alla Verna, 17 settembre 1993, quel crocifisso è stato sostituito con un altro, bello da
vedere ma con valenza modificata .
Come san Bonaventura da Bagnoregio ha cercato di occultare la verità di Francesco d’Assisi, facendo chiamare il sacro
posto dell’incontro fra il Serafino e Francesco, cappella di san Bonaventura, allo stesso modo la prevaricazione è
continuata anche al tempo di Giovanni Paolo II. Il calice brunito, sottratto, esprime la potenzialità realizzativa del divenire
della stirpe umana, destinata, come anima collettiva, a fiorire nel Giardino del Cosmo, che l’attende come Rosa
angelicata.
Bonaventura, col suo gruppo di potere, cercò di insabbiare la missione di Francesco; non potendolo fare bruciare vivo
come eretico, si accanì contro Elia d’Assisi/Cortona, perché, oltre che esserne amico, come Francesco, era diplomatico e
consigliere di Federico II Hohenstaufen, quell’Imperatore tedesco che rese possibile la libera adorazione in Gerusalemme
sia agli ebrei, ai cristiani e ai musulmani, in nome della ragionevole tolleranza, senza guerra di religione, grazie
all’accordo pacifico con Malik al Kamil.
Elia edificò la basilica di Assisi come architetto, mentre, da progettista, guidò la realizzazione di Castel Del Monte,
monumento sapienziale e centrale energetica federiciana, che ancor oggi svolge un’opera particolare, per il quadrante
occidentale.
Tutti i documenti del tempo, relativi ai rapporti fra Imperatore e primi francescani, sono stati o contraffatti o bruciati. Tutto
per nascondere la grande verità che Francesco, nuovo Cristo, ha riportato agli uomini immemori, e quindi bisognosi di
risorgere, che l’uomo, biologicamente, è l’olio della natura.
Come tale, immergendosi nella linfa vitale della terra, torna a galla, informando di sé tutta la sfera della vita evolutiva e
compendiando in se stesso l’intero iter evolutivo della creazione.
Tale è la dignità nell’intero creato dell’Uomo Universale.
Nel salire a galla, l’Umanità come specie, porta nel proprio DNA l’intera creazione, dove cielo e terra, con tutti i loro
abitanti, sono Uno.
Non abbiamo bisogno di parassiti, che sotto le spoglie ladronesche di falsi pastori, vogliono succhiare il nostro spirito
vitale. Nella nostra costruzione fisica c’è il propellente che permette all’anima di muoversi agevolmente nell’ambito
terrestre, restando proiettata e attiva nelle 11 dimensioni cosmiche.
L’amico Veggente, il Poeta Arthur Rimbaud aveva intuito questo in qualche modo, quando scriveva: “ ho teso corde da
campanile a campanile, ghirlande da finestra a finestra, catene d’oro da stella a stella, e danzo”.14
Questo Viaggiatore galattico, nel momento del suo transito, tra i deliri della cancrena, dove la morfina nulla più poteva,
seppe invocare Allah, il più misericordioso, il più compassionevole e su Lui immediatamente scese l’agognata pace.
L’angelo ribelle è finalmente tornato alla Casa paterna, da Figlio.
Resurrezione, rotolare la pietra,15 quella del vitriolvm, punto di passo, tanto ricercato da chi ama l’osso della mandorla,
Luz o il soggiorno d’immortalità.16 Eppure la via da percorrere passa diritta nello sguardo illuminato del bimbo, che ama
per amare, senza sentire il bisogno di spiegare cosa sia l’amore. Il bimbo e gli angeli cantano, così le galassie gioiscono.
Tutto questo avviene nella frazione del battito di ciglio.17
Il Padre è davvero buono, non dimenticarlo nella tua vita di ogni giorno.
La Trasfigurazione di Raffaello
CAPITOLO I
L’umiltà e il sale della Vita. Vola verso il tuo Tabor.
Lo spirito dell’uomo è una lucerna dell’Eterno, che scruta tutti i recessi del cuore.18
11
Efesini 3, 9-21.
12
13
Ef. 3:9-21.
Wikipedia,Gerarchia degli angeli.
14
Opere,Arthur Rimbaud,Ed. Feltrinelli,1969 Mi,Frasi pag.271
15
Inf.XXXIV,131
16
Il Re del Mondo, Adelphi 1977 Mi, cap.VII.
17
Capacità d’amore,Franco Napoletano,Ed.La Riflessione,2012,pag18 e segg.
18
Prov.20,27
Ognuno, dunque, derivando da un unico principio, compie la propria opera e tutti sono utili a tutto.19
L’umiltà è il condimento del retto comportamento umano, l’umiltà è figlia della povertà spirituale: faqr.
Il ritorno al Divino è lo stadio dell’amante.
Ricorda che la vita ha un senso preciso, di cui occorre riscoprirne il sale, il significato genuino!
” Voi siete il sale della terra; ora se il sale diviene insipido, con che si salerà? Non è più buono a nulla, se non a essere
gettato via e calpestato dagli uomini.”20
Con semplicità, scopri l’essenziale della vita, vivendo appieno la tua umanità. Non sei solo, impara ad ascoltare la voce
divina in te. Segui la Guida.
Oggi, non domani; domani potresti avere perso il treno, oppure non essere più nel corpo fisico.
Agisci in accordo con i dettami di verità; essi regolano l’evoluzione della Vita negli indefiniti piani dell’Esistente.
Nel fare questo accorda il battito del tuo cuore col ritmo armonico, che tiene unito il piano celeste, dove tutti gli esseri,
siano essi manifestati o meno, sono uno nell’Uno.
Per partecipare coscientemente alla realizzazione del Disegno, occorre fare corretto uso della tua valenza.
Da più parti, però, si nega un processo evolutivo, che si propone per fasi.
Sii figlio dell’attimo in questo mondo ribelle alla Verità.
Diventa capace, come la Vergine Maria, di sapere dire: sì! al momento opportuno, quando lo Spirito saggia il cuore della
creatura umana, per vedere se quello è pronto a divenire uno speciale telaio, per mezzo del quale la vita divina si tesse
nella creatura, in modo che questa sia consapevole di essere veicolo della divinità.
Sii umile, non prenderti troppo sul serio - ma quando dai il tuo consenso alla richiesta dello Spirito, svuotandoti dell’io apriti completamente a Dio, senza riserve, come il bimbo, che riposa fiducioso sul seno materno.
I sapienti so tutto io, hanno creduto di prosciugare l’oceano dell’essere col secchiello del loro discernimento insipiente.
Quest’infantile tentativo ha causato, per loro e per chi li segue, la chiusura delle Porte del Cielo.
” Ma guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli dinanzi alla gente, poiché né vi entrate voi, né
lasciate entrare quelli che cercano d’entrare.”21
E’ necessario riconoscere i principi certi, sopra i quali costruire la propria vita al riparo dall’errore.
Occorre incontrare e riconoscere, lungo il proprio cammino, il Maestro di Verità.
E’ il superiore che si fa riconoscere dall’inferiore e non viceversa. E lui ti aspetta al crocevia, quando non te lo aspetti.
Occorre umiltà, faqr, per seguire il Maestro.
Essere umile per vivere quello che ha detto Gesù: “Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono
mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico
leggero.”22
E’necessario essere poveri spiritualmente, poiché, nei confronti della grazia divina, si può essere solo mendicanti. E’ per
grazia, non per opere. Faqr.
Cerca in semplicità di non voler essere compreso dagli altri, ma accoglili con compassione nel tuo cuore, niente ti è
estraneo.23
L’umiltà è qualità divina, che ti è stata data, assieme all’intelletto, entrato in te col primo respiro, dalla stella da cui provieni
per incarnarti in terra. Perché non ricordi di avere deciso di manifestarti, dalla stella alla stalla?
Riscopri il tuo intelletto, la tua valenza d’amore.
Prendi com’esempio il piccolo bambino: quando lui è affamato urla con tutta la forza del respiro, sapendo per intuito, che
la madre verrà a soddisfare la sua necessità vitale.
Urla il tuo estremo bisogno con tutte le forze all’Altissimo; Egli ascolterà la tua preghiera disperata, inviando i suoi ministri
e assistenti. Questa è la potenza della povertà.
Abbi fede nella conduzione spirituale, che venendo dall’alto, ti guida.
Impara a riconoscerti, scendendo nei tuoi personali inferi e, trasfigurato dalla luce che vi
troverai, risali alla Vita trasformandoti in bagliore, il cui splendore sarà in crescendo. L’angelo della faccia, finalmente, si
troverà davanti a Michele Arcangelo e Lui, veduto il suo cambiamento lo lascerà risalire alla vita.
La tua Divinità illuminerà il tuo centro vitale con la Luce dello Spirito.
Sei già stato conosciuto dal Padre prima dei tempi della carne. Sei voluto scendere per le strade del mondo e ti sei perso nei
meandri dell’essere. E’ tempo di tornare a casa, riportando il gioiello che la Terra custodisce.
“Ascolta il flauto di canna raccontare una storia. Si lamenta per la separazione.”24
Jalal al Din Rumi… e il Silenzio regna sul cuore stupefatto.
Ero a Cagliari tempo fa, in una chiesa cattolica; entrai mentre il sacerdote leggeva:
“ Due uomini salirono al tempio per pregare, uno era fariseo, l’altro era pubblicano.“25
Mentre ascoltavo con attenzione il suo commento, il mio sguardo cadde su di una stazione della Via Crucis, nella quale
Gesù, sotto il peso della croce, è aiutato dalle guardie a rialzarsi.
Gesù sofferente! Il primo pensiero è: ” Che posso fare per lui, ma, poi posso proprio fare qualche cosa?”
Tra le lacrime della supposta impotenza dolorosa, guardando meglio, cogli occhi del cuore, mi accorsi, che Cristo
sembrava aspettare qualche cosa o qualcuno.
Non è distante, dai separati me o te; ha a che fare con noi; ti aspetta; vuole che tu Lo aiuti a rialzarti, perché sei tu che devi
rialzarti in Lui, dal fango nel quale sei caduto.
Lui ha già aperto la Porta e sta sulla breccia, facendo quello che è venuto per fare; adesso che sai, tocca a te.
Lui non è un semplice martire inchiodato al patibolo della legge degli uomini, che giudicano senza amare: Lui è il Risorto
nella potenza dello Spirito abbondante del Padre!
Allora scopri che non è importante se sei pubblicano o fariseo; adesso tocca a te, se vuoi scrivere con la vita di ogni giorno
la tua storia personale in modo divino.
Quello che conta è sapere cosa farai ora, adesso che sai.
Il Signore è padrone della storia, ma vuole la cooperazione del Suo servo per mandare ad effetto la Sua volontà.
Egli vuole la libera partecipazione della Sua creatura, disponibile a creare nuovi cieli e terra, ora.
Abbi fede nel Signor Dio tuo. Lode al Clemente e al Misericordioso, lento all’ira e pronto al perdono: Al Rahim Al
Rahman.
Il Padre ti nobilita, infondendo il Suo soffio nel tuo respiro naturale al momento della nascita; la nuova sostanza plasmando
il corpo lo anima; e lo spirito, procedendo con la creazione farà di te il compendio di tutto il creato.
L’uomo, sviluppando la sua evoluzione, è memoria dell’universo, dice Louis Ansa nel suo Il segreto dell’aquila.
Col suo Soffio, in te vivo e finalmente destato, è possibile riscoprirsi in Dio, l’unico Maestro, senza diaframmi, senza
bisogno dei veli di alcuna creatura:
19
Enneadi I, Plotino, Milano, Mimesis,1992 pag.163
20
Mat.5, 13
21
Mat.23,13
22
Mat.11, 29-30
23
San Francesco, preghiera semplice “ O Maestro, fa che io non cerchi tanto:…ad essere compreso, quanto a comprendere…”
24
Rumi, l’Anatolico.
25
Lu18: 10
“poiché sei amico di Dio, poiché hai superato tutti gli intermediari, strappa la maschera dal volto delle bellezze
mascherate.”26
Sii umile. Abbi rispetto per tutti, anche per coloro che non ti sembrano amici.
Considerati, in verità, dipendente nei confronti di qualunque forma di vita; in debito d’amore nei confronti di ogni forma di
esistenza.
Se sinceramente cerchi la verità, ricordati che la verità non è una definizione.
La Verità è l’Essere Unico, la cui traccia si svela anche storicamente nel tempo.
La Verità s’è incarnata, nel tempo degli uomini, anche in Gesù, che, da Parola, esprime, creando, il pensiero del Padre.
Non preoccuparti, solo perché non ce la fai, o non sai come farlo, poiché c’è Chi veglia su di te.
Se ubbidisci a quello che l’ascolto interiore ti dice di fare, tu scoprirai - per gioiosa esperienza - che il sentiero da te ora
battuto, era già stato preparato in precedenza, da chi ti ama, e che tu in qualche modo avevi già percorso.
Ricorda che se Dio è amore, allora tutto è amore.
Non tutto l’oro luccica, a volte occorre sfregare bene per fare brillare ciò che sembrava opaco.
C’è luce non creata, nelle tenebre. Il male, in fondo, è solo amore male indirizzato. Sta tutta qui la tragedia di Satana, di
Caino, della natura in genere, che crede, in modo illusorio, di essersi separata dal Principio; non si accorge che in Quello,
divinamente, che lo voglia o no, è sempre contenuta.
“ Il desiderio dell’uomo, è ‘diventare Dio’ (Gn3,5).
Il male non consiste nel voler diventare come Dio, ma nel non avere capito come Lui è.“27
Impara a pregare, tu che pregare non sai.
Pregare è respirare consapevolmente l’energia divina; in certi momenti, però è anche versare il proprio sangue, per coloro
che ami.
Le difficoltà, nella lotta spirituale, sono i nostri migliori alleati, perché ci costringono a diventare migliori; a essere più
disperati con Dio; a seguire in umiltà la strada già battuta da Gesù.
Anni fa’ un caro amico, con i suoi scritti, mi parlò della bellezza per le ceneri.28
Se vuoi lo splendore della fiamma, qualche cosa deve andare in cenere.
Se vuoi, che la nobiltà, che Lui ti ha dato, risplenda fra le tenebre, alimentala bruciando i tuoi egoismi; abolisci l’ipocrisia,
giorno dopo giorno, offrendo con amore, a Dio e a tutte le forme di vita, i tuoi atti e pensieri.
Questo è il sacrificio gradito a Dio, benedici con cuore puro, rendendo santa ogni azione.
Più butti fuori l’io ingombrante, tanto più fai sano spazio al Dio in te.
Non cercare la tua felicità, ma quella degli altri, così troverai anche la tua.
Supera l’apparente separazione e sii unito con tutto, poiché Dio è amore29che vive in tutti: “Chi dimora nell’amore dimora
in Dio e Dio dimora in lui”.30
Tu sperimenterai, allora, la gioia del ricomporre la separazione, tornando all’unità.
E’ tutto per grazia! Ama sorella povertà, come sposa piacente. Occorre liberarsi delle zavorre della separazione, e tornare a
tuffarsi nell’oceano della vita, come atomo che rientra nella molecola dalla quale si era separata per rendere possibile
ulteriore creazione. Occorre riscoprire la nudità essenziale, quella che reca l’impronta divina.
A volte occorre anche una preghiera disperata, che scaturisce da lacrime non finte.
Ciò è fonte di catarsi battesimale.
Riconciliati con la divinità che è in te.
Occorre il battesimo di luce, quello che illumina le profondità.
”Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro dietro allo sposo; sì la sposa piace.“ 31
Se lo sguardo di Colei, che porta il Salvatore, sfiora la creatura scomposta, anche il cinghiale irsuto diviene come un
agnellino docile.
Se il Maestro sussurra faqr, dalla parola di passo, sgorga, in quel momento, una nuova vita prorompente!
Ma che posso dire o fare, se non so esser neppure un appoggio per coloro che amo? Trascuro le loro necessità, dandoli per
“scontati” ad aspettare le mie conclusioni e realizzazioni, come se loro mi appartenessero!
Può esservi una maggiore follia?
Tutto questo mi ricorda lo stolto, che, chiudendo il pugno, pensa di serrare il vento.
Quando non riesco nei miei propositi, posso solo fermarmi, cercando di intonare: mio Dio, vieni a salvarmi!
La collera mi vince facilmente, se perdo l’equilibrio; bastano due graffietti, per urlare di dolore.
Divengo scorbutico, dando un pessimo esempio.
Portare la pace dovrebbe essere un lavoro a tempo pieno.
Operatore di pace, anche quando non è facile amare; ma se non hai esperienza della pace, non sai neppure di cosa stai
parlando.
Se non sai amare, è perché vuoi farlo a modo tuo, senza lasciare che sia Lui a farlo, per mezzo tuo.
Fermati, guarda e ascolta, lasciando che sia il gemito dello Spirito, a purificare il tuo cuore per indirizzare la tua azione.
Via per trasfigurazione.
Segui lo Sconosciuto, il Cristo folle d’amore, che vive in te, come porta per l’amore del Padre.
“ Diventate misericordiosi. Rendici attenti alla tua opera nel nostro tempo, fa che non restiamo attaccati al passato, che non
ti cerchiamo, dove tu non sei”..32
Siate misericordiosi…
“Un uomo aveva due figlioli...”
” Signore, rendici attenti alla tua azione oggi.”
Il gioco degli scacchi è un tal esempio!
Le Tue mosse, Signore non le mie; la Tua partita, non la mia, per la Gloria del Tuo Nome. Un giorno scoprirai perché Iblis
non aveva altra mossa da fare sulla scacchiera.
Quando Gesù fu crocifisso, il sole non rifiutò di continuare l’opera sua, ma fu la luce che si nascose.
La luce si nasconde nella carne e questa non la vede.
Occorre recuperare il senso dello stupore e della meraviglia, proprio dei bambini spirituali.
Il mio nome è scritto nella stella, poiché l’uomo ha origine divina.
Condannando l’uomo, qualunque uomo, condanniamo Dio, dice Padre F. Mosconi.
Dio non ha condannato nemmeno Caino, e non ha chiesto a nessuno di fare vendetta, ma, d’epoca in epoca, la caduta è
divenuta sempre più senza freno, perché l’uomo si è incamminato, falsamente consigliato dall’avversario, nei sentieri
tortuosi della prevaricazione, ignorando la misericordia e imponendo con la forza il giudizio senza cuore.
“Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta e dell’aneto e del comino, e trascurate le cose più
gravi della legge: il giudizio, e la misericordia, e la fede. Queste son le cose che bisognava fare, senza tralasciar le altre.
“33
Le favole si sostituiscono alla verità, perché la luce si è nascosta. A questa luce devo tornare, per ricostruire il volto divino
in me.
La saggezza dei Sufi, Rumi e gli altri Mistici dell’Islam, Rusconi 1999, pag.100
26
27
Annunciare la Carità Pensare la Solidarietà.: pag.1 Dom F.Mosconi
28
Da”Bellezza per le ceneri” in ‘ Le lettere di Mosè David ai Bambini di Dio ’ 1973,pag34
29
I°Giov.4, …8
30
I°Giov.4, …16
31
Par. XI,83-84
Annunciare la Carità Pensare la Solidarietà,pag.1 F.Mosconi
32
33
Matteo 23,23
“ L’alma alla sua stella riede, canta il Poeta, …drizza la mente in Dio grata, mi disse, che n’ha congiunti con la prima
stella… per entro sé l’eterna margarita ne ricevette come l’acqua recepe raggio di luce, permanendo unita …accender ne
dovria più il desio di vedere quell’essenza, in che si vede come nostra natura e Dio s’unio. “34
L’uomo, l’angelo e la scala di Giacobbe. Più ti avvicini a Lui, più ti prepari per la notte di Giacobbe. La notte in vista
dell’alba. Ricorda: c’è un pegno da pagare all’Angelo della Faccia, Uriel.
“Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora.
Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò,
mentre continuava a lottare con lui.
Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai
benedetto! ».
Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe».
Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto! ».
Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. Allora
Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».
Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. ”35
Più ti avvicini a Lui, più ti prepari per la notte dei Getsemani, dove Francesco d’Assisi, nudo ha lottato contro il peccato,
la notte del primo gennaio 1216, su di un roveto coperto di neve. E lì sbocciarono rose “bianche e vermiglie“.
“Un uomo aveva due figlioli” e il prodigo dilapida tutta la sostanza paterna e torna a casa solo perché non ha più niente
da mangiare. Ha senso proporre di nuovo questa parabola, che parla di un padre ricchissimo, di un suo figlio perbene
rimasto a casa e di un altro figlio scavezzacollo, che, dilapidata l’eredità paterna vorrebbe tornare alla casa del padre, solo
per la speranza che questo gli dia un lavoro, trattandolo almeno come uno dei suoi servi?
C’è ancora attualità in questi contenuti? Continuiamo.
Il Padre non ha nemmeno ascoltato le assurdità farfugliate dal giovane sporco e affamato, riguardo alla sua indegnità e al
suo peccato contro il cielo; ordina di preparare subito una grande festa.
Il rimasto, torna dal lavoro, ode i clamori; un servo lo informa su ciò che sta accadendo e che ha determinato la festa; il
figlio maggiore non entra in casa per protesta, contro la generosità paterna.
Il Padre è davvero solo in questa festa.
Entrambi i figli, anche se per motivi apparentemente diversi, non hanno compreso il nobile sentire paterno.
Come può esservi festa, con tutta questa distanza di cuore fra i protagonisti principali?
Gesù, in forma di vitello, ingrassato proprio per un’evenienza come questa, entra in scena per ricomporre lo strappo, la
rottura, affinché gli uomini non continuino a farsi scioccamente del male, per continua ignoranza.
Il Vangelo di Luca non dice questo, ma il silenzio sottintende anche insegnamenti personali, liberi e francamente svincolati
da pastoie interpretative di parte.
La scrittura cresce col leggente e lo spirito soffia dove vuole, con buona pace dei censori del potere ufficiale.
Il nucleo vitale dell’uomo è scomposto, in pieno disordine; la passione dei Getsemani, però, può riportare l’intellettualità
perduta.
Si parla dunque della divinità nell’uomo, la cui prima caparra è comprensibile con l’esperienza personale del Tabor, dove
si ha anche un esempio di manifestazione trinitaria.
Con Padre Giovanni Vannucci OSM si può comprendere che si può realizzare la Filocalia, tramite l’esechia, e come
questo può essere fatto.
Con disciplina certa si raggiunge il bersaglio.36
Filocalia significa “ amore della Bellezza”; non della bellezza - calia - intesa esteticamente ma religiosamente, nel
significato del risveglio della coscienza nella pienezza dell'Essere.
La “ Bellezza” infinita di Dio si rivela, nel silenzio, al cuore dell'uomo che perviene al culmine dell'esperienza orante, in
ardente pienezza dell'Essere; beatitudine armoniosa; amore e pace; annullamento dei limiti della creatura nel mistero
divino; vita, gioia, libertà. “ Ch'io sia ammaliato dalla tua Bellezza, ch'io sia attratto vicino a te, che l'incandescenza
dell'amore puro, penetrando nella roccia del mio essere, lo trasformi in un puro rubino”. (Y. Rumi).
L’amore di Dio trasforma la roccia del cuore in rubino purissimo, come potenza dell’anima rigenerata; questo spunto,
assieme al lamento per la separazione del flauto dal canneto fu un altro cartello indicatore luminoso, che trovai in Rumi,
l’Anatolico.
La via del ritorno dopo la separazione! Tornare a casa, con coscienza rinnovata avendo risolto il motivo del viaggio.
C’è chi cerca e trova, l’amore della bellezza per la bellezza, la perla preziosa custodita nel grembo di Madre Terra,
fecondata dallo Spirito amante del Cielo.
Da quell’incontro sboccia in Natura l’Uomo/Donna, portatori del sorriso della misteriosa Allegria.
Il sorriso è sempre stato un viatico di serenità, nel ritornare al giardino d’origine: Leonardo mi ha stupito col suo
“segreto”; in fondo il fatto che solo l’uomo, nella scala evolutiva terrestre, possieda il muscolo del sorriso, dovrebbe far
riflettere sulla speciale nobiltà umana, infatti sempre Rumi dice:
”se vuoi un’illuminazione speciale, osserva un viso umano; guarda profondamente dentro una risata e riconosci
l’essenza della Verità”.
Vidi tempo fa altri sorrisi, in occasioni apparentemente diverse ma uguali per qualità: quello di Gesù sul Tabor, quello di
Gesù dai Getsemani al Golgotha e da lì quello del Risorto.
Se non si passa per il Tabor, non si può arrivare ai Getsemani; se non si passa per il Golgotha non si trova il Risorto; se
vedi Lui, vedi il Padre; se ascolti Gesù odi la volontà del Padre: che i figli nella Luce portino frutto abbondante.
Se questo non sarà detto dagli addetti ai lavori, dai pastori accreditati, saranno le pietre stesse a cantare l’osanna per il Re
di Gloria, che rientra trionfante nella Gerusalemme dell’anima, e ciò perché il progetto appartiene al Padre:
Ez. 36, 26:” vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore pietra e vi
darò un cuore di carne.”
Dio dice questo, però sottolineando, che la palingenesi promessa non deriverà da presunti meriti particolari del popolo
ebreo, che anzi si deve vergognare per la sua condotta errata (Ez. 36, 31-36).
Poi c’è sempre il dolce sorriso del Padre buono del Cielo, che è perfettamente libero con le sue decisioni spiazzanti, che
confondono la logica umana, quando questa ragiona per compartimenti stagni.
A proposito del Padre buono, la parabola del figliol prodigo potrebbe essere vissuta anche così:
1. La fedeltà del padre. Il padre spia il ritorno del figlio lontano: ogni giorno. Benedice il Cielo perché il perduto è
tornato. Lui sa che il figlio tornato, col giusto tempo e con cuore nuovo, farà quello che è nato per fare. E’
andato perché quando stava nella casa, ancora non aveva compreso chi è; il padre benedice il Cielo e fa
organizzare la festa, in modo abbondante.
2. Il rimasto non comprende il motivo della festa. Conosceva fin a quel momento solo la legge del taglione,
dell’occhio per occhio; ma qualche cosa fa breccia nel suo cuore: il padre sa qualche cosa che lui non conosce; il
fratello ha sbagliato tutto, però ha avuto il coraggio di tornare; il padre è felice e lo benedice in nome del Cielo;
anche il primogenito ora è felice e benedice il Cielo.
3. Il prodigo ha visto nell’accoglienza amorosa del padre, la perla che aveva cercato altrove: la benedizione che il
Cielo dà a ogni creatura. Ora ha compreso e chi è il padre e chi è il fratello maggiore: ora servirà entrambi col
sorriso (nel senso di Rumi) che ha imparato dal padre. E’ questo il sorriso che fa partorire la cerva di David,
l’Arpista Re. E ora benedice il Cielo.
4. Mi hanno parlato spesso del volto buono del Padre e io dicevo di capire.
5. Ma ora vedo che non avevo mai capito e ora piango di gioia per aver visto il raggio di luce fecondare col
polverio dell’oro rilucente anche l’acqua scura della pozzanghera. E la natura umana e quella divina si uniscono
34
Par. 2, 29-30 ;34-36 ;40-42
35
Gen. 32: 25-32
36
Anonimo, Lo Joga cristiano – La preghiera esicasta, LEF 1978, Firenze, a cura di Giovanni Vannucci; Invito alla preghiera, Giovanni Vanucci, LEF, 1979 Firenze.
nell’Uno per l’opera dello Spirito santo, che scava la carne, la brucia, la purifica e la trasfigura; il risultato è la
pelle delicata e morbida del bimbo appena nato.
6. Il prodigo è ora operaio della Vigna, avventizio dell’ultimo momento, dove non si parla di salario dovuto alla
quantità delle ore, ma alla semplice partecipazione, fosse anche quella dell’ultima ora37. Perché davanti a Dio
non v’è differenza di persone, ma non m’è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di male occhio, che io sia
buono?38
7. Eppure, camminando dietro ad Elia,39 si può andare al di là dei dogmi di qualsiasi vigna, verso l’Incontro senza
intermediari, uno con tutto, con l’Uno senza nome e senza più alcun giardino dell’origine.
Tra i profumi, di gelsomino e di rosa, v’è il Padre che attende, e la croce è la torre dalla quale ha spiato ogni giorno il
ritorno. Strada difficile, quella del ritorno!
Devi camminare dietro, passo dopo passo, senza scostarti neppure di un millimetro dalla guida.40
E Padre Dante continua:”Scalzasi Bernardo...”41
Devi seguire il Maestro con umiltà.42 Non esistono le scorciatoie a causa delle eresie. Resta saldo nella Parola, facendone
l’ancora del tuo cuore.
Rimani fermo, nonostante l’incertezza, resisti, ma, soprattutto, non abbandonare il campo di battaglia. “… e aiutaci a
rimanere saldi nell’insicurezza.“43
Dio non è inafferrabile, semplicemente non può essere compreso con la logica discorsiva; occorrono altre facoltà divine.
Forse v’è necessità di riconoscere la sacralità del Cuore d’Uomo, abitato da un pruno in fiamme.44
‘Entra nella terra santa del cuore, togliendo i calzari dei tuoi pregiudizi. Nel cuore c’è la terra santa d’eternità. In quel
santo luogo - dopo la notte della prova - nascono le rose bianche e vermiglie d’eternità di San Francesco, come simbolo
della sua autorità spirituale.45
Dante ha veleggiato, nocchiero esperto, nell’oceano spirituale di Francesco, ripercorrendo e spiegando - nella diversità
come modo, ma non per essenza - le tappe fondamentali percorse dallo Spirito libero, che s’incarnato in Assisi, e la cui
azione è particolarmente visibile anche al presente.
37
Matteo 20, 1-16.
38
Matteo 20,15.
39
II Re 2,10.
40
Il Convivio,IV, 6-7, Dante
41
Paradiso XI , 83 Dante
42
Faqr.
43
Annunciare la Carità Pensare la Solidarietà,pag.1F.Mosconi
44
Es.3,1-5…14.
45
Indulgenza del Perdono di Assisi del 1216 ottenuto da Francesco da Cristo per le rose rosse e bianche del 1° gennaio, nate dal suo sangue. Vedi il libro:” Piero della
Francesca, Pittore Teologo” di Padre Giulio Renzi, Siena 1990
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