CAPITOLO 21 Selezione naturale e adattamento Ci sono molte discussioni riguardanti la selezione naturale: alcuni dicono che tende a eliminare gli alleli meno favorevoli e a ridurre la variabilità, per latri invece è il contrario. Il polimorfismo è quando nella stessa popolazione vi sono più forme fenotipicamente distinte: può essere temporaneo se una forma sostituisce gradualmente l’altra o bilanciato se le proporzioni tra i fenotipi sono stabili. Un esempio di polimorfismo bilanciato e quello delle chiocciole Cepaea, di cui ne esistono molte varietà ognuna con un guscio diverso, ma appartenente alla stessa popolazione. Si è visto che a seconda del terreno, e quindi della capacità di mimetizzazione alcune chiocciole sono avvantaggiate in certe zone rispetto ad altre ma queste altre svantaggiate non scompaiono dalla popolazione. Gli studiosi ancora non sono certi del motivo per il quale avvenga ciò ma ipotizzano che ci siano altri fattori che influenzano la sopravvivenza. Il fenotipo non indica solo l’aspetto fisico, ma anche gli aspetti fisiologici e i comportamenti riscontrabili da un individuo. Un fenotipo è di solito l’espressione di molti geni differenti per cui una particolare caratteristica può essere ottenuta attraverso un certo numero di vie genotipiche differenti. Il fenotipo non è determinato solo dal genotipo ma anche dall’interazione del genotipo con l’ambiente, come nel caso dei gemelli che sin dalla nascita hanno alcune piccole differenze, come il peso corporeo dovuto alle differenze presenti all’interno dell’ambiente intrauterino. Il fenotipo e il genotipo sono unici per ogni essere. Esistono vari tipi di selezione: ~ Stablizzante, che tende ad eliminare gli individui con caratteri estremi e favorisce gli intermedi. ~ Divergente, che tende ad eliminare i caratteri intermedi e favorisce quelli estremi ~ Direzionale, che tende a favorire UNA caratteristica fenotipica estrema che sostituisce l’altra. ~ Frequenza dipendente, che tende a favorire fenotipi meno comuni a discapito di quelli comuni. ~ Selezione Sessuale, quando vi è “la lotta tra membri di un sesso per la conquista dell’altro”. Poichè i maschi producono più gameti delle femmine le femmine investono più energie, perciò i maschi cercheranno di accoppiarsi con più femmine e le femmine cercano il partner migliore con cui accoppiarsi e solo loro a scegliere. La competizione tra maschi può essere diretta(per il territorio, per le femmine) o indiretta (costruzione del nido e rituali di corteggiamento). Si pensa che la selezione sessuale sia alla base del dimorfismo sessuale ovvero le differenze tra maschi e femmine che non riguardano la riproduzione. La selezione naturale produce un adattamento, adattamento può avere tre significati: 1. Può indicare una condizione di sintonia con l’ambiente. 2. Una particolare caratteristica (un occhio, una mano) che è adattata contribuisce all’integrazione dell’organismo con l’ambiente 3. Può significare il processo evolutivo che si verifica nel corso di molte generazioni e che produce organismi sempre più in armonia con l’ambiente. Il cline è la variazione graduale di un carattere o di un complesso di caratteri nella stessa specie in base all’ambiente in cui si trova. Molte specie per esempio presentano dei clini nord-sud, ovvero gli animali che vivono più a sud sono diversi da quelli che vivono a nord. L’ecotipo è ciascuno dei fenotipi di una stessa specie che occupa habitat diversi. La coevoluzione è un processo dove due o più specie interagiscono tanto strettamente da costituire ognuna un forte fattore selettivo per l’altra da far avvenire adattamenti simultanei. Un esempio è la coevoluzione tra fiori e i loro impollinatori. Un esempio di adattamento cromatico è il mimetismo, molti animali hanno una colorazione aposematica ovvero una serie di colori che fanno riconoscere quali organismi sono tossici poiché devono essere riconoscibili. Il mimetismo mulleriano (chiamato cosi perché studiato per la prima volta da Muller) è un esempio di colorazione aposematica, infatti specie diverse tra loro ma tossiche tendono ad avere colorazioni simili poiché si vogliono far riconoscere dal predatore a causa del loro particolare colore cosicché il predatore che ha mangiato un insetto tossico e che è stato male ricorderà quella forma e non caccerà più insetti di quella forma e colore. Il mimetismo batesiano (chiamato cosi perché studiato per la prima volta da Bates) è quando un animale non velenoso imita nella forma e nei colori animali velenosi per essere identificato dal predatore come velenoso e non commestibile e quindi non essere cacciato. © Federico Ferranti Corporation www.terzof.altervista.org