Culture e “valori” della terra:
vecchie e nuove contese ed appropriazioni della terra
Nel contesto del SIII i membri del Laboratorio Antropologia e Ambiente
(Scienze della Formazione, Università Bicocca) intendono proporre
approfondimenti sulla relazione tra i fenomeni di vecchie e nuove dinamiche
land grab e conflitti connessi alla gestione delle risorse naturali e allo scontro
tra saperi e culture dell’ambiente. A tal fine gli interventi mireranno a fornire
quadri analitici e comparazioni tra diversi contesti culturali in una prospettiva
etno-antropologica e indagheranno valori, norme, prassi e immaginari
connessi a uso, usurpazione, appropriazione e riappropriazione della terra e
di altre risorse naturali connesse.
La proposta è di un seminario aperto in Bicocca con interventi orientati al
dialogo interdisciplinare a partire dalla diversità e molteplicità di “valori”
culturali della terra nella contemporaneità.
In Brasile il fenomeno del land grab conosce un’impressionante diffusione,
soprattutto in relazione al dilagare di piantagioni commerciali di monoculture
(come, ad esempio, quella della soia). Il fenomeno determina nuove forme di
competizione per l’accaparramento di terreni coltivabili e nei casi studio
proposti si analizzerà in particolare l’emergenza di nuove “territorialità
etniche”, fondamentalmente basate sul concetto di commons e scaturite dalla
lotta dei gruppi indigeni per i diritti all’uso della terra.
( Manuela Tassan)
In Sierra Leone il governo ha concesso a grandi investitori stranieri la
possibilità di acquisire estesi terreni per la coltivazione di specie agricole
destinate al mercato alimentare o alla produzione di biofuels e sono in molti a
domandarsi chi ne trarrà un effettivo beneficio. La maggior parte della
popolazione vive grazie all’agricoltura di sussistenza e molti temono che
l’espropriazione di vaste aree coltivabili possa aggravare ulteriormente la
povertà. L’intervento si propone di ricostruire le forme di sfruttamento e di
distribuzione iniqua della ricchezza prodotte dall’industria mineraria nella fase
coloniale e di tracciare una genealogia delle forme di valorizzazione della
terra a partire dalle esigenze di sfruttamento del capitalismo estrattivo.
( Lorenzo d’Angelo)
In Tailandia la competizione per la terra (da riforestare o da coltivare) è
prevalentemente innescata dalla tensione tra le politiche di conservazione
della foresta e politiche agricole/energetiche (connesse al boom degli agrofuels su scala mondiale). Il land grab coinvolge una costellazione di agenzie
portatrici di rappresentazioni strumentali del territorio e del paesaggio.
L’analisi dell’immaginario ambientale permette di comprendere le specifiche
forme di resistenza a tale processo da parte dei gruppi periferici e marginali.
( Amalia Rossi)
In Giordania, Palestina e in altri paesi dell’area Mediorientale il fenomeno
di appropriazione, inclusione ed esclusione dalla terra è anche e soprattutto
un fenomeno di water grab: i nuovi e vecchi processi di gestione, di
appropriazione, inclusione/esclusione della e dalla terra sono spesso
indisgiungibili dalle nuove dinamiche di controllo dell’acqua e di altre risorse
correlate. Si discuterà il ruolo delle diverse “significazioni” di terra nel contesto
globale e locale di appropriazione e gestione (appropriazione burocratica,
centralizzazione nazionale, multinazionali e le nuove forme di common oggi
che scaturiscono all’interno di questi conflitti).
In Italia i casi di espropri di terre e proprietà commissionati dallo stato. Il caso
più eclatante ed emblematico è quello relativo all’Alta velocità in Val di Susa
ma ogni regione italiana conosce questo fenomeno che ha generato il
dissenso, talvolta violento, delle popolazioni locali, favorendo allo stesso
tempo l’emergenza di nuove forme di ambientalismo. Il fenomeno del land
grab riguarda anche il Bel Paese, la sua economia, il suo paesaggio e le sue
tradizioni: si propone dunque l’esame di una rassegna di casi significativi e la
discussione delle implicazioni culturali e socio-politiche del land grab nell’Italia
contemporanea.