“Io, l’erede “ di Edoardo De Filippo con “I SempreInTempo” dell’UNITRE “I SempreInTempo” sono tornati in scena con la divertente ma anche profonda commedia di Edoardo De Filippo “Io, l’erede”, nell’adattamento e regia di Lino D’Orta. La compagnia di prosa, nata dal Laboratorio del Corso di Storia del teatro dell’UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’ di Ostia Antica Litorale Romano e composta da tredici elementi, dopo il bel successo ottenuto nella “prima” di domenica scorsa al teatro San Leonardo di Acilia, replicherà il lavoro alla Sala “Costa” del Teatro Stabile di Ostia Antica, domenica 24 gennaio e, infine, al Teatro Fara Nume di Ostia Lido lunedì 1 febbraio. Lo spettacolo, anche allo scopo di favorire l’afflusso degli spettatori meno giovani, avrà sempre inizio alle ore 18. La compagnia “I SempreInTempo” del Laboratorio del Corso di Storia del Teatro dell’ UNITRE presenta la commedia in tre atti di Edoardo De Filippo PERSONAGGI ed INTERPRETI Ludovico Ribera Donato Garonna Caterina Maddalena Lagrotta Amedeo Selciano Pietro Lorenzon Ernesto Angelo Tateo Margherita Giovanna Camboni Cassese Mario Greco Adele M. Paola Allegrini Prima signora Graziella Venanzoni zia Dorotea A. Maria Caporello Seconda signora Loretta Vissani Bice Carla Sassaroli Terza signora Rosanna Allegretti Lorenzo De Ricco Giuseppe Di Valerio ADATTAMENTO E REGIA Lino D’Orta Teatro Fara Nume, via Baffigo , Lido di Ostia Lunedì 1 febbraio 2010, ore 18 Note di regia Assisterete, stasera, alla commedia in tre atti “Io, l’erede”, di Eduardo De Filippo, interpretata dalla compagnia de “I SempreInTempo”. Fondando, quattro anni or sono, questo gruppo di appassionati d’arte drammatica nell’ambito del Laboratorio annesso al Corso di Storia dei capolavori teatrali dell’Università delle Tre Età, Sede di Ostia Antica– Litorale Romano, ho inteso sia concorrere al meglio ai fini istituzionali dell’UNITRE sia portare in scena, con regolare cadenza, opere storicamente affermate, di alto contenuto e di ricchi significati sulla complessità della coscienza umana. La meta del primo corso quadrimestrale del corrente anno accademico l’ho ravvisata dunque – coerentemente con la progressiva immersione nel mondo teatrale del Novecento finora perseguita - in una commedia che il grande Eduardo scrisse nel 1942, in lingua parlata (“italo-napoletana”) ed inserì nella raccolta da lui chiamata “Cantata dei giorni pari”. In quel periodo egli si misurava con le tematiche pirandelliane, ma voleva anche dimostrare come si potesse giungere a dignità d’arte mediante la combinazione di uso comico e drammatico del dialetto e di temi universali. Il lavoro fu rappresentato in prima assoluta il 5 marzo 1942 al Teatro La Pergola di Firenze, dove peraltro – come temeva il fratello Peppino, assai sensibile ai gusti correnti del pubblico - non riscosse il successo atteso. Eduardo, fra il ’68 ed il ’72, rivide il testo e ne ridusse molto i caratteri dialettali. La commedia tornò in scena con successo, ma egli non vi recitò più. Nel cimentarsi dell’autore con i temi pirandelliani filtrati dalla realtà napoletana ho individuato lo specifico impegno per gli attori di stasera: essi hanno dovuto fare i conti con un linguaggio particolare ma ricco di risorse per la recitazione e con fatti e personaggi al limite del buffonesco e del paradossale, che sono poi amara e beffarda critica di una certa società borghese. Le fatiche affrontate per adeguarsi ai ruoli loro assegnati – con una responsabilità precisa verso il testo e verso il pubblico che deve “decodificare” aggiustamenti e limature del “segno” teatrale – credo saranno, dunque, apprezzati. Buona serata a tutti. Lino D’Orta L’AUTORE Edoardo De Filippo, noto semplicemente come Eduardo (Napoli, 24 maggio 1900 – Roma, 31 ottobre 1984), commediografo, attore e regista teatrale e cinematografico, è stato fra i massimi esponenti della cultura italiana del Novecento, tanto da essere nominato Senatore a vita della Repubblica e Cavaliere di Gran Croce. E’ riuscito con straordinaria umanità a cogliere aspetti della sua città legati ai problemi dell’amore, dell’onore, della sopravvivenza . Temi che, se pure sembrano circoscritti a realtà particolari, si svincolano dal dialettalismo per assumere significati universali. Anche i personaggi, superati i limiti puramente comici, acquistano grande valenza oggettiva e soggettiva al tempo stesso, in linea con la sensibilità dell’autore verso le tematiche pirandelliane. Fra i suoi lavori più noti, ricordiamo Napoli milionaria, Natale in casa Cupiello, Questi fantasmi, Filumena Maturano, Le voci di dentro, Sabato, domenica e lunedì. LA COMPAGNIA TEATRALE Come avvenuto con Così è (se vi pare) di Pirandello nel 2007, Il terzo marito di Lopez nel 2008 e Corruzione al Palazzo di Giustizia di Betti nella primavera del 2009, anche Io, l’erede di Eduardo De Filippo viene messo in scena per dare concreta attuazione a quanto appreso nel primo quadrimestre dell’anno accademico in corso dagli allievi del Laboratorio del corso di Storia dei capolavori teatrali dell’UNITRE di Ostia Antica Litorale Romano . Lezioni ed esercitazioni hanno infatti consentito dapprima di avere un riscontro dei lavori studiati e visionati - sia sotto l'aspetto artistico-letterario sia sotto quello squisitamente drammatico – e poi di favorire l’approccio alle componenti dello spettacolo (scelta dell'opera e del personaggio, interpretazione, contesto scenografico, ecc.). La compagnia teatrale de “I SempreInTempo” è composta dagli interpreti - alcuni dei quali al loro esordio sul palcoscenico - indicati nella prima pagina di questo depliant, tutti messisi in gioco con grande entusiasmo. Il regista dà atto ai corsisti-attori d’aver anche collaborato all’allestimento della commedia, tangibile esempio dello spirito di cultura, di umanità e di confronto intergenerazionale che è la missione dell’UNITRE. L’UNITRE è un’associazione di promozione culturale e sociale, basata sul volontariato intellettuale, che, attraverso l’organizzazione di corsi, laboratori, incontri, escursioni e attività ricreative, intende riscoprire il piacere di conoscere, conoscersi e stare insieme, promuovendo il confronto tra le generazioni e le diverse culture e la collaborazione con le altre realtà che operano sul territorio perché nessuno, invecchiando, si senta inutile e solo. La compagnia “I SempreInTempo” torna in scena - con alcuni inevitabili avvicendamenti - presentando un testo fra i più impegnativi ed interessanti del teatro del novecento con lo stesso entusiasmo degli anni scorsi e l’identica voglia di mettersi in gioco, perché i suoi componenti sanno che possono contare anche sulle relazioni di amicizia e solidarietà, costruite prima nel corso e poi nel laboratorio teatrale, e sul sostegno dell’Unitre che li segue con interesse e con affetto. Un riconoscimento caloroso a Lino D’Orta, agli attori e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa significativa esperienza di teatro e di vita. Grazie a tutti per il sorriso e la speranza che donate. La Presidente Maria Ruffino Aprile