Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d`America

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Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016
Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016 si terranno l'8 novembre.
Contesto
Le elezioni eleggeranno il 45º presidente degli Stati Uniti, successore del democratico Barack Obama, in carica negli
otto anni precedenti, ineleggibile in quanto ha raggiunto il limite di due mandati previsto dal XXII emendamento della
Costituzione statunitense. Si terranno contestualmente alle elezioni parlamentari che eleggeranno i 435 membri della
Camera dei rappresentanti e 34 membri (un terzo) del Senato.
Il sistema elettorale prevede un'elezione semidiretta; il presidente è infatti eletto a maggioranza assoluta, per un
mandato di quattro anni, dal collegio elettorale, composto da 538 grandi elettori, eletti tramite elezione diretta il martedì
successivo al primo lunedì del novembre dell'ultimo anno del mandato del presidente in carica. Ogni stato federato
elegge un numero di delegati pari ai rappresentanti dello stesso Stato al Congresso, ripartizione che tiene conto anche
della consistenza della popolazione e quindi soggetta a revisione periodica. Eccetto il Maine e il Nebraska, ogni stato ha
adottato un sistema elettorale per il quale vengono eletti solo i delegati sostenitori di uno stesso candidato che insieme
hanno ottenuto più voti; il candidato indirettamente vincitore nel singolo Stato si aggiudica quindi tutti i delegati
assegnati allo stesso.
Come previsto dal secondo articolo della Costituzione, è eleggibile alla carica presidente ogni cittadino degli Stati Uniti
per nascita, residente negli Stati Uniti per almeno quattordici anni e con un'età pari o superiore a 35 anni. I partiti
politici maggiori nominano i propri candidati avvalendosi di elezioni primarie, tenute in tutti gli Stati con modalità
diverse.
Nelle precedenti elezioni del 2012, Obama aveva vinto sul candidato repubblicano Mitt Romney conquistando il 51,1%
del voto popolare e 332 grandi elettori su 538. Per quanto riguarda il rinnovo del Congresso, nel 2012 il Partito
Democratico aveva ottenuto la maggioranza al Senato e il Partito Repubblicano la maggioranza alla Camera dei
rappresentanti; nel 2014 invece il Partito Repubblicano con le elezioni di mid term aveva incrementato la maggioranza
alla Camera e conquistato anche quella al Senato.
L'attenzione mediatica sulle elezioni del 2016, i possibili candidati prima e le varie campagne elettorali poi, è stata
elevata sin da immediatamente dopo le elezioni del 2012.
I due partiti principali come da consuetudine hanno scelto i rispettivi candidati alla Presidenza nell'estate del 2016 al
culmine di elezioni primarie. I militanti del Partito Democratico hanno scelto per la prima volta una donna, l'ex
Segretario di Stato ed ex first lady Hillary Clinton, che ha potuto contare sin dalle prime fasi sull'endorsement della
stragrande maggioranza degli esponenti del suo partito, dovendo tuttavia fronteggiare fino alla fine delle primarie
Bernie Sanders, candidato semi-indipendente che ha ottenuto una vasta popolarità tra gli elettori più giovani, in
particolare per essersi posto come antagonista del corrente sistema finanziario e sostenitore di politiche socialiste di
stampo nord-europeo. Ad affiancarla come candidato vicepresidente è stato scelto Timothy Michael Kaine. Il Partito
Repubblicano ha invece scelto il controverso candidato Donald Trump, ricco imprenditore e personaggio televisivo, il
quale non è riuscito a far convergere su di lui un consenso tra le varie correnti e tra i maggiori esponenti del partito. Al
contrario, anche dopo il trionfo frutto del voto popolare, a causa delle sue posizioni e del suo atteggiamento, vari
esponenti repubblicani hanno rifiutato di esprimergli sostegno nella corsa alla Casa Bianca, alcuni annunciando persino
di votare per candidati di altri partiti. Trump ha scelto come candidato vicepresidente Mike Pence, governatore
dell'Indiana apprezzato tra i repubblicani, cercando così di tamponare l'alienamento da buona parte del partito.
Clinton vs. Trump, campagne e dibattiti
« Costruirò un grande muro – e nessuno costruisce
muri meglio di me, credetemi – e lo costruirò molto
economicamente. Costruirò un grande, grande muro sul
nostro confine meridionale, e farò che sia il Messico a
pagare per quel muro. Segnatevi le mie parole. »
(Trump sull'immigrazione propone la costruzione di un
muro, oltre che l'espulsione dei clandestini.)
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« Abbiamo un confine sicuro. Non c'è alcuna
necessità per questa retorica e demagogia che è
ancora portata avanti dal lato repubblicano. Avete
finito le scusanti. Passiamo a una riforma globale
dell'immigrazione con un percorso alla
cittadinanza. »
(La Clinton propone un nuovo processo di
legalizzazione per gli irregolari.)
I due principali candidati, Hillary Clinton e Donald Trump, si sono contraddistinti per le radicali differenze sia di
programmazione politica che di stile. La Clinton, con una lunga carriera politica alle spalle si è infatti proposta come
una candidata moderata e d'esperienza, mentre Trump è di fatto un outsider senza una diretta esperienza in politica, il
quale si è proposto come un candidato anti-sistema e politicamente scorretto, la cui nomination repubblicana ha
provocato spaccature all'interno dello stesso partito con cui ha scelto di correre.
Per Hillary Clinton la pregressa esperienza è stata tuttavia usata anche come arma di critica, in particolare riguardo la
sua esperienza da Segretaria di Stato durante la prima amministrazione Obama, accusata di aver mal gestito alcuni
incidenti come la morte dell'ambasciatore statunitense Christopher Stevens in Libia nel 2012, negli attentati di Bengasi,
oltre che per essere additata come complice dei fallimenti in politica internazionale di Barack Obama, incluse le scelte
adoperate per la stessa Libia, riguardo la primavera araba e le politiche di lotta al terrorismo. La sua campagna elettorale
è stata inoltre macchiata dall'investigazione dell'FBI che ha accertato il suo uso negligente della posta elettronica
durante la stessa esperienza di Segretario di Stato, avendo usato un suo server di posta privato per scambiare
informazioni altamente riservate e andando così contro i protocolli di sicurezza. L'FBI ha evitato un'incriminazione
considerando la negligenza non intenzionale.
Riguardo i programmi politici, sull'immigrazione la Clinton ha adottato una posizione più moderata, sostenendo nuovi
percorsi che portino alla cittadinanza per gli irregolari già presenti da tempo negli USA; Trump ha invece proposto una
deportazione di tutti i clandestini e la costruzione di un grande muro lungo il confine con il Messico, attirandosi ilarità
anche dallo stesso governo messicano che secondo lui dovrebbe finanziarne la costruzione. Sul controllo delle armi lei
si è detta favorevole a maggiori controlli e al bando di alcuni tipi di armi d'assalto, mentre lui si è detto contrario. Sulla
lotta al terrorismo Trump ha sostenuto la necessità di una maggiore e migliore spesa nel settore della difesa, oltre che
una maggiore decisione nella lotta all'ISIS. Sul commercio entrambi si sono detti contrari al Partenariato Trans-Pacifico
e in particolare Trump ha più volte detto di voler rinegoziare molti degli accordi internazionali contratti dagli Stati
Uniti, incluso il North American Free Trade Agreement. A differenza della Clinton, Trump è inoltre contrario agli
accordi internazionali sul clima e in generale sulle politiche a difesa dell'ambiente, giudicandole poco incisive per il
pianeta (non crede l'uomo abbia una diretta responsabilità nel riscaldamento globale) ed economicamente troppo
costose. Riguardo il sistema sanitario lei ha difeso la riforma Obama (Obamacare) e ha annunciato l'intenzione di
estendere il programma Medicaid, mentre Trump vorrebbe revocare la riforma Obama per sostituirla poi con qualcosa
di meglio. La Clinton si è inoltre detta concorde all'abbassamento della pena minima per i reati non-violenti, in
particolare legati al traffico di stupefacenti.
Il primo dibattito televisivo
Il primo dibattito, secondo la maggior parte degli osservatori e dei sondaggi condotti subito dopo l'evento, ha visto la
vittoria della Clinton. Tra le nette differenze di posizione emerse tra i due candidati, Trump ha promesso la concessione
di incentivi alle grandi imprese del paese per aumentare investimenti e posti di lavoro e la rinegoziazione dei principali
trattati internazionali, mentre la Clinton ha promesso un aumento delle tasse sui redditi più alti per concedere sgravi alle
piccole imprese; Trump per combattere la criminalità nelle periferie ha anche invocato il ripristino "della legge e
dell'ordine" dicendosi un sostenitore del modello adottato a New York dall'ex sindaco Giuliani (maggiore presenza di
polizia e perquisizioni preventive) giudicato invece incostituzionale dalla Clinton. La Clinton ha inoltre accusato
l'avversario di razzismo, ricordando anche gli insulti rivolti in passato a molte donne, mentre per Trump lei
mancherebbe del temperamento giusto per essere presidente e si porta dietro un bagaglio di cattiva esperienza politica.
È stato il dibattito presidenziale più seguito di sempre in TV, con una media complessiva di oltre 84 milioni di
telespettatori; molti altri hanno seguito l'evento in streaming online, circa due milioni solo su YouTube.
Le nuove accuse di sessismo a Trump e il secondo dibattito presidenziale
Trump è stato molte volte criticato per aver usato in passato un linguaggio offensivo nei confronti delle donne, ma
durante la campagna presidenziale l'apice si è toccato alla vigilia del dibattito del 9 ottobre, quando è stata diffusa una
registrazione audio risalente al 2005 in cui il magnate, non molti mesi dopo il suo terzo matrimonio con Melania, si
vantava in termini volgari di poter molestare e portare a letto varie donne, anche sposate, grazie alla sua ricchezza e
popolarità. Le scuse di Trump, che tuttavia non ha perso occasione di attaccare l'avversaria comparando la situazione
con gli scandali sessuali legati alla famiglia Clinton, non sono bastate a evitare nuove perdite di consenso, con molti
esponenti repubblicani a ritirare il proprio supporto alla sua candidatura e ad invitarlo a ritirarsi dalla corsa.
Al dibattito, che ha assunto la forma del town hall meeting (traducibile come "assemblea cittadina"), in cui i candidati
hanno risposto anche a domande poste direttamente da membri del pubblico, Trump ha poi rinnovato le sue scuse
minimizzando l'accaduto come "discorsi da spogliatoio" che non rappresentano le sue azioni e il suo rispetto per le
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donne, accusando invece Hillary Clinton di aver esercitato pressioni e aver diffamato varie donne vittime di abusi,
riferendosi sia a coloro che avevano denunciato il marito Bill, sia ad altre vittime di stupri con cui ha avuto a che fare
durante la carriera da avvocato difendendo i violentatori (alcune di loro invitate e presenti al dibattito). La Clinton ha
invece ribadito come il tutto non fa che dimostrare ulteriormente il tipo di uomo rappresentato da Trump e di come non
sia adatto ad essere Presidente[18]. Il dibattito, iniziato senza una stretta di mano tra i contendenti (poi fatta ai saluti
finali), si è caratterizzato in gran parte da attacchi reciproci e toni aspri e violenti. La Clinton ha inoltre accusato Trump
di essere amico di Putin e della Russia, affermando come secondo lei siano i russi (che vorrebbero influenzare
l'elezione) i responsabili delle e-mail trafugate e poi pubblicate da WikiLeaks che nelle settimane precedenti avevano
mostrato tra le altre cose come all'interno del Partito Democratico si collaborava dietro le quinte per cercare di
screditare il suo avversario alle primarie Sanders e alcuni discorsi scritti dalla stessa Clinton in cui si giustificava il
sostenere posizioni diverse davanti al pubblico e davanti a investitori privati. Trump ha invece ricordato le decine di
migliaia di e-mail cancellate dopo l'avvio dell'indagine sul suo uso di un server di posta privato durante l'esperienza da
Segretario di Stato, arrivando a promettere l'avvio di un'indagine speciale in caso vinca le elezioni e dicendole
testualmente che sarebbe già finita in prigione se lui fosse Presidente, impressionando non poco diversi commentatori. I
toni si sono smorzati solo alla fine, quando uno spettatore ha chiesto cosa apprezzassero l'uno dell'altro (Hillary si è
limitata a menzionare i suoi figli, lui ha elogiato invece la sua caparbietà). Alcuni sondaggi condotti al termine della
serata mostravano la Clinton aver vinto con un buon margine di gradimento, ma i commentatori dei maggiori media si
sono divisi sull'individuare il vincitore, riconoscendo a Trump come si sia mostrato più combattivo rispetto lo stile
sottotono del primo dibattito e come sia riuscito a mantenere viva la sua campagna dopo ore in cui, abbandonato anche
da molti repubblicani, sembrava vicinissima a un completo tracollo, mentre la Clinton avrebbe fallito quindi nel dare il
colpo di grazia.
L'ultimo dibattito
In occasione del dibattito del 19 ottobre i due candidati hanno avuto modo di reiterare le loro note divergenze su molti
temi, inclusi immigrazione, aborto, diritti sulle armi, economia e politica internazionale. Ancora una volta non sono
mancati forti attacchi personali, con Hillary Clinton che ha definito l'avversario un potenziale burattino di Putin, mentre
Trump ha definito la Clinton Foundation un'organizzazione criminale, reiterando come a lei non doveva neanche essere
concesso di competere per la questione sulle e-mail e accusando la sua campagna di aver orchestrato violenze durante i
suoi comizi. I media hanno posto particolare enfasi al rifiuto di Trump di promettere di accettare il risultato del voto,
denunciando possibili brogli oltre all'imparzialità dei mezzi d'informazione. Molto apprezzato è stato il moderatore,
Chris Wallace. Come nei due precedenti dibattiti presidenziali, secondo un sondaggio della CNN la performance della
Clinton è stata nettamente la più gradita.
La riapertura del caso sulle e-mail
Il 28 ottobre 2016, a meno di due settimane dal voto, l'FBI a sorpresa ha annunciato di aver riaperto le indagini sull'uso
del server di posta elettronica privato da parte di Hillary Clinton quando era Segretario di Stato. La decisione, avversata
dai democratici e lodata dalla campagna di Trump, è arrivata dopo la scoperta di nuove e-mail scambiate tra la Clinton e
la sua stretta collaboratrice Huma Abedin su un computer del marito di quest'ultima, Anthony Weiner, a sua volta sotto
investigazione a seguito dello scandalo che lo ha coinvolto per aver scambiato messaggi a sfondo sessuale con una
minorenne.
Sondaggi
Sia durante le primarie che durante l'estate successiva la Clinton rimase in testa ai sondaggi con un buon margine di
vantaggio su Trump. Alla fine di agosto 2016 una media dei sondaggi calcolata dalla CNN vedeva la Clinton registrare
a livello nazionale il 42% di preferenze contro il 37% di Trump, mentre all'inizio dello stesso mese il distacco era
arrivato a raggiungere i dieci punti (49 a 39). Per quanto riguarda gli altri candidati, Gary Johnson registrava il 9% e Jill
Stein il 4%.
Nella prima parte di settembre Trump era riuscito ad avvicinarsi all'avversaria, ma dopo il primo dibattito la Clinton
tornò a crescere nei sondaggi sia a livello nazionale che in molti swing states, tra cui Florida, Nevada e North Carolina.
Durante il mese precedente le elezioni, complici le nuove dichiarazioni sessiste di Trump svelate da un video risalente a
diversi anni prima, il distacco tra i due candidati si andò ampliando, ma alla fine dello stesso ottobre 2016, dopo la
decisione dell'FBI di riaprire il caso sulle e-mail della Clinton, Trump tornò ad avvicinarsi considerevolmente
all'avversaria, rimanendo indietro in media solo di un paio di punti a una settimana circa dal voto; la Clinton rimane
comunque la netta favorita per la vittoria finale.
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