carlo scarpa - Diario di un workshop di recupero

CARLO SCARPA
(Venezia 1906 – Sendai 1978)
architetto
L'architettura
Nelle opere di Carlo Scarpa risultano evidenti aspetti di natura progettuale che, attraverso
l'approfondimento dei materiali della tradizione Veneziana, accompagnano l’esperienza
dello spazio in direzione di una comprensione fortemente emotiva anche se, allo stesso
tempo, rispettosa del luogo. Costanti di natura ambientale e spaziale quali la luce, l'acqua,
la pietra e lo spazio urbano sono sempre in evoluzione nel progetto; questi rimandano ad
interpretazioni fortemente calate nella natura della città che, nella matita dell’Architetto,
trovano libertà e insieme
rigore interpretativo, precisione e ordine compositivo.
In questo modo l’esperienza spaziale dell’Architettura si arricchisce di valori approfonditi
dal lento ed attento studio del progetto, dall'interpretazione e dall'esperienza diretta del
legame tra ambiente esterno ed il nuovo disegno degli interni. Questi aspetti consentono
di riportare sempre, in una felice composizione architettonica, questioni legate allo stare e
al cambiamento, in un’ottica di dinamismo e coinvolgimento sensoriale mai nostalgico, per
nulla ripetitivo.
Scarpa non si ripete ma dialoga, evolvendosi; parla una lingua raffinata, ricca di studio e
dinamica
nella ripresa di elementi forti di Venezia, mai troppo veloce per chi si ferma ad osservare,
sentire, studiare.
opere oggetto di analisi
Le opere prescelte come oggetto di studio sono la fondazione Querini Stampalia e il
negozio Olivetti: interventi ormai riconoscibili come icone scarpiane di raffinata
progettualità, presenze fortemente distinguibili che, nello stesso tempo si inseriscono nel
contesto come antichi frammenti di Venezia, pur manifestando, ancor oggi, gli ultimi segni
della contemporaneità veneziana.
Fondazione Querini Stampalia 1961-1963. Sistemazione del piano terra e del
giardino Campo Santa Maria Formosa, Venezia.
(con C. Maschietto)
codici di analisi
il ponte
l'atrio d'ingresso e la scala
il portego e la sala espositiva
il giardino
sub-codici
la luce
l'acqua
lo spazio
la forma
Il progetto di Carlo Scarpa per la Fondazione Querini Stampalia interessa la sistemazione
dell'intero piano terra dell'antico Palazzo, di cui si hanno notizie iconografiche a partire dal
1500 (pianta prospettica di Jacopo de Barbari).
Precise esigenze di intervento, quali la necessità di restaurare e di risanare l'edificio,
l'impossibilità di utilizzare gli spazi del pianterreno a causa dei frequenti fenomeni di alta
marea e la volontà di realizzare nuove attività culturali ed espositive, hanno condotto il
Direttore della Fondazione ad affidare il progetto a Carlo Scarpa.
L'architetto interviene, in primis, eliminando l'apparato decorativo risalente ad un
precedente restauro ottocentesco, recuperando la spazialità originaria e stabilendo un
continuum spaziale tra il cortile interno dell'antico Palazzo e il Campo di Santa Maria
Formosa. La complessità materica, il rapporto con la luce e con l'acqua stabiliscono infiniti
rapporti e dialoghi tra la città ed il microcosmo “scarpiano”, costruendo un invisibile,
quanto tangibile, dialogo tra le antiche tradizioni e i linguaggi contemporanei.
Negozio Olivetti 1957-1958, piazza San Marco, Venezia.
(con G. Dagaro, C. Maschietto)
codici di analisi
il rapporto tra interno ed esterno
le superfici
i percorsi e la doppia altezza
la scala
sub-codici
la luce
lo spazio
i materiali
la forma
Il progetto viene affidato a Carlo Scarpa in seguito al conseguimento, nel 1956 insieme a
Ludovico Quaroni, del Premio Olivetti per l'Architettura.
Carlo Scarpa si trova nella condizione di dover restaurare e risanare uno spazio anonimo,
di forma tubolare e scarsamente illuminato, situato in un punto nodale definito dal
Ragghianti “la crosera de piazza”.
Infatti, viene così definita, l'intersezione tra il portico sotto le Procuratie Vecchie,
prospiciente Piazza San Marco, e la Corte del Cavalletto su cui si affaccia il negozio
Olivetti. Il lavoro di Scarpa non risolve solo la problematica architettonica, ma definisce
anche un nuovo spazio urbano, valorizzando la Corte del Cavalletto.
All'interno dell'anonima scatola genera un flusso continuo di prospettive orizzontali e
verticali, giunte da una sequenza di spazi, disassamenti ed asimmetrie arricchite dal
sapiente uso dei materiali e dalla loro intersezione, tanto che Carlo Ragghianti, colpito da
una profonda emozione dopo aver visitato l'opera del Maestro, gli dedica, nel 1959, un
importante articolo sulla rivista Zodiac, nel quale scrive:”...è uno dei più limpidi capolavori
dell'architettura contemporanea”.
Note biografiche
Carlo Scarpa nasce il 2 giugno del 1906 a Venezia.

Compiuti gli studi tra Vicenza e Venezia si iscrive all'Accademia di Belle Arti dove
nel 1926 si diploma. Nello stesso anno inizia ad insegnare presso l'Istituto Universitario di
Architettura di Venezia dove, nel 1972, verrà nominato rettore.

Dal 1925 lavora con la vetreria muranese Cappellin e C.

Nel 1932 presenta i suoi lavori con Mario De Luigi a La Biennale di Venezia e due
anni dopo alla Triennale di Milano.

Nel 1933 inizia una collaborazione con la vetreria di Venini di Murano. Durante
questo periodo stringe forti legami di amicizia con Aldo Camerino, Vincenzo Cardazzo,
Felice Casorati, Carlo Carrà, Arturo Martini e Giacomo Noventa.

Negli anni trenta elabora diversi progetti, tra i quali il fabbricato viaggiatori
all'aeroporto del Lido di Venezia, il nuovo ponte dell'Accademia a Venezia e la
ristrutturazione di Cà Foscari.

Nel 1945 riceve l'incarico per il riordino delle Gallerie dell'Accademia e
successivamente progetta numerosi allestimenti per La Biennale di Venezia.

Nel 1950 costruisce il Padiglione del libro presso i Giardini di Castello a Venezia.

Succedono una serie di importanti incontri con Frank Lloyd Wright (nel 1951), con
Alvar Aalto (nel 1957) e con Louis Kahn (nel 1967).

Negli anni cinquanta restaura Palazzo Abatellis a Palermo, ristruttura l'aula “Manlio
Capitolo” costruisce il Padiglione del Venezuela, il negozio Olivetti, la Gipsoteca
Canoviana, Villa Veritti, inizia i lavori di sistemazione di Castelvecchio, costruisce con
Gellner la chiesa a Borca di Cadore ed elabora diversi progetti tra cui Villa Zoppas e la
Colonia Olivetti a Brusson.

Negli anni sessanta, progetta la sistemazione della Fondazione Querini Stampalia,
realizza il negozio Gavina a Bologna, la ristrutturazione di Villa Zentner a Zurigo e di casa
Balboni a Venezia; nel medesimo periodo avvia i lavori della Tomba Brion a San Vito di
Altivole.

Altri progetti che si devono ricordare sono: il nuovo Padiglione Italia, casa Cassina,
il museo Rivoltella, il teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro di Vicenza e la Fondazione
Masieri a Venezia.

Nel decennio successivo, realizza la sede centrale della banca Popolare di Verona,
le sistemazioni esterne del Palazzetto di Monselice, costruisce Villa Ottolenghi, la tomba
Galli, progetta la sistemazione del museo delle Armi a Brescia, la galleria Nazionale d'Arte
di Messina, la ristrutturazione dei conventi di Santa Caterina a Treviso e di San
Sebastiano a Venezia, il museo Picasso a Parigi, la sede della Banca Antoniana a
Monselice, la sede della Banca Popolare a Gemona e la Villa Al Saaud a Ryadh in Arabia
Saudita.

Nel 1956 riceve il premio Olivetti per l'Architettura ed undici anni dopo quello della
Presidenza della Repubblica. Accademico di San Luca e dottore honoris causa in
architettura.

Carlo Scarpa muore a Sendai in Giappone il 28 novembre del 1978.
Bibliografia
F. Dal Co, G. Mazzariol, Carlo Scarpa. Opera completa, Electa, Milano, 1984.
A. F. Marcianò, Carlo Scarpa, Zanichelli, Bologna, 1984.
S. Los, Carlo Scarpa, Taschen, Köln, 1994.