Saluto Sindaco Petrangeli Mons. Pompili

Saluto del Sindaco di Rieti Simone Petrangeli
Cerimonia di ordinazione del nuovo Vescovo di Rieti Mons. Domenico Pompili
Egregio Monsignor Domenico Pompili,
Come primo rappresentante della Città di Rieti e con profondo spirito di
accoglienza e animo colmo di speranza, nella certezza che saprà raccogliere
al meglio il prestigioso testimone dell’opera meritoria del Suo predecessore,
Monsignor Delio Lucarelli, Le rivolgo il più caloroso saluto della Città e mio
personale.
A 90 anni esatti dalla ordinazione di Monsignor Massimo Rinaldi, Vescovo di
Rieti dal 1925 al 1941, è per me un autentico onore poterLa accogliere in
città nella Sua veste di Vescovo di Rieti.
Ringrazio il Pontefice per aver destinato a questa comunità una personalità
così autorevole e capace di coniugare l’attività pastorale con le nuove forme
delle umane relazioni e della comunicazione.
A nome della nostra comunità, queste parole di saluto vogliono indicare la
dimensione della nostra condizione e del futuro da costruire.
Si è conclusa un’epoca e non emergono i segnali di quella successiva, si
percepisce un pericoloso disorientamento della transizione, per ciò stesso
priva di riferimenti innanzitutto di carattere etico.
Il mondo globalizzato ci rende vicini ma non fratelli. Le tante situazioni di
sperequazione, di povertà e di ingiustizia segnalano non solo la carenza di
fraternità ma l’assenza di quella cultura della solidarietà senza la quale la
società non può qualificarsi democratica.
La soluzione ai problemi politici e sociali, senza il presupposto di un’azione
di ricucitura del tessuto morale e civile della comunità umana, rischia di
diventare impossibile.
Appare necessario, in primo luogo, riscoprire e coltivare il senso di
appartenenza alla comunità, promuovere un rinnovato senso civico che
agevoli la convivenza civile e permetta a tutti di sentirsi parte della famiglia
umana, nella quale aiutarsi l’un l’altro come fratelli e sorelle. Farsi vicini e
farsi prossimi per vivere, come direbbe Lei, quella “tensione di comunione”
che costituisce lievito indispensabile per far crescere un nuovo umanesimo.
Particolarmente in questi momenti si impone l’esigenza di una “alleanza
etica” tra istituzioni civili e religiose, in grado di fronteggiare l’emergenza
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individualistica, le crescenti diseguaglianze sociali e la solitudine, che ci
attraversano e ci disgregano. Un’alleanza con l’obiettivo di ridisegnare
l’orizzonte di un riconquistato senso di appartenenza spirituale e materiale,
quali elementi che proprio in questo territorio trovano piena convergenza.
Questa è la terra della peregrinazione e del messaggio di San Francesco che
con spirito francescano si propone come terra di pace, di dialogo, di
accoglienza e di integrazione. Dialogo interreligioso ma anche tra credenti e
non credenti che in questo momento si fa non solo possibile ma necessario
laddove, come ci indica Papa Francesco, il terreno è quello della comune
lotta contro le ingiustizie e per la difesa della persona umana.
Il mio saluto di benvenuto si leva in rappresentanza di una città con molte
criticità ma con grandi potenzialità, una città sofferente ma vitale e di grande
fascino e bellezza, caratterizzata da un cuore medioevale e da un corpo
naturale, sorretta dalla profondità della storia e dalla ricchezza della natura,
protesa verso la definizione di un nuovo paradigma culturale, sociale ed
economico in grado di poterla rilanciare.
Solo l’unione delle varie realtà istituzionali e sociali, guidate dal connubio tra
le espressioni civili e religiose, può proiettare il nostro territorio nel futuro
attraverso un nuovo modello di sviluppo che ne esalti le vocazioni naturali.
Siamo nella Valle Santa, immersi in quell’afflato Francescano che unisce
spirito e natura, sostrato ideale per poter edificare, insieme, un nuovo
tessuto etico, un nuovo cemento sociale, un nuovo modello economico, in
grado di prospettare il rilancio di un moderno sviluppo industriale, di un
rinnovato sistema agro-alimentare e di un adeguato turismo religioso ed
ambientale.
In ordine a ciò, voglio sottolineare come il Suo arrivo nella nostra terra
coincida con l’avvento della straordinaria Enciclica Papale dedicata
all’ambiente.
In questo documento Papa Francesco mobilita concetti “rivoluzionari”,
consacrando la dimensione di una “ecologia integrale”, in chiave culturale,
sociale ed economica, che sembra riflettere i presupposti della nostra
condizione territoriale.
Il Giubileo della Misericordia, nella terra dell’unico Santuario francescano ad
essa dedicato, è un’occasione immediata di confronto, cooperazione e
collaborazione per lavorare insieme nell’interesse della nostra, e da oggi
anche Sua, comunità.
Con particolare slancio umano e civile, sospinto da un sentimento di
profonda fiducia, nei luoghi del “Cammino di Francesco”, Le auguro un
percorso costellato da progressivi traguardi, in una cornice di totale
condivisione con l’Istituzione che mi onoro di rappresentare.
Voglia gradire, a nome dell’intera comunità, il più sentito e benevolo
Benvenuto!
Rieti, 5 settembre 2015
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