Viterbo, la Tuscia e Rieti

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Itinerari culturali
Con il Circolo Greppi da domenica 14 a giovedi 18 aprile
Viterbo, la Tuscia e Rieti
Il territorio della Tuscia,
regione a ovest del fiume
Tevere, comprende l’odierno Lazio settentrionale ed è caratterizzato
da rilievi di natura vulcanica, spenti da millenni, e
da deliziosi laghi formatisi
in enormi crateri sulle cui
rive sono sorti pittoreschi
villaggi. Le attività eruttive presenti in quelle antiche ere geologiche hanno
depositato spessi strati
di tufo che, erosi in valloni dagli agenti meteorici
hanno creato promontori
e speroni sui quali sono
arroccati suggestivi borghi medioevali, spesso di origine
etrusca, che sembrano nati dalla
stessa roccia. Sarà emozionante
percorrere le piazzette e i vicoli silenziosi di questi vecchi nuclei
abitativi dove la vita scorre come
secoli fa e il motore è bandito. Hanno queste caratteristiche Civita di
Bagnoregio, Vitorchiano, Civita Castellana, borghi che ci proponiamo
di visitare.
La Tuscia, dominata nei secoli passati da Etruschi, Romani e Bizantini, a seguito di donazioni al papa
da parte del longobardo Liutprando
e del franco Carlo Magno, divenne
la prima base territoriale del potere
temporale della Chiesa, entrando
a far parte del “Patrimonio di San
Pietro”. Questi possedimenti vennero gestiti sotto diverse forme di
governo, ma soprattutto mediante la concessione in feudo di terre ai membri delle più importanti
famiglie romane imparentate con
i pontefici. Per tenere sotto controllo il territorio nasce così una
fitta rete di castelli e fortificazioni
che fanno capo alle potenti dinastie degli Orsini, dei Colonna, dei
Caetani, dei Farnese. In epoca rinascimentale queste nobili famiglie
hanno incaricato celebri architetti
per progettare magnifici palazzi di
rappresentanza, circondati da stupendi parchi e giardini. Andremo a
vedere un paio di queste proprietà,
trasformate in sontuose residenze:
palazzo Farmese a Caprarola e Villa
Lante a Bagnaia.
Al centro della Tuscia, Avignone
italiana, Viterbo è un’appendice vaticana a metà strada tra il lago di
Bolsena e il lago di Vico; fu sede
pontificia nel XIII secolo e ospitò
numerosi pontefici nel corso del
tempo. Proprio nel cuore della città
c’è lo storico palazzo dei
Papi con il famoso salone del conclave che ebbe
il tetto scoperchiato nel
1271 per ordine del capitano del Popolo Raniero
Gatti a causa delle lungaggini dei cardinali, in riunione, quasi ogni giorno,
da ben 33 mesi. Viterbo
è città di passeggiate nel
suo cuore antico, di torri,
di ricordi. Talmente bella
nei suoi gioielli medioevali
che Orson Welles nel 1962
la scelse per ambientarvi
il suo film Otello e Federico Fellini in questa città così affascinante girò
molte scene de I Vitelloni. La città
nuova, edificata fuori dalle mura
medioevali, non ha particolari attrattive, ma il quartiere di San Pellegrino, all’interno della cinta fortificata, costruito mille anni fa con
il peperino, pietra grigia vulcanica,
è un insieme di palazzi, chiese, residenze, conventi, ricordi, monumenti: insomma un libro aperto sul
Medioevo.
Ai margini di una conca circondata da alti monti, l’antichissima città
dei Sabini, Rieti fu conquistata dai
Romani insieme al resto della regione nel 290 a.C.. La pianura reatina fu bonificata e la città divenne
un prospero centro agricolo. Diede
i natali a Marco Terenzio Varrone,
padre dell’erudizione romana, secondo il quale un motivo di richiamo della città era il lago di Cutilia,
considerato l’”ombelico d’Italia”.
Di origine sabina furono gli imperatori della gens Flavia, Vespasiano, Tito e Domiziano e vestigia di
Roma si trovano nei resti del solido
ponte in pietra che all’ingresso della città superava il corso del fiume
Velino. Papi, condottieri e sovrani
soggiornarono a Rieti: da Costanza
di Altavilla, sposa del figlio del Barbarossa, a Carlo II d’Angiò, incoronato nella cattedrale da Niccolò
IV, a Bonifacio VIII, che qui assistette a un disastroso terremoto.
Divenuto comune guelfo ponendosi
sotto l’autorità di papa Innocenzo
III, Rieti conobbe le classiche lotte
interne tra guelfi e ghibellini. A.P.
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