Diego Manetti Cercate il Signore mentre si fa trovare CERCATE IL SIGNORE MENTRE SI FA TROVARE I INCONTRO Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino (Is 55, 6) Una esortazione apparentemente paradossale: si invita a cercare il Signore, aggiungendo che comunque sarà Lui stesso a farsi trovare; si invita a chiamare Dio, quando Egli è già vicino. I Magi cercano Gesù per adorarlo (Mt 2, 1-2.7-12) Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. La gioia dei magi dice la corrispondenza tra quanto il loro cuore desidera e quanto stanno per incontrare Abbandonano i loro calcoli, i loro schemi e decidono di seguire la stella, offrendo doni a un Bambino che non si presenta certa come se lo aspettavano! Lo riconoscono come Dio: si prostrano I pastori vanno a vedere Gesù (Lc 2, 8-20) C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e disse: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. I pastori: gente umile, con poche domande – ben diversi dal pastore errante dell’Asia che Leopardi immagina intento a interrogare le stelle e il cielo! – ma capaci di fidarsi dei segni che li portano alla Risposta decisiva per la loro vita Lasciano le pecore, partono senza indugio (come Maria quando va a visitare Elisabetta), rinunciando agli attaccamenti terreni Tornano con calma, ripieni di gioia per quella novità, lodando Dio Diego Manetti Cercate il Signore mentre si fa trovare Simeone attendeva il Signore (Lc 2, 22.25-32) Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Anche l’attesa è forma di ricerca Simeone prende tra le braccia Dio! Lo abbraccia/comprehendit, cioè comprende finalmente chi è il Messia Adesso può andare in pace, può anche morire perché ha incontrato il Signore, il suo tutto Maria e Giuseppe cercano Gesù (Lc 2, 41-52) I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. (…) tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. Maria e Giuseppe sono angosciati perché cercavano Gesù e non lo trovavano: non dovrebbe invece farsi trovare, visto che è il Signore? L’angoscia è ripagata con l’indicazione della missione: devo rivelare al mondo il volto del Padre Maria medita nel suo cuore queste cose II INCONTRO Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino (Is 55, 6) Bartimeo invoca il Signore per riavere la vista (Mc 10, 46-52) E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. Diego Manetti Cercate il Signore mentre si fa trovare Bartimeo si fida di Gesù e lo invoca senza nemmeno riconoscerlo come Signore, ma solo come Nazareno Che vuoi che io ti faccia? – domanda paradossale: un cieco evidentemente vuole la vista! Il Signore sa già di cosa abbiamo bisogno, ma vuol aiutarci a riconoscere le nostre vere necessità Che io riabbia la vista – al punto che riconosce il Signore e si mette a seguirlo Guarisce progressivamente: si alza, lascia i suoi beni (il mantello), poi rivede: il Signore comincia subito a guarire, ma nel tempo si assiste al compimento della sua opera, secondo la nostra fede I discepoli invocano Gesù durante la tempesta (Lc 8, 22-25) Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: «Passiamo all'altra riva del lago». Presero il largo. Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. Allora disse loro: «Dov'è la vostra fede?». Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui che dà ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?». Se Gesù è presente, perché agitarsi, anche se non ci parla Dalla paura al riconoscere una presenza straordinaria, su cui occorre ancora interrogarsi Il capo della sinagoga cerca Gesù (Lc 8, 40-42.49-56) Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete, perché non è morta, ma dorme». Essi lo deridevano, sapendo che era morta, ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: «Fanciulla, alzati!». Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto. Un padre disperato cerca l’aiuto in Gesù. Gesù intuisce i suoi sentimenti quando gli annunciano la morte della figlia ma lo esorta a non temere Gesù ha con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, come alla Trasfigurazione sul Tabor: la vita di quella fanciulla – alzati! = risorgi! – è trasfigurata, come pure la vita dei familiari Restano però gli increduli Gesù ci insegna a pregare (Mt 6, 7-13) Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Poiché il Padre sa ciò di cui abbiamo bisogno, e vuole darcelo, allora chiediamo che sia fatta la sua volontà (ovvero ci doni ciò che davvero ci è essenziale!)