Ménage à trois Gli occhi colmi di verde accarezzavano i pendii delle colline rincorrendo le geometrie dei filari, mentre un cielo che sembrava rubato agli affreschi del Tintoretto rallegrava con la sua presenza il cuore dei presenti. L’aria frizzante, la brezza fine, il profumo dei branzini sul barbecue, l’odore del timo appena spezzato che si mischiava a quello dell’ erba falciata di fresco. Un senso di pace in una sera di fine estate come tante, accompagnato dall’euforia di un occasione speciale: il compleanno di Giulia. Tutto era pronto, le immacolate tovaglie bianche che odoravano ancora di sapone marsiglia, i capienti calici trasformati in porta candele, le fiamme tremule sugli stoppini, i tralci d’uva ad imbandire le tavole e con l’arrivo degli invitati il chiacchiericcio della gente che si faceva sempre più fitto nel giardino di quell’incantevole casolare tra le colline, il rumore sordo e pieno di qualche bottiglia che stappava e il cin-cin allegro dei primi brindisi. Io mi ritrovavo alla festa quasi per caso, anzi no, mai nulla accade per caso. Ero stato corteggiato e scelto tra una schiera di pretendenti proprio da Giulia, la padrona di casa. D’altra parte sono il tipo che quando s’impegna, alle donne sa far girare la testa; insomma non poteva che volermi, che volete farci? Non sono un immodesto, semplicemente lo dicono tutti. No, non prendetemi per un Casanova, anche se sì, ho fatto del piacere una filosofia di vita e me ne stavo li solidamente appoggiato al tavolo in contemplazione dell’aperitivo, tra profumi intensi ed aspri indeciso nel sogno di accoppiarmi con quelle tartare di tonno o con un bocconcino di salmone in salsa guacamole, piuttosto che con una crocchetta di polpa di granchio o con una deliziosa polentina con moscardino, trattenuto solamente nei miei peccati di gola da una questione di ’forma’. A risvegliami dal mio sogno ad occhi aperti fu un uomo che non conoscevo, trasalii quando mi ritrovai faccia a faccia con lui, il suo nome era Michele. Michele era un bravo ragazzo, elegante, raffinato, ma un po’ timido con il gentil sesso, ci conoscemmo li, vicino al tavolo del buffet tra una barchetta di zucchine al salmone ed una tartara di pesce spada, gli piacqui subito e diventammo amici all’istante. Eh già stenterete a crederci, ma godo di un certo successo anche con gli uomini, mi hanno definito brillante, gregario, profondo e complesso, di piacevolezza immediata, irresistibilmente elegante per chiunque … che volete farci?! Michele mi obbligò a conoscere Francesca, lui ne era innamorato, non l’aveva detto apertamente ma, avevo notato come gli tremavano le mani mentre andavamo da lei. Quando la vidi ne capii il perché, lei era bellissima, gli occhi scuri ed intensi, le labbra carnose, la lunga e folta chioma mora, la pelle ambrata dal sole. La sensazione di mille bollicine mi solleticò il cuore, fu un colpo di fulmine anche per me …. ‘’Francesca..’’ la chiamò Michele - ‘’Ti ricordi di me?’’ Lei sorrise, le brillarono gli occhi e rispose ‘’Ciao Michele , ma certo che mi ricordo di te, che bello trovarti qui!’’ Lui aggiunse ‘’Posso?’’. Sentii la stretta della sua mano delicata mentre una goccia ghiacciata iniziò a scivolarmi addosso. Lei annuì ‘’Con molto piacere’’. Avvicinandomi al suo volto la sentii sussurrare: ‘’Adoro il suo profumo ’’ . ‘’Allora.. propongo un brindisi a Giulia che ci ha fatto rincontrare’’ proseguì Michele. Lei sorrise nuovamente, mi avvicinò alle sue labbra, la baciai e sulle sue labbra morii, in un attimo di reciproco, lunghissimo ed intenso piacere. Era la miglior fine che un Pinot grigio come me potesse sognare.