Le variabili che determinano la domanda e l’offerta 1. Reddito del soggetto. È naturale pensare che a livelli più alti di reddito corrisponda, a parità di prezzo, una domanda più alta: condizioni economiche più agiate portano in generale ad aumentare gli acquisti di un soggetto, che comprerà più generi alimentari e/o di abbigliamento, spenderà di più in svaghi, ferie, oggetti superflui o di lusso, ecc. Questo fatto può essere espresso, in una rappresentazione grafica, da uno spostamento in alto e a destra di tutta la curva di domanda (V. FIGURA 2) 2. Gusti del soggetto. Se le preferenze di un soggetto mutano, magari per effetto di strategie di marketing o di fenomeni di imitazione, e si registra uno spostamento di gusti a favore del bene di cui stiamo esaminando la domanda, ne risulterà che il soggetto, a parità di prezzo, sarà disposto ad acquistare una quantità maggiore di prima. Perciò una variazione dei gusti a favore di un bene provoca uno spostamento della curva di domanda analogo a quello determinato da un aumento del reddito e indicato in figuara 2. Se il reddito del soggetto aumenta, la sua curva di domanda si sposterà dalla posizione D1 alla posizione D2, ad indicare il fatto che, a parità di prezzo OP, la domanda del bene passa da OQ1 a OQ2. 1 Ossia, se il reddito aumenta, a parità di prezzo, anche la domanda del bene aumenta Figura n. 2 Prezzo D1 D2 P O Q1 Q2 Domanda 3. Variazione dei prezzi di altri beni. La variazione del prezzo di un bene può influire sulla domanda di altri beni. Se il prezzo delle automobili aumenta, verranno domandate meno auto e, di conseguenza, anche meno benzina. 2 Ma se il prezzo del vino aumenta è probabile che i consumatori di bevande alcoliche chiedano meno vino, ma aumentino la domanda di birra. Distinguiamo dunque due possibili relazioni tra beni: a) Diciamo che due beni sono tra loro sostituibili (o succedanei) se soddisfano uno stesso bisogno e quindi possono essere sostituiti l’uno all’altro nel consumo. In tal caso, come nell’esempio del vino e della birra (o burro e margarina oppure anche cinema e teatro), l’aumento del prezzo di uno dei due beni sposta a destra e in alto la curva di domanda dell’altro (figura n. 3) in corrispondenza di un dato prezzo del vino, la curva di domanda della birra è D1; se il prezzo del vino aumenta la curva di domanda della birra si sposta nella posizione D2. In generale possiamo dire che l’aumento del prezzo di un bene fa crescere la domanda dei beni sostituibili (e, al contrario, la diminuzione del prezzo di un bene fa calare la domanda dei beni sostituibili). b) Diciamo che due beni sono complementari quando si utilizzano congiuntamente o almeno quando il loro uso congiunto dà al soggetto una utilità maggiore di quella che egli otterrebbe dal loro consumo separato. 3 Le curve della domanda di birra. Figura n. 3 D2 Prezzo D1 P O Q1 Q2 domanda di birra D1 = curva di domanda di birra. D2 = nuova curva di domanda di birra corrispondente ad un più alto prezzo del vino. 4 Nel caso di beni complementari, l’aumento del prezzo di uno dei due provoca uno spostamento in basso e a sinistra della curva di domanda dell’altro (figura n. 4) Curve di domanda di benzina. Figura n. 4 Prezzo P D1 D2 O Q2 Q1 domanda di benzina D1 = curva di domanda di benzina. D2 = nuova curva di domanda di benzina corrispondente ad un più alto prezzo delle automobili. A parità di prezzo della benzina, se aumenta il prezzo delle automobili, la domanda di benzina diminuirà, passando da OQ1 a OQ2 e tutta la curva di domanda si sposterà dalla posizione D1 alla posizione D2. Possiamo perciò dire che l’aumento del prezzo di un bene fa diminuire la domanda dei beni complementari (e l’inverso avviene per la diminuzione del prezzo). 5 In ognuno dei tre casi che abbiano esaminato, si verifica uno spostamento della curva di domanda, di certi beni (i sostituibili e i complementari, ovvero quelli verso i quali si è avuta una variazione dei gusti dei consumatori) senza che sia variato il loro prezzo. VARIAZIONI DELLA DOMANDA E TEMPO In generale, di fronte a variazioni di prezzo o di reddito o di gusti, la domanda varia rapidamente, in tempi brevi: infatti, nella maggioranza dei casi, per i consumatori si tratta solo di modificare le loro decisioni di acquisto, adeguandosi ai nuovi livelli di prezzo o di reddito o alle nuove preferenze. Proviamo adesso ad ampliare l’analisi prendendo in considerazione periodi di tempo più lunghi e domandiamoci se certi comportamenti di consumo, certi modelli di domanda si modificano anche per effetto di altri fattori, diversi da quelli già considerati. Scopriremo allora che, in periodi più lunghi, possono intervenire a determinare mutamenti nell’entità e nella struttura della domanda anche le variazioni nelle abitudini di consumo, nelle mode, oppure il numero e le caratteristiche dei componenti della collettività, cioè la struttura della popolazione. Ovviamente, tutti questi elementi necessitano di una diversa lunghezza di tempo per modificarsi: mentre le variazioni delle mode e le conseguenti variazioni di domanda sono piuttosto rapide, le modificazioni di tipo strutturale richiedono tempi più lunghi. 6 Ad esempio se il tasso di natalità di un paese decresce, come sta accadendo in Italia da qualche tempo, nella domanda si verificherà dapprima un decremento nella richiesta di culle e biberon, poi di giocattoli, poi di libri per ragazzi, ecc. L’OFFERTA Si definisce offerta di un bene la quantità dello stesso bene che i soggetti desiderano vendere in corrispondenza di un dato livello del prezzo, in un dato momento. Il prezzo però non è l’unico elemento che abbia influenza sull’offerta. Altri elementi che vanno presi in considerazione sono: le variazioni dei prezzi dei fattori di produzione, l’introduzione di nuove tecniche produttive, la creazione di nuovi prodotti e simili, le imposte, l’entità degli investimenti, i trasporti, le infrastrutture, l’efficienza della P.A., la legislazione. Normalmente una certa merce è prodotta e offerta da più produttori. Pertanto, l’offerta complessiva o di mercato è data dalla somma delle offerte individuali. Anche per l’offerta possiamo costruire schede individuali di offerta, schede collettive e schede di mercato e parlare di curva di offerta di un bene quando consideriamo le quantità che l’insieme degli offerenti di un dato bene desidera cedere, a tutti i possibili prezzi. 7 In linea generale l’offerta di un bene sarà maggiore in corrispondenza di prezzi più alti. Diremo allora che il legame tra offerta e prezzo è un legame diretto, per indicare che all’aumento del prezzo aumenta la quantità offerta e viceversa. La relazione diretta fra le due variabili evidenziata dal fatto che la retta mostra una pendenza positiva, si presenta cioè come una “salita”. Risulta così confermata l’idea, che ogni impresa è disposta ad offrire maggiori quantità del bene in esame solo se il suo prezzo unitario aumenta, e viceversa. P 70 0 60 50 40 30 20 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Q 8 L’OFFERTA DEL MERCATO SE PREZZO UNITARIO: AUMENTA ALLORA OFFERTA GLOBALE: AUMENTA Anche l’offerta non dipende solo dal prezzo del bene che si desidera offrire: vi sono altri fattori che la influenzano, come si è affermato prima. I miglioramenti nelle tecniche produttive disponibili e più in generale tutto ciò che può far abbassare i costi di produzione provoca, a parità di prezzo, uno spostamento della curva di offerta in basso e a destra. (figura n. 5) 9 Figura n. 5 Prezzo O1 O2 P O Q1 Q2 offerta O1 = curva iniziale di offerta O2 = curva di offerta corrispondente a minori costi VARIAZIONI DELL’OFFERTA NEL TEMPO La variazione della produzione, necessaria per adeguare l’offerta a nuove condizioni di mercato, non può essere immediata, in quanto richiede un adeguamento, una riorganizzazione della attività svolta dall’impresa che produce il bene di cui si tratta; si può ad esempio lavorare alcune ore in più, facendo straordinari, si possono utilizzare maggiormente i macchinari che già si possiedono o si può addirittura variare tutta la capacità produttiva dell’impresa con un aumento dei macchinari o con nuovi, più potenti macchinari: sono tutte operazioni che, comunque, richiedono tempo. 10 Inoltre secondo la tipologia del bene prodotto varia la lunghezza del tempo necessario a produrlo e riprodurlo: fra due raccolti successivi di grano, nei nostri climi, intercorrono 12 mesi, mentre il ciclo produttivo di un libro stampato in tipografia può essere di trenta giorni. Si definisce periodo brevissimo quello in cui non è in alcun modo possibile modificare la produzione. È questo un dato relativo: per il grano 6 mesi sono un periodo brevissimo, per un libro lo sono, poniamo, 6 ore. Per periodo breve si intende quello in cui la produzione può essere aumentata, ma solo nell’ambito della capacità produttiva esistente, senza cambiare l’impianto, cioè l’insieme delle attrezzature e macchine. Se, ad esempio, un’impresa dispone di una sola macchina per stampare libri, essa potrà aumentare il numero delle copie stampate con ore di lavoro straordinario o con turni di lavoro organizzati in modo da sfruttare la macchina anche 24 ore al giorno. Ma tutto ciò aumenterà la produzione solo nei limiti di quanto la macchina è capace di rendere, anche se utilizzata al massimo. Questa operazione si definisce adattamento parziale dell’offerta. Per modificare l’offerta dei beni si possono, infine, acquistare e mettere in funzione nuove macchine, nuovi terreni possono essere coltivati, nuove fabbriche costruite. Si dice periodo lungo quello in cui tutti i fattori produttivi, compresi impianti e macchinari, possono variare e di conseguenza la quantità prodotta può modificarsi a volontà: questa operazione si definisce adattamento totale dell’offerta. 11