variabili di mercato - Istituto Tecnico Economico Agostino Bassi

Le variabili che determinano la domanda e l’offerta
1. Reddito del soggetto. È naturale pensare che a livelli più alti di reddito
corrisponda, a parità di prezzo, una domanda più alta:
condizioni economiche più agiate portano in generale ad aumentare gli
acquisti di un soggetto, che comprerà più generi alimentari e/o di
abbigliamento, spenderà di più in svaghi, ferie, oggetti superflui o di lusso,
ecc.
Questo fatto può essere espresso, in una rappresentazione grafica, da
uno spostamento in alto e a destra di tutta la curva di domanda (V.
FIGURA 2)
2. Gusti del soggetto. Se le preferenze di un soggetto mutano, magari per
effetto di strategie di marketing o di fenomeni di imitazione, e si registra
uno spostamento di gusti a favore del bene di cui stiamo esaminando la
domanda, ne risulterà che il soggetto, a parità di prezzo, sarà disposto ad
acquistare una quantità maggiore di prima.
Perciò una variazione dei gusti a favore di un bene provoca uno
spostamento della curva di domanda analogo a quello determinato da
un aumento del reddito e indicato in figuara 2.
Se il reddito del soggetto aumenta, la sua curva di domanda si sposterà
dalla posizione D1 alla posizione D2, ad indicare il fatto che, a parità di
prezzo OP, la domanda del bene passa da OQ1 a OQ2.
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Ossia, se il reddito aumenta, a parità di prezzo, anche la domanda del
bene aumenta
Figura n. 2
Prezzo
D1
D2
P
O
Q1
Q2
Domanda
3. Variazione dei prezzi di altri beni. La variazione del prezzo di un bene
può influire sulla domanda di altri beni.
Se il prezzo delle automobili aumenta, verranno domandate meno auto e,
di conseguenza, anche meno benzina.
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Ma se il prezzo del vino aumenta è probabile che i consumatori di
bevande alcoliche chiedano meno vino, ma aumentino la domanda di
birra.
Distinguiamo dunque due possibili relazioni tra beni:
a) Diciamo che due beni sono tra loro sostituibili (o succedanei) se
soddisfano uno stesso bisogno e quindi possono essere sostituiti
l’uno all’altro nel consumo.
In tal caso, come nell’esempio del vino e della birra (o burro e
margarina oppure anche cinema e teatro), l’aumento del prezzo di uno
dei due beni sposta a destra e in alto la curva di domanda dell’altro
(figura n. 3) in corrispondenza di un dato prezzo del vino, la curva di
domanda della birra è D1;
se il prezzo del vino aumenta la curva di domanda della birra si sposta
nella posizione D2.
In generale possiamo dire che l’aumento del prezzo di un bene fa
crescere la domanda dei beni sostituibili (e, al contrario, la
diminuzione del prezzo di un bene fa calare la domanda dei beni
sostituibili).
b) Diciamo che due beni sono complementari quando si utilizzano
congiuntamente o almeno quando il loro uso congiunto dà al soggetto
una utilità maggiore di quella che egli otterrebbe dal loro consumo
separato.
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Le curve della domanda di birra.
Figura n. 3
D2
Prezzo
D1
P
O
Q1
Q2 domanda di birra
D1 = curva di domanda di birra.
D2 = nuova curva di domanda di birra corrispondente ad un più alto
prezzo del vino.
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Nel caso di beni complementari, l’aumento del prezzo di uno dei due
provoca uno spostamento in basso e a sinistra della curva di domanda
dell’altro (figura n. 4)
Curve di domanda di benzina.
Figura n. 4
Prezzo
P
D1
D2
O
Q2
Q1 domanda di benzina
D1 = curva di domanda di benzina.
D2 = nuova curva di domanda di benzina corrispondente ad un più alto
prezzo delle automobili.
A parità di prezzo della benzina, se aumenta il prezzo delle automobili,
la domanda di benzina diminuirà, passando da OQ1 a OQ2 e tutta la
curva di domanda si sposterà dalla posizione D1 alla posizione D2.
Possiamo perciò dire che l’aumento del prezzo di un bene fa diminuire
la domanda dei beni complementari (e l’inverso avviene per la
diminuzione del prezzo).
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In ognuno dei tre casi che abbiano esaminato, si verifica uno
spostamento della curva di domanda, di certi beni (i sostituibili e i
complementari, ovvero quelli verso i quali si è avuta una variazione dei
gusti dei consumatori) senza che sia variato il loro prezzo.
VARIAZIONI DELLA DOMANDA E TEMPO
In generale, di fronte a variazioni di prezzo o di reddito o di gusti, la
domanda varia rapidamente, in tempi brevi: infatti, nella maggioranza
dei casi, per i consumatori si tratta solo di modificare le loro decisioni di
acquisto, adeguandosi ai nuovi livelli di prezzo o di reddito o alle nuove
preferenze.
Proviamo adesso ad ampliare l’analisi prendendo in considerazione
periodi di tempo più lunghi e domandiamoci se certi comportamenti di
consumo, certi modelli di domanda si modificano anche per effetto di
altri fattori, diversi da quelli già considerati.
Scopriremo allora che, in periodi più lunghi, possono intervenire a
determinare mutamenti nell’entità e nella struttura della domanda
anche le variazioni nelle abitudini di consumo, nelle mode, oppure il
numero e le caratteristiche dei componenti della collettività, cioè la
struttura della popolazione.
Ovviamente, tutti questi elementi necessitano di una diversa lunghezza di
tempo per modificarsi: mentre le variazioni delle mode e le conseguenti
variazioni di domanda sono piuttosto rapide, le modificazioni di tipo
strutturale richiedono tempi più lunghi.
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Ad esempio se il tasso di natalità di un paese decresce, come sta
accadendo in Italia da qualche tempo, nella domanda si verificherà
dapprima un decremento nella richiesta di culle e biberon, poi di giocattoli,
poi di libri per ragazzi, ecc.
L’OFFERTA
Si definisce offerta di un bene la quantità dello stesso bene che i
soggetti desiderano vendere in corrispondenza di un dato livello del
prezzo, in un dato momento.
Il prezzo però non è l’unico elemento che abbia influenza sull’offerta.
Altri elementi che vanno presi in considerazione sono: le variazioni dei
prezzi dei fattori di produzione, l’introduzione di nuove tecniche
produttive, la creazione di nuovi prodotti e simili, le imposte, l’entità degli
investimenti, i trasporti, le infrastrutture, l’efficienza della P.A., la
legislazione.
Normalmente una certa merce è prodotta e offerta da più produttori.
Pertanto, l’offerta complessiva o di mercato è data dalla somma delle
offerte individuali.
Anche per l’offerta possiamo costruire schede individuali di offerta,
schede collettive e schede di mercato e parlare di curva di offerta di un
bene quando consideriamo le quantità che l’insieme degli offerenti di un
dato bene desidera cedere, a tutti i possibili prezzi.
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In linea generale l’offerta di un bene sarà maggiore in corrispondenza di
prezzi più alti.
Diremo allora che il legame tra offerta e prezzo è un legame diretto, per
indicare che all’aumento del prezzo aumenta la quantità offerta e
viceversa.
La relazione diretta fra le due variabili evidenziata dal fatto che la retta mostra
una pendenza positiva, si presenta cioè come una “salita”. Risulta così
confermata l’idea, che ogni impresa è disposta ad offrire maggiori quantità
del bene in esame solo se il suo prezzo unitario aumenta, e viceversa.
P
70
0
60
50
40
30
20
10
0
1
2
3
4
5
6
7
8
Q
8
L’OFFERTA DEL MERCATO
SE
PREZZO UNITARIO: AUMENTA
ALLORA
OFFERTA GLOBALE: AUMENTA
Anche l’offerta non dipende solo dal prezzo del bene che si desidera
offrire: vi sono altri fattori che la influenzano, come si è affermato prima.
I miglioramenti nelle tecniche produttive disponibili e più in generale
tutto ciò che può far abbassare i costi di produzione provoca, a parità di
prezzo, uno spostamento della curva di offerta in basso e a destra.
(figura n. 5)
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Figura n. 5
Prezzo
O1
O2
P
O
Q1
Q2
offerta
O1 = curva iniziale di offerta
O2 = curva di offerta corrispondente a minori costi
VARIAZIONI DELL’OFFERTA NEL TEMPO
La variazione della produzione, necessaria per adeguare l’offerta a nuove
condizioni di mercato, non può essere immediata, in quanto richiede un
adeguamento, una riorganizzazione della attività svolta dall’impresa che
produce il bene di cui si tratta;
si può ad esempio lavorare alcune ore in più, facendo straordinari, si
possono utilizzare maggiormente i macchinari che già si possiedono o si
può addirittura variare tutta la capacità produttiva dell’impresa con un
aumento dei macchinari o con nuovi, più potenti macchinari: sono tutte
operazioni che, comunque, richiedono tempo.
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Inoltre secondo la tipologia del bene prodotto varia la lunghezza del tempo
necessario a produrlo e riprodurlo: fra due raccolti successivi di grano, nei
nostri climi, intercorrono 12 mesi, mentre il ciclo produttivo di un libro
stampato in tipografia può essere di trenta giorni.
Si definisce periodo brevissimo quello in cui non è in alcun modo
possibile modificare la produzione. È questo un dato relativo: per il grano
6 mesi sono un periodo brevissimo, per un libro lo sono, poniamo, 6 ore.
Per periodo breve
si intende quello in cui la produzione può essere
aumentata, ma solo nell’ambito della capacità produttiva esistente,
senza cambiare l’impianto, cioè l’insieme delle attrezzature e macchine.
Se, ad esempio, un’impresa dispone di una sola macchina per stampare libri,
essa potrà aumentare il numero delle copie stampate con ore di lavoro
straordinario o con turni di lavoro organizzati in modo da sfruttare la
macchina anche 24 ore al giorno.
Ma tutto ciò aumenterà la produzione solo nei limiti di quanto la macchina è
capace di rendere, anche se utilizzata al massimo. Questa operazione si
definisce adattamento parziale dell’offerta.
Per modificare l’offerta dei beni si possono, infine, acquistare e mettere in
funzione nuove macchine, nuovi terreni possono essere coltivati, nuove
fabbriche costruite.
Si dice periodo lungo quello in cui tutti i fattori produttivi, compresi
impianti e macchinari, possono variare e di conseguenza la quantità
prodotta può modificarsi a volontà: questa operazione si definisce
adattamento totale dell’offerta.
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