Convegno Nazionale
"Le sfide dell'educazione"
Roma, 12-14 febbraio 2004
SALUTO
Dott.ssa Letizia Moratti
Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Ho accolto con gioia il vostro invito perché la Chiesa e il mondo cattolico in Italia
e in Europa svolgono un ruolo decisivo nella costruzione dei cittadini europei di oggi e
di domani.
Le scuole, le università cattoliche, le associazioni delle famiglie cattoliche in Italia
e in Europa contribuiscono oggi a formare comunità locali dove quotidianamente si
sperimentano nuove vie dell'educazione, dove si promuovono le professionalità
richieste dal mondo di oggi, dove si sperimentano nuove vie della ricerca scientifica e
dove si formano le nuove generazioni, si aggiornano e maturano uomini e donne pronti
a partecipare da protagonisti al domani della nostra società, custodi dei valori di
giustizia, libertà, pace e solidarietà.
Anche noi nell'opera di riforma del sistema educativo ci siamo ispirati al richiamo
fatto dal Santo Padre al Parlamento Italiano: "l'uomo vive di un'esistenza
autenticamente umana grazie all'educazione e alla cultura. È mediante l'educazione e la
cultura che l'uomo diventa più uomo, accede più intensamente all'essere che gli è
proprio. Il valore umano della persona è in diretta ed essenziale relazione con l'essere e
non con l'avere".
Famiglia e sistema educativo per noi svolgono un compito fondamentale nella
formazione dei giovani ed hanno la primaria responsabilità nella trasmissione di valori
umani e morali, poiché in ogni altro luogo della nostra società questa continuità di
trasmissione ci appare oggi spezzata proprio dalla modernità senza cultura, senza storia
e senza radici che minaccia i legami sociali, lo spirito dell'accoglienza.
Il progetto educativo e formativo delle nuove generazioni che si sta ormai
definitivamente affermando in Europa, e che la Riforma della Scuola intercetta
pienamente, è al tempo stesso "sociale" ed "economico".
Ai giovani di oggi e di domani, che rappresentano la più importante risorsa
strategica per il nostro sviluppo, siamo infatti chiamati ad offrire un sistema "etico" ed
al contempo "professionalizzante", un sistema di istruzione e formazione che sia capace
di diffondere il senso del vivere civile e della convivenza sociale, formando coscienze
che custodiscano il valore della vita, del rispetto reciproco, della responsabilità
personale, della legalità, della giustizia, della democrazia e della pace, e che in eguale
modo sappia dare loro migliori garanzie di occupabilità e di reddito.
Questa strategia in Europa è definita con gli obiettivi del Consiglio d'Istruzione
del maggio 2003, che ha individuato cinque traguardi:
1. aumentare il numero dei diplomati a conclusione del ciclo di istruzione secondaria,
arrivando fino all'85% della popolazione ventiduenne;
2. aumentare, almeno del 15%, il numero dei laureati nelle discipline scientificotecnologiche;
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aumentare, almeno del 20% entro il 2010, la capacità di lettura dei ragazzi
quindicenni;
aumentare la partecipazione all'innovazione life long learning, per raggiungere
almeno il 12,5% della popolazione in età lavorativa tra i venticinque ed i
sessantaquattro anni;
ridurre la dispersione scolastica in modo da portarla dal 20% al 10% entro il 2010.
All'interno di questo quadro europeo abbiamo inserito i concetti ed i valori di
fondo della riforma:
La Libertà come scelta consapevole
La libertà come scelta consapevole vuol dire libertà di scelta nei programmi e nei
Piani di studio personalizzati; nella determinazione del Portfolio delle competenze.
Vuol dire responsabilità progettuale delle scuole e degli insegnanti, libertà di
apprendimento e scelta educativa delle famiglie perché le scuole rispondano ai bisogni
educativi degli studenti.
La Flessibilità come valore
Introduciamo il concetto di flessibilità strutturale cioè un sistema unitario ma
differenziato dai 3 ai 21 anni con opzioni di ingresso e di uscita (anticipi), con pluralità
di percorsi e di soggetti formativi: modalità, durata e luoghi diversificati, certificati
tramite il portfolio.
Flessibilità strutturale significa anche flessibilità interna ai percorsi con quote
opzionali e facoltative dei piani di studio personalizzati, quote regionali ed orientamento
continuo con il sistema dei crediti e reversibilità delle scelte, incluse l'alternanza scuolalavoro.
L'Equità in educazione
Lavoriamo per il successo formativo di tutti gli alunni attraverso l'obbligo al
diritto-dovere all'istruzione e alla formazione per almeno 12 anni o, comunque, sino al
conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. Si passa così dalla
scuola di massa alla scuola di qualità per tutti e per ciascuno.
La Pari Dignità dei due sistemi del secondo ciclo
Operiamo per la circolarità tra Istruzione e Formazione professionale grazie ad un
profilo in uscita unitario, all'innalzamento dei livelli qualitativi dell'Istruzione e
Formazione professionale. Entrambi i sistemi garantiscono esiti superiori, professionali
e accademici e valorizzano la formazione lungo tutto l'arco della vita (longlife learning),
grazie anche al potenziamento della Formazione Tecnica Superiore.
La Qualità del sistema educativo
Introduciamo l'innovazione degli obiettivi e degli standard di apprendimento
attraverso la modernizzazione delle competenze (lingue, nuove tecnologie e cultura
scientifica); la comparabilità, la trasparenza, la trasferibilità ed un riconoscimento delle
competenze a livello regionale, nazionale, europeo. Un obiettivo che vogliamo
raggiungere con l'istituzione del Servizio Nazionale di Valutazione e la formazione
iniziale e continua degli insegnanti per una nuova professionalità della docenza.
La cooperazione come risorsa
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La nuova scuola della Repubblica implica così più politiche nazionali (Università
e Ricerca, Economia, Lavoro e politiche sociali, Attività produttive, Innovazioni
tecnologiche); politiche regionali e locali; politiche delle singole istituzioni scolastiche
(POF); politiche delle reti locali (sussidiarietà orizzontale); ricerca e sperimentazione
continue.
Con questi valori stiamo costruendo una scuola che mette in sintonia i giovani con
i loro studi con le loro carriere professionali e li aiuta a sviluppare i loro talenti, perché
possano trovare un lavoro ben retribuito.
È una scuola che educa i giovani all'etica della responsabilità individuale e della
solidarietà verso gli altri. L'educazione e l'istruzione sono prima di tutto servizio alle
famiglie, in continuità e cooperazione con esse, vera forza morale e materiale per la
crescita del nostro Paese.
L'obiettivo è quello di "costruire" una scuola che tenga conto della molteplicità
delle esperienze personali, sociali, affettive, amicali, di cui ciascuno è portatore, della
qualità e quantità delle occasioni di apprendimento esistenti, e che favorisca la crescita
di identità personali autodifferenziali (a partire da quelle di genere), piuttosto che
autoreferenziali tenendo conto della crucialità che assumono gli aspetti relazionali,
comunicativi, sociali, in una società reticolare come quella che si sta delineando.
La Riforma, infatti, si colloca in questo scenario complesso, e contribuisce a
creare le condizioni per costruire un sistema educativo e formativo che, di fronte al
nuovo rapporto tra esperienze e saperi, favorisca lo sviluppo, accanto alla dimensione
cognitiva dell'educazione, della dimensione socio-affettivo-relazionale, che promuova
una efficace mediazione tra saperi codificati e saperi emergenti, che coniughi
saldamente "il processo di costruzione dei saperi e delle competenze ad un processo di
formazione dei caratteri valoriali e identitari della persona".
Per tali ragioni è necessario che la scuola promuova e sviluppi un rapporto di
collaborazione con la famiglia, che favorisca la creazione e diffusione di spazi di
aggregazione che, all'interno di un nuovo e coeso rapporto tra scuola e territorio, scuola
e società, offrano ai giovani occasioni di progettazione, confronto, partecipazione,
interazione, ecc. favorendo la coesione sociale.
Il volontariato nella scuola, nella sua valenza educativa, si colloca in questo
contesto e nella sua più ampia dimensione di educazione alla convivenza civile - che è
l'obiettivo prioritario dell'educazione e della formazione - diviene uno dei paradigmi sul
quale rifondare il sistema educativo.
In tutta Europa, e non soltanto in Italia, il sistema educativo è chiamato a
compiere un grande salto culturale.
Lo potrà fare attualizzando e facendo proprie le antiche radici cristiane della
cultura europea, senza mai rinunciare per questo agli apporti di modernità che dovrà
dare. Ciò consentirà di recuperare il ricco patrimonio di civiltà che ha permesso di
superare le guerre e le divisioni, di costruire le nostre democrazie, di erigere una cultura
di valori condivisi quali i valori dell'altruismo e della comprensione. I valori di una
cultura autenticamente umanistica.
Prima di chiudere, desidero ricordare ancora che la Riforma della scuola e tutti i
provvedimenti che abbiamo adottato in questi anni di lavoro non avranno conseguenze
positive se famiglia e sistema educativo non svolgeranno un compito fondamentale
nella formazione dei giovani, avendo la primaria responsabilità nella trasmissione di
valori umani e morali. I docenti di tutte le scuole d'Italia devono sempre stringere
rapporti profondi con le famiglie, perché non si sentano sole nell'educare i propri figli,
in modo particolare in quei momenti nei quali per i genitori può essere più difficile un
dialogo profondo e costruttivo con i figli, mentre la scuola può diventare un punto di
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riferimento nel creare occasioni di incontro che favoriscano questo dialogo. Applicando
la Riforma, stiamo quindi costruendo una scuola come comunità, aperta al confronto
con esperienze diverse che interagiscono con il processo formativo, in primo luogo il
volontariato, valorizzando e stabilendo con esse rapporti di collaborazione fattiva
nell'interesse unico dei giovani.
Sono felice di avervi a fianco per il successo di questo grande progetto: costruire
una scuola votata interamente allo sviluppo della persona.
Edu_Ministro - 23/06/2017 12:28:00