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ll lavoro in Abruzzo gli operai ex studenti
della “classe Enel” – ITIS Avogadro
Per due anni in alternanza un giorno la settimana
Maria Teresa Martinengo La Stampa 23-1-17
«Mercoledì, finito il lavoro, ci hanno chiesto se avremmo avuto voglia di fare un’esperienza. Io ho
detto sì, perché mi piace l’idea di aiutare la gente. Siamo partiti subito, abbiamo dormito a Rimini e
al mattino siamo arrivati in Abruzzo, in questa valle in provincia di Teramo dove sono caduti due
metri e mezzo di neve. Una cosa mai vista, nemmeno la gente di qui l’ha mai vista». Alessio
Perrucci, 20 anni, è un operaio di e-distribuzione, Gruppo Enel. Come il suo ex compagno Gianluca
Di Gilio, con cui si è ritrovato in squadra in questi giorni, si è diplomato l’estate scorsa
all’Avogadro dopo aver fatto, negli ultimi due anni, la più «immersiva» esperienza di alternanza
scuola-lavoro finora realizzata in Italia, quella delle classi Enel che in varie città italiane ha
formato una generazione di giovanissimi operai, apprendisti sul campo un giorno la settimana e
nelle vacanze (per loro ridotte a ferie).
Finita la scuola, una parte dei venti ragazzi ha scelto di proseguire gli studi mentre una
dozzina è rimasta a lavorare in Enel (uno, Davide Barberis, studia al Poli e lavora!). «Siamo qui
in cinque della nostra classe - raccontava Alessio ieri, durante uno spostamento -, lavoriamo in
squadre di diverse unità. La media tensione è a terra: finché non si ripristina e non arriva alle
cabine che la trasformano in bassa tensione, nelle case la luce non c’è. Un tecnico fa il piano, noi
lo eseguiamo. Ispezioniamo le linee e le ripariamo».
Le squadre sono arrivate da tutta Italia. «Questa nevicata pazzesca ha fatto un vero disastro», dice
Alessio, felice di aver appena aiutato un uomo a togliere un albero dalla strada». A sentirlo
parlare, il giorno di settembre 2014, quando l’Enel presentò il progetto agli studenti, pare un passato
lontanissimo.
Il preside dell’Avogadro, Tommaso De Luca ha continuato a seguirli a distanza: «In questo
percorso, nei ragazzi sono emerse qualità che la scuola di solito non rileva. Il nostro metro resta
quello dei risultati scolastici, certe caratteristiche positive non riescono ad emergere».
Dall’estate scorsa, gli apprendisti Enel lavorano otto ore al giorno. «Ci siamo formati e
dobbiamo dire grazie all’impegno dei nostri tutor Diego Peria, aziendale, e Rocco Del Giudice,
scolastico: hanno davvero messo insieme scuola e lavoro, teoria e pratica. Le cose da imparare
erano tante, ma le abbiamo assimilate. Non è stato facile organizzarci, abbiamo dovuto studiare e
pensare al lavoro. Ma con buoni risultati. Sarebbe bello se altre aziende dessero la stessa
opportunità».
Nei due anni passati, gli studenti guadagnavano 460 euro al mese. «Ci ha fatto crescere,
abbiamo imparato ad affrontare la burocrazia, a rapportarci con la banca, a gestire il conto
corrente. Io mi sono comprato una macchinina da mille euro - racconta Alessio -, ho la
soddisfazione di avere una mia auto, una moto, i libri di scuola. Anche Gianluca ha acquistato
un’auto e ha messo dei soldi da parte».
Gli abitanti delle frazioni dove i ragazzi stanno lavorando li fermano continuamente per avere
notizie delle linee elettriche. «Qualcuno ci ha chiesto l’età e si è stupito... “Siete fortunati”, hanno
detto. È vero. Noi cerchiamo di mettercela tutta».
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